Descrizione generale
Bella escursione, di un certo impegno fisico a seguito delle pendenze e del dislivello, ad un'interessante cima delle orobie posta in alta Valle Seriana, in una delle zone più affascinanti del territorio bergamasco. Le difficoltà tecniche contenute e la possibilità di dividere in due giornate la camminata (con pernotto al rifugio Curò o al nuovo adiacente ostello), la rendono adatta ad un maggior numero di escursionisti, rispetto al suo svolgimento in un solo giorno (calcolate almeno 10 ore con le pause), nel qual caso, richiede invece un'ottima preparazione fisica. Ampissimo il panorama dalla vetta e molto belli gli ambienti che si susseguono durante l'escursione.
Descrizione percorso
Da Valbondione, in alta Valle Seriana, si sale lungo l'ampio e sterrato sentiero 305 che in meno di 2 ore porta al rifugio Antonio Curò. Inizialmente si cammina nel bosco, poi, sempre su comodo e ampio sentiero, si fuoriesce da questo per iniziare un lungo tratto tra prati. Il percorso taglia i ripidi pendii che scendono dall'alta vallata in cui siamo immersi. La zona del rifugio è ben presto visibile, poco a destra del salto delle cascate del fiume Serio (aperte varie volte durante l'anno, quando vengono rilasciate per alcuni minuti le acqua imprigionate nel bacino artificiale del
lago Barbellino), ma il tragitto è ancora lungo, anche se non faticoso e compie un ampio giro verso destra per poi tornare a sinistra, passare lungo una comoda ed ampia cengia tagliata nella roccia verticale del Monte Verme e quindi arrivare alle soglie del rifugio Curò (1915
Mt.) da poco affiancato dall'ostello Barbellino. Il rifugio è posto sopra il bellissimo invaso artificiale del Barbellino, dal colore turchese intenso. Seguiamo ora la pianeggiante e comoda strada sterrata militare che costeggia il lago sul lato destro (per chi sale) e porta in circa 1 ora al lago
naturale del Barbellino dove si trova il rifugio Barbellino. Poco prima di arrivare al lago naturale, si attraversa il fiume serio (nato qualche centinaio di metri più in alto) sopra ad un ponticello in cemento e ci si porta sul versante opposto della valle, entrando nella ripida Valle di Malgina. Subito dopo una palina ci indica il sentiero 310 per il bel lago di Malgina. Altre indicazioni ci invitano ad andare verso sinistra, mentre a destra ci si incamminerebbe verso la zona del Passo di Caronella. Saliamo quindi a sinistra tra prati e massi. Ci dirigiamo verso una evidente gola che scende dalla stretta valle sopra le nostre teste. Attraversiamo la gola su di un ponticello e continuiamo a salire lungo il lato sinistro orografico del torrente che riattraversiamo ancora un paio di volte. Dopo un breve traverso su erba, risaliamo la parte finale della valle e sbuchiamo nei pressi del
lago di Malgina (2239 Mt.) in una zona caratterizzata da alti massi levigati alla nostra destra. Già da qui il panorama è grandioso: in lontananza, sul lato opposto della valle, in direzione sud-est, si vede il Monte Gleno con la sottostante vedretta del Trobio, la sottile cresta verso il Pizzo Tre Confini e la parete scura del Recastello. Al lago, il sentiero 310 prosegue verso destra, mentre noi andiamo a sinistra lungo una grande pietraia rossastra dove numerosi bolli rossi ed una scritta ci indirizzano in alto, verso il Pizzo del Diavolo di Malgina. Al termine della pietraia, procediamo verso destra per risalire due piccoli dossi dove spesso riposano numerosi statuari stambecchi. Da qui si ha una bellissima vista sul sottostante lago di Malgina. In questa zona si vede spesso anche un laghetto effimero, generato dallo scioglimento delle nevi che rimangono anche fino a tarda estate, dominato dalla mole del Pizzo di Cavrel. Pieghiamo ora a sinistra (scritta su di un masso) e saliamo per sfasciumi e pietraie costituite da materiale più piccolo e, a tratti, scivoloso. Arrivati in cresta, presso il Passo di Malgina, si prosegue con un traverso sotto quest'ultima fino ad un valloncello che si risale facendo attenzione al terreno sdrucciolevole e poco oltre si giunge ad una specie di intaglio dal quale, in pochi minuti, si è al cospetto della croce di vetta con campana.
Discesa
A ritroso seguendo il medesimo itinerario della salita. |