Descrizione generale
Piacevole escursione in ambiente innevato a tarda stagione lungo la
bellissima e solitaria Valle dei Frati prima, e la semplice ma non
banale cresta che dal Passo di Aviasco porta al Monte dei Frati e
prosegue al Monte Valrossa poi. Immensi i panorami sia verso Nord che
verso Sud, ad abbracciare tantissime cime e laghi della valle Brembana
e Seriana.
Descrizione percorso
Giunti a Carona, in alta Val Brembana, prendete la direzione (ben
indicata) per il parcheggio dei rifugi Longo e Calvi. Lungo la strada
asfaltata arriverete al bivio per i rifugi stessi, oltre il quale non è
più possibile proseguire in auto (occorre un ticket da pagare per il
parcheggio lungo la strada che si inoltra oltre Carona, costa 2 € al
giorno ed è acquistabile presso i bar e gli esercizi commerciali di
Carona). Parcheggiate in prossimità di un netto tornante verso
sinistra, oppure, come usualmente fa il sottoscritto, lasciate l'auto
nei parcheggi liberi mezzo chilometro prima e fatevi un quarto d'ora di
strada in più a piedi... Proprio al tornante si stacca la strada verso
destra (chiusa al traffico) che prenderemo. Si inizia a camminare su
ripido asfalto fino al bel borgo di Pagliari (10’). Poco prima delle
case, un sentiero (sentiero estivo n. 247 per il rifugio Calvi) scende
verso destra in mezzacosta tra prati. In breve arriva tra le abitazioni
di Pagliari per poi scendere lungo un scalinata verso le sponde del
fiume Brembo. Si attraversa un ponte e si prosegue verso sinistra,
ignorando il sentierino che costeggia il corso del fiume stesso. Si
prende l'evidente e segnalato sentiero che con leggera pendenza si
inoltra nel bel bosco misto alla nostra destra. Superata una piccola
pietraia che scende dalla nostra destra si prosegue nuovamente nel
bosco. Si attraversa un rigagnolo d’acqua e si inizia una ripida salita
su sentiero a gradoni fatti da tronchi di legno. Al termine della
ripida scalinata si prosegue con una serie di cambi di pendenza sempre
all’ombra del bosco che ora è composto da delle belle conifere. In
corrispondenza di un masso con la scritta “Calvi”, si compie una curva
verso destra per poi passare sotto una ripida paretina rocciosa.
Incontrerete ad un bivio un sentiero verso destra in ripida salita,
ignoriamo anche questo, proseguendo dritti in falsopiano e poi in
leggera discesa per pochi metri fino ad arrivare in una zona
acquitrinosa (50' dalla partenza). Superata la zona umida si sale un
poco per giungere ad una seconda zona paludosa. Si prosegue ora
nuovamente nel bosco fino ad un bivio verso destra (indicazioni su un
masso, 1 h. dal parcheggio) dal quale si riprende a salire con una
certa pendenza fino ad una zona di pascoli al cui inizio si trovano
alcuni grandi massi coperti di vegetazione. Superati i massi si procede
tra prato e cespugli all’interno di una specie di valletta quasi
pianeggiante costellata da alcuni ruderi, mucchi di pietre ed una
piccola pietraia. Superato alla nostra destra un edificio dal tetto a
semicerchio si arriva al bivio per il sentiero che conduce verso il rifugio Laghi Gemelli
(1 h. 15’ dall’auto). Noi proseguiamo verso sinistra, attraversiamo un
torrentello ed in falsopiano, poi in discesa arriviamo ad un ponticello
che scavalca una stretta gola con un ripido corso d’acqua che scende
dalla Valle dei Frati. Più avanti troviamo il bivio a destra per la
valle suddetta, sentiero n.236 (1h 30' dalla partenza). Lo seguiamo,
ripido fin da subito, facendo attenzione ad alcune zone ghiacciate
lungo il tracciato caratterizzato da stretti tornantini, cespugli di
lamponi e mirtilli. Giunti al cospetto della piccola diga che racchiude
il laghetto dei Frati, teniamo il lato destro orografico della valle
(sinistra per chi sale). Rimanendo alti sopra il lago, seguiamo un bel
sentierino in mezzacosta, dapprima erboso e poi sassoso. Dopo una breve
salita ci troviamo in una zona quasi pianeggiante ben più alta del
lago. Qui entriamo in una piccola pietraia di rocce a scaglie color
ruggine, tipiche della zona. Puntiamo al centro della valle, dove un
ripido pendio ci porterà nella parte alta della valle, meno faticosa ed
erta. Alla nostra sinistra una alta parete rocciosa indica l'inizio
della salita. Per arrivare alla parte alta della valle dobbiamo prima
affrontare questo ripido pendio (30 gradi), puntando ad un enorme masso
posto in alto, al centro, al termine del pendio stesso. Il percorso è
costante, si sale dritti verso il suddetto masso ed una volta arrivati
ad esso, si piega leggermente a sinistra, sempre su terreno ripido.
Pochi metri e la pendenza cala. Ora la valle si apre improvvisamente e,
in lontananza si possono vedere il Passo d'Aviasco orientale (quello a
cui puntiamo) e quello occidentale, posto più a destra per chi sale.
Per ragioni di sicurezza, è meglio, al termine del ripido pendio, poco
sopra al grande masso, scendere nel vallone sottostante e da lì,
risalire verso il passo di sinistra, proprio davanti al Monte Pradella.
Scendiamo dunque nella conca sotto di noi e con un bel tracciato
ondulato e con alcuni ripidi tratti giungiamo all'ometto di pietra che
idica il Passo d'Aviasco (2 h. dall'inizio del sentiero 236). Il percorso
originale, in assenza di neve, rimane invece sul lato destro orografico
della valle e con un lungo mezzacosta in senso orario porta
direttamente al passo.
Dal passo andiamo decisamente verso sinistra, alzandoci subito lungo la
ripida costa erbosa del Monte dei Frati. Il percorso si sviluppa su
balze erbose piuttosto scivolose, ma in presenza di neve, la salita
diviene più regolare. Senza mai allontanarci dal filo della dorsale
guadagniamo rapidamente quota godendo del bellissimo panorama alla
nostra destra: lo sguardo spazia dai laghi di Aviasco, al Monte
Pradella, le Cime di Valsanguigno, il Lago Colombo sovrastato dalla
mole rocciosa del Pizzo Becco ed infine i Corni di Sardegnana. Ad un
certo punto, la salita diviene meno ripida e dobbiamo seguire la
cresta, ora più sottile ma mai difficile, verso destra. Giunti sotto
alla parte finale della salita per il Monte dei Frati, abbandoniamo la
cresta che è interrotta da un salto verticale di 4-5 metri molto
esposto. Effettuiamo un mezzo giro verso destra e scendiamo alcuni
metri lungo il ripido pendio alla nostra destra, per poi tornare verso
sinistra e portarci alla base del salto roccioso. Per arrivare qui,
occorre però percorrere una breve cengia che si affaccia su un ripido
ed insidioso canalone che scende alla nostra destra. In caso di neve
accumulata sulla cengia, questa diviene piuttosto delicata ed occorre
affrontarla con i ramponi ai piedi ed una certa attenzione. Si tratta
di non più di 5-6 metri ma sono i più delicati dell'intera camminata.
Una volta arrivati dalla parte opposta della cengia, affrontiamo una
facile e ben appigliato saltello roccioso misto a qualche zolla d'erba
ed eccoci nuovamente in cresta. Non resta che proseguire
tranquillamente verso la ormai vicina vetta del Monte dei Frati che si
raggiunge con un ultimo ripido pendio. Bellissimo il panorama dalla
vetta, soprattutto verso la zona dei Monti Zerna, Masoni, Cigola e Aga.
Bello anche il colpo d'occhio sul proseguo della cresta che si snoda
sinuosa verso il Monte Valrossa ed oltre fino al Cabianca. facendo
attenzione alla presenza di cornici di neve, spesso di notevoli
dimensioni, si cammina lungo il filo di cresta per alcune decine di
metri, per poi scendere lungo il pendio alla nostra destra e proseguire
in direzione del vicino Monte Valrossa. Senza mai allontanarsi troppo
dalla cresta procediamo in mezzacosta cercando di mantenere una quota
costante. Arriviamo ad una evidente selletta rocciosa (bello guardare a
sinistra in basso attraverso la sella) e riprendiamo il filo della
cresta, magari stando leggermente più bassi, sempre per via delle
pericolose cornici aggettanti. Da qui in meno di 15 minuti di salita,
senza difficoltà, arriviamo alla cima del Monte Valrossa.
Discesa
Ripercorriamo l'intero percorso di cresta fino ad arrivare poco oltre
la cima del Monte dei Frati. Prima di arrivare alla cengia ai piedi del
salto roccioso, ci troveremo ad una ampia e dolce sella. Da qui, alla
nostra destra si apre un evidente vallone, inizialmente molto ripido e
più in basso dalla pendenza più abbordabile. Scendiamo senza indugio
lungo il vallone, ma solo in caso di neve ben assestata e portante,
poiché il fondo sotto il manto nevoso è molto sassoso e con vari e
pericolosi buchi tra i massi (anche in assenza di neve sconsiglio
vivamente di percorrere questo vallone, essendo piuttosto friabile). Il
vallone inizia con una pendenza piuttosto importante (attorno ai 30-35
gradi), ma dopo un centinaio di metri possiamo rilassarci e restando al
centro del vallone proseguire la discesa con maggior tranquillità e
rapidità. Verso la fine del vallone, questo si divide in due per la
presenza di un grande dosso roccioso. Io ho seguito il ramo di
sinistra, ma nulla vieta di andare a destra. In ogni caso ci troveremo
sul fondovalle della Valle dei Frati, ancora piuttosto in alto sopra al
lago omonimo. Una volta giunti nella Valle dei Frati, non ci resta che
ripercorrere il sentiero di andata fino all'auto. |