Piz Ciavazes - Via Micheluzzi (fino alla Cengia dei camosci)

 
Zona montuosa Dolomiti - Gruppo di Sella
Sottogruppo delle Mésules
Località di partenza Strada per il Passo Sella - Canazei (TN)
Quota partenza 2115 Mt. circa Quota di arrivo 2400 Mt.
Dislivello totale +30 Mt. per l'attacco
+255 Mt. la via (410 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati Non numerati
Ore di salita 15' per l'attacco
6 h. la via
Ore di discesa 1 h.
Esposizione Sud

Giudizio sull'ascensione

Ottima
Data di uscita 02/06/2006 Difficoltà VI/V+, A0
Sass Balòss presenti
Luca, Bertoldo.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata piuttosto nuvolosa. Nelle prime ore del pomeriggio, e precisamente dopo aver terminato la grande traversata che caratterizza la via, ha iniziato a nevicare. Fortunatamente tutto si è calmato in fretta.
Per raggiungere la base della parete ci sono numerose tracce che partono un po' ovunque. Il sentiero di discesa è comodo ma richiede per due tratti un'arrampicata in discesa di II (o in alternativa la calata in doppia). La roccia in alcuni tratti è un poco unta, ma nulla di fastidioso.

Eventuali pericoli
Pericolo concreto di caduta sassi dalla cengia sopra la parete, usare sempre il caschetto!
Durante la nostra ripetizione c'erano ancora colate di ghiaccio sulla parte alta del Ciavazes, e, con le ore più calde della giornata, ha incominciato a staccarsi. Più volte siamo stati bersagliati. Valutate bene le condizioni della parete sopra la Cengia dei Camosci prima di attaccare.
Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Nessuno.
Materiale necessario oltre al tradizionale

Normale materiale per arrampicata su roccia, molto utili dadi e friends specialmente per le prime e le ultime lunghezze dove i chiodi scarseggiano. Portate anche qualche cordino in più per le clessidre.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Via storica della grande parete del Piz Ciavazes. La via è stata aperta dalla guida fassana Luigi Micheluzzi (in paese chiamato "Gigio de la Simonina") ed Ettore Castiglioni il 26 settembre del 1935. Oggi è una delle grandi classiche delle Dolomiti. La via sale la parte centrale del Ciavazes ed è caratterizzata da una grande traversata di V+ e VI lunga 90 metri.
Cesare Maestri ha effettuato nel giugno del 1956, in sole 8 ore, la prima salita in solitaria.
Le soste fino al termine della traversata sono tutte attrezzate con due fittoni resinati o un fittone ed uno spit. Per la restante parte della salita invece sono su clessidre o vecchi chiodi. Le prime e le ultime lunghezze sono poco attrezzate, ma il grande traverso, ora è sufficientemente chiodato. Il sesto grado nella traversata può essere azzerato grazie alla presenza di cordini.

Attacco, descrizione della via
Percorrere la statale n. 48 che attraversa tutta la Val di Fassa. Seguire le indicazioni per il Passo Sella. Ad un certo punto la strada si divide. La statale n. 48 prosegue per il Passo Pordoi mentre la strada di sinistra (statale n. 242) conduce al Sella. Salite i vari tornanti fino a giungere al cospetto della parete del Piz Ciavazes (l'altitudine è 2115 Mt. circa). Parcheggiare sulle varie piazzole a bordo della strada.
Dalla strada partono diversi sentierini che in circa 15 minuti conducono alla base della parete.
E' possibile sezionare la parete in tre settori. Questi settori sono divisi da due grandi spaccature. La Via Micheluzzi sale il settore centrale. L'attacco è posto a circa metà parete, poco a sinistra della verticale del Diedro Buhl. In corrispondenza dell'attacco vi è una scritta sbiadita "Micheluzzi" ed una freccia.

1° tiro:
salire per qualche metro e poi traversare a destra fino a raggiungere un chiodo. Rimontare la parete verticale fino a raggiungere una piccola e stretta cengia. Qui sulla sinistra vi è un piccolo terrazzino dove è situata la vecchia sosta (3 chiodi). E' consigliabile proseguire sulla cengia verso destra fino a raggiungere un terrazzino con la sosta (2 fittoni resinati).
35 Mt., IV, V-, 1 chiodo, 1 sosta intermedia (3 chiodi), 2 clessidre con cordone.

2° tiro:
salire la placca sovrastante aggirando a sinistra un piccolo strapiombo e ritornando a destra verso il diedro fessurato. Salirlo fin sotto al tetto dove si traversa a destra verso la sosta (2 fittoni resinati). 30 Mt., V+, V, 7 chiodi.

3° tiro:
salire la facile paretina sovrastante fino a raggiungere una comoda cengia. Qui traversare a sinistra in direzione di un breve ed evidente diedro. Al termine del diedro vi è la comoda sosta (2 fittoni resinati+1 spit). 30 Mt., III+, V, 4 chiodi.

4° tiro:
salire a destra della sosta raggiungendo il fittone resinato (VI o A0), uscire a destra e proseguire per terreno più semplice puntando ad un secondo diedro molto marcato situato un poco più a sinistra. La sosta (2 fittoni resinati) è al termine del diedro sulla sinistra.
40 Mt., VI, V, 2 chiodi, 1 fittone.

5° tiro:
seguire la facile rampa verso destra in direzione del grande pilastro giallo. Da questa sosta (3 fittoni resinati) parte la via Diedro Buhl.
15 Mt., III, II.


6° tiro:
da qui ha inizio la grande traversata di 90 metri con tratti di VI.
Dalla sosta traversare verso destra e, dopo i primi metri, abbassarsi leggermente. Aggirare lo spigolo e continuare il traverso ora in leggera ascesa sino alla sosta (2 fittoni resinati). 25 Mt., IV, V+, 4 chiodi.

7° tiro:
traversare per circa una quindicina di metri sino a raggiungere un chiodo con cordino azzurro. Scendere arrampicando per circa 5 metri. Spostarsi a destra raggiungendo così la sosta (2 fittoni resinati). 25 Mt., V+, 5 chiodi (di cui 2 vicini subito dopo la sosta).

8° tiro:
raggiungere il chiodo che si vede sulla destra con passo delicato per via della roccia un po' levigata. Abbassarsi leggermente raggiungendo una specie di cengetta. Più avanti si vede un cordino che penzola da almeno 5 metri più in alto. Inutile risalire la placca soprastante per raggiungerlo, si può tranquillamente continuare a traversare fino a raggiungere una sosta con cordone. Ignorarla e proseguire ancora in grande traversata fino a raggiungere un altro chiodo con fettuccia. Qui scendere per qualche metro e traversare sino a raggiungere un terzo chiodo con cordino. Abbassarsi ancora e poi spostarsi a destra fino a raggiungere la sosta (2 fittoni resinati).
45 Mt., V+, VI oppure A0, V, VI oppure A0, IV, 7 chiodi, 2 clessidre.

9° tiro:
salire le rocce giallastre raggiungendo una clessidra con cordino. Spostarsi un po' a destra e superare lo strapiombino. Poi per terreno più semplice raggiungere la sosta (2 clessidre+cordone) che è situata su di un pulpito. 30 Mt., V, III, 1 chiodo, 2 clessidre.

10° tiro:
superare il muretto (lisciato dalle ripetizioni) a sinistra della sosta. Ci si sposta un poco a destra per poi tornare a sinistra e superare un diedrino (delicato). Passando a sinistra di uno spigoletto si risale ad un pulpito (chiodo arancione) e si traversa a sinistra a prendere il diedro che conduce alla sosta (2 spit). Tiro lunghissimo, allungare bene le prime protezioni quando ci si sposta a destra. Possibilità di sostare dopo il primo diedrino su 2 chiodi. 60 Mt., V-, V, 6 chiodi (ce ne sono di più, ma alcuni sono accoppiati).

11° tiro:
obliquare a sinistra in direzione di una fascia strapiombante. Si transita sotto di essa tornando a destra e superando un diedrino/fessura leggermente strapiombante. Poi obliquare a destra su terreno più semplice sino al comodo terrazzino di sosta (2 chiodi+clessidra).
45 Mt., IV, V, IV+, 3 chiodi (2 dei quali vicini).

12° tiro:
obliquare verso destra e poi dritti sino alla cengia con l'ultima sosta (1 chiodo cementato+1 spit). 30 Mt., IV+, IV-, 1 chiodo.

Facendo molta attenzione a non smuovere sassi risalire verso destra sino a raggiunge il sentiero che attraversa la cengia dei camosci (qualche salto roccioso con semplici passaggi d'arrampicata). Consigliabile procedere con un ultima lunghezza di corda assicurandosi.

Discesa
Imboccare verso sinistra il sentiero che percorre la Cengia dei Camosci. Ad un certo punto si passa a carponi in un breve tunnel e poi si prosegue sulla cengia ancora molto esposta (cavi metallici di sicurezza). Ci sono due punti in cui è richiesta un'arrampicata in discesa (II) oppure, in alternativa, la calata in doppia (cordini e anelli in loco). Tra questi due tratti il sentiero di discesa dal Piz Ciavazes si unisce con quello di discesa dalla Prima e Seconda Torre del Sella. Giunti alla base della parete si segue il sentiero verso sinistra (viso a valle) per tornare al parcheggio. Andando invece a destra si arriva al Passo Sella.

Note

Molte delle vie presenti sulla parete terminano alla cengia dei camosci e, anche quelle che hanno un seguito sulla parte alta (come questa), sono solitamente percorse solo fino la cengia. Di conseguenza risulta difficile reperire informazioni per la seconda parte degli itinerari.

Commenti vari

Ettore Castiglioni in seguito all'apertura di questa via con Luigi Micheluzzi annotava sul suo diario: "Il Piz Ciavazes non è stato per niente mio: mi son semplicemente prestato ad accompagnare Micheluzzi in una salita cui lui teneva molto, ma io niente, e l'ho seguito non passivamente, ma senza metterci nulla di mio, quasi come un compito che mi era del tutto indifferente. Un sesto grado sprecato. E poi con Micheluzzi non potrei mai trovare quell'affiatamento della cordata, che è condizione essenziale per godere e vivere un'ascensione".

Altre ripetizioni
La via è stata ripetuta da Luca e Claudia con Ermanno, Paolo e Marco il 15 settembre 2012 durante un'uscita del corso roccia della Scuola Valle Seriana.
Pubblicazioni

Questa relazione è stata inserita nella guida ARRAMPICARE Dolomiti nord-occidentali vol.1 edita da ViviDolomiti.
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Luca all'inizio del traverso

Schiacciando un pisolino sul settimo tiro

   

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Bertoldo nel mezzo del traverso (settima sosta)

 E Luca alla fine del traverso (ottava sosta)

   

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Bertoldo alla fine del dodicesimo tiro

La parete sud del Piz Ciavazes con i tracciati delle vie. Da sx:
Italia '61, Rossi/Tomasi, Delle guide, Micheluzzi, Diedro Buhl, Schubert, Piccola Micheluzzi, Irma, Della Rampa
, Spigolo Abram.
Nella parte alta
2000 ani ladins