Descrizione generale
La Cima d'Ambiéz è senza dubbio la più frequentata dell'omonima valle. Sull'imponente scudo della sua parete est sono stati tracciati, nel corso degli anni, decine di itinerari. La caratteristica principale che li accomuna tutti è la stupenda qualità della roccia che si presenta molto ruvida e solida.
La via Fox/Stenico per la sua logicità, le difficoltà contenute, l'abbondante chiodatura e la lunghezza inferiore rispetto alle altre vie è sicuramente la più ripetuta della parte e tra le più frequentate dell'intero gruppo di Brenta. Aperta dai forti alpinisti trentini Pino Fox e Marino Stenico l'8 agosto 1939 segue un sistema di fessure, forse l'unico di questa zona compatta della parete, regalando un'arrampicata esposta ed atletica. Il primo tratto difficile è attrezzato con numerosi chiodi, sul resto dell'itinerario se ne trovano un po' meno ma è sempre facile integrare con protezioni veloci o clessidre. Recentemente, in quasi tutte le soste, è stato aggiunto un fix con maglia rapida. E' un itinerario che può essere sfruttato come approccio alle vie più impegnative della parete.
Attacco, descrizione della via
Dal San Lorenzo in Banale (TN) si seguono le indicazioni per il ristoro Dolomiti dove è presente un ampio parcheggio. Da qui si imbocca la strada carrozzabile e si sale fino al rifugio Cacciatore. Questo tratto (circa 2-2,5 h.) è evitabile usufruendo del servizio taxi jeep. Dal Cacciatore si imbocca il sentiero n. 325 che sale al rifugio Silvio Agostini. E' anche possibile seguire la strada carrozzabile (n. 325 bis) che compie un giro più ampio. Il rifugio è contornato da molte cime. La Cima d'Ambiéz è forse la più imponente, già ben visibile anche dal rifugio Cacciatore, e si presenta con una grossa e compatta muraglia. Dal rifugio Agostini si imbocca il sentiero 358 che sale in direzione della vedretta d'Ambiéz. Si costeggiano le pareti sul lato sinistro del vallone (viso a monte) fino a giungere sotto lo zoccolo della Cima d'Ambiéz. Lo si supera facilmente con l'ausilio di tre brevi tratti attrezzati, che permettono di evitare di transitare sulla vedretta, e si giunge alla base della parete vera e propria. Si percorre l'esposta cengia verso sinistra (oltrepassando gli attacchi di numerose vie). Qualche metro più a sinistra della via Vienna (targhetta di legno con inciso "vienna") si notano in alto le due famose fessure parallele dette "orecchie". Sotto si esse un sistema di fessure scende verticale su roccia nera fino a pochi metri sopra la cengia. Si risalgono i facili risalti rocciosi fino alla base della fessura dove si trova l'attacco (terrazzino con grosso masso).
1° tiro:
aggirare lo strapiombino a sinistra e risalire il diedro fino a raggiungere un muretto strapiombante. Lo si supera verso destra e si continua nella fessura fino alla sosta (1 chiodo+1 fix con maglia rapida+cordoni+1 altro chiodo). 35 Mt., V+, VI oppure A0, V+, 9 chiodi.
2° tiro:
leggermente a destra prendendo un bel diedro fessurato che si segue fino al comodo terrazzino di sosta (2 chiodi+1 fix con maglia rapida) sotto uno strapiombino giallo. 40 Mt., V, IV+, 5 chiodi.
3° tiro:
superare direttamente lo strapiombino appena a destra della sosta. Traversare 1 metro a sinistra prendendo una fessura che si segue fino al suo termine (possibile sosta). Si supera un muretto strapiombante e poi per diedro giallastro uscendo a destra e raggiungendo la sosta
(1 chiodo+1 fix+cordoni+maglia rapida). 40 Mt., V+, V, V+, 2 chiodi, 2 soste intermedie (chiodi+cordoni).
4° tiro:
da qui è possibile scegliere se seguire "l'orecchio" destro o sinistro. Noi abbiamo seguito quello destro (molto bello).
Per placchetta e muretto verticale in obliquo verso destra puntando alla base dell'orecchia dove si sosta (3 chiodi+1 clessidra+cordoni).
15 Mt., IV-, V, III, 2 chiodi.
5° tiro:
alzarsi e seguire il diedro/camino (molto bello) fino al suo termine dove si sosta comodamente (2 clessidre+cordoni+moschettone).
35 Mt., V, V-, 3 chiodi, 1 clessidra con cordone.
6° tiro:
seguire il canale verso sinistra. Si supera un breve salto verticale e poi si continua sempre in obliquo verso sinistra per rocce via via più semplici. Si sosta (1 chiodo con cordino) un poco a destra di due grossi pilastri in mezzo ai quali si può passare.
55 Mt., IV, V-, III, II, 2 clessidre con cordone, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordino).
Passare in mezzo ai due pilastri e poi alzarsi circa una decina di metri su rocce articolate fino a raggiungere una larga cengia detritica. Circa 20 Mt., II. Seguire la cengia verso sinistra fino ad incontrare la via Normale che sale in vetta (ometti, tratti di II decisamente esposti, necessari circa 30'). Possibile iniziare direttamente la discesa.
Discesa
La discesa avviene seguendo la via Normale che corre lungo la cresta Sud, con un percorso a zig-zag (numerosi ometti), superando passaggi molto esposti di I e II. In caso di nebbia è molto difficile individuare il giusto percorso da seguire. Lungo l'itinerario sono state posizionate diverse soste a fittoni resinati che consentono di compiere delle veloci corde doppie.
Giunti sulla larga cengia detritica sopra la forcella tra la Cima e i Denti d'Ambiéz identificare un fittone resinato che consente di compiere una calata in corda doppia da 45 Mt.
Guadagnata la forcella, effettuare un’ulteriore calata di 30 Mt. (2 fittoni+catena+anello) per poi scendere lungo facili roccette (II, presente una sosta per un’eventuale calata) fino alla cengia che riporta all'attacco. Mediante lo stesso percorso d'avvicinamento, ritornare al rifugio Agostini e quindi al parcheggio. |