Descrizione
generale
La via segue quasi interamente l'evidente diedro che si
forma tra la parete ovest del Campanile e lo spallone. Le difficoltà
sono
molto continue sul IV° superiore.
Nella seconda metà della via è possibile arrampicare sulla parete
meno umida a destra del diedro piuttosto che nel fondo dello stesso.
Tutte le soste sono attrezzate con 2 o più chiodi. Si trovano chiodi
lungo la via ed i passaggi più delicati sono discretamente protetti
(a volte protezioni distanti); è comunque possibile (e
consigliabile) integrare con friend, dadi e alcune clessidre.
Attacco, descrizione della via
Da Madonna di Campiglio (TN) seguire le indicazioni per Vallesinella
dove vi è anche l'omonimo rifugio (1513 Mt.). Qui parcheggiare
(3 euro). Imboccare il sentiero n. 317 che in circa 40 minuti
conduce al rifugio Casinei (1850 Mt.). Dal rifugio prendere il
sentiero n. 318 che dopo aver guadagnato repentinamente quota si porta nella Val Brenta e sale più dolcemente
verso il rifugio Brentei (2175 Mt.) dal quale si
seguono le indicazioni per la Bocca di Brenta. Oltrepassare la
successiva cappella commemorativa e proseguire fino ai piedi del
Campanile
Basso dove, sulla sinistra, in corrispondenza di un canalone ghiaioso si stacca
una piccola e poco marcata traccia che sale fino
all'inizio dell'evidente diedro. Sulla sinistra del diedro vi è
una specie di pilastro che sale obliquo da sinistra a destra. Alla
sua base ci sono due cengette parallele una sopra l'altra. L'attacco è situato
su quella più bassa, in
corrispondenza di un terrazzino sulla cengia. Leggermente più in
basso e più a sinistra attacca lo Spallone Graffer.
1° tiro:
salire la rampa (III+) che pian piano diviene più
verticale fino ad un piccolo ripiano situato sulla destra. Qui
vi è un chiodo con anello. Con
un passo molto esposto (IV-) rimontare la parete fino a
raggiungere un terrazzino dove vi è la sosta (2 chiodi collegati da numerosi cordini con anello di calata). 55 Mt., III+, IV-, 1 chiodo.
2° tiro:
a sinistra della sosta vi sono due brevi camini. Salire quello
più a sinistra (IV-) per poi sbucare su di un ripiano.
Rimontare la parete e portarsi nel diedro (chiodo). Proseguire
nel diedro fino a raggiungere rocce più semplici che portano ad un
soprastante terrazzo dove si trova la sosta. 50 Mt., IV-, IV+,
III, 1 chiodo.
3° tiro:
dalla terrazza detritica si vedono due diedri affiancati (quello
di sinistra giallo). Spostarsi a destra e superare uno spigoletto
per raggiungere il diedro più a destra. Qui è possibile scegliere
se salire nel diedro oppure, come
abbiamo fatto noi, sfruttare la bella placca gradonata di destra (III)
e spostati successivamente nel diedro (IV) per raggiungere una grande terrazza
detritica.
Sulla sinistra vi è un piccolo ripiano dove è situata
la sosta. Poco più a sinistra in corrispondenza di una
serie di tetti sale la via Maestri.
40 Mt, III, 1 passo di
IV, 3 chiodi (nel diedro).
4° tiro:
percorrere verso destra la terrazza detritica in direzione di
tre camini paralleli. Salire il primo camino (quello più a sinistra). Anche se al primo impatto sembra inaccessibile
ci sono degli ottimi appigli 'a lama' che consentono di vincerlo e raggiungere
la sosta situata a destra del grande diedro che sale verticalmente.
40 Mt., I, IV+.
5° tiro:
spostarsi a sinistra della sosta e dopo essere saliti sulle facili
rocce (III+) innalzarsi in arrampicata molto delicata e
verticale lungo
il diedro (IV+, 2 chiodi) fino a raggiungere una piccola
torretta. E' possibile affrontarla verticalmente (V-, 1 chiodo
inutilizzabile) oppure aggirarla a destra e
riportarsi sopra di essa dove si sosta (3 chiodi). 40 Mt., III,
IV+, V-, 2 chiodi.
6° tiro:
proseguire lungo il diedro fino al suo termine (20 Mt., V- poi
IV+, 2 clessidre, 1 chiodo). Qui è possibile scegliere se effettuare
la sosta (2 chiodi) o proseguire su placca (III+)
fino ad una piccola conca gialla (sotto ad un tetto) dove è situata la sosta
successiva.
55 Mt., V-, IV+, III+, 4 chiodi.
7° tiro:
traversare a destra oltrepassando, con un passo semplice ma
delicato, lo spigolo (III, 1 chiodo poco oltre) per poi salire
la roccia gradonata fino poco sotto un diedro di roccia arancione
in corrispondenza di un terrazzino dove si sosta (2 chiodi+cordino).
40 Mt., III, 1 chiodo.
8° tiro:
salire il leggero strapiombo e dirigersi verso
il diedro (IV+, chiodo). Salire direttamente il diedro fin dove è
possibile traversare a sinistra (V-). Salire poi al terrazzino di sosta
(2 chiodi) sfruttando la fessura-lama sulla
sinistra della placca. Questo tiro risale quella che è
definita la 'fetta d'arancia' per via dei muschi arancioni che
sono sparsi sulla roccia. 40 Mt., IV+, V-,
3 chiodi.
9 ° tiro:
spostarsi leggermente a destra e salire in direzione del tetto
(IV, 1 chiodo instabile). Spostarsi ancora a destra fino ad arrivare ad
un piccolo e stretto terrazzino. Qui rimontare la placca (III+,
2 chiodi) puntando ad un camino. Salire il camino (IV+, 1
chiodo) fino ad un grande terrazzo dove, poco sopra uno spuntone,
si sosta (2 chiodi). 45 Mt., IV, III+,
IV, 4 chiodi.
10° tiro:
salire il diedro oltrepassando la difficile strozzatura (IV+,
2 chiodi) per circa 10 metri. Uscire alcuni metri in placca e
proseguire per rocce più semplici. La sosta (3 chiodi+cordone) è situata ad un paio di metri dal diedro. 40 Mt., IV+, III,
2 chiodi.
11 tiro:
spostarsi a destra e salire la placca di direzione di una piccola
cengetta dove vi sono dei chiodi di sosta. 20 Mt., IV+, 1 chiodo.
12 tiro:
percorso non obbligato. Si può salire dritti oppure obliquando a destra cercando di individuare il maggior
abbattimento della roccia (IV+, 4 chiodi, 1 sosta
intermedia). Raggiungere una terrazza sotto gli strapiombi
sommitali, a circa 10 metri dal diedro. I due chiodi di sosta sono
posti in una fessura dietro ed una lama sul lato destro della
terrazza. Difficile da individuare. 55 Mt., IV+, 4 chiodi.
13° tiro:
spostarsi a destra e rimontare la parete in direzione di uno strapiombo
(1 chiodo visibile dalla sosta), affrontare lo strapiombo stando
sulla sinistra. In questo modo è possibile afferrare con
la mano destra uno spuntoncino e con la sinistra una lama situata
alla sua base. Con passo deciso (IV+) si supera lo
strapiombo e si raggiunge una grossa grotta giallastra. Da qui traversare a sinistra
(2 clessidre con cordini e 1 chiodo) fino a raggiungere il termine del dietro
dove è situata la sosta. 45 Mt., IV, IV+,
IV, 2 chiodi, 2 clessidre con cordini.
A questo punto la via è terminata. Dalla sosta è
ben visibile un ometto sulla cengia da percorrere per
raggiungere lo "Stradone Provinciale". In alternativa si può
superare il dorso dello spallone e scendere
dall'altro lato con facile arrampicata o calata di 5 metri
(cordini in loco). Ci si trova al termine dello "Stradone
Provinciale", in corrispondenza del diedro dove sale la via Normale.
E' possibile raggiungere la vetta tramite una delle varie vie che
incrociano lo "Stradone Provinciale" (Normale, Preuss, Spigolo Fox,...), oppure iniziare direttamente la
discesa. In quest'ultimo caso seguire lo "Stradone Provinciale"
verso sinistra (viso a monte) portandosi a quella che abbiamo
indicato come 3a. calata.
Discesa
Avviene quasi interamente in corda doppia seguendo vagamente la linea della via Normale. Tutti gli ancoraggi sono su 2 fittoni+catena+anelloni di calata. Dalla vetta spostarsi verso nord-ovest in direzione del Val di Brenta.
1a. calata: 55 Mt. fino al "Terrazzino del Re del Belgio" (eventuale sosta intermedia dopo 30 Mt.);
2a. calata: 55 Mt. fino allo "Stradone Provinciale" (eventuali 2 soste intermedie dopo 20 e poi 15 Mt.).
Percorrere
interamente lo "Stradone Provinciale" verso sinistra (viso a monte) fino al successivo
ancoraggio.
3a. calata: 40 Mt. fino un terrazzino sotto un tettino;
4a. calata: 40 Mt. fino alla cengia.
Percorrere la cengia
verso sinistra (viso a monte) per 10-15 metri fino alla sosta
attrezzata posta sopra la parete Pooli.
5a. calata: 40 metri (alcuni metri nel vuoto) fino a raggiungere la base della parete Pooli. Qui vi sono due anelli di calata.
6a. calata: 40 metri all'ampio terrazzo dove attacca la via Normale.
7a. calata (evitabile): 30 metri fino al canale detritico poco sotto la bocchetta del Campanile Basso.
Ripercorrere a ritroso il "Sentiero delle Bocchette" e poi seguire il sentiero 318 che scende verso il rifugio Brentei
e successivamente al parcheggio accanto al rifugio Vallesinella. |