Zona montuosa |
Mesolcina/Spluga
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Località di partenza |
Loc. Starleggia - Campodolcino (SO) |
Quota partenza |
1655 Mt. |
Quota di arrivo |
3014 Mt. |
Dislivello totale |
1450 Mt. |
Sentieri utilizzati |
non numerati |
Ore di salita |
3 h. 30' |
Ore di discesa |
3 h. |
Data di uscita |
09/07/2022 |
Giudizio sull'escursione |
Bella |
Sass Balòss presenti |
Guglielmo, Omar |
Difficoltà |
EE, F |
Condizioni climatiche e dei sentieri |
Un
freddo vento teso ci ha tormentato per buona parte dalla salita finale.
Proprio il vento ha permesso di avere una giornata limpidissima, con
conseguenti panorami ampissimi. Sentieri ben segnalati, senza eccessivi
bolli, come spesso accade da queste parti. Tracciato sicuro, tranne il tratto finale della cresta Est, molto
battuto.
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Eventuali pericoli |
Nella
salita finale della cresta Est occorre prestare molta attenzione a non smuovere sassi,
che caderebbero dritti sugli escursionisti sottostanti, come successo a
noi: ci siamo visti sfiorare da un paio di simpatici sassolini,
fortunatamente partiti solo da pochi metri sopra le nostre teste; tutto si è
risolto con un mega cazziatone da parte di Omar (e non solo...)
all'incauto camminatore che per ben tre volte ha fatto precipitare a
valle sassi e pietre. |
Presenza di acqua |
Dietro al Bivacco del Servizio troverete un piccolo e limpido laghetto da fusione. |
Punti di appoggio |
A parte qualche baita raggiungibile con una deviazione nella prima mezzoretta di cammino, poi l'unico punto di riparo è rappresentato dal bel Bivacco del Servizio (2591 Mt. su alcune cartine, 2584 Mt. su altre), ampio e comodo, munito dell'indispensabile per trascorrere una notte al sicuro. |
Materiale necessario oltre al tradizionale |
Eventualmente
ramponi, per la parte poco oltre il bivacco e fino al lungo traverso
ascendente, spesso innevato anche a stagione inoltrta, che porta alla sella da cui inizia salita finale. |
Caratteristiche dell'escursione |
Descrizione generale
Ancora
una volta, la Val Chiavenna ci regala una bella escursione ad una cima
molto panoramica e di relativamente facile accesso. Il Pizzo Quadro è
certamente una delle vette più divertenti della zona e forse la più
panoramica. Sebbene priva di reali difficoltà tecniche, la salita a
questa massiccia e rocciosa montagna deve essere affrontata con un
minimo di capacità nel sapersi muovere su terreno roccioso e non sempre
stabile. Il percorso può essere diviso in due parti ben distinte: la
prima che conduce al Bivacco del Servizio, adatta a tutti e già di per
sé molto remunerativa; la seconda che conduce alla vetta del Pizzo
Quadro, più impegnativa, sia fisicamente che da un punto di vista
escursionistico, vista la natura del terreno che dobbiamo affrontare e
la quota che si raggiunge. Ne deriva un'escursione adatta a
camminatori preparati e ben allenati, anche se non presenta oggettivi
ostacoli alpinistici.
Descrizione percorso
Lungo la strada che sale verso il Passo Spluga, superato l'abitato di Campodolcino, una strada verso sinistra con le dovute indicazioni, ci conduce alla frazione Starleggia, dopo 7 chilometri di tornanti e begli scorci sulla valle sottostante e sulle cime della zona. Qui arrivati, la strada asfaltata termina presso alcune casette ed un piccolo parcheggio sulla destra. In auto possiamo proseguire ancora per qualche minuto sulla strada sterrata che prosegue dritta davanti a noi. Giunti nei pressi di una sbarra, lasciamo l'auto in un ampio spiazzo ed iniziamo a camminare oltre la sbarra. Una palina ci indica il Bivacco del Servizio lungo il tracciato segnalato ma non numerato. La strada sterrata prosegue ripida ed ampia. Supera alcune pareti rocciose rinforzate da strutture in cemento e prosegue ripida e monotona. Bellissima la vista sul Pizzo Stella alla nostra sinistra. Ad un certo punto i bolli rossi e bianchi abbandonano la strada per tagliare attraverso un bel bosco misto. Sbuchiamo più in alto sempre sulla stessa strada e pochi minuti dopo la abbandoniamo definitivamente nei pressi di alcune belle baitelle ristrutturate. Proseguendo lungo la sterrata si andrebbe verso il l'alpe Morone e poi piegando a destra, verso San Sisto. Saliamo ripidi nel bosco fino a sbucare presso una radura che ci regala un colpo d'occhio emozionante sul Pizzo Quadro e sulla vallata ai suoi piedi, tra pascoli, boschi e cime rocciose. Nel prato successivo una palina ci indica di andare verso destra. In breve rientriamo nel bosco che ora sale ripido e con numerosi tornanti, senza lasciarci respirare. Usciti definitivamente dal bosco, eccoci in una zona mista di pascoli e larici i quali si stanno lentamente riprendendo il posto che gli spetta a queste altezze. Qui occorre aguzzare un poco la vista per seguire i pochi bolli dipinti su alcuni sassi nell'erba. Terminati gli ultimi larici, sono ora i rododendri a dominare la zona. Saliamo su una sommità tondeggiante ed ecco che improvvisa si apre davanti a noi una vallata immensa, chiusa da alcuni costoni rocciosi e dominata dalla inconfondibile sagoma del Pizzo Quadro, con alla sua sinistra il Motto Alto ed ancora più a sinistra, su un netto costone, è già possibile vedere il Bivacco del Servizio. È passata circa 1 oretta dalla partenza e il bivacco è ancora ben lontano. Camminiamo ora sulla destra di questa bella vallata, quasi a ridosso della dorsale erbosa (denominata Fil Marsc) che la chiude da questo lato e che termina, verso valle, con un bel dosso panoramico chiamato Cresta del Piano (2054 Mt.). Anche qui i bolli sono un poco sbiaditi e confusi, ma la direzione appare ovvia. Senza scendere mai nel centro del vallone, inoltriamoci restando alti sulla destra fino ad arrivare sulla dorsale erbosa quando ormai siamo al suo termine. Bellissima la vista sulla sottostante valle della Sancia, dove un placido torrente serpeggia tra prati e pascoli (vedi escursione al Bivacco Cà Bianca del 12/07/2014). Da qui i bolli divengono più evidenti e li seguiamo camminando nelle vicinanze della dorsale che alterna tratti erbosi a qualche roccia e a grossi massi spigolosi. Arrivati ad un'evidente sella preceduta da una piccola discesa, ci troviamo a 2423 Mt. Qui una palina ci segnala il bivacco. Proseguiamo lungo l'evidente percorso, ora più pietroso. Un lungo traverso tra sfasciumi, balze erbose e pietrose, ci conduce in circa 30' al cospetto dell'accogliente bivacco del Servizio (2585 Mt., 2 h. dalla partenza), posto pochi metri sotto l'omonimo passo. Salendo anche al vicinissimo passo, possiamo ammirare la sottostante zona del Lago di Truzzo e la piramidale vetta del Pizzo Quadro verso destra. Dal bivacco è inoltre possibile godere della vista sulla valle di Spluga con tutte le sue principali e bellissime cime: dal Gruppo del Suretta, allo Spadolazzo, il Timun, il Groppera e l'inconfondibile Pizzo Stella. Saliamo ora oltre il bivacco, seguendo i bolli bianchi e rossi fino ad un dosso pietroso. Qui proseguiamo in piano verso l'evidente vallone che scende al sottostante Lago di Truzzo. La discesa nel vallone inizia con un ripido tratto sdruciolevole che alterna pietrame e lastre posto stabili. Giunti sotto ad una ripida parete alla nostra destra, lasciamo alla nostra sinistra la diretta discesa che scende nel vallone suddetto e continuiamo in falsopiano verso l'evidente sella, posta più in alto, che indica l'inizio della cresta Est di salita al Pizzo Quadro. Camminiamo su stretto sentierino sassoso che, senza difficoltà, ma un poco faticoso, ci consente di guadagnare quota fino ad arrivare ai 2780 metri di altezza della sella. Da qui, saliamo la ripida e pietrosa cresta (invero più una dorsale larga e priva di difficoltà) seguendo alcuni ometti. Il sentierino, piuttosto ripido e a tratti instabile, sale con numerosi tornantini questo faticoso tratto della salita. Più si sale, più la dorsale si restringe, fino a divernire quasi una cresta vera e propria, ma mai stretta o area, anzi piuttosto larga e con varie alternative di passaggi. Solo nel finale dobbiamo affrontare un paio di saltelli rocciosi più impegnativi (nulla di difficile), nell'ordine del I grado e qualche gradone un poco esposto. Giunti così al cospetto della croce di metallo, posta alla sommità di alcuni blocchi squadrati, ci godiamo l'ampissimo panorama, come da poche altre cime si vede. Dalla croce possiamo proseguire oltre, lungo l'ampia e pianeggiante sommità del Pizzo Quadro e ammirare altri scorci sulle vallate sottostanti.
Discesa
Ripercorriamo a ritroso l'itinerario di salita. È possibile allungare la discesa: una volta arrivati sull'ampia strada sterrata, andare verso la località San Sisto dove si trova una bella chiesetta isolata che merita sicuramente una visita. Da qui è poi facile tornare a Starleggia lungo un evidente e ben indicato sentiero. |
Note |
Per
altre foto ed informazioni (ma soprattutto per vedere la pancia che aveva il
Golem...!!!), guarda la relazione del 06/07/2019. In molte relazioni
sia in rete che su libri, la salita della crestona finale viene
descritta con passaggi di II grado obbligati ed esposti: noi non ne
abbiamo trovato traccia, concedendo al massimo un paio di passaggi di
I grado su blocchi e gardoni. |
Commenti vari |
Nell'estate del 2019 Guly e Omar avevano già tentato la salita al
Pizzo Quadro; per una serie di problemi legati alla scarsa preparazione
e allo scarsissimo allenamento dell'occhialuto bresciano, i nostri due eroi
avevano dovuto rinunciare alla vetta, accontentandosi di arrivare (per
miracolo...) al Bivacco del Servizio. Da quel giorno lontano, il Pizzo
Quadro è stato un orrendo ricordo per il Guglielmo, il quale non ha mai più
voluto ritentare la salita. Fino al giorno in cui il testardo Omar ha
imposto come decisione insindacabile il nuovo tentativo alla bella cima
della Val Chiavenna. A nulla sono valse le suppliche e le lagne del
Golem, nonché i capricci da bambino, per far cambiare idea al vecchio
Omar. Qui sotto segue un estratto dei messaggi intercorsi tra i due inseparabili
camminatori che hanno preceduto il giorno dell'escursione. Giusto per
farvi capire l'instabilità mentale di questi due pseudo-camminatori, e quanto
siate pazzi voi che leggete, e che – cosa ancora peggiore – vi fidate delle loro indicazioni...
Guly [Domenica sera] - "Dove Vuoi andare sabato?"
Omar - "Affrontiamo la tua nemesi! Non puoi scappare in eterno... E' l'ora dei conti! Pizzo Quadro!!!!"
Guly [Lunedì pomeriggio] - "Stanotte ho fatto un incubo tremendo.
Ero per terra ansimante, graffiato a sangue, tutto coperto di sassi,
ciuffi d'erba spinosa e bagole di capra, mentre nugoli di mosche
banchettavano tra le mie carni dilaniate". Continua: "Dalla mia bocca
usciva qualcosa che sembrava un parafulmine e ti lascio immaginare da
dove passasse il cavo della messa a terra... Cercavo di rialzarmi e
chiedere aiuto, ma niente... nessuno attorno si curava di me". E poi:
"Soltanto lì, a poco distanza, c'era una ceffo torvo, dalle sembianze
vagamente familiari. Sicuramente più grezzo del Gigiat [leggendario
mostro selvaggio della Valtellina, ndr], con il naso bianco e unto di crema, il
coppino ustionato e una maglietta talmente fosforescente da
abbagliarmi, che emetteva versi gutturali che non riuscivo a capire,
mentre si ficcava in bocca del cibo... Erano suoni primordiali, i suoi,
che parevano fuoriuscire dalla viscere della terra e, credo che
sarebbero state risate, se solo costui fosse stato umano come lo sono
io..." Finisce: "Tra i vari suoni disarticolati che le mie orecchie
portavano alla mia mente, mi è parso di intendere le seguenti parole:
«HAJ VISTO CHE CI SHEI VENNUTO DINNUOVVO HUL PHIZO CUADHRO? AHAHAH AHAH
AHAHAHAHAHAHA!!...»".
Omar - "Sei da analisi...".
Guly - "Dici che è un presagio di morte??!!".
Omar - "E' una certezza!".
Guly - "Va bene, detterò le mie volontà entro venerdì".
Omar [il giorno dopo] - "Ho fatto delle ricerche...". Continua: "C'è
solo un modo per evitare il destino già scritto: un rito antico
quanto il mondo e di cui sono io l'ultimo depositario. Se hai cara la
tua povera e misera vita, dovrai fare ciò che solo io
conosco... Riceverai mie indicazioni durante il giorno e per i prossimi
giorni a venire. Attieniti a quanto ti verrà chiesto. E forse
(forse...) sabato sera tornerai a casa sulle tue gambe".
Guly - " :)"
Omar - "Non c'è un caz... da ridere. Non sai neppure in che casino ti sei cacciato!"
Guly - "OK. Sono in totale devozione di questa Grande e Fatale Montagna".
Omar [il giorno dopo ancora] - "Per calmare le ire della Bastia del
Quadro, sabato dovrai portare dei biscotti... pregiati. Al cioccolato. Poi dovrai
indossare qualcosa di rosa... meglio se di intimo rosa. Depilati il
corpo, tranne le ascelle". Poi prosegue così: "Tre giorni prima
dell'incontro con la Bestia, dovrai bere 4 litri d'acqua e nutrirti
solo di uva e anguria". Termina: "La mattina del sabato accertati di
esserti scaricato completamente".
Guly [subito dopo] - "Ehm... per il parafulmine?". "Il rito mi pare peggiore dell'incubo...". "Ma obbedirò!".
Omar - "Il parafulmine era solo un simbolo... l'effetto sarà di gran
lunga peggiore!". "Dovrai presentarti al Suo cospetto da persona umile
e prostrata. Il resto lo scoprirai sulla cima".
Omar [giovedì] - Ho sentito che sabato c'è la festa del G****a [censura]. Ci vai?"
Guly - "No!!! Ho un conto in sospeso con un fottuto mucchio di sassi!!"
Omar "Ahh... non fuggi il tuo destino! Bravo! Forse la Bestia sarà
clemente con te... Oppure più ingrifata... ehmm volevo dire arrabbiata
perchè osi sfidarlo!"
Omar [venerdì] - "Come hai passato la notte? altri incubi? Premonizioni nefaste? Sei già morto?".
Guly - "Ho intrapreso un arduo cammino di auto motivazione". "Non fa fale... non fa male...".
Omar - "Se vuoi sopravvivere a domani, presentati alle 6.00 a casa mia". "Molta acqua..."
Guly - "Stasera ho l'appuntamento col notaio per le ultime volontà. Per
il resto ho già sistemato tutto. Ho anche cancellato i miei filmini
compromettenti dal pc".
Seguono altri messaggi per organizzare meglio la camminata e l'incontro tra i due.
Non ci crederete, ma alla fine, come potete vedere dalle foto, tutto è
andato per il meglio, contrariamente a quanto profetizzato dai sogni
del bresciano. Questo, nonostante a poche decine di metri dalla cima,
un escursionista che ci precedeva abbia pensato bene di bombardarci con
pietruzze e sassi. Interrogato sul perchè lo avesse fatto, il tapino
non sapeva dare spiegazioni comprensibili e dal suo sguardo vacuo ed
assente abbiamo capito che probabilmente non fosse completamente in
possesso delle sue facoltà mentali. Secondo Omar il tale era stato
posseduto dalla Bestia del Pizzo Quadro che ha tentato di farci fuori.
Perfino il buon Omar, in un paio di occasioni, ha avvertito (testuali
parole sue...) "l'improvviso e immotivato desiderio di spingere il
compagno giù dal ripido pendio sottostante…", resistendo a fatica dal
compiere quello che gli è parso essere un ordine che continuava a
girargli nella testa.
Sarà... ma alla fine i due sono tornati sani e salvi dal Pizzo Quadro e
hanno potuto bersi una bella birra in compagnia e mangiarsi dei
pregiatissimi biscotti... al cioccolato. È stato proprio al bar che,
mentre il Guly accavallava le gambe, Omar ha potuto vedere i calzini
rosa dell'amico... e poi la barba ben fatta. Allo sguardo interrogativo e stupito del bergamasco, il
bresciano ha risposto "Avevi detto qualcosa di rosa... e di depilarmi... e non parlarmi
più di anguria ed uva per un mese che mi è venuto pure il cagotto… Ok?".
La lunghezza totale del nostro percorso è stata di 13,67 Km. La velocità media (comprese le soste) è risultata essere pari a 1,9 Km/h.
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Guly in avvicinamento al bivacco |
Omar scruta verso la cima, giunto al passo sopra il bivacco |
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Salita al Pizzo Quadro oltre il bivacco |
Panorama verso il bivacco, nel cerchiolino rosso |
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La parte finale della crestona, con Guly nel cerchio |
Guly affronta i facili gradoni verso la vetta |
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Omar sale le ultime rocce sotto la cima |
Sassi sulla cima del Pizzo Quadro |
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Panorama sulla Val Chiavenna e sul Lago Truzzo |
Precipizio “fotogenico” lungo la cresta, durante la discesa |
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Rilievi GPS |
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