Descrizione generale
La Cima d'Ambiéz è senza dubbio la più frequentata dell'omonima valle. Sull'imponente scudo della sua parete est sono stati tracciati, nel corso degli anni, decine di itinerari. La caratteristica principale che li accomuna tutti è la stupenda qualità della roccia che si presenta molto ruvida e solida.
La via della Soddisfazione sale nella zona centrale e di massimo sviluppo della parete stando appena a destra dell'evidente colata nera dove passano le vie Linea nera e Sogno libero. Salita in un primo tentativo nel febbraio 1982 da Andrea Bosetti, Elio Orlandi e Livio Rigotti è poi stata terminata il 7 luglio 1982 dai tre con la partecipazione anche di Ermanno Salvaterra. L'itinerario originale, nato col concetto della salita a "goccia", presenta un primo tiro sotto la verticale della colata nera molto impegnativo e con dei passaggi in artificiale (V+ e A2/VII e A1). Attacco attualmente un po' accantonato dai comuni ripetitori a favore del raccordo più semplice a logico che segue la prima lunghezza della via Stenico/Girardi. Arrampicata elegante e tecnica, a tratti anche atletica, su difficoltà sempre molto costanti e con chiodatura tradizionale e decisamente ridotta. E' fondamentale sapersi proteggere bene con protezioni veloci. Le soste sono tutte presenti ed in alcuni casi facilmente integrabili con clessidre o friend.
Un itinerario di sicura "soddisfazione".
Attacco, descrizione della via
Dal San Lorenzo in Banale (TN) si seguono le indicazioni per il ristoro Dolomiti dove è presente un ampio parcheggio. Da qui si imbocca la strada carrozzabile e si sale fino al rifugio Cacciatore. Questo tratto (circa 2-2,5 h.) è evitabile usufruendo del servizio taxi jeep. Dal Cacciatore si imbocca il sentiero n. 325 che sale al rifugio Silvio Agostini. E' anche possibile seguire la strada carrozzabile (n. 325 bis) che compie un giro più ampio. Il rifugio è contornato da molte cime. La Cima d'Ambiéz è forse la più imponente, già ben visibile anche dal rifugio Cacciatore, e si presenta con una grossa e compatta muraglia. Dal rifugio Agostini si imbocca il sentiero 358 che sale in direzione della vedretta d'Ambiéz. Si costeggiano le pareti sul lato sinistro del vallone (viso a monte) fino a giungere sotto lo zoccolo della Cima d'Ambiéz. Lo si supera facilmente con l'ausilio di tre brevi tratti attrezzati, che permettono di evitare di transitare sulla vedretta, e si giunge alla base della parete vera e propria. Si percorre brevemente la cengia verso sinistra (senza arrivare a un tratto molto esposto) fermandosi in corrispondenza di una piccola nicchia con crocefisso di legno, una targa in memoria del ventenne Michael Bottamedi e una sosta formata da 2 chiodi+cordone+moschettone. Questo non è l'attacco originale ma quello in comune con la via Stenico/Girardi e Magico Alverman che, in realtà, ha quasi sostituito quello originale.
1° tiro:
prendere la breve fessura/diedro a destra della sosta. Al suo termine alzarsi 4 o 5 metri e obliquare a sinistra fino alla sosta (3 chiodi).
35 Mt., IV+, V, 4 chiodi.
2° tiro:
seguire la fessura sulla sinistra formata da un vago pilastrino. Al suo termine netto traverso a sinistra raggiungendo la fessura dove si sosta (2 chiodi+cordoni). 25 Mt., IV, 1 dado incastrato.
3° tiro:
da qui si riprende l'itinerario originale.
Seguire la fessura fino al primo chiodo (circa 6 metri) indi obliquare a sinistra su muro nero con ottime prese. Successivamente superare uno strapiombino
spostandosi leggermente a destra e seguire ancora una fessura spostandosi, dopo i primi metri, sulla destra. Continuare fino a raggiungere un comodo terrazzino di sosta (3 chiodi).
50 Mt., V, V+, IV+, 2 chiodi, 1 clessidra con cordone, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordone).
4° tiro:
portarsi sotto lo strapiombino e superarlo direttamente. Appena oltre traversare a destra fino a prendere una fessura; in alternativa alzarsi su bella placca a buchi spostandosi a destra più in alto. Seguire la fessura fino alla sosta (1 clessidra con cordone e 2 chiodi+cordini nella fessura sulla destra). 45 Mt., VI, V+, V, 3 chiodi, 1 clessidra con cordone.
5° tiro:
per placchette e rocce articolate, cercando i passaggi più semplici, salire fino un'esile cengia alla base dell'imponente muro giallo/nero che caratterizza i tiri successivi. Noi, verso la fine del tiro, ci siamo spostati leggermente verso destra raggiungendo una sosta (3 chiodi+cordone). Alla stessa altezza, circa 10 metri più a sinistra, c'è un'altra sosta. 40 Mt., IV+, IV.
6° tiro:
aggirare lo strapiombino a sinistra e poi salire tendendo leggermente a destra fin sotto un altro strapiombino. Superarlo direttamente e spostarsi subito a sinistra con movimento delicato. Ci si alza ancora qualche metro e si traversa a sinistra raggiungendo la sosta (3 chiodi). Sulla prima parte del tiro bisogna essere un po' delicati con le prese. 35 Mt., V, V+, VI-, V+, 3 chiodi.
7° tiro:
seguire la fessura molto verticale fino una cornice. Alzarsi con passo atletico e, seguendo la placca a buchi, spostarsi un po' a destra fino a raggiungere la sosta (1 chiodo+1 clessidra+cordino) sulla sinistra di una grossa nicchia gialla. All'interno della nicchia visibili i 2 chiodi della vecchia sosta.
40 Mt., V+, 4 chiodi (2 dei quali vicini), 2 clessidre con cordone.
8° tiro:
per la sovrastante placca obliquando a destra e poi puntare ad un diedrino sulla sinistra. Al suo termine si supera un'ostica placca oltre la quale si sale verso destra su rocce più semplici fino a raggiungere una cornice dove si sosta (2 chiodi).
40 Mt., V-, V+, V, 2 chiodi, 1 clessidra con cordone, 1 dado incastrato.
9° tiro:
obliquare a sinistra per placchette fino alla base di un canalino dove si sosta (1 grossa clessidra con cordone).
30 Mt., V, IV+, 1 chiodo.
10° tiro:
alzarsi brevemente nel canalino, uscire a destra e, seguendo i punti più deboli, raggiungere la larga cengia detritica dove si sosta (da attrezzare). 35 Mt., IV, IV+.
11° tiro:
seguendo il canalino che si trova sulla sinistra, oppure i risalti sulla destra, si sale facilmente fino al grosso cengione dove terminano le difficoltà.
Sosta da attrezzare. 40 Mt., IV, III.
Seguire la cengia verso sinistra (viso a monte, ometti) fino a raggiungere la via Normale mediante la quale è possibile raggiungere in breve la vetta (10') oppure iniziare direttamente la discesa.
Discesa
La discesa avviene seguendo la via Normale che corre lungo la cresta Sud, con un percorso a zig-zag (numerosi ometti), superando passaggi molto esposti di I e II. In caso di nebbia è molto difficile individuare il giusto percorso da seguire. Lungo l'itinerario sono state posizionate diverse soste a fittoni resinati che consentono di compiere delle veloci corde doppie.
Giunti sulla larga cengia detritica sopra la forcella tra la Cima e i Denti d'Ambiéz identificare un fittone resinato che consente di compiere una calata in corda doppia da 45 Mt.
Guadagnata la forcella, effettuare un’ulteriore calata di 30 Mt. (2 fittoni+catena+anello) per poi scendere lungo facili roccette (II, presente una sosta per un’eventuale calata) fino alla cengia che riporta all'attacco. Mediante lo stesso percorso d'avvicinamento, ritornare al rifugio Agostini e quindi al parcheggio. |