Descrizione generale
Aperta da Francesco Boffini, Antonio Boscacci e Jacopo Merizzi il 13 luglio 1978 è stata la prima via ad essere tracciata sullo "Scoglio della metamorfosi". Durante l'apertura venne fatto largo uso di chiodi normali ed anche di alcuni chiodi a pressione tuttora visibili ed indispensabili per la salita dell'itinerario. I tratti in libera di VII sono tutti in fessura e facilmente azzerabili su friend.
Arrampicata mista tra libera e artificiale, molto bella, ma purtroppo un po' oscurata dall'eccezionale bellezza delle vicine vie Luna Nascente e Polimagò.
Attacco, descrizione della via
Raggiungere la frazione San Martino nel comune di Val Masino (SO). Superato il parcheggio all'inizio del paese (presente parchimetro per il ticket obbligatorio per posteggiare in Val di Mello) svoltare a sinistra in direzione dei bagni di Masino. Al secondo tornante proseguire verso destra (indicazioni per la Val di Mello) e percorre la stretta strada per circa 2 km sino ad un piazzale sterrato oltre il quale è impossibile proseguire in macchina
(attenzione, da quando la valle è stata dichiarata riserva
naturale è necessario munirsi del ticket per il posteggio € 5,00
- 80 posti auto al giorno. Dal 2014 divieto assoluto nei fine settimana, informarsi
poiché queste norme sono soggette a variazioni).
Qui imboccare il sentiero che attraversa tutta la Val di Mello.
Superare la contrada "Cà di Carna" ed in corrispondenza del "Bidè della Contessa"
(una grossa e profonda pozza d'acqua posta in corrispondenza di un grande masso) prendere un sentiero sulla sinistra che conduce dapprima alla struttura "Sarcofago" e successivamente alla cascata delle Sponde del Qualido. Dopo aver attraversato il corso d'acqua il sentiero s'appresta a salire sino a raggiungere il grande bosco situato alla sommità della struttura denominata "Dimore degli Dei". Il sentierino si snoda ora lungo il bosco e conduce alla base dello "Scoglio della Metamorfosi".
Costeggiare la parete verso sinistra fino a giungere alla base dell'evidente camino (che sopra diventa larga fessura strapiombante) formata dal bordo sinistro della grossa lama denominata "La Porta del cielo". Appena a destra del camino c'è un grosso faggio quasi schiacciato contro la roccia.
Costeggiando la parete verso destra si va all'attacco di Luna Nascente e Polimagò.
1° tiro:
salire il facile camino spesso bagnato. Quando diventa profondo uscire a destra sulla placchetta, alzarsi un poco e portarsi a destra verso lo spigolo dove si sosta (4 chiodi+cordone). 25 Mt., III, V-, III.
2° tiro:
alzarsi circa 4 metri sul margine destro dello spigolo. Traversare a destra inizialmente in orizzontale e poi abbassandosi leggermente fino un ripiano. Ci si rialza un paio di metri e si inizia un lungo traverso ascendente verso destra caratterizzato da un tettino con fessura rovescia. Al termine del traverso ci si alza leggermente e si sosta (1 chiodo+spuntone) alla base di un diedro fessurato. Guardando a destra è possibile vedere una sosta a
fix con anello utilizzabile per le calate in corda doppia. 35 Mt., VI+ oppure A1, V+, IV+,
5 chiodi.
3° tiro:
seguire il diedro fessurato, inizialmente molto verticale e poi più inclinato, fino al suo termine in corrispondenza del largo piano inclinato che caratterizza la sommità della "Pota del cielo". Sosta da attrezzare su friend alla base della placca con i chiodi a pressione.
Conviene aggirare sulla sinistra la zona vegetata presente a metà lunghezza.
30 Mt., VI, V+.
4° tiro:
con l'ausilio dei chiodi a pressione si raggiunge il primo tettino da quale si esce verso sinistra (passo in libera con grossa presa tra il primo ed il secondo chiodo a pressione). Con un paio di passi delicati (ma non difficili) in libera si raggiunge il bordo del secondo tetto decisamente più grande del primo. Qui una serie di chiodi (alcuni non molto rassicuranti) permette una progressione in artificiale fino al bordo sinistro del tetto. Alzarsi un paio di metri seguendo la fessura e sostare (2 chiodi+cordone facilmente integrabili con un friend n.2).
35 Mt., A2, VI,
A2, 9 chiodi a pressione, 10 chiodi, 1 friend incastrato.
5° tiro:
seguire il diedro fessurato fino una vena di quarzo bianca. Traversare a sinistra un paio di metri e salire per belle lame al soprastante terrazzino con pianta dove si trova la sosta (2 chiodi).
30 Mt., VII- oppure VI e A1, V.
6° tiro:
ancora per diedro fessurato con le pareti molto lisce fino alla lama (purtroppo un po' erbosa) che permette di traversare verso destra raggiungendo un diedro sovente bagnato. Lo si risale e poi per rampetta un po' erbosa si raggiunge la base dell'ultimo salto di roccia dove si sosta (1 chiodo+spuntone). Più a sinistra si vedono 2 chiodi ma non conviene andare lì a sostare.
40 Mt., VII oppure V+ e A1,
12 chiodi.
7° tiro:
uscire a destra trovandosi così alla base di una fessura strapiombante. La si risale fino al suo termine e poi si continua per placchetta appoggiata o balze erbose puntando al piccolo boschetto soprastante dove si sosta (pianta con cordone+maglia rapida).
40 Mt., V, VII+ oppure A1, III, 1 chiodo, 1 dado incastrato, 1 sosta intermedia (2 chiodi).
8° tiro:
spostarsi a sinistra del boschetto e risalire le placche appoggiate sfruttando i punti più deboli. A noi sono sembrate più semplici verso sinistra. L'ultima sosta è su un grosso abete (cordoni+maglie rapide) sulla verticale del boschetto della S7. 75 Mt., III+.
Discesa
-Sicuramente la discesa più rapida è sfruttando le verticali, e ottime, calate in corda doppia della via "Last line":
1a. calata: 60 Mt., fino al boschetto di S7;
2a. calata: 55 Mt. in verticale fin sotto un caratteristico arco fessurato;
3a. calata: 55 Mt. fino alla sosta poco più a destra della S2 di Oracoli di Ulisse;
4a. calata:
40 Mt. fino a terra un poco più a destra rispetto all'attacco della via.
Da qui al parcheggio mediante il sentiero percorso durante l'avvicinamento.
-In alternativa è possibile seguire in sentiero che scende sulla sinistra orografica della struttura. Dall'ultima sosta alzarsi obliquando leggermente a destra fino ad individuare una traccia di sentiero che sale lungo il bosco sino a raggiungere un terreno adagiato (attenzione a non uscire dalla traccia principale!). Ora imboccare il canale di discesa che è segnalato con dei grossi massi. Scendere facendo attenzione ai diversi passi esposti
ma mai difficili (alcuni anche su roccia) sino a giungere al bosco alla base della parete (accanto agli attacchi di Luna Nascente e Polimagò). Da qui al parcheggio mediante il sentiero percorso durante l'avvicinamento.
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