Descrizione generale
Aperta da Jacopo Merizzi e Paolo Masa nel 1979, oggi è una
delle vie più belle della Val di Mello. Itinerario completo con
fessure, diedri, camini e lisce placche. Il traverso della
settima lunghezza è diventato leggendario per via della sua
totale improteggibilità per circa 25 metri (anche se è solo
V+)! Proprio a causa di questo traverso ed altri passaggi di VI+
obbligato rendono la via sicuramente più selettiva e meno
ripetuta della vicina
Luna Nascente.
Attacco, descrizione della via
Raggiungere la frazione San Martino nel comune di Val Masino (SO). Superato il parcheggio all'inizio del paese (presente parchimetro per il ticket obbligatorio per posteggiare in Val di Mello) svoltare a sinistra in direzione dei bagni di Masino. Al secondo tornante proseguire verso destra (indicazioni per la Val di Mello) e percorre la stretta strada per circa 2 km sino ad un piazzale sterrato oltre il quale è impossibile proseguire in macchina
(attenzione, da quando la valle è stata dichiarata riserva
naturale è necessario munirsi del ticket per il posteggio € 5,00
- 80 posti auto al giorno. Dal 2014 divieto assoluto nei fine settimana, informarsi
poiché queste norme sono soggette a variazioni).
Qui imboccare il sentiero che attraversa tutta la Val di Mello.
Superare la contrada "Cà di Carna" ed in corrispondenza del "Bidè della Contessa"
(una grossa e profonda pozza d'acqua posta in corrispondenza di un grande masso) prendere un sentiero sulla sinistra che conduce dapprima alla struttura "Sarcofago" e successivamente alla cascata delle Sponde del Qualido. Dopo aver attraversato il corso d'acqua il sentiero s'appresta a salire sino a raggiungere il grande bosco situato alla sommità della struttura denominata "Dimore degli Dei". Il sentierino si snoda ora lungo il bosco e conduce alla base dello "Scoglio della Metamorfosi".
Costeggiare la parete verso destra (viso a monte) sino a raggiungere un canale. Qui si noterà una grotta; l'attacco è alla sua destra in corrispondenza di una pianta.
Costeggiando la parete verso sinistra si va all'attacco de Gli Oracoli di Ulisse.
1° tiro:
salire appena a destra della grotta puntando ad un piccola fessura obliqua dov'è presente un vecchio chiodo e poco più sopra un nut incastrato. Dopo aver vinto l'ostico passaggio
innalzarsi alcuni metri lungo un facile camino e poi uscire a destra raggiungendo la sosta (spuntone con numerosi cordini ed anello di calata).
20 Mt., V, VII oppure VI e A0, V, 1 chiodo, 1 nut incastrato.
2° tiro:
dalla sosta portarsi nello stretto diedro-camino a sinistra formato da una grossa lama denominata "La Porta del Cielo".
Ci si alza pochi metri, poi, con larga spaccata, si prende lo
spigolo sinistro. Si prosegue nel camino fino alla sosta (2 chiodi+cordini+maglia
rapida),
situata nel punto in cui la lama diventa più esile ed
evidentemente staccata dalla parete.
40 Mt., V, VI+, V+, IV+,
2 chiodi (1 con fettuccia).
3° tiro:
salire l'esile lama incastrandosi nel camino oppure
prendendola in dülfer dopo i primi 2 metri. Poi effettuare un
estetico traverso verso sinistra stando in piedi sul bordo della
lama sino alla sosta
(2 chiodi+cordino+maglia
rapida).
20 Mt., V+, 2 chiodi (1 esterno ed 1 interno nel camino, ma se ne usa solo uno perché sono posti alla stessa altezza).
4° tiro:
si supera un ostico passaggio in placca a sinistra della
sosta, pi per muretto verticale fino a superare uno strapiombino.
Ora per placca e poi gradoni erbosi in obliquo verso destra sino
alla pianta con cordini (possibile sosta scomoda) dalla quale ci si abbassa un
paio di metri verso destra ad un pulpitino dove si attrezza la sosta
rinforzando un chiodo presente. 40 Mt., VI+,
V, III, 3 chiodi.
5° tiro:
portarsi sotto al tetto e
traversare verso destra; al suo temine si
segue il diedrino fino alla sosta (2
chiodi+1 fix).
30 Mt., V+, IV+, 2 chiodi.
6° tiro:
l'originale sale sulla placca appoggiata a sinistra della
sosta (sopra la sosta invece sono comparsi due fix; difficile forse
6c). Si raggiunge la fessura orizzontale che
si segue verso destra. Superato lo spigolino
si segue sempre la fessura, ora verticale, sino alla sosta (2
chiodi). 45 Mt., VI+, VI-, VI+,
2 fix, 3 chiodi, 1 dado incastrato
(con cordino).
7° tiro:
alzarsi pochi metri sino ai 2 chiodi collegati da cordini e
con moschettone. Poi iniziare il mitico traverso verso destra
seguendo una vena di quarzo, inizialmente in discesa. Raggiunta
la fessura dove corre Luna Nascente alzarsi pochi metri sino
alla sosta (2 chiodi). E' possibile salire ancora alcuni metri
sino ad un pulpitino ed attrezzare una sosta a friend. In questo
modo si può ridurre il rischio pendolo per i secondi (ovviamente
non bisogna mettere protezioni nella fessura di Luna, altrimenti
questa manovra è inutile). Attenzione: sul traverso è
impossibile proteggersi. 30 Mt., V-, V+, 2 chiodi (uniti da cordini+moschettone).
8° tiro:
seguire la fessura (che verso la fine diviene molto piccola ed
obliqua a destra) sino a raggiungere la sosta (3 chiodi). 50 Mt., IV+, V.
9° tiro:
da qui sono possibili 4 diverse uscite (vedi "note" a fine relazione). La più comune è la seguente:
seguire verso sinistra la vena bianca di quarzo fino ad incontrare una fessura leggermente obliqua verso destra. La si risale fino a quando prosegue orizzontale verso destra formando un tetto. Qui si sosta (2 chiodi). 45 Mt., III+, IV+, V, 1 chiodo.
10° tiro:
spostarsi sulla placca a sinistra e salire in verticale sino ad incontrare terreno più semplice.
Obliquare poi a sinistra raggiungendo le piante sommitali dove si attrezza una sosta. 45 Mt., IV+, IV, III, II.
Discesa
Seguire la traccia di sentiero che sale lungo il bosco sino a raggiungere un terreno adagiato (attenzione a non uscire dalla traccia principale!) quindi imboccare il canale di discesa che è segnalato con dei grossi massi. Scendere facendo attenzione ai diversi passi esposti
ma mai difficili (alcuni anche su roccia) sino a pervenire all'attacco della via e da qui al parcheggio mediante il sentiero percorso durante l'avvicinamento.
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Le altre possibili uscite sono, da S7:
A- seguire verso sinistra la vena bianca attraversando tutta la parete fino a quando è possibile alzarsi sfruttando delle elementari placchette. 100 Mt. circa, III, IV-, III, 1 chiodo;
B- seguire verso sinistra la vena bianca per pochissimi metri per poi salire la placca soprastante stando nel centro della colata nera (chiodo
insicuro non visibile dal basso). Continuare a salire per placche, aggirando il tettino ad arco sulla destra (sosta), fino alla sommità della struttura. 80 Mt. circa, V°+, 1 chiodo, 1 sosta;
C- dritti e poi leggero obliquo a destra per placche un po' lichenose e fessurine erbose. 50 Mt., V+.
E' possibile combinare Polimagò con la
salita di un'altra via sul sottostante settore le "Dimore degli
Dei", come ad esempio Il Risveglio di Kundalini. |