Pizzo del Diavolo di Malgina

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Valbondione (BG)
Quota partenza 900 Mt. Quota di arrivo 2926 Mt.
Dislivello totale 2050 Mt. Data di uscita 22/08/2015
Ore di salita 5 h. abbondanti Ore di discesa 3 h. 30'
Sentieri utilizzati n. 305, 310 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Luminosissima e calda giornata estiva. Sentieri ottimamente segnalati ed evidenti fino a dove si abbandona il sentiero che dal rifugio Curò porta al lago naturale del Barbellino. Tracce segnalate ed evidenti nel resto della salita fino alla vetta.

Eventuali pericoli
Nessuno in particolare. Attenzione al terreno molto friabile della cima.
Presenza di acqua
Acqua presso il rifugio Curò e poco oltre, lungo il sentiero pianeggiante verso il lago naturale del Barbellino.
Punti di appoggio
Dopo meno di 2 ore d Valbondione arriverete al rifugio Antonio Curò, nelle cui immediate vicinanze è da poco sorto un ostello di montagna particolarmente accogliente. Più avanti, a meno di 1 ora di cammino in quasi totale pianura, potete arrivare, con una breve deviazione dal percorso per la cima, al rifugio CSI Barbellino, sulle rive del Lago naturale del Barbellino, dove si trova anche una colonnina del pronto soccorso.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla. Eventualmente portatevi un paio di pedule leggere per la discesa dal rifugio Curò fino a Valbondione.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Bella escursione, di un certo impegno fisico a seguito delle pendenze e del dislivello, ad un'interessante cima delle orobie posta in alta Valle Seriana, in una delle zone più affascinanti del territorio bergamasco. Le difficoltà tecniche contenute e la possibilità di dividere in due giornate la camminata (con pernotto al rifugio Curò o al nuovo adiacente ostello), la rendono adatta ad un maggior numero di escursionisti, rispetto al suo svolgimento in un solo giorno (calcolate almeno 10 ore con le pause), nel qual caso, richiede invece un'ottima preparazione fisica. Ampissimo il panorama dalla vetta e molto belli gli ambienti che si susseguono durante l'escursione.
Descrizione percorso
Da Valbondione, in alta Valle Seriana, si sale lungo l'ampio e sterrato sentiero 305 che in meno di 2 ore porta al rifugio Antonio Curò. Inizialmente si cammina nel bosco, poi, sempre su comodo e ampio sentiero, si fuoriesce da questo per iniziare un lungo tratto tra prati. Il percorso taglia i ripidi pendii che scendono dall'alta vallata in cui siamo immersi. La zona del rifugio è ben presto visibile, poco a destra del salto delle cascate del fiume Serio (aperte varie volte durante l'anno, quando vengono rilasciate per alcuni minuti le acqua imprigionate nel bacino artificiale del lago Barbellino), ma il tragitto è ancora lungo, anche se non faticoso e compie un ampio giro verso destra per poi tornare a sinistra, passare lungo una comoda ed ampia cengia tagliata nella roccia verticale del Monte Verme e quindi arrivare alle soglie del rifugio Curò (1915 Mt.) da poco affiancato dall'ostello Barbellino. Il rifugio è posto sopra il bellissimo invaso artificiale del Barbellino, dal colore turchese intenso. Seguiamo ora la pianeggiante e comoda strada sterrata militare che costeggia il lago sul lato destro (per chi sale) e porta in circa 1 ora al lago naturale del Barbellino dove si trova il rifugio Barbellino. Poco prima di arrivare al lago naturale, si attraversa il fiume serio (nato qualche centinaio di metri più in alto) sopra ad un ponticello in cemento e ci si porta sul versante opposto della valle, entrando nella ripida Valle di Malgina. Subito dopo una palina ci indica il sentiero 310 per il bel lago di Malgina. Altre indicazioni ci invitano ad andare verso sinistra, mentre a destra ci si incamminerebbe verso la zona del Passo di Caronella. Saliamo quindi a sinistra tra prati e massi. Ci dirigiamo verso una evidente gola che scende dalla stretta valle sopra le nostre teste. Attraversiamo la gola su di un ponticello e continuiamo a salire lungo il lato sinistro orografico del torrente che riattraversiamo ancora un paio di volte. Dopo un breve traverso su erba, risaliamo la parte finale della valle e sbuchiamo nei pressi del lago di Malgina (2239 Mt.) in una zona caratterizzata da alti massi levigati alla nostra destra. Già da qui il panorama è grandioso: in lontananza, sul lato opposto della valle, in direzione sud-est, si vede il Monte Gleno con la sottostante vedretta del Trobio, la sottile cresta verso il Pizzo Tre Confini e la parete scura del Recastello. Al lago, il sentiero 310 prosegue verso destra, mentre noi andiamo a sinistra lungo una grande pietraia rossastra dove numerosi bolli rossi ed una scritta ci indirizzano in alto, verso il Pizzo del Diavolo di Malgina. Al termine della pietraia, procediamo verso destra per risalire due piccoli dossi dove spesso riposano numerosi statuari stambecchi. Da qui si ha una bellissima vista sul sottostante lago di Malgina. In questa zona si vede spesso anche un laghetto effimero, generato dallo scioglimento delle nevi che rimangono anche fino a tarda estate, dominato dalla mole del Pizzo di Cavrel. Pieghiamo ora a sinistra (scritta su di un masso) e saliamo per sfasciumi e pietraie costituite da materiale più piccolo e, a tratti, scivoloso. Arrivati in cresta, presso il Passo di Malgina, si prosegue con un traverso sotto quest'ultima fino ad un valloncello che si risale facendo attenzione al terreno sdrucciolevole e poco oltre si giunge ad una specie di intaglio dal quale, in pochi minuti, si è al cospetto della croce di vetta con campana.
Discesa
A ritroso seguendo il medesimo itinerario della salita.

Note
Il Pizzo del Diavolo di Malgina non è da confondere con il ben più noto e frequentato Pizzo del Diavolo di Tenda posto sopra la zona del rifugio Calvi in Val Brembana. Nelle foto sottostanti, la prima e l'ultima sono state scattate durante una salita al Monte Gleno.
Commenti vari
Un saluto alle due simpatiche cugine incontrate durante la discesa dal rifugio Curò e con le quali ho avuto ampi scambi di vedute sugli argomenti più diversi: dalle montagne ai... ciclisti ubriachi e molesti! Complimenti anche al signore che mi ha tenuto piacevole compagnia nell'ultima parte di salita, tirandomi anche un po' il collo: 69 anni di forza e grinta!
Altre ripetizioni
Avevamo già tentato la salita a questa vetta nel lontano 2002 ma ci eravamo fermati poche decine di metri sotto la vetta a causa dell'eccessiva presenza di neve e la nostra inesperienza! Clicca qui per vedere la relazione di quella salita.
   

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Il Bacino artificiale del Lago del Barbellino

Un bel gruppo di stambecchi in Valle di Malgina

   

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Il bel Lago di Malgina

L'ultimo tratto di salita alla piramide del Diavolo di Malgina

   

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Omar accanto alla croce del Diavolo di Malgina

Il Diavolo di Malgina visto dalla vedretta del Trobio

 

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