Pizzo di Giacomo, Torrione di San Giacomo e Cima di Valpianella

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Località Curva degli Scioc - Cusio (BG)
Quota partenza 1514 Mt. Quota di arrivo 2184 Mt. il Pizzo di Giacomo
2254 Mt. il Torrione
2349 Mt. la Valpianella
Dislivello totale 1000 Mt. circa
Sentieri utilizzati n. 108, 107A, 101, 107
Ore di salita 2 h. 30' per il Torrione
30' dal Torrione al Pizzo
1 h. 15' dal Pizzo alla Cima di Valpianella
Ore di discesa 2 h.
Data di uscita 07/07/2023 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE, F
I, II il Torrione di San Giacomo
Condizioni climatiche e dei sentieri

Dopo una settimana di giornate perturbate, con temporali quasi ogni giorno, ecco finalmente la classica giornata perfetta per camminare tra i monti. Sentieri ben segnalati fino alla Baita Nicola e al successivo rudere di Baita Pastrengo. Da qui la salita alla sella tra il Pizzo di Giacomo ed il Torrione, avviene senza la minima traccia, per ripidissimi prati solcati da insidiosi canali. La salita al Torrione di San Giacomo si sviluppa tra balze rocciose e canalini non tracciati, ma sono presenti alcuni ometti ad aiutare l'escursionista. Così anche per la salita al più facile Pizzo di Giacomo. Il tratto successivo alle due salite, fino alla bocchetta di Valpianella, si svolge lungo un traverso pietroso segnalato da ometti ben visibili. Il resto della camminata fino al rifugio Benigni, da qui alla Cima di Valpianella e il ritorno all'auto avviene su sentieri battuti e segnati.

Eventuali pericoli
La salita dalla Baita Pastrengo in Val Pianella fino alla sella tra Pizzo e Torrione di Giacomo è estremamente ripida, su balze erbose e traversando insidiosi canalini; attenzione a non scivolare neppure un metro, poichè arrestarsi sarebbe molto difficile. La salita al Torrione di San Giacomo presenta passaggi piuttosto esposti ed esiste la possibilità di smuovere sassi.
Presenza di acqua
Praticamente tutto il percorso presenta torrenti più o meno ricchi di acqua. Inoltre passeremo anche dal rifugio Benigni. Ormai in vista dell'auto (circa 45' prima) passiamo dalla Fonte di San Carlo, fresca ed abbondante.
Punti di appoggio
Poco dopo la partenza passeremo dalla Casera Valletto a 1625 metri di quota. Nelle vicinanze di questa sorge un'altra baitella che può offrire riparo. Lungo la Val Pianella troveremo la Baita Nicola ed un annesso riparo. Oltre la metà della escursione transiteremo dal rifugio Benigni, dotato anche di bivacco invernale. Al termine della camminata ripassiamo dalla Casera Valletto.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Per questa camminata siamo in Valle Brembana. Qui, tra la poco frequentata Valpianella e la più nota Val Salmurano, si sviluppa una cresta rocciosa che divide i due solchi vallivi. Lungo tale cresta, che inizia presso la Bocchetta di Valpianella, incontriamo la quota 2261, non nominata sulle carte, con piccola croce di plastica rossa, recentemente posizionata, altre due anonime quote ravvicinate e poi un tozzo torrioncino da qualcuno chiamato Dente di San Giacomo, a questo segue il bellissimo Torrione di San Giacomo e poi il Pizzo omonimo. Proprio queste due ultime cime, poco conosciute ai più e ancor meno frequentate, ci apprestiamo a salire in questa escursione riservata a gente esperta e abituata a muoversi su terreno ripido, a tratti roccioso ed esposto, nonchè privo di tracce di passaggio. Il resto della camminata risulta decisamente più abbordabile e alla portata di ogni escursionista. Oltre alla soddisfazione di raggiungere cime belle ed impegnative, possiamo dire che il panorama che offre l'intero percorso risulta decisamente interessante ed ampio.
Descrizione percorso
In auto saliamo in Valle Brembana e prendiamo la strada soggetta a pagamento di un biglietto giornaliero per i Piani dell'Avaro. Superiamo il paese di Cusio e in località Curva degli Sciocc, circa 2 km prima dei piani, lasciamo l'auto. Sulla sinistra della strada è ben visibile una scaletta di cemento con una bacheca e una palina che ci segnala il rifugio Benigni a 2 ore di cammino. Prendiamo così il sentiero n. 108. Saliamo le ripide scalette, poi entriamo in un bel bosco misto con minor pendenza. Usciti dal bosco vediamo davanti a noi la bella piramide del Pizzo di Giacomo, alla cui sinistra si trova la Val Pianella che dovremo andare a risalire. Giunti alla Casera Valletto, una palina ci segnala il sentiero 107A verso sinistra per questa bella valle. Scendiamo tra erba alta e qualche torrentello. Superiamo subito una baitella di pietra e poi pieghiamo verso sinistra. Giunti ad un torrente con cascatella lo attraversiamo, per poi muoversi in leggera salita tra arbusti e prati. Ignoriamo la deviazione verso sinitrs per Ornica e proseguiamo dritti verso alcuni ruderi alla nostra destra. Ignoriamo anche una deviazione verso destra. Qui vediamo una palina che ci dice che siamo in località Alpeggio Valletto a 1600 metri di quota. Superiamo un recinto di pietre. Più avanti entriamo nel bosco di conifere. Arriviamo poi ad un cartello di legno sul tronco di una pianta che ci indica la Val Pianella ed una palina che ci segnala la Bocchetta di Trona. Iniziamo una ripida salita tra balze erbose e larici, transitando sotto le pendici del Pizzo di Giacomo, restando sul versante sinistro orgrafico della Val Pianella. Più avanti passeremo sul versante opposto. Arrivati alla Baita Nicola (1849 Mt.), proseguiamo fino ad un successivo gradone dove si apre un ampio pianoro erboso disseminato di cumuli di sassi ed un rudere di una baita (Baita Pastrengo). Ora proseguiamo ancora qualche decina di metri per poi tornare sul versante sinistro orogrfico della valle, per portarci sotto i ripidi pendii erbosi, solcati da numerosi canalini e canaletti, che terminano alla cresta tra il Pizzo di Giacomo a destra e il Torrione di San Giacomo a sinistra. Entrambe le cime sono ben visibili dal basso, soprattutto il torrione, con la sua ardita e verticale parete rocciosa. Con percorso non obbligato, da ricercarsi tra balze erbose e canali, dobbiamo raggiungere l'ampia sella erbosa posta a sinistra del Pizzo di Giacomo, o comunque la cresta nelle sue vicinanze (io infatti sono sbucato decisamente più verso il torrione che verso il pizzo...). Saliamo quindi con molta attenzione, viste le pendenze molto elevate e la natura del terreno erboso piuttosto scivoloso. Giunti al termine del pendio, pieghiamo verso sinistra per portarci alla base dell'inconfondibile torrione. Possiamo arrivarci restando in cresta, oppure abbassandoci lungo il versante della Val Salmurano e poi andando a sinistra più in basso, risalendo sotto il torrione poco dopo. Se siamo sbucati alla sella erbosa nei pressi del Pizzo di Giacomo, dobbiamo comunque andare a sinistra, o lungo la cresta, superando un paio di sommità rocciosette, oppure restando più bassi e traversando sotto le suddette sommità stando sul versante della Val Salmurano per risalire dopo alla base del torrione. In un modo o nell'altro, giunti sotto al torrione, non dobbiamo farci impressionare dalla verticalità della roccia e dalla esposizione. La salita risulterà meno difficile delle apparenze. Iniziamo salendo una bella rampa rocciosa verso sinistra con difficoltà attorno al I/II grado, ben appigliata e su roccia solida. Arrivati ad un terrazzo inclinato erboso, lo attraversiamo verso sinistra per portarci sotto ad un caminetto da risalire fin sotto ad un piccolo tetto (difficoltà I o poco più, ma su roccia meno bella, con qualche detrito mobile). Da sotto il tetto andiamo a destra, facendo attenzione a non urtare il tetto con la testa. Saliamo la facile ma esposta rampa. Qui terminano le difficoltà. Ora saliamo, prima dritti e poi verso sinistra sempre per balze rocciose più facili e meno esposte e brevi rampe erbose, facendo però attenzione alle rocce instabili. Poche decine di metri ed eccoci sulla sommità tondeggiante ed erbosa del Torrione di San Giacomo dove due ometti di sassi ci attendono. Bellissimo il panorama sulle cime della zona: dal Pizzo di Trona, alle Cime Piazzotti sopra il rifugio Benigni. Bella ed istruttiva anche la vista sulla nostra successiva meta: il vicino Pizzo di Giacomo. Con molta attenzione torniamo alla base del torrione lungo il medesimo itinerario, da qui, stando bassi ci spostiamo verso la base del pizzo. Scendiamo cioè verso destra per un breve pendio sassoso fino ad incrociare una traccia poco evidente che seguiamo verso destra in falsopiano. Questa, poco dopo, gira un costone pietroso e si dirige verso l'evdente base del Pizzo di Giacomo. Giunti senza problemi alla sua base, ne risaliamo lo zoccolo erboso fino alle prime facili roccette. Senza un vero itinerario obbligato, saliamo tra facili gradoni rocciosi e cenge erbose. Io sono rimasto più spostato verso destra, andando a cercare i passaggi più divertenti ma è possibile anche seguire una più facile traccetta che si sviluppa più verso sinistra e passa nei pressi di una piccola targa di bronzo. In ogni caso in pochi minuti di facile e divertente salita eccoci sulla tondeggiante cima del Pizzo di Giacomo con grnde ometto di sassi e croce di metallo. Vista simile alla cima precedente, ma bello il colpo d'occhio sul percorso fatto tra le due cime. Scendiamo ora lungo la più agevole traccetta che passa dalla targa in bronzo degli alpini di Ornica. Arrivati ai piedi del pizzo, riprendiamo la labile traccia seguita tra le due cime, aiutati da alcuni ometti di sassi. Ripassiamo così sotto al Torrione di San Giacomo e proseguiamo in falsopiano, con bella vista sul rifugio Benigni alla nostra destra. Il sentiero, comodo ed abbastanza evidente si muove con alcuni saliscendi. Passa accanto ad un paio di piccole pozze d'acqua e prende decisamente la direzione della Bocchetta di Valpianella. Transitiamo così sotto le alte pareti rocciose delle cime che dividono la Val Salmurano dalla Valpianella. Molto bella la vista sul tozzo torrioncino posto oltre il Torrione di San Giacomo. Nell'ultima parte del tracciato, il sentierino si avvicina alle rocce alla nostra sinistra e sale per sfasciumi instabili verso la bocchetta, dove incrocia il sentiero n. 101 che verso destra porta al rifugio Benigni. Proprio questo noi seguiamo, piegando decisamente verso destra in leggera discesa. Su comodo percorso in mezzacosta, andiamo poi a superare l'incrocio per il Sentiero dei Vitelli, che lasciamo alla nostra destra per proseguire sul 101. Passiamo accanto ad una pozza alla nostra destra e poi ad una seconda più grande. Qui andiamo a sinistra e saliamo senza problemi fino al rifugio Benigni in splendida posizione. Poco prima di arrivarci però, deviamo a sinistra per salire alla vicina Cima di Valpianella o Cima Orientale dei Piazzotti. La salita è breve e facile, tra dossi e gobbe erbose, intercalate da tratti sassosi. Ignorando la freccia per il lago, saliamo dritti lungo una evidente traccia pietrosa costellata da alcuni ometti. Il sentiero è pietroso, ripido, ma privo di difficoltà. Sale regolare restando a sinistra rispetto alla conca sottostante dove c'è il lago. Ad un certo punto segue una più agevole e quasi pianeggiante traccia che passa all'interno di una valletta. Poco più avanti guadagniamo la facile dorsale che in breve e senza fatica ci conduce ai piedi della croce di ferro sulla cima Occidentale di Piazzotti o di Valpianella (2349 metri, 20-30 minuti dal rifugio). Man mano saliamo possiamo ammirare il bellissimo Lago dei Piazzotti e le curiose vette del Torrione di Mezzaluna, teatro di vie di arrampicata. Panorama ampissimo.
Discesa
Ritorniamo sui nostri passi fino al rifugio Benigni e dopo una meritata sosta sulle rive del Lago Piazzotti, possiamo riprendere la discesa a valle. Prendiamo allora il sentiero n. 108 che discende la Val Salmurano. Dopo i primi metri pianeggianti, questo inizia rapidamemte a perdere quota lungo una ripida serie di tornantini a tratti sdruciolevoli. Giunti all'imbocco di un tetro e ripido canalone roccioso, lo discendiamo senza particolari difficoltà, stando ben attenti in caso di pioggia, poichè tale via tende a divenire un piccolo e ripido torrente. Scesi alla bsse del canalone, tra gradini di sassi e stretti tornantini pietrosi, seguiamo la bella traccia pianeggiante che passa sotto le alte pareti rocciose che sorreggono il pianoro del rifugio Benigni. Una palina ci segnala il sentiero n. 108 e la nostra meta: la Curva degli Scioc presso cui abbiamo lasciato l'auto. Non dobbiamo fare altro che seguire il sentiero che scende lungo la verdeggiante Val Salmurano, con bel percorso rilassante, lasciandoci vedere ancora le cime del Torrione e del Pizzo di Giacomo, alte verso destra. Ad una palina, pieghiamo a destra, lasciando verso sinistra il sentiero 107 che sale al vicino Passo di Salmurano. Più in basso, presso un paletto di legno dipinto di bianco e rosso, alla nostra destra vediamo provenire una piccola traccia: si tratta del Sentiero dei Vitelli, alternativa di discesa che abbiamo ignorato precedentemente. Superiamo poi alcuni tralicci dell'alta tensione e la fresca Fonte di San Carlo, sgorgante da una alta roccia alla nostra sinistra. Senza possibilità di errore proseguiamo la discesa fino alla Baita Valletto e da qui al parcheggio.

Note
Con il senno di poi, eviterei di salire alla sella tra Pizzo e Torrione di Giacomo dalla Val Pianella, su balze erbose ripidissime. Molto meglio usare la via di discesa verso la Bocchetta di Val Pianella, anche come via di salita per arrivare alla base delle due cime. Tale tracciato è infatti segnato da ometti, molto meno ripido e più sicuro. La strada oltre Cusio per i Piani dell'Avaro è soggetta al pagamento di un ticket di 2 euro al giorno in qualsiasi periodo dell'anno. Per altre immagini ed info sulla zona, potete leggere le relazioni del 02.06.2007, 14.07.2018 e 15.09.2018. In alcune relazione e libri, il Torrione e il Pizzo sono chiamati "di San Giacomo", in altri "di Giacomo".
Commenti vari
Grazie al mio amico di vecchia data Luca, detto Sammy, per avermi indicato queste due belle e pochissimo conosciute cime quali possibile idea per una camminata.
   

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La salita dalla Val Pianella verso la base del Torrione

Il Torrione di San Giacomo visto dalla base
   

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Parte della linea di salita

Il passaggio sotto al tetto
   

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Omar sulla cima del Torrione di San Giacomo

Panorama verso il pizzo di San Giacomo
   

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La vetta del Pizzo di San Giacomo

Vista sul rifugio Benigni con il Disgrazia sullo sfondo
   

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Il gruppetto montuoso di cui fanno parte Pizzo, Torrione
e Dente di Dan Giacomo con parte del percorso seguito

Vista dalla vetta della Cima di Valpianella