Descrizione generale
Il Monte Gallo (567 Mt.) non è una montagna con una cima unica,
ma bensì un grosso monte sul quale possiamo individuare alcune cime
principali. Da ovest a est sono: il Pizzo Vuletta 393 (Mt.), il
Monte Santa Margherita (494 Mt., dove corrono le vie Il Canto del Gallo, Palermo in love, ecc.), il Pizzo Vuturo o dell'Avvoltoio (512 Mt.), il Pizzo della
Sella (567 Mt., che è la cima più alta del Monte Gallo), la Quota
527 o Ex semaforo (dove corre la via Una fessura di lì, una fessura di là).
Il concatenamento qui proposto è l'unione di due esposte e panoramiche creste. Sono talmente contigue l'una all'altra da far si che il concatenamento sia molto logico e naturale; potrebbe quasi considerarsi una cresta unica, se non fosse che sono state aperte in anni e da persone differenti. L'unione ne fa uno degli itinerari più lunghi di tutta la Sicilia.
La prima cresta raggiunge la cima di un torrione che porta il nome di "Quota 280". E' la Cresta del Marco ruspante ed è stata aperta da Roby Manfrè Scuderi e Marco Geri con Alessandro Bellavista e Marco Bonamini il 27 dicembre 1981.
La seconda cresta invece, dalla cima di Quota 280, porta sulla cima del Monte Santa Margherita. E' la Cresta dei Fiori di primavera
ed è stata aperta ancora da Roby Manfrè Scuderi accompagnato, questa volta, da Gianfranco Salatiello il 25 marzo 1984. In realtà si giunge sulla cima di Quota 494, separata da una sella erbosa dalla cima vera e propria di Monte Santa Margherita (stessa quota).
Arrampicata sempre abbastanza esposta con alcuni passaggi molto aerei. I tratti più difficili sono dei brevi muretti verticali.
Attacco, descrizione della via
Raggiungere il paese di Sferracavallo e portarsi nella località
di Barcarello. I parcheggi a lato della strada sono tutti a
pagamento, conviene quindi arrivare al termine della strada nella
zona della Riserva Naturale Orientata Capo Gallo dove si può ancora
posteggiare gratuitamente. Percorrere a piedi il lungomare, in direzione dell'ingresso della riserva, costeggiando le recinzioni delle case. Dove finiscono, poco prima del cancello della riserva, si sale verso le pareti. Appena possibile, seguendo delle vaghe tracce, si obliqua verso destra oltrepassando alcune recinzioni con filo spinato (fortunatamente tagliato nei punti di passaggio). Si raggiunge il punto più basso della parete dove parte un pronunciato sperone che potrebbe trarre in inganno (via E la pancia non c'è più). Proseguire ancora verso destra, guadagnando leggermente quota, fino alla base della cresta (sull'adiacente parete ovest si trovano alcuni interessanti itinerari. Da sx a dx: Galline in fuga, Troppi galli nel pollaio, Il prigioniero, Il clandestino, Gli esclusi, Gli infedeli, I battitori liberi e Solstizio d'inverno).
PS: ad aprile 2018 abbiamo testato un avvicinamento più comodo: dal parcheggio tornare leggermente indietro fino al civico n.61 ed imboccare la strada fra le case fino al suo termine. Qui, per ripido pendio seguendo una vaga traccia, si sale fino alla base dell'evidente cresta.
E' molto difficile mettersi a descrivere le lunghezze di corda anche
perché si potrebbero percorrere dei lunghi tratti in conserva. Il percorso non è quasi mai obbligato e le protezioni presenti sono pochissime (avendo inoltre percorso la cresta slegato non vi ho nemmeno prestato molta attenzione). Descriviamo quindi il percorso sommario della cresta, lasciando ai ripetitori libero arbitrio sulle modalità di assicurazione.
Cresta del Marco Ruspante:
tutto il percorso si svolge prevalentemente stando sul lato destro della cresta, meno esposto e verticale.
L'attacco originale sarebbe pochi metri a sinistra (lato mare) dell'inizio della cresta. Mi è sembrato un po' vegetato ed ho preferito partire direttamente all'inizio della stessa. Si prosegue fino ad un primo pilastro e lo si aggira a destra salendo subito dopo ad un intaglio (II, III). Si supera la paretina soprastante (IV-) raggiungendo un terrazzino (1 clessidra con cordone) alla base di un breve muretto leggermente strapiombante (passo chiave, IV). Lo si supera e poi si resta sulla destra verso il canale. Si sale diverse decine di metri fino a quando si vede l'ultimo grosso torrione dall'aspetto decisamente repulsivo (II, III, 1 clessidra con cordone). Si raggiunge la forcella alla sua base proprio sul filo di cresta (golfaro) e si scopre una rampa che permette di risalirlo facilmente sulla sinistra raggiungendo la cima di Quota 280. Si continua ora su cresta frastagliata e molto esposta con alcuni facili sali-scendi tra dei piccoli torrioni (II, clessidra con cordini logori) fino ad una forcella. Da qui si può scendere nel canale a destra (quello che costeggia tutta la cresta) o continuare per la Cresta dei Fiori di primavera.
Circa 250 Mt., principalmente II e III, tratto di IV- e tratto di IV, trovate 3 clessidre con cordone, 1 golfaro.
Cresta dei Fiori di Primavera:
inizia dalla forcella dove termina la Cresta del Marco ruspante. Si supera il primo breve risalto facilmente sul lato sinistro e poi si punta al canale con evidente pianta per superarlo nel suo centro. Su
ancora per muretto articolato fino a raggiungere un tratto più pianeggiante (fino qui II e III). Percorrere tutto il tratto pianeggiante, facile ma esposto (scivoloso con rocce umide), con dei piccoli saliscendi tra i torrioncini della cresta e stando a tratti ora sul lato sinistro ed ora sul lato destro (II). Si raggiunge la parete nord del Monte Santa Margherita. Da qui è possibile abbandonare la cresta scendendo nel canale sul versante nord (sinistra). Superare la placchetta soprastante spostandosi leggermente a sinistra (IV) e poi continuare su terreno un po' vegetato fino ad una stretta cengetta (la cengetta è più o meno sulla verticale della placchetta di IV ma bisogna zig-zagare leggermente a sinistra e destra per raggiungerla). Spostarsi all'estremità destra della cengetta, superare il diedrino (IV-), e poi seguire le tracce delle capre che salgono verso sinistra fino alla cima.
Circa 450 Mt., principalmente II, tratti di III e uno di IV. Nessuna protezione trovata.
Discesa
Si scende il pendio erboso sul versante opposto a quello di
salita. Tenersi sulla sinistra puntando alla forcella con grosso masso (ometto sopra al masso, è la prima forcella che si vede sulla sinistra - nord). Scendere nel canale sottostante, per traccia più o meno evidente, tendendo a destra (viso a valle, alcuni ometti indicano il percorso). Si raggiunge infine un comodo e largo sentiero che, seguito prima verso destra e ad un bivio verso sinistra, riporta sul lungomare. Da qui in breve si è nuovamente al parcheggio. |