Descrizione generale Bella
escursione con numerosi e diversi ambienti attraversati: pascoli,
valllette e valloni, creste e panoramici passi, nonchè cime poco
frequentate. La camminata inizia in territorio bergamasco, ma si svolge
prevalentemente in quello valtellinese, anche se si rimane vicini al
confine tra le due province. La Cima Vallocci è poco frequentata, ma
offre un panorama mozzafiato e regala piacevoli emozioni a chi ne
risale la ripida ma mai difficile dorsale. La Cima dei Lupi, sebbene
non abbia forme attraenti, è dotata di due cime separate (Cima Nord e
Cima Sud; ma per qualcuno l'unica cima è quella Sud) da una poco evidente sella, ed è ancor meno frequentata, se
non in inverno da vie più accessibili (vedi relazione del 26-02-2011);
la sua salita dalla bella cresta Nord-Est, esposta e con tortuose lame
rocciose, regala un forte senso di scoperta e avventura e necessita di
passo fermo e intuito per trovare i passaggi migliori e mai difficili. Anche il resto
della camminata garantisce piacevoli panorami ed angoli interessanti
(come le trincee di guerra al Passo di Dordona, oppure piccoli ed
isolati laghetti senza nome).
Descrizione percorso
Giunti
a Foppolo in Alta Valle Brembana, seguiamo le indicazioni per il Passo
di Dordona ben evidenti presso un tornante sinistrorso. Lasciamo l'auto
al termine della strada in località Rochi (o Ronchi secondo alcune
cartine), in via Rovera. Qui, nel punto in cui si trova una palina di
metallo con le indicazioni per il passo stesso (n. 202) e per il Passo
di Porcile e quello del Tartano (n. 201), procediamo in salita fino
all'inizio della strada sterrata. Camminiamo ora su questa sterrata,
ampia e sassosa. Bellissime le viste sul Monte Pegherolo e le cime che
lo corcondano. Subito ci imbattiamo in un bivio. Qui andiamo a sinistra
sempre lungo la sterrata, lasciando a destra la ripida strada per i
mezzi autorizzati che salgono al Passo Dordona e agli alpeggi in zona,
nonchè al Rifugio Dordona. La nostra strada prosegue pianeggiante e
transita dietro ad alcuni antiestetici paravalanghe in cemento armato,
in nessun modo mimetizzati. Dopo poche decine di metri la stada
serpeggia fino ad un ponticello che permette di attraversare un piccolo
corso d'acqua. Sulla nostra sinistra sono ben visibili alcune baite in
mezzo ad un prato, tra cui la Baita Comellini. Presso il ponticello di
cemento è presente un
paletto con la scritta "P. Dordona". Attraversato il torrentello
riprendiamo a salire su prati aperti. Passiamo un piccolo edificio
dell'acquedotto e più in alto eccoci presso altri orrendo paravalanghe
sulle cui pareti di cemento si rinvengono alcuni bolli del sentiero n.
202. Proseguiamo verso un evidente boschetto di larici che
attraversiamo, ignorando una deviazione sinistra con l'indicazione per
Dordona (dalla quale scenderemo al ritorno). Usciti dal boschetto
eccoci in una ampia radura percorsa da un torrentello che attraversiamo
grazie ad un ponticello dove si trova una palina con le inidcazioni per
rifugio e passo di Dordona. Poco discosta dal ponte, verso sinistra
vediamo l'isolata baita Cornelli. Attraversiamo il ponte e procedimo
verso il pendio davanti a noi. Con una serie di tornanti, tratti
rettilinei e improvvise curve, guadagniamo rapidamente quota su terreno
misto, tra cespugli, larici e rododendri. Bella vista sul vicino Pizzo
del Vescovo. Usciti dal pendio eccoci in una serie di conche poste a
diversa altezza, percorse da una lunga fila di tralicci dell'alta
tensione che, oltre a rovinare l'ambiente, ci indicano la direzione
della nostra meta. Il sentiero passa nei pressi di alcune formazioni
rocciose, ma si mantiene sempre tranquillo e poco ripido. In meno di 1
ora dalla partenza eccoci al Passo di Dordona con le sue affascinanti
gallerie e trincee militari. Vi troviamo anche una piccola madonnina
con tanto di asta e bandiera sventolante. Interessante il panorama
verso la Valtellina, il lontanissimo ma ben visibile Gruppo del
Disgrazia e la interessantissima cresta che sale verso il Monte
Cadelle. Alla nostra destra si vede la appuntita mole del Monte Toro e
più Lontano il roccioso versante Nord del Corno Stella. Verso sinistra,
in lontananza è visibile anche la Cima di Vallocci, aguzza e con la sua
forma piramidale, più a sinistra si trova la lunga e poco appariscente
Cima dei Lupi con le poco accentuate cime Nord e Sud. Scendiamo in Val
Madre, sul versante valtellinese lungo il sentiero n. 201 A, ampio e
sterrato, praticamente una strada per 4 ruote motrici. La strada scende
dolce e rilassante verso il rifugio Dordona. Poco prima di arrivare al
rifugio, sulla sinistra parte un sentiero ben evidenziato da una palina
indicante tra le altre, anche la direzione per la Boccehtta dei Lupi
(sentiero GVO- Gran Via delle Orobie). Dopo circa 15' di salita tra
prati, il sentiero passo sotto ad un costoncino roccioso alla nostra
destra: qui su di un masso a terra si nota un bollo giallo e rosso e su
un secondo masso poco distante, una scritta appena visibile che indica
Passo di Dordonella. Andiamo quindi a destra seguendo un breve tratto
sassoso, simile al greto di un torrente. Sotto al costone roccioso la
traccia poco evidente piega a destra. Facciamo molta attenzione a vari
bolli rossi fatti con vernice spray. Procediamo fino ad un piccolo
valloncello che risaliamo sul versante sinistro per chi sale tramite
stretti tornantini molto ripidi. Poco sopra, attraversiamo il
valloncello e proseguiamo fino ad un costone che non doppiamo, ma
deviamo verso sinistra risalendolo. Segue un tratto in mezzacosta verso
destra. Attraversiamo una piccola pietraia di rocce chiare. Nei pressi
di un rudere, proseguiamo verso sinistra salendo un vallone erboso
piuttosto ripido, facendo ben attenzione a vari ometti sparsi tra
l'erba alta e massi affioranti. Seguendo gli ometti guadagnamo
velocemente quota. Con percorso poco evidente e su terreno aperto,
raggiungiamo la dosale che ci separa dal versante opposto: siamo al
Passo di Dordonella, 40 minuti dal bollo
giallo e rosso. Seguiamo la cresta verso destra che ci condurrà
direttamente sulla Cima Vallocci. Il percorso è poco impegnativo, anche
se nel primo tratto il filo è decisamente sottile, ma non esposto,
essendo il versante alla nostra sinistra poco ripido. Camminiamo su
lame e placche appoggiate, con andamento quasi pianeggiante. È
possibile evitare questo tratto roccioso stando più bassi sul lato
sinistro e risalendo in cresta al suo termine, dove comincia la seconda
parte di salita alla cima, quello più ripido ma facile. Se invece
restiamo sul filo di cresta, oltre a divertirci di più, ne trarremo
anche più soddisfazione. Il primo tratto termina con un salto roccioso
di circa 3 metri, a dire il vero un poco esposto, ma anch'esso è
aggirabile sulla sinistra. Proseguiamo ora su terreno più facile, tra
erba e massi affioranti, anche se più ripido. Man mano saliamo la
pendenza aumenta. Giunti ad una pietraia incontriamo alcuni ometti
molto grossi che proseguono verso l'alto, ma sono anche visibili in
discesa. Arrivati ad una spalla erbosa, vediamo un ultimo grosso
ometto. Continuiamo su terreno erboso fino ad una seconda pietraia in
cui si vedono curiosi massi bianchi simili a marmo. Da qui inizia la
parte più ripida: il salto finale alla cima. Questo si sviluppa tra
facili gradoni rocciosi e serpeggianti traccette su erte balze erbose.
Arrivati ad un tratto erboso pianeggiante ci troviamo sull'antecima,
ormai in vista del
crocefisso di vetta al quale arriviamo velocemente seguendo l'evidente
facile ed ampia costa
alla cui destra si vede un canalone roccioso che cade verticale verso
il basso. Dopo una meritata pausa per godersi il panorama di cime
vicine (tra le quali Monte Cadelle, Cima di Lemma, Pizzo della Scala,
Passo del Tartano, Laghi di Porcile, Monte Toro e Corno Stella e molto
altro) e lontane (Monte Disgrazia, Pegherolo), ripercorriamo in discesa
i nostri passi fino al Passo di Dordonella. Da qui, invece di
ridiscendere nel vallone alla nostra sinistra, proseguiamo dritti lungo
l'ampia e comodo dorsale pratosa, puntinata di massi affioranti, verso
la Cima Nord dei Lupi. Giunti davanti ad una zona più rocciosa,
possiamo salirla direttamente, con qualche facilissimo saltello, oppure
aggirarla sulla sinistra tra prati e riprendere la dorsale poco più
avanti. Oltre la zona rocciosa, torniamo a camminare per prati meno
ripidi. Eccoci ora ad affrontare una serie di tratti su placche
inclinate verso destra, sottili ed articolate. Dobbiamo inventarci il
percorso più agevole in mezzo a questo apparente caos di lame e rocce.
La soluzione migliore è quella di non abbandonare mai il filo di cresta
anche quando questa diviene piuttosto sottile ed intricata. Esistono
anche un paio di punti in cui è possibile abbassarsi fino al pendio
sottostante e risalire ben più avanti, ma così facendo si perderebbe il
bello dell'escursione. Volgendosi indietro si ha una bella vista sul
percorso di salita alla Cima Vallocci. Un ultimo tratto più agevole ci
porta all'ometto di vetta della Cima Nord dei Lupi (quota attorno ai
2410 metri). Continuiamo ora lungo la cresta verso la Cima Sud con
direzione Nord-Est. Possiamo ben vedere il resto del cammino e
l'esposizione della cresta che ci aspetta, ma restando sul suo filo,
con una certa attenzione, possiamo proseguire senza grosse difficoltà.
Il punto più impegnativo lo incontriamo all'inizio, poi le difficoltà
tendono a ridursi, man mano ci avviciniamo alla seconda cima. La cresta
ha le stesse caratteristiche di quella precedente, ossia lame
accatastate, placche esposte, qualche breve saltello roccioso e brevi
tratti sul balze erbose. L'ultimo tratto è costituito da una facile
dorsale erbosa. Anche sulla Cima Sud dei Lupi (2415 Mt.)
ci attende uno striminzito ometto di sassi ed un piacevole panorama,
specie sui Laghi di Porcile e la zona del Passo del Tartano.
Discesa
Dall'omino
di vetta della Cima meridionale dei Lupi, scendiamo con molta
attenzione verso sinistra (Sud) lungo una ripidissima costa erbosa piuttosto
stretta. Seguiamo la traccia tra ripide balze erbose, stretti
tornantiti esposti, facendo attenzione a non deviare mai dal centro
della costa. A metà discesa superiamo un tratto pianeggiante per poi
riprendere la forte discesa tra qualche semplice saltello roccioso che
si alterna ad altri punti erbosi, fino ad arrivare allo strettissimo
intaglio della Bocchetta dei Lupi, dove una targa gialla ed una palina ci
indicano varie direzioni. Scendiamo verso sinistra in direzione del
sentiero n. 201A che ci condurrà alla strada sterrata che scende dal
Passo di Dordona. Scendiamo allora dalla Bocchetta dei Lupi lungo una breve
rampa di gradini terrosi per poi proseguire su ampi prati. Effettuiamo
un giro in senso orario e attraversiamo una piccola pietraia.
Proseguiamo su prati fino ad un piccolo laghetto (probabilmente il Laghetto dei Dossi) che lasciamo alla
nostra destra. Scendiamo ora verso la strada sotto di noi. Superiamo il
punto in cui, all'andata, abbiamo abbandonato il sentiero 201A per
deviare verso destra e salire al Passo di Dordonella. Da qui in pochi
minuti arriviamo alla sterrata e la risaliamo verso destra fino al
Passo di Dordona. Dal passo, anziché scendere lungo il percorso fatto
all'andata, prendiamo verso sinistra il sentiero n. 203. Questo è una
ampia sterrata che procede semi pianeggiante. Superiamo il Laghetto di
Dordona alla nostra destra, e poco oltre una baita discosta dal
sentiero verso sinistra. Ignoriamo poi il bivio con un sentierino che
salirebbe al Lago delle Trote per proseguire dritti lungo la sterrata
in leggera discesa. Seguendo fedelmente il percorso perdiamo lentamente
quota. Giunti ad un tornante destrorso, sulla sinistra si stacca un
sentiero che sale al ristoro Montebello. Ignoriamo anche questo e
scendiamo a valle con davanti a noi l'imponente mole del Pegherolo.
Superiamo un paio di tralicci dell'alta tensione. Poco oltre ecco una
vecchia stazione della funivia e poi un paio di baite sulla destra.
Pochi minuti ed arriviamo al termine della strada sterrata, nei pressi
di alcuni paravalanghe su cui corrono alcune vie di roccia artificiali.
Da qui all'auto è questione di un paio di minuti.
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