Descrizione generale
Dalla Guida "Val di Mello - 9000 metri sopra i prati" di Paolo Masa e Jacopo Merizzi:
"A sinistra del "Sarcofago", lambite dal torrente che scende dalla Val Qualido e sovrastate dallo "Scoglio delle Metamorfosi", si trovano "Le Dimore degli Dei", una struttura sconfinata il cui limite destro si potrebbe far coincidere con il Baratro: grandioso avancorpo che scende dalla Val di Zocca. La struttura è caratterizzata alla sua sinistra da un enorme arco di pietra, lungo qualche centinaio di metri, e da una vasta estensione di placche alla sua destra.
Gli Dei non potevano scegliere posto migliore per stabilirvi le loro dimore, riuscendo da queste a controllare i movimenti di tutti i mortali. Un tempo luogo di baccanali e di gran fermento, qui si decideva il destino degli uomini e degli animali, della terra e dell'universo intero; qui si svolgevano i sacri corteggiamenti, i regali banchetti, gli intrighi e le altissime vendette. Ora la presenza degli Dei si è fatta più discreta, tant'è che ad un visitatore poco sensibile potrebbe perfino sfuggire la loro trasparente presenza.
Un contatto con le Divinità lo stabilirono senza dubbio Ivan Guerini e Mario Villa che, in un ormai storico week-end di aprile del 1976, tracciarono il primo itinerario della struttura, denominato "Il Risveglio di Kundalini", dedicato al Dio orientale della vitalità onirica."
Attacco, descrizione della via
Raggiungere la frazione San Martino nel comune di Val Masino (SO). Superato il parcheggio all'inizio del paese (presente parchimetro per il ticket obbligatorio per posteggiare in Val di Mello) svoltare a sinistra in direzione dei bagni di Masino. Al secondo tornante proseguire verso destra (indicazioni per la Val di Mello) e percorre la stretta strada per circa 2 km sino ad un piazzale sterrato oltre il quale è impossibile proseguire in macchina
(attenzione, da quando la valle è stata dichiarata riserva
naturale è necessario munirsi del ticket per il posteggio € 5,00
- 80 posti auto al giorno. Dal 2014 divieto assoluto nei fine settimana, informarsi poichè queste norme sono soggette a variazioni).
Qui imboccare il sentiero che attraversa tutta la Val di Mello.
Superare la contrada "Cà di Carna" ed il "Bidè della Contessa"
(una grossa e profonda pozza d'acqua posta in corrispondenza di un grande masso). Prima di giungere alla contrada "Cascina Piana", dove c'è anche il
rifugio Luna Nascente, il sentiero supera con un ponticello un piccolo
corso d'acqua. Immediatamente dopo sulla sinistra (cartello che
vieta di calpestare i prati) una piccola traccia attraversa il
pascolo e sale in direzione delle sovrastanti placche.
Seguire dunque la traccia fino un bivio (ometto) e prendere la diramazione a destra che in breve conduce nei pressi dell'attacco (fermarsi in corrispondenza del punto in cui la traccia inizia a perdere leggermente quota).
Ci sono due possibilità d'attacco che si raccordano dopo i primi metri:
A- originale: salire per roccette ed erba spostandosi leggermene a sinistra fino a raggiungere un comodo terrazzino erboso a destra del quale parte il lungo traverso sotto al tetto che caratterizza la prima lunghezza.
B- variante: salire per facili roccette spostandosi leggermente a destra
e raggiungendo un comodo
ripiano con pianta per attrezzare la sosta. Osservando sotto al
sovrastante tetto si possono notare dei cordini.
1° tiro:
(attacco B- variante). Salire dritti puntando alla fessurina verticale che permette di giungere sotto il tetto (un po' più facile se si segue la fessura/diedro sulla sinistra - attenzione a non smuovere la grande lama appoggiata). Raggiunta la fessura orizzontale a ridosso del tetto (percorrendo l'attacco A- originale
- si arriva in questo punto da sinistra) si traversa verso destra sino a raggiungere una fessura verticale
che porta alla sosta (3 chiodi+cordini) situata sotto al tetto che porta il nome di "Ala di
pipistrello".
40 Mt., V+, V, IV, 1 clessidra con cordini.
2° tiro:
spostarsi a sinistra e traversare sotto "l'Ala di pipistrello" sino al suo termine.
Continuare a traversare verso sinistra seguendo la fessura, in
leggera ascesa, sino a raggiungere un pulpito con pianticella
(precaria) dove si sosta (da attrezzare).
40 Mt., VII- oppure IV+
e A0, V-, IV, 4 chiodi, 1 clessidra con cordone.
3° tiro:
probabilmente il tiro più bello della via. Salire la fessura denominata "La serpe fuggente"
completamente da proteggere con friend medi (1-2 Camalot) sino a raggiungere la sosta (presenza di 2 soste formate da 2 chiodi+cordini ciascuna poco distanti tra loro).
40 Mt., V+, IV, V, 3 friend incastrati.
4° tiro:
portarsi verso l'evidente camino a sinistra denominato "Angolo amaranto". Piazzare subito
un friend grosso (almeno 3 Camalot) nel fondo, poi iniziare a
salire, stando però all'esterno, con dei passi in placca ed altri
in spaccata. Impossibile proteggere per i successivi 6/7 Mt.
Raggiunta la pianta soprastante spostarsi a destra con un passo in placca e poi proseguire per terreno semplice sino ad un albero con dei cordini nei pressi dell'arco.
50 Mt., VI-, V, III.
5° tiro:
Guerini e
Villa durante l'apertura obliquarono verso destra in direzione delle piante che formano il "Bosco dei Folletti" e li bivaccarono: "Volevo godermela il più a lungo possibile" dirà Guerini
qualche anno dopo, sintetizzando con la solita efficacia la sua
nuova filosofia.
Oggi la maggior parte delle cordate segue l'arco per circa
40 metri e poi traversano a destra lungo placche.
Dalla sosta ci si sposta un poco a destra e si risale il diedro
che porta all'arco (sosta intermedia - 2 chiodi+fettuccia). Seguire ora la fessura dell'arco (VI+, 4 chiodi - di cui 2 vicini) fino ad un comodo terrazzino dove si sosta (3 chiodi).
Noi non abbiamo seguito il diedro, perché occupato da altra
cordata lenta, ma bensì la lama un po' erbosa più a destra,
raggiungendo comunque la stessa sosta.
40 Mt., III+, IV+, V.
6° tiro:
salire lungo l'arco sfruttando l'evidente fessura sino a raggiungere un chiodo con cordino. Qui
abbandonare l'arco ed iniziare a traversare verso destra
abbassandosi leggermente fino a raggiungere una fessura
superficiale con un po' d'erba ed un piccolo ginepro. Si sosta (2 chiodi
che si sfilano con le mani) appena oltre il ginepro. 45 Mt., V, IV, 2 chiodi
(di cui 1 con cordino).
E' possibile proseguire lungo l'arco fino a dei cordini con
maglia rapida da cui ci si cala circa 8 Mt. e ci si sposta un
poco a destra raggiungendo la sosta sopracitata.
7° tiro:
continuare la
traversata verso destra sino al termine delle placche ove si risale qualche metro
per terreno semplice sino a raggiungere un terrazzino dove si sosta
(pianta). 45 Mt., III, IV, 3 chiodi.
8° tiro:
salire la placca piegando verso destra sino ad un muretto verticale, superarlo sfruttando uno spuntone orizzontale. Traversare poi verso destra sino a degli alberi dove si sosta. 40 Mt., V-, IV-,
3 chiodi.
9° tiro:
altro tiro della via indubbiamente molto bello. Salire la placca puntando allo spigolo, aggirarlo a destra e seguire la fessura
(massima esposizione) sino ad un muretto che si supera con un
passo decisamente verticale (possibile aggirarlo sulla destra). Spostarsi a sinistra e salire la
placca appoggiata fino a raggiungere la sosta (4 chiodi).
35 Mt., V+, VI+ oppure VI e A0 ,
6/7 chiodi (2 dei quali con altro chiodo a lato per eventuale
sosta intermedia).
10° tiro:
traversare verso destra, prima su placca e poi seguendo una fessura; girare lo spigolo e salire sino al "Bosco Incantato" dove si sosta (pianta).
35 Mt., IV+, V, IV, 3 chiodi.
Discesa
Dal termine della via spostarsi a sinistra su placca appoggiata sino ad incrociare il sentiero che discende dallo "Scoglio della Metamorfosi" e dalla sovrastante Val Qualido e che conduce nuovamente al sentiero n. 20 e poi al parcheggio. |