Cima del Giarolo

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Ornica (BG)
Quota partenza 918 Mt. Quota di arrivo 2443 Mt.
Dislivello totale 1600 Mt. circa con i saliscendi Data di uscita 15/09/2018
Ore di salita 4 h. Ore di discesa 4 h.
Sentieri utilizzati n. 107, 107A, 101, 106 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Brutta mattinata con nebbie, leggera pioggerella e cielo sempre plumbeo. Il pomeriggio qualche raggio di sole ha reso meno tetra la giornata ma i bei panorami sono quasi sempre stati celati alla vista. Sentieri ben segnalati e chiari fino alla Bocchetta di Trona e poco oltre fino al punto in cui comincia la cresta del Giarolo. Da qui, fino alla Cima del Giarolo, non esistono bolli, ometti ed altri segnali escursionistici. Durante il ritorno, una volta terminata la cresta, rientriamo sui sentieri battuti e segnalati.

Eventuali pericoli
Nessuno.
Presenza di acqua
Troverete acqua sia lungo la Val Pianella in salita che lungo la Val d'Inferno in discesa.
Punti di appoggio
Escludendo le numerose baite che si incontrano nella prima mezz'ora di salita, una volta arrivati nella Val Pianella, potremo trovare riparo presso la Baita Pastrengo , dopo circa 1 ora e tre quarti dall'auto. Arrivati alla Bocchetta del Trona, in pochi minuti, con una deviazione, è possibile arrivare al rifugio Benigni. Scendendo in Val d'Inferno ecco le due curiose baite costruite sotto enormi blocchi di roccia (Baita dei Vitelli 1910 metri e Baita Predoni 1800 metri), a cui segue la bella Baita Ciarelli a 1629 metri di quota.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Tra le bocchette di Trona e d'Inferno, al confine tra il territorio bergamasco e valtellinese, si sviluppa una lunga, ed in buona parte rocciosa cresta, che ha come seconda cima per altezza la Cima del Giarolo a cui segue il più elevato Pizzo Paradiso. La suddetta cresta è raramente percorsa ed anche la sola salita alla Cima del Giarolo è, a torto, pochissimo frequentata. Sebbene priva di difficoltà tecniche, la salita alla Cima del Giarolo è da considerarsi per escursionisti esperti, essendo priva di tracce e segni di passaggio e con alcuni tratti piuttosto esposti. Anche il resto dell'escursione è molto piacevole e permette di visitare due belle valli secondarie come la Val Pianella (in salita) e la ben più famosa Val d'Inferno (in discesa). Ampissimi i panorami lungo la cresta, specialmente sul vicino Pizzo di Trona e sul frequentatissimo Pizzo dei Tre Signori.
Descrizione percorso
Raggiunto l'ameno paesino di Ornica in alta Valle Brembana, attraversiamo il paesello, lasciando alla nostra sinistra il piccolo cimitero. Poche decine di metri dopo, prendiamo via fratelli Calvi a destra e lasciamo l'auto sotto ad una piccola parete rocciosa, nei pressi di una santella. Procediamo a piedi lungo la medesima stradina seguendo le indicazioni per il centro storico. Superiamo un lavatoio decorato da alcune immagini. In pochi passi eccoci tra le strette vie del centro storico, tra case dipinte e piccole botteghe. Transitiamo sotto ad un portico del 1500 e poco dopo usciamo dal nucleo antico per scendere fino ad un ponticello di pietre (località la Rasega, 980 Mt. di quota) preceduto da una bacheca con una mappa dei sentieri della zona ed una palina con varie indicazioni. Saliamo dritti lungo la stradina acciottolata Affrontiamo un tornante verso sinistra e passiamo accanto ad alcune cascine. Camminiamo ora in un bel prato lasciando alla nostra sinistra un crocefisso in legno. Poco oltre ecco un'altra bella cascina isolata. Ad un evidente bivio proseguiamo dritti, ignorando i sentieri in salita e discesa. Pochi minuti ed eccoci davanti alla cascina Rino per poi giungere in località Baite Cesur (1100 metri), dove sbuchiamo su una strada asfaltata. Seguiamo questa verso destra, incontrando le varie case di questa zona. Dopo una decisa curva a destra, passiamo sopra ad un ponte dove troviamo una palina e più avanti una seconda palina (località Baita Bregagnol, 1180 metri) che riporta le indicazioni per il rifugio Benigni, il Passo di Salmurano e l'incrocio con il sentiero 107A al quale puntiamo noi. Qui abbandoniamo la strada asfaltata per deviare verso sinistra ed entrare in un bel bosco misto. Arriviamo poi ad una baita in mezzo ad una radura nel bosco dalla quale si ha una bella vista sul Pizzo di Giacomo davanti a noi. Pochi minuti ed eccoci presso un piccolo edificio dell'acquedotto. Poco prima di esso, andiamo a destra, seguendo le indicazioni su un poco visibile masso. Procediamo sempre nel fitto del bosco fino ad un ponticello di cemento che attraversa un torrente e poco oltre incontriamo una piccola croce di ferro poco sopra il sentiero. Più avanti, una freccia su di un tronco riporta l'indicazione per il rifugio Benigni. Attraversiamo un ampia radura nel bosco per poi rientrare nel fitto della vegetazione e salire piuttosto ripidamente. Passiamo accanto ad una profonda forra nella quale corre spumeggiante un corso d'acqua che compie un bellissimo salto tra le rocce (il salto è poco visibile ed occorre deviare un poco dal sentiero per poterlo ammirare). Ora saliamo con alcuni placidi tornanti, fino a sbucare improvvisamente fuori dal bosco e trovarci in una bella zona erbosa con ampia vista sulla Valle di Salmurano e la vicina Cascina Valletto verso destra. Qui una palina ci invita ad andare verso sinistra per il sentiero 107A, per entrare nella bella Val Pianella. Una poco distante palina ci ricorda che siamo all'Alpeggio Valletto, a 1600 metri di altezza. Dell'alpeggio rimangono solo alcuni ruderi di pietra. Il percorso è per un breve tratto pianeggiante su morbida erba. Rientriamo nel bosco e subito dopo una freccia (per la Bocchetta di Trona) ci fa proseguire verso destra, tornando a salire piuttosto ripidamente. In breve il bosco lascia il posto agli ampi spazi prativi ed ai pascoli erbosi. Sopra le nostre teste si alza severa la muraglia rocciosa del Pizzo di Giacomo e davanti a noi si apre la dolce Val Pianella. Attraversiamo un torrente ed eccoci nelle vicinanze della Baita Pastrengo (1890 metri di quota) con annesso locale costruito sotto un grosso masso. Saliamo ancora fino ad un bel pianoro erboso dove i ruderi di una seconda baita si confondono con alcuni mucchi di massi disseminati nel prato. Procediamo nella valle verso la bocchetta di Valpianella o di Trona. Salendo passiamo accanto ad alcune piccole pareti rocciose, sempre camminando su comodo sentiero erboso fino ad arrivare nell'ultima parte della salita dove l'erba lascia il posta ad alcune pietraie e poi ad un terreno sassoso piuttosto friabile. Con poco fatica arriviamo al termine della valle e con un breve tratto di discesa, scendiamo verso un piccola conca pietrosa, dominata più in alto dalla Bocchetta di Trona. Per arrivare a questa, dobbiamo quindi scendere qualche decina di metri di altezza, attraversare la conca e risalire verso la Bocchetta di Valpianella. Qui un sentiero scende ripido verso la Valle di Salmurano. Noi invece deviamo verso sinistra e con un breve tratto in mezzacosta, ecco che arriviamo alla Bocchetta di Trona (2224 metri di altezza, 3 ore abbondanti dalla partenza). Meravigliosa la vista sul Pizzo di Trona e sui laghetti sottostanti. Dalla bocchetta andiamo verso sinistra seguendo l'evidente sentiero n. 101. Saliamo ripidi verso una sommità dominata da un grosso ometto di pietre (molto spesso confuso con la Cima del Giarolo). Seguiamo la facile cresta e dopo una breve discesa, abbandoniamo il sentiero 101 che prosegue verso la Bocchetta d'Inferno, per attaccare la divertente cresta che con alcuni saliscendi su terreno misto di roccia ed erba ci condurrà verso la vera Cima del Giarolo. Seguiamo fedelmente il filo di cresta, senza farci tentare dall'abbandonarlo nei tratti più esposti. Infatti le difficoltà sono piuttosto contenute e risulta più sicuro procedere sulle facili roccette della cresta che spostarsi sull'infida erba sottostante. Dopo un paio di cime secondarie, sempre lungo la cresta eccoci alla vera sommità del Giarolo, preceduta da un breve e semplice salto roccioso in discesa e successiva facile risalita. Un piccolo omino di vetta segnala la fine delle fatiche (45 minuti dall'inizio della cresta, 4 ore dall'auto). Godiamoci la bella vista sul Lago Rotondo ai piedi del Pizzo di Trona e se le nuvole ce lo consentono, possiamo spaziare sul resto della cresta che prosegue verso il Pizzo Paradiso, il Falso Trona ed il Pizzo di Trona.
Discesa
A ritroso fino alla fine della cresta. Qui riprendiamo il sentiero 101 che seguiamo verso destra. Da qui camminiamo in mezzacosta su comodo sentierino fino ad una costa erbosa dalla quale scendiamo verso il rifugio Grassi (freccia con indicazioni) all'interno di un bel vallone, ripido ma non faticoso. Risaliamo poi verso una sella dalla quale un ripidissimo sentiero perde velocemente quota all'interno di un canalone da percorrere con una certa attenzione. Dall'alto è possibile vedere la ancora lontana Valle d'Inferno con la caratteristica altura erbosa del Poiat sormontata da una croce di legno e più in alto la famosa Sfinge: un alto torrione roccioso che visto dalla Bocchetta d'Inferno assomiglia ad un profilo umano. Scendiamo nel vallone di cui sopra fino ad attraversarlo nella parte più in basso dove troveremo anche un poco d'acqua a rendere più scivoloso il cammino. Giunti nel solco della Valle d'Inferno, in breve possiamo salire alla croce in legno del Poiat (2095 metri) per poi tornare sul sentiero sottostante n. 101 che seguiremo verso sinistra. Giunti sotto ad una piccola parete rocciosa troveremo una palina che ci indica la salita per la Bocchetta d'Inferno. Noi, invece, scenderemo verso valle lungo il comodo sentiero n. 106 che percorre l'intera valle. Superiamo la caratteristica Baita delle Corna dei Vitelli e poi la Baita Predoni, entrambe costruite sotto enormi blocchi rocciosi. Più in basso ecco la Baita Ciarei a 1610 metri di quota. Continuiamo la comoda discesa fino ad arrivare presso la Casera Valle d'Inferno (1415 metri) dove troviamo anche delle pozze dove si allevano trote e gli alloggi dell'Agriturismo Ferdy d'Alpe. Ora non ci resta che seguire l'ampia sterrata in discesa fino al suo termine, percorrendo l'ultimo tratto della valle con ai nostri lati due fitti boschi di abeti (località Baita Nuova d'Inferno a 1350 metri).Da qui rientriamo verso sinistra nel bosco per sbucare poco più avanti sulla strada sterrata sotto di noi e che già poco prima avevamo sfiorato. Scendiamo a sinistra lungo la sterrata per qualche minuto, fino ad arrivare ad un evidente bivio con freccia sulla sinistra (località Baita Giai, 1300 metri di quota). La freccia ci indica di abbandonare la strada e di scendere verso destra con direzione Ornica a 40 minuti. Rientrati in un bel bosco di abeti e poco più in basso di latifoglie, perdiamo rapidamente quota. Passiamo accanto ad una baita e poi attraversiamo una specie di passerella in legno. Proseguiamo la discesa fino ad una seconda passerella ed eccoci al termine del bosco in località Cantel a 1100 metri. Un breve tratto acciottolato e sbuchiamo sull'asfalto. Da qui seguiamo la strada fino all'acquedotto di Ornica, superando lungo il percorso varie baite e la Santella di Moia. Poche decine di metri ed ecco alla nostra sinistra il Santuario della Madonna del Frassino (interessante edificio del secolo XV). Continuando a scendere arriviamo ad un parcheggio sulla sinistra e poi al posto dove abbiamo lasciato l'auto in via Calvi.

Note
Il Pizzo Giarolo o Cima del Giarolo è raramente indicato sulle mappe ed il più delle volte è confuso con la sommità su cui si trova un alto ometto di pietra, subito ad Ovest della Bocchetta di Trona. Quest'ultima su alcune cartine ed in alcune relazioni è erroneamente indicata come Bocchetta di Valpianella o dei Piazzotti.
Commenti vari
Dalla vetta della Cima di Giarolo è possibile proseguire in cresta verso la Bocchetta del Paradiso, salire al Pizzo Paradiso e da qui scendere alla Bocchetta d'Inferno; per poi percorrere la Valle omonima e tornare a Ornica. Io sono arrivato poco oltre la Cima del Giarolo, ma scendendo lungo la cresta verso la Bocchetta del Paradiso, ho incontrato un salto roccioso piuttosto insidioso ed esposto e ho preferito tornare sui miei passi.
   

Ingrandisci

Ingrandisci

La Valpianella

La Bocchetta di Trona con il Pizzo di Trona sullo sfondo

   

Ingrandisci

Ingrandisci

L'inizio della cresta del Giarolo

Ultimi metri prima della cima

   

Ingrandisci

Ingrandisci

Omar all'ometto di vetta della Cima del Giarolo

Altro tratto di cresta in discesa

   

Ingrandisci

Ingrandisci

La croce del Poiat lungo la parte alta della Val d'Inferno

La Val d'Inferno