Descrizione generale
Dalla Guida "Val di Mello - 9000 metri sopra i prati" di Paolo Masa e Jacopo Merizzi:
Mentre l'Italia Alpinistica se ne stava assopita nel triste sonno dell'Alpinismo Eroico, fatto di ideali alla zuava, calzettoni dalle tinte violente, grovigli di chiodi e di staffe, ed odore di grasso disperso sulle violatissime vette, Ivan Guerini e Mario Villa salirono "Il Risveglio di Kundalini". La linea di salita, che si adatta alle sorprendenti e diverse conformazioni della roccia, fu un autentico capolavoro, realizzato e vissuto al di sopra delle avvilenti nevrosi aggressive. La via fu salita in due giorni, con un bivacco nel Bosco dei Folletti: "Volevo godermela il più a lungo possibile" dirà Ivan qualche anno dopo, sintetizzando con la solita efficacia la sua nuova filosofia.
Ora "Kundalini" è diventata una classica della valle ed è certo che le sue attuali ripetizioni lampo, hanno poco contribuito allo sviluppo delle nuove idee; ultimamente va di moda abbinarla a "Luna Nascente", così è nata "KundaLuna".
Attacco, descrizione della via
Raggiungere la frazione San Martino nel comune di Val Masino (SO). Superato il parcheggio all'inizio del paese (presente parchimetro per il ticket obbligatorio per posteggiare in Val di Mello) svoltare a sinistra in direzione dei bagni di Masino. Al secondo tornante proseguire verso destra (indicazioni per la Val di Mello) e percorre la stretta strada per circa 2 km sino ad un piazzale sterrato oltre il quale è impossibile proseguire in macchina
(attenzione, da quando la valle è stata dichiarata riserva
naturale è necessario munirsi del ticket per il posteggio € 5,00
- 80 posti auto al giorno. Dal 2014 divieto assoluto nei fine settimana, informarsi
poiché queste norme sono soggette a variazioni).
Qui imboccare il sentiero che attraversa tutta la Val di Mello.
Superare la contrada "Cà di Carna" ed il "Bidè della Contessa" (una grossa e profonda pozza d'acqua posta in corrispondenza di un grande masso). Prima di giungere alla contrada "Cascina Piana" dove c'è anche il
rifugio Luna Nascente il sentiero supera con un ponte un piccolo
corso d'acqua. Immediatamente dopo, sulla sinistra (cartello che
vieta di calpestare i prati), una piccola traccia attraversa il
pascolo e sale in direzione delle sovrastanti placche.
Seguire dunque la traccia fino quando piega decisamente a
destra giungendo al settore "Le Dimore degli Dei" (qualche ometto lungo il tracciato).
Prima che il sentiero perda leggermente quota è possibile salire
a sinistra alcuni metri tra rocce ed erba raggiungendo un comodo
ripiano con pianta per attrezzare la sosta. Osservando sotto al
sovrastante tetto si possono notare dei cordini.
1° tiro - "Via Il Risveglio di Kundalini":
salire la fessura-diedro di sinistra sino al suo termine facendo attenzione a non smuovere la grande lama appoggiata. Raggiunta la fessura orizzontale traversare verso destra, superare un alberello e continuare sino a raggiungere una fessura verticale
che si segue alcuni metri fino alla sosta (3 chiodi+cordini), situata sotto il tetto che porta il nome di "Ala di pipistrello".
40 Mt., V+, V, IV, 1 clessidra con cordini.
2° tiro:
spostarsi a sinistra e traversare sotto il tetto sino al suo termine.
Continuare a traversare verso sinistra seguendo la fessura, in
leggera ascesa, sino a raggiungere un pulpito con pianticella
(precaria) dove si sosta (da attrezzare).
40 Mt., VII- oppure IV+
e A0, V-, IV, 4 chiodi, 1 clessidra con cordone.
3° tiro:
probabilmente il tiro più bello della via. Salire la fessura denominata "La serpe fuggente"
completamente da proteggere con friend medi (1-2 Camalot) sino a raggiungere la sosta (presenza
di 2 soste poco distanti tra loro).
40 Mt., V+, IV, V, 4 friend incastrati.
4° tiro:
portarsi verso l'evidente camino di sinistra. Piazzare subito
un friend grosso (3 Camalot) nel fondo, poi iniziare a
salire stando però all'esterno, con dei passi in placca ed altri
in spaccata. Impossibile proteggere per i successivi 7/8 Mt.
Raggiungere la pianta soprastante, proseguire con un passo in placca e poi per terreno semplice sino ad un albero con dei cordini proprio sotto l'inizio dell'arco.
50 Mt., VI-, V, III.
5° tiro:
Guerini e
Villa durante l'apertura obliquarono verso destra in direzione delle piante che formano il "Bosco dei Folletti" e li bivaccarono: "Volevo godermela il più a lungo possibile" dirà Guerini
qualche anno dopo, sintetizzando con la solita efficacia la sua
nuova filosofia.
Oggi la maggior parte delle cordate segue l'arco per circa
40 metri e poi traversano a destra lungo placche.
Dalla sosta ci si sposta un poco a destra e si risale il diedro
che porta all'arco (sosta intermedia - 2 chiodi+fettuccia).
Seguire ora la fessura dell'arco fino ad un comodo terrazzino
dove si sosta (3 chiodi).
40 Mt., VI+, 4 chiodi (di cui 2 vicini), 1 sosta intermedia (2 chiodi+fettuccia)
6° tiro:
salire lungo l'arco sfruttando l'evidente fessura sino a raggiungere un chiodo con cordino. Qui
abbandonare l'arco ed iniziare a traversare verso destra
abbassandosi leggermente fino a raggiungere una fessura
superficiale con un po' d'erba ed un piccolo ginepro. Si sosta (2 chiodi
che si sfilano con le mani) appena oltre il ginepro. 45 Mt., V, IV, 2 chiodi
(di cui 1 con cordino).
E' possibile proseguire lungo l'arco fino a dei cordini con
maglia rapida da cui ci si cala circa 8 Mt. e ci si sposta un
poco a destra raggiungendo la sosta sopracitata.
7° tiro:
continuare la
traversata verso destra sino al termine delle placche ove si risale qualche metro
per terreno semplice sino a raggiungere un terrazzino dove si sosta
(pianta). 45 Mt., III, IV, 3 chiodi.
8° tiro:
salire la placca piegando verso destra sino ad un muretto verticale, superarlo sfruttando uno spuntone orizzontale. Traversare poi verso destra sino a degli alberi dove si sosta. 40 Mt., V-, IV-,
3 chiodi.
9° tiro:
altro tiro della via indubbiamente molto bello. Salire la placca puntando allo spigolo, girarlo e seguire la fessura
(massima esposizione) sino ad un diedro che si supera con un
passo decisamente verticale. Spostarsi a sinistra e salire la
placca appoggiata fino a raggiungere la sosta (4 chiodi). 35 Mt., V+, VI,
6/7 chiodi (2 dei quali con altro chiodo a lato per eventuale
sosta intermedia).
10° tiro:
traversare verso destra, prima su placca e poi seguendo una fessura; girare lo spigolo e salire sino al "Bosco Incantato" dove si sosta (pianta).
35 Mt., IV+, V, IV, 3 chiodi.
Dal termine della via seguire le tracce a sinistra sino ad incrociare il sentiero che sale in direzione dello "Scoglio della Metamorfosi" e della sovrastante Val Qualido. Il sentierino si snoda lungo il bosco e conduce alla base della parete. Costeggiarla verso destra (viso a monte) sino a raggiungere un canale. Qui si noterà una grotta; l'attacco
di "Luna" è alla sua destra in corrispondenza di una pianta.
11° tiro - "Via Luna Nascente":
salire appena a destra della grotta puntando ad un piccola fessura obliqua dov'è presente un vecchio chiodo e poco più sopra
due nuts incastrati. Dopo aver vinto l'ostico passaggio innalzarsi alcuni metri lungo un facile camino sino a raggiungere la sosta che si effettua su spuntone (numerosi cordini con anello di calata). 20 Mt., V, VII o VI e A1, V, 1 chiodo, 2 nut incastrati.
12° tiro:
dalla sosta portarsi nello stretto camino a sinistra formato da una grossa lama denominata "La Porta del Cielo". Non salire in verticale perché si tratta della prima lunghezza di "Polimagò", ma obliquare a destra fino a raggiungere un tetto sotto il quale scorre una netta fessura. Con l'aiuto di quest'ultima traversare a destra fino al termine del tetto, indi proseguire in verticale per pochissimi metri raggiungendo così la sosta (chiodi+dado con cordino). 20 Mt., V+, VII- o VI e A0, V+, 5 chiodi.
13° tiro:
salire in verticale lungo la fessura sino al suo termine, indi traversare verso destra sino alla sosta (2 chiodi con cordino) che è posta su di un terrazzino in corrispondenza dello spigolo della parete. 40 Mt., V+, IV+, 1 chiodo, 1 dado incastrato.
14° tiro:
puntare a degli evidenti cordini posizionati qualche metro sopra la sosta, indi seguendo la fessura obliquare verso destra per poi riprendere a salire fino alla sosta (2 chiodi con cordini). 40 Mt., V+, VI, cordini su spuntone, 1 clessidra, 2 chiodi.
15° tiro:
ancora lungo la fessura per qualche metro, poi si traversa a destra passando sotto uno strapiombo ed infine si riprende a salire in verticale sino alla sosta (3 chiodi con cordini). 35 Mt., V+, VI-, 1 chiodo, 1 friend incastrato.
16° tiro:
seguire la fessura sino a quando è possibile traversare a sinistra (puntare ai cordini a sinistra e non a quelli più alti). Scendere per qualche metro grazie ad una lama, aggirarla e risalire l'ampia fessura sino alla sosta (2 chiodi). Quest'ultimo tratto (25 Mt. circa) è proteggibile solo con friend grossi (4 o 5 Camalot). Poco prima della sosta esce il famoso traverso di "Polimagò".
45 Mt., VI, V+, V, 2 chiodi vicinissimi, 1 sosta intermedia con cordini.
17° tiro:
seguire la fessura (che ad un certo punto diviene molto piccola) sino a raggiungere la sosta (3 chiodi) in corrispondenza di un alberello rinsecchito (dal 2009 questo alberello non c'è più!). 50 Mt., IV+, V.
18° tiro:
da qui sono possibili 4 diverse uscite (vedi "note" a fine relazione). La più comune è la seguente:
seguire verso sinistra la vena bianca di quarzo fino ad incontrare una fessura leggermente obliqua verso destra. La si risale fin sotto il tettino dove si sosta (2 chiodi). 50 Mt., III+, IV+, V, 1 chiodo.
19° tiro:
spostarsi sulla placca a sinistra e salire in verticale sino ad incontrare terreno più semplice.
Obliquare poi a sinistra raggiungendo le piante sommitali dove si attrezza una sosta. 45 Mt., IV+, IV, III, II.
Discesa
Dal termine della via seguire le tracce a sinistra sino ad incrociare il sentiero che discende dallo "Scoglio della Metamorfosi" e dalla sovrastante Val Qualido e che conduce nuovamente al sentiero 20 e quindi al parcheggio. |