Descrizione generale
Itinerario aperto da Angelo Dibona, Ignazio Dibona e G. De Stefani il 3 settembre 1934. In via sono presenti diversi chiodi e
clessidre. E' una classica della zona, molto ripetuta, per cui non è raro trovare altre cordate all'attacco.
AGGIORNAMENTO 2019: ci hanno segnalato che alcune vecchie soste sono state riviste ed attrezzate con fittoni resinati. Vedi note a fine relazione.
Attacco, descrizione della via
Da Cortina d'Ampezzo si sale la strada statale 48 che
conduce al Passo Falzarego fino a circa 1 Km. sotto il passo
in località "Pian del Menìs". Sulla
sinistra c'è il rifugio "Col Gallina" e sulla
destra il ristorante "Strobel".
Di fronte al ristorante c'è ampia possibilità di posteggio.
Dal piazzale si sale in direzione delle Torri seguendo il
sentiero che inizia a fianco del ristorante (non numerato
ma segnalato con bolli rossi e bianchi) per circa 15' fino
ad incrociare una vecchia strada di guerra oggi sentiero C.A.I.
n. 412.
Seguire questo sentiero pianeggiante verso destra per un centinaio
di metri fino al vecchio ospedale militare. Da qui la parete è ben visibile: si prosegue
per traccia in salita lungo un ghiaione
puntando alla base di un evidente diedro inciso da una fessura.
Alla base della fessura, sulla sinistra, c'è un anello cementato (appena a sinistra dell'attacco, su di una parete nera c'è una via a
fix).
1° tiro:
salire il diedro sino al suo termine dopodiché si prosegue superando i vari risalti di erba e roccia sino a raggiungere la sommità di un pilastrino
dove si sosta (1 anello cementato). 40 Mt., IV, III+, 3 anelli cementati.
2° tiro:
obliquare a sinistra in direzione del canale. Prima di
raggiungerlo superare la paretina molto verticale (presenti 2
spit di un'altra via) e proseguire per una rampa che sale in obliquo verso destra sino a raggiungere la sosta (2
anelli cementati).
25 Mt., IV, III, 1 anello cementato, 2 spit vicini.
3° tiro:
proseguire verticalmente sopra la sosta puntando direttamente ad un diedro che si segue sino a quando sulla destra è possibile seguire delle facili rocce che conducono alla sosta (1 chiodo+1
anello cementato). 40 Mt., IV, III, 2 chiodi, 1 clessidra.
4° tiro:
la via originale a questo punto obliqua verso destra lungo un canalino che porta oltre uno spigolo oltrepassato il quale si sale dritti per erba e roccette fino alla sosta successiva (1
anello cementato). 25 Mt., III. Noi invece abbiamo, involontariamente percorso una variante: salire la placca sopra la sosta
entrando nel canale a sinistra. Seguirlo fino al suo termine
uscendo su una terrazza erbosa. Costeggiando la parete si giunge alla sosta (1 chiodo a pressione+1 clessidra).
40 Mt., IV+, IV, I, 1 chiodo, 4 clessidre con cordoni.
5° tiro:
se avete scelto di percorrere la via originale ora dovrete superare una placca stando a sinistra dello spigolo. Dopo i primi metri più ripidi le difficoltà calano e si prosegue lungo rocce erbose sino a raggiungere la sosta (1 chiodo+1 clessidra). 35 Mt., IV, II. Per i temerari che hanno scelto di seguire la 'nostra' variante... superare con arrampicata tecnica le rocce sopra la sosta piegando verso destra e raggiungendo così una corda fissa (si tratta di una possibilità d'uscita della via). Sosta su spit.
Con un'altra lunghezza di corda scendere nel canale a destra
della corda fissa sino a raggiungere la sosta
(1 chiodo+1 clessidra).
35+30 Mt., V, IV+, 1 chiodo.
6° tiro:
salire la stupenda placca lavorata sopra la sosta dapprima piegando verso destra e successivamente riportandosi verso sinistra in direzione dello spigolo. Puntare poi ad un alberello secco
poco prima del quale si sosta (1 chiodo+1 clessidra).
30 Mt., V-, IV+, diverse clessidre.
7° tiro:
traversare a sinistra per 6 metri. Raggiunta la base di una fessura verticale si sale qualche metro (chiodo con cordone) e si riprende a traversare a sinistra. Superato lo spigolo e raggiunta una nicchia gialla si sosta
(1 spit).
15 Mt., V-, 1 chiodo, 1 clessidra.
8° tiro:
salire a sinistra della sosta superando uno strapiombino.
Poi per un canale aperto si punta direttamente alla base della
parete gialla che caratterizza gli ultimi metri prima della
vetta. Quando il canale diviene più verticale una netta lama
conduce sotto l'opprimente salto giallo dove si sosta (1
masso incastrato con cordoni). 30 Mt., IV+, IV.
9° tiro:
lunghezza molto impegnativa. Salire la spaccatura (a tratti fessura e a tratti camino) formata dal pilastro giallo staccato sopra la sosta. Raggiunta la sommità
con una spaccata ci si porta sulla parete principale e si supera
la placca liscia raggiungendo così un piccolo ripiano dove si sosta (1 chiodo nuovo da integrare con friend 0.5
Camalot).
35 Mt., V, IV, V+ oppure V e A0, 5 chiodi (3 dei quali nel tratto di A0).
10° tiro:
proseguire stando a sinistra della profonda fessura. Man mano che si sale le difficoltà calano
e la qualità della roccia peggiora. Sostare in cresta (1
anello cementato). 20 Mt., IV, II, 1 chiodo.
11° tiro:
per semplici rocce in direzione della vetta. Sosta da attrezzare. 50 Mt., I.
Discesa
La discesa avviene lungo la via Normale. Scendere verso nord (in direzione della Cima di Falzarego) lungo un canalino che porta alla forcella che divide la Torre Grande dalla Cima di Falzarego (I e II, presente qualche ancoraggio cementato). Da qui scendere verso sinistra (viso a valle - ovest) seguendo una traccia di sentiero e qualche ometto (passi di II).
Raggiunta la base dell'intaglio che divide le due torri seguire ancora il sentiero
scendendo però a destra (ometto, viso a valle). Da qui in breve
sarete sulla ex strada militare (sentiero 412) per poi
imboccare il sentiero percorso durante l'avvicinamento che, se seguito a ritroso, permette di ritornare alla macchina. |