Descrizione generale
Bella camminata nella Riserva Regionale delle Valli di San'Antonio, non impegnativa dal punto di vista tecnico, ma sicuramente un po' faticosa da quello fisico. La riserva si estende del territorio del comune di Corteno Golgi, su un'ampia superficie montuosa che comprende le due valli Brandet e Campovecchio, che si uniscono “a Y rovesciata” nella parte più bassa nei pressi delle case di Sant'Antonio. L'ambiente conserva ancora tracce evidenti dell'attività dei ghiacciai pleistocenici, ma soprattutto numerose pregiate specie animali e vegetali. Esteticamente parlando, a causa del paesaggio tipicamente alpino e rigoglioso, sono probabilmente due tra le più belle valli delle Orobie.
Descrizione percorso
Raggiungere Edolo, in alta Valle Camonica, seguendo le indicazioni per il Passo dell'Aprica. Passare oltre i paesi di Cortenedolo e Corteno Golgi, svoltando a sinistra sulla stradina che in un solo chilometro conduce alla frazione di Sant'Antonio, poco prima della quale è stato attrezzato un ampio parcheggio (a pagamento, almeno in estate…). Si prosegue a piedi, e prima di entrare nell'antico nucleo di case costruite in pietra chiamato Sant'Antonio, seguire a sinistra la strada sterrata/acciottolata (sentiero 129) che da qui si addentra nella bellissima Val Brandet. Dopo un primo tratto molto ripido su un tratto a fondo cementato il sentierio diviene molto più piano e godibile, e costeggia delle bellissime radure con delle baite caratteristiche attorniate da fitte foreste di abeti, mentre al di sotto scorre impetuoso il torrente. In fondo alla valle si scorgono già le cime che dominano la Val Brandet: il Palone del Torsolazzo, Cima Lago del Torsolazzo e il Monte Torsoleto. Poco oltre una piccola chiesetta, e poco prima che i prati aperti di fondovalle cedano il posto al fitto della foresta, ecco raggiunto il Rifugio Brandet (1305 Mt., dopo 2 km percorribili in 35 minuti di cammino dalla partenza), ricavato in una bella baita rivestita in legno, come da uso tradizionale di questa zona alpina. Proseguiamo oltre il rifugio e camminiamo piacevolmente e con scarsissima pendenza lungo la suggestiva strada forestale che si addentro nel profondo della valle, costeggiando il bel torrente e delle aree attrezzate per il picnic (c'è anche un bagno pubblico) ancora più avanti un paio di fontane. Ignorare i sentieri che si staccano verso destra e verso sinistra rimanendo sempre nel fondovalle vicino al fiume, dopo circa 4,3 km dalla partenza (1 h. 15' di cammino in tutto) e dopo un piccolo ponticello su un affluente del torrente, si perviene ad un'altra area picnic presso il bivio del sentiero principale, all'inizio di un grande prato disseminato di pietre in cima al quale sorge la Malga Casazza (1474 Mt.), che in estate vende i propri prodotti caseari. a questo bivio teniamo la destra risalendo il margine del prato, seguendo sempre il sentiero 129 con indicazioni per il Lago Picol; da qui in poi il percorso si fa decisamente più ripido, e a tratti un po' sconnesso. Si guadagna rapidamente quota alzandoci dalla testata del fondovalle, e si costeggia una bella cascata che scende spumeggiante a balzi dal pendio. Qui sopra attraversiamo il ruscello traversando un po' verso destra, e la traccia inizia a salire con dei tornanti mentre il bosco si fa più rado e la vista inizia a spaziare libera sulle montagne circostanti. Ormai camminamo su pascoli aperti: si attravesano due piccoli ruscelli e poi si transita tra i ruderi dei muri perimetrali degli edifici che componevano la Malga di Picol (1900 Mt., 2 h. 10' dalla partenza). La strada per raggiungere il lago da qui è ancora abbastanza lunga: si prosegue la salita sul pascolo, e ci si riavvicina subito al torrente che scende dal lago sovrastante, attraversandolo, fino ad arrivare sul greto di un altro corso d'acqua più piccolo. La traccia sale lungo questo ruscello distaccandosene poco dopo verso destra, portandoci a salire un po' faticosamente a zig zag alzandoci di alcune centinaia di metri, mentre il pascolo lascia sempre più posto alle pietre e noi gradualmente ci incanaliamo sul fondo di un vallone roccioso, se nel tratto finale cala di pendenza e poi improvvisamente spalanca di fronte a noi le quinte che svelano il bellissimo Lago di Picol (2378 Mt., 3 h. 10' dalla partenza), che è piuttosto grande in realtà, a dispetto del nome, dalle acque molto scure, ospitato sul fondo di una conca pietrosa davvero molto suggestiva, dominata in fondo dal Monte Torsoleto, ma soprattutto dalla attraente forma aguzza del Castel di Piccolo, posto più vicino proprio sopra il lago. Ma noi non siamo ancora sufficientemente stanchi e soddisfatti, e quindi, incuranti del cielo plumbeo e minaccioso e della nostra forma fisica allo stremo delle forze [scherzo… dai!], proseguiamo verso il Passo di Torsoleto, già visibile in fondo alla conca. Iniziamo a costeggiare il lago passandogli sulla sinistra, in alto, risalendo i gradoni rocciosi che lo sovrastano con dei bei panorami sulle sue acque e sulla cornice di monti circostanti. Ci si inoltra verso il fondo della conca, andando a toccare dei graziosi piccoli laghetti che ospitano delle torbiere di alta quota, poi il sentiero diviene più ripido mentre sale verso la larga ed evidente sella del Passo di Torsoleto, si inizia a percorrere una pietraia con enormi massi, che si superano senza difficoltà, piegando infine verso destra con un ultimo rettilineo che ci porta fino al valico del Passo di Torsoleto (2580 Mt., 4 h. dalla partenza), dove improvvisamente ci si può affacciare a sud verso la Valle di Paisco Loveno e il Rifugio Torsoleto (da dove sale un sentiero) e sulle cime calcaree del gruppo della Concarena, del Pizzo Camino e della Presolana. Dal passo prendiamo verso sinistra il sentiero 107 (o Sentiero 4 Luglio), che percorre in salita la cresta rocciosa che porta verso il Monte Torsoleto, e in poco più di 10 minuti arriviamo al bel poggio panoramico dove sorge l'accogliente Bivacco Davide Salvadori, punto di arrivo della nostra escursione. Volendo, dal Bivacco Davide con una rapida sgambata di circa 15 minuti è possibile raggiungere la cima del Monte Torsoleto (2708 Mt.), da noi già salito il 23/06/2007.
Discesa
Lungo lo stesso itinerario. Volendo variare il versante di discesa, dal lago è possibile traversare in quota portandosi ai passi Cavalcafiche o Forame, per scendere nella parallela Valle di Campovecchio (vedi uscita del 02/08/2014), e da lì tornare a Sant'Antonio. |
Abbiamo optato per questo facile itinerario escursionistico a causa della concreta minaccia di temporali per tutto l'arco della giornata.
La Val Brandet, situata nelle Orobie Bresciane, è probabilmente una delle valli più intatte e selvagge delle Alpi Orobie, il suo fondovalle, assieme a quello della sua gemella Valle Campovecchio (che è un po' più lunga ma meno ampia) costituisce la “Riserva Regionale delle valli di Sant'Antonio”, un ambiente selvaggio e quasi intatto caratterizzato da foreste maestose di abeti, acque spumeggianti, fauna e flora in abbondanza, a pochi chilometri dalla nota (e purtroppo congestionatissima) stazione turistica dell'Aprica. Situata all'estremità orientale delle Alpi Orobie, la Riserva tutela queste due vallate; separate da una lunga dorsale, le valli si congiungono presso il pittoresco borgo di S. Antonio, incastonato tra le acque di due stupendi torrenti. Il borgo raggiunse il suo massimo sviluppo tra la fine del XVIII ed il XIX secolo, quando aumentò l'interesse per lo sfruttamento delle risorse minerarie e silvo-pastorali presenti.
La Riserva Naturale “Valli di Sant'Antonio” è completamente inclusa entro i confini dell'omonimo Sito di importanza Comunitaria (SIC) che interessa tutto il bacino delle Valli di Sant'Antonio per una superficie di oltre 4 mila ettari. Avevamo già tentato di salire al Lago Picol tanti anni fa, il 21/04/2002, ma avevamo rinunciato durante la salita finale a causa della troppa neve e dei banchi di nebbia, ripiegando sul più vicino Passo di Cavalcafiche. |