Descrizione generale
Il
Pizzo Torretta è una bella montagna a torto pochissimo frequentata. Gli
sono quasi sempre preferiti il vicino Pizzo del Becco, oppure la Cima
dei Frati, che lo affiancano ad Est e ad Ovest. Eppure, per chi decide
di avventurarsi alla sua vetta e affrontare la sua bella cresta Ovest,
non risparmia certo intense emozioni e ampissimi panorami. La salita da
detta cresta richiede comunque una discreta esperienza nel muoversi su
terreni esposti e non segnalati, con semplici ma non banali passaggi.
Solamente gli ultimi 50 metri di dislivello richiedono una certa
capacità di arrampicarsi (II grado molto esposto), se si decide di
riamanere fedelmente sul fino dello spicolo Ovest. È possibile
comunque traversare sotto la cima e rimontare alcuni gradini rocciosi
che si alternano a balze erbose, sempre molto ripide, ma prive di
difficoltà tecniche. Una volta scesi al Passo di Aviasco Occidentale, seguendo
alcuni tranquillizzanti ometti, potremmo tornarcene a valle passando
dal rifugio Laghi Gemelli, oppure, come fatto dal sottoscritto,
scendere dalla bella Val dei Frati e da qui risalire lungamente al Lago
di Sardegnana, per poi tornare nei pressi del Lago Marcio lungo il
divertente sentiero e da qui scendere a Carona. Nel complesso si
tratta di una camminata impegnativa dai due volti: quello più adatto ad esperti per
la parte legata alla salita al Pizzo Torretta e quella per tutti
(purchè ben allenati) per il resto del lungo percorso (circa 9 ore).
Descrizione percorso
Giunti a Carona, in alta Valle Brembana, si scende al laghetto artificiale del paese e, costeggiato il lato sinistro orografico del lago, si parcheggia in prossimità di un bar, proprio al termine della strada asfaltata. Da qui si prende il sentiero n. 211 con indicazioni per i Laghi Gemelli e l'omonimo rifugio. Tagliata una pista da sci di fondo per un paio di volte, il sentiero sale ripido in un fitto bosco di abeti rossi (molti dei quali danneggiati da parassiti) e con numerosi tornantini guadagna subito quota, lasciandoci intravvedere, nei momenti in cui le piante si diradano, bei panorami del centro abitato e delle montagne che lo circondano (dal Monte Chierico, al Corno Stella, il Monte Masoni, la cima del Valgussera, il Monte Toro, ecc.). Il percorso, salendo, tende ad andare anche verso destra (verso Branzi e il fondovalle), ma senza mai perdere quota. Giunti ad un ponticello in legno lo si attraversa e si prosegue nella salita che ormai rimane sotto la linea della teleferica che sale al Lago Marcio. Poco prima di arrivare nei pressi della diga di quest'ultimo lago, il
sentiero perde quota
e diviene pianeggiate. Arrivati ad un piccolo edificio in cemento,
andiamo verso sinistra e poi subito a destra, seguando le indicazioni
di una palina per i rifugio Laghi Gemelli. Ignoriamo anche la
deviazione verso sinistra per il Lago di Sardegnana ed il rifugio Calvi
e dalla quale arriveremo al ritorno. Saliamo brevemente per poi, in
vista del muro della diga, deviare verso sinistra con indicazioni Lago
Colombo e Lago del Becco scritte su un sasso. Pochi minuti di salita
tra
alberi e cespugli, passando anche sotto ad alcune scure pareti,
ed eccoci al Lago artificiale del Becco, incastonato in un bellissimo
pianoro umido, circondato da larici, pini mughi, rododendri e prati.
Percorriamo la sponda sinistra orografica del lago. Subito troviamo una
palina che ci indica il Lago Colombo a 50 minuti. Giunti ad un
ampissimo prato umido, ricco di eriofori, abbiamo una bella vista verso
destra sul Pizzo delle Orobie ed il Pizzo dell'Orto. Il sentierino
prosegue serpeggiante e supera alcuni dossi. Più avanti la vista si
amplia verso il Passo di Mezzeno, con il Monte Spondone, il Pizzo
Camilla, la Cima Giovanni Paolo II davanti a noi. Terminato il lago, il
percorso procede a mezzacosta tra prati e larici. Passiamo nei pressi
di alcune baite alla nostra sinistra, poco sopra il sentiero.
Entriamo poi nel vallone dominato dalla diga del Lago Colombo.
Superiamo un grosso masso dalla forma di prua di nave a sinistra del
sentiero. Raggiungiamo una baita poco discosta alla nostra destra.
Sopra le nostre teste verso sinistra vediamo distintamente la
bastionata verticale e rocciosa del Pizzo del Becco, con i suoi
torrioni squadrati, i suoi diedri netti e i suoi canali verticali.
Ignoriamo il bivio segnalato per il Rifugio Laghi Gemelli ed eccoci
alla diga del lago Colombo. Proseguiamo lungo il sentiero n. 214 per il
Passo di Aviasco, lasciando la traccia che sale al Pizzo Becco alla
nostra sinistra. Il bel sentierino corre alto sopra il Lago
Colombo, fino al suo termine, dove guadagna quota con alcuni saltelli e
balze, tra erba e placchette sassose. Entriamo ora nell'ampio vallone
che prosegue fino al Passo di Aviasco Occidentale. Alzando lo sguardo
verso sinistra, possiamo ben vedere la cresta Ovest del Pizzo Torretta
che andremo a percorrere. Giunti ad un pianoro erboso, occorre aguzzare
un poco la vista e prendere la traccetta alla nostra sinistra che sale
verso il Passo di Sardegnana. Alcuni evidenti bolli rossi ci indicano
dove deviare e come seguire il sentierino. Subito guadiamo un
torrentello ed iniziamo la salita tra prati. Arrivati ad un lungo
roccione che corre parallelo al sentiero, siamo ormai arrivati al
passo. Qui troviamo un enorme ometto di sassi e poco oltre un piccolo
laghetto semi nascosto tra i sassi. Alla sinistra del passo, scende il
sentiero che proviene dalla cima del Pizzo del Becco, usato da chi ha
percorso la ferratina in salita e desidera una discesa diversa. Alla
destra del passo, si innalza ripida e priva di alcuna traccia la lunga
e faticosa cresta Ovest che ci condurrà al Torretta. La percorriamo il
più fedelmente possibile, senza farci tentare da alcuni ometti che
tendono a farci proseguire a mezza costa e poi ci fanno perdere quota.
Noi invece stiamo il più possibile a ridosso della facile dorsale
erbosa iniziale. È comunque possibile anche stare più bassi e risalire
verso la cresta più avanti, rimontando divertenti e a tratti molto
ripide placchette ben appigliate, alternando balze erbose e saltelli
rocciosi. In un modo o nell'altro (io sono rimasto basso per poi
risalire le divertenti palcchette e trovararmi in cresta oltre i Corni
di Sardegnana) si supera il punto in cui la cresta si divide in due: un
ramo prosegue verso i Corni di Sardegnana, mentre l'altro, il nostro,
si dirige a Est verso il Pizzo Torretta. Ora non dobbiamo più
abbandonare la cresta e seguirla tra facili passaggi in cui usare la
mani e tratti camminabili. Ci attende una lunga serie di saliscendi con
splendide viste sul precipite lato Nord (alla nostra sinistra). Ad un
certo punto vediamo a sinistra un piccolo e turchese laghetto. La
nostra meta, guardando avanti lungo il filo di cresta sembra a portata
di mano, ma non sarà così, poiche la cima che vediamo non è la nostra
meta, ma solo un'antecima, per raggiungere la quale, se restiamo sempre
sul filo della cresta, dobbiamo superare alcuni passaggi esposti su
balze rocciose. Superiamo l'ometto di questa antecima e arriviamo sopra
ad un salto roccioso che pare bloccare la via, ma è sufficiente
scendere brevemente un canalino erboso verso destra, tagliare un breve
pendio ed eccoci tornare sulla cresta che in breve porta ai piedi
della vera cima. Purtroppo io non ho visto la facile deviazione e sono
sceso molto di più lungo un canale erboso per poi risalire all'intaglio
tra antecima e cima (bollo rosso che segna la via di discesa
verso il Passo di Aviasco Occidentale). Inizia ora il tratto più bello
della salita: si tratta dell'aereo ed esposto spigolo Ovest, della
lunghezza di circa 50/60 metri. Parte dalla sella e si innalza quasi
verticale lungo alcuni blocchi, per poi proseguire su ottima roccia
ruvida (verrucano lombardo) e ben appigliata, sottile e ripidissimo, ma
non più verticale. A metà incontriamo un passo più impegnativo (II
grado esposto) da superare con cura e attenzione. Oltre questo, la
pendenza tende a scendere e lo spigolo va a morire in una più
tranquilla cresta, sottile ma camminabile fino all'ometto di vetta. È possibile evitare lo spigolo, traversando verso destra dalla sella e
poi risalire le decisamente più facili, anche se ripide, balze erbose
alternate a tratti pietrosi, poste sotto la verticale della vetta.
Discesa Evitiamo
la discesa dalla spigolo Ovest. Scendiamo così per balze erbose e
facili fasce rocciose molto ripide, quasi verticali. Traversiamo poi verso la sella
posta alla base del suddetto spigolo. Qui troviamo un bollo rosso che
ci segnala la via di discesa lungo i pendii Sud del Pizzo Torretta. La
discesa prosegue spostandosi verso il Passo di Aviasco e taglia i
pendii meridionali della montagna, senza alcuna difficoltà. Verso il
termine della discesa, incrociamo la cresta Est del Torretta, ormai
verso la sua fine e la seguiamo fino al passo sottostante. Da qui,
scendiamo nella bella e severa Val dei Frati (sentiero n. 236). Nella
prima parte della valle, le pendenze sono modeste. Attraversiamo verso
sinistra un bel valloncello erboso fino ad arrivare in vista di un
enorme masso ben visibile anche dal lago sottostante. Dal roccione le
pendenze diventano importanti ed il fondo molto sdruciolevole.
Scendiamo quindi per evidente sentierino molto ripido e con fondo
pietroso. Più in basso, al termine della parte ripida, il sentiero (a
tratti poco visibile) costeggia una alta paretina rocciosa alla nostra
destra. Da qui compie un semicerchio in senso anti orario su
multicolori pietre piatte ed instabili e ci porta sopra al bel lago
della Val dei Frati, dai colori intensi e scuri. Percorriamo il lato
destro del lago, restandone alti fino ad arrivare alla diga di
sbarramento. Qui imbocchiamo un sentierino ricco di tornanti, tra
arbusti e qualche masso affiorante. Dopo una ripida discesa, eccoci
arrivare ad incrociare il sentiero estivo per il rifugio Calvi (n.
213). Per il rifugio si andrebbe a destra, mentre noi andiamo a
sinistra su bel percorso semi pianeggiante. Arrivati ad un valloncello
erboso, incontriamo un bivio. Noi andiamo a sinistra, con
direzione rifugio Laghi Gemelli e Lago di Sardegnana. Il sentiero
prosegue dolce e erboso, tra due ali di piante e felci. Più avanti
alterniamo tratti nel bosco ad altri in belle e panoramiche radure
dalle quali abbiamo ampie viste sul Pizzo del Diavolo e sulla zona del
Monte Aga. Giunti al culmine di una poco faticosa salita nel bosco,
(poco a destra si trova la boscosa sommità del Monte Sardegnana), ci
troviamo su una dorsale ricca di vegetazione. Un cartello rosso poco oltre,
sul versante opposto, ci indica il rifugio Laghi Gemelli. Scendiamo
così lungo un rilassante ed ombroso sentiero che perde velocemente
quota tra larici e felci, terminando sulle sponde del Lago di
Sardegnana, a 1738 metri di quota. Questo si trova ai piedi di un
vallone molto severo, dominato dai Corni di Sardegnana e dalla parete
Nord del Pizzo del Becco. Traversiamo la diga del lago, alta 36 metri.
Oltre la diga, proseguiamo su bel sentierino che supera una zona di
larici, posti ai piedi di una alta e scura parete rocciosa. Andiamo a
destra, lasciando la pareta a sinistra. Il percorso si sviluppa con
numerosi saliscendi fino ad arrivare ad un tratto protetto da una
staccionata di metallo e filo di ferro. Poco oltre attraversiamo una
piccola pietraia. Poi è la volta di un paio di ruderi di pietra posti
in una bella radura. Troviamo ora un bel tratto di sentiero molto
originale: cominciamo con una prima breve galleria nella roccia. Usciti
dalla galleria troviamo altri punti protetti da filo di ferro e
staccionate. Poi camminiamo sopra ad una passerella di legno a cui
seguono alcuni gradini scavati nella roccia; passiamo poi in una
seconda galleria e poi su una passerella sospesa di cemento. Poco dopo
il sentiero termina ed incrocia la discesa verso Carona, nel punto in
cui, andando verso sinistra si salirebbe al vicino lago Marcio. Noi
invece andiamo a destra (sentiero per Carona, n. 211) e ripercorriamo
il tragitto fatto in mattinata verso l'auto in circa 1 ora di ripida
discesa nel bosco.
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