Descrizione generale Per
questa camminata siamo in Valle Brembana. Qui, tra la poco frequentata
Valpianella e la più nota Val Salmurano, si sviluppa una cresta
rocciosa che divide i due solchi vallivi. Lungo tale cresta, che inizia
presso la Bocchetta di Valpianella, incontriamo la quota 2261, non
nominata sulle carte, con piccola croce di plastica rossa, recentemente
posizionata, altre due anonime quote ravvicinate e poi un tozzo
torrioncino da qualcuno chiamato Dente di San Giacomo, a questo segue
il bellissimo Torrione di San Giacomo e poi il Pizzo omonimo. Proprio
queste due ultime cime, poco conosciute ai più e ancor meno
frequentate, ci apprestiamo a salire in questa escursione riservata a
gente esperta e abituata a muoversi su terreno ripido, a tratti
roccioso ed esposto, nonchè privo di tracce di passaggio. Il resto
della camminata risulta decisamente più abbordabile e alla portata di
ogni escursionista. Oltre alla soddisfazione di raggiungere cime belle
ed impegnative, possiamo dire che il panorama che offre l'intero
percorso risulta decisamente interessante ed ampio.
Descrizione percorso
In auto saliamo in Valle Brembana e prendiamo la strada soggetta a
pagamento di un biglietto giornaliero per i Piani dell'Avaro. Superiamo
il paese di Cusio e in località Curva degli Sciocc, circa 2 km prima
dei piani, lasciamo l'auto. Sulla sinistra della strada è ben visibile
una scaletta di cemento con una bacheca e una palina che ci segnala il
rifugio Benigni a 2 ore di cammino. Prendiamo così il sentiero n. 108.
Saliamo le ripide scalette, poi entriamo in un bel bosco misto con
minor pendenza. Usciti dal bosco vediamo davanti a noi la bella
piramide del Pizzo di Giacomo, alla cui sinistra si trova la Val
Pianella che dovremo andare a risalire. Giunti alla Casera Valletto,
una palina ci segnala il sentiero 107A verso sinistra per questa bella
valle. Scendiamo tra erba alta e qualche torrentello. Superiamo subito
una baitella di pietra e poi pieghiamo verso sinistra. Giunti ad un
torrente con cascatella lo attraversiamo, per poi muoversi in leggera
salita tra arbusti e prati. Ignoriamo la deviazione verso sinitrs per
Ornica e proseguiamo dritti verso alcuni ruderi alla nostra destra.
Ignoriamo anche una deviazione verso destra. Qui vediamo una palina che
ci dice che siamo in località Alpeggio Valletto a 1600 metri di quota.
Superiamo un recinto di pietre. Più avanti entriamo nel bosco di
conifere. Arriviamo poi ad un cartello di legno sul tronco di una
pianta che ci indica la Val Pianella ed una palina che ci segnala la
Bocchetta di Trona. Iniziamo una ripida salita tra balze erbose e
larici, transitando sotto le pendici del Pizzo di Giacomo, restando sul
versante sinistro orgrafico della Val Pianella. Più avanti passeremo
sul versante opposto. Arrivati alla Baita Nicola (1849 Mt.),
proseguiamo fino ad un successivo gradone dove si apre un ampio pianoro
erboso disseminato di cumuli di sassi ed un rudere di una baita (Baita
Pastrengo). Ora proseguiamo ancora qualche decina di metri per poi
tornare sul versante sinistro orogrfico della valle, per portarci sotto
i ripidi pendii erbosi, solcati da numerosi canalini e canaletti, che
terminano alla cresta tra il Pizzo di Giacomo a destra e il Torrione di
San Giacomo a sinistra. Entrambe le cime sono ben visibili dal basso,
soprattutto il torrione, con la sua ardita e verticale parete rocciosa.
Con percorso non obbligato, da ricercarsi tra balze erbose e canali,
dobbiamo raggiungere l'ampia sella erbosa posta a sinistra del Pizzo di
Giacomo, o comunque la cresta nelle sue vicinanze (io infatti sono
sbucato decisamente più verso il torrione che verso il pizzo...).
Saliamo quindi con molta attenzione, viste le pendenze molto elevate e
la natura del terreno erboso piuttosto scivoloso. Giunti al termine del
pendio, pieghiamo verso sinistra per portarci alla base
dell'inconfondibile torrione. Possiamo arrivarci restando in cresta,
oppure abbassandoci lungo il versante della Val Salmurano e poi andando
a sinistra più in basso, risalendo sotto il torrione poco dopo. Se
siamo sbucati alla sella erbosa nei pressi del Pizzo di Giacomo,
dobbiamo comunque andare a sinistra, o lungo la cresta, superando un
paio di sommità rocciosette, oppure restando più bassi e traversando
sotto le suddette sommità stando sul versante della Val Salmurano per
risalire dopo alla base del torrione. In un modo o nell'altro, giunti
sotto al torrione, non dobbiamo farci impressionare dalla verticalità
della roccia e dalla esposizione. La salita risulterà meno difficile
delle apparenze. Iniziamo salendo una bella rampa rocciosa verso
sinistra con difficoltà attorno al I/II grado, ben appigliata e su
roccia solida. Arrivati ad un terrazzo inclinato erboso, lo
attraversiamo verso sinistra per portarci sotto ad un caminetto da
risalire fin sotto ad un piccolo tetto (difficoltà I o poco più,
ma su roccia meno bella, con qualche detrito mobile). Da sotto il tetto
andiamo a destra, facendo attenzione a non urtare il tetto con la
testa. Saliamo la facile ma esposta rampa. Qui terminano le difficoltà.
Ora saliamo, prima dritti e poi verso sinistra sempre per balze
rocciose più facili e meno esposte e brevi rampe erbose, facendo però
attenzione alle rocce instabili. Poche decine di metri ed eccoci sulla
sommità tondeggiante ed erbosa del Torrione di San Giacomo dove due
ometti di sassi ci attendono. Bellissimo il panorama sulle cime della
zona: dal Pizzo di Trona, alle Cime Piazzotti sopra il rifugio Benigni.
Bella ed istruttiva anche la vista sulla nostra successiva meta: il
vicino Pizzo di Giacomo. Con molta attenzione torniamo alla base del
torrione lungo il medesimo itinerario, da qui, stando bassi ci
spostiamo verso la base del pizzo. Scendiamo cioè verso destra per un
breve pendio sassoso fino ad incrociare una traccia poco evidente che
seguiamo verso destra in falsopiano. Questa, poco dopo, gira un costone
pietroso e si dirige verso l'evdente base del Pizzo di Giacomo. Giunti
senza problemi alla sua base, ne risaliamo lo zoccolo erboso fino alle
prime facili roccette. Senza un vero itinerario obbligato, saliamo tra
facili gradoni rocciosi e cenge erbose. Io sono rimasto più spostato
verso destra, andando a cercare i passaggi più divertenti ma è
possibile anche seguire una più facile traccetta che si sviluppa più
verso sinistra e passa nei pressi di una piccola targa di bronzo. In
ogni caso in pochi minuti di facile e divertente salita eccoci sulla
tondeggiante cima del Pizzo di Giacomo con grnde ometto di sassi e
croce di metallo. Vista simile alla cima precedente, ma bello il colpo
d'occhio sul percorso fatto tra le due cime. Scendiamo ora lungo la più
agevole traccetta che passa dalla targa in bronzo degli alpini di
Ornica. Arrivati ai piedi del pizzo, riprendiamo la labile traccia
seguita tra le due cime, aiutati da alcuni ometti di sassi. Ripassiamo
così sotto al Torrione di San Giacomo e proseguiamo in falsopiano, con
bella vista sul rifugio Benigni alla nostra destra. Il sentiero, comodo
ed abbastanza evidente si muove con alcuni saliscendi. Passa accanto ad
un paio di piccole pozze d'acqua e prende decisamente la direzione
della Bocchetta di Valpianella. Transitiamo così sotto le alte pareti
rocciose delle cime che dividono la Val Salmurano dalla Valpianella.
Molto bella la vista sul tozzo torrioncino posto oltre il Torrione di
San Giacomo. Nell'ultima parte del tracciato, il sentierino si avvicina
alle rocce alla nostra sinistra e sale per sfasciumi instabili verso la
bocchetta, dove incrocia il sentiero n. 101 che verso destra porta al
rifugio Benigni. Proprio questo noi seguiamo, piegando decisamente
verso destra in leggera discesa. Su comodo percorso in mezzacosta,
andiamo poi a superare l'incrocio per il Sentiero dei Vitelli, che
lasciamo alla nostra destra per proseguire sul 101. Passiamo accanto ad
una pozza alla nostra destra e poi ad una seconda più grande. Qui
andiamo a sinistra e saliamo senza problemi fino al rifugio Benigni in
splendida posizione. Poco prima di arrivarci però, deviamo a sinistra
per salire alla vicina Cima di Valpianella o Cima Orientale dei
Piazzotti. La salita è breve e facile, tra dossi e gobbe erbose,
intercalate da tratti sassosi. Ignorando
la freccia per il lago, saliamo dritti lungo una evidente traccia
pietrosa costellata da alcuni ometti. Il sentiero è pietroso, ripido,
ma privo di difficoltà. Sale regolare restando a sinistra rispetto alla
conca sottostante dove c'è il lago. Ad un certo punto segue una più
agevole e quasi pianeggiante traccia che passa all'interno di una
valletta. Poco più avanti guadagniamo la facile dorsale che in breve e
senza fatica ci conduce ai piedi della croce di ferro sulla cima
Occidentale di Piazzotti o di Valpianella (2349 metri, 20-30 minuti dal
rifugio). Man mano saliamo possiamo
ammirare il bellissimo Lago dei Piazzotti e le curiose vette del
Torrione di Mezzaluna, teatro di vie di arrampicata. Panorama ampissimo.
Discesa
Ritorniamo
sui nostri passi fino al rifugio Benigni e dopo una meritata sosta
sulle rive del Lago Piazzotti, possiamo riprendere la discesa a valle.
Prendiamo allora il sentiero n. 108 che discende la Val Salmurano. Dopo
i primi metri pianeggianti, questo inizia rapidamemte a perdere quota
lungo una ripida serie di tornantini a tratti sdruciolevoli. Giunti
all'imbocco di un tetro e ripido canalone roccioso, lo discendiamo
senza particolari difficoltà, stando ben attenti in caso di pioggia,
poichè tale via tende a divenire un piccolo e ripido torrente. Scesi
alla bsse del canalone, tra gradini di sassi e stretti tornantini
pietrosi, seguiamo la bella traccia pianeggiante che passa sotto le
alte pareti rocciose che sorreggono il pianoro del rifugio Benigni. Una
palina ci segnala il sentiero n. 108 e la nostra meta: la Curva degli
Scioc presso cui abbiamo lasciato l'auto. Non dobbiamo fare altro che
seguire il sentiero che scende lungo la verdeggiante Val Salmurano, con
bel percorso rilassante, lasciandoci vedere ancora le cime del Torrione
e del Pizzo di Giacomo, alte verso destra. Ad una palina, pieghiamo a
destra, lasciando verso sinistra il sentiero 107 che sale al vicino
Passo di Salmurano. Più in basso, presso un paletto di legno dipinto di
bianco e rosso, alla nostra destra vediamo provenire una piccola
traccia: si tratta del Sentiero dei Vitelli, alternativa di discesa che
abbiamo ignorato precedentemente. Superiamo poi alcuni tralicci
dell'alta tensione e la fresca Fonte di San Carlo, sgorgante da una
alta roccia alla nostra sinistra. Senza possibilità di errore
proseguiamo la discesa fino alla Baita Valletto e da qui al parcheggio. |