Monte Resegone - Cresta Nord (invernale)

 
Zona montuosa Alpi Orobie
Località di partenza Brumano (BG)
Quota partenza 911 Mt. Quota di arrivo 1875 Mt.
Dislivello totale 1100 Mt. ca con i saliscendi
Sentieri utilizzati n. 13, 587, 582, 571
Ore di salita 4 h. 15'
Ore di discesa 1 h. 45'
Data di uscita 16/01/2022 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà F
Condizioni climatiche e dei sentieri

Di primo mattino la giornata prometteva benissimo, con cieli limpidi e alba assolata. Ma già verso metà mattinata le prime nubi hanno oscurato il sole e in breve un fitto nevischio mi ha accompagnato per buona parte della camminata. Al suolo ho trovato dai pochi centrimetri di neve al Passo del Giuf, fino ai 15 centimetri sulla vetta del Resegone. Il manto nevoso non era regolare e a tratti lasciava ben scoperte le rocce e la traccia, mentre in altri punti si procedeva su neve ben assestata. Visibilità scarsa verso la fine dela salita. Sentieri ben segnalati, anche lungo le creste.

Eventuali pericoli
Le creste del Resegone non presentano passaggi difficili o pericolosi se percorse in condizioni asciutte; in caso di presenza di neve e ghiaccio la situazione cambia ed occorre prestare la massima attenzione ad alcuni tratti un poco esposti o ripidi. Il punto più impegnativo è la discesa dalla Cima Pozzi su terreno molto ripido ed esposto: qui una scivolata può risultare fatale.
Presenza di acqua
Troverete acqua presso il rifugio Resegone, a meno di un oretta da Brumano. Ne troverete alla sorgente delle Forbesette. Se il rifugio Azzoni risultasse aperto, troverete acqua anche lì.
Punti di appoggio
I due rifugi che incontreremo, ossia il Resegone poco dopo la partenza e l'Azzoni poco sotto la vetta, nella stagione invernale sono chiusi, almeno in settimana; occorre verificare l'apertura nei fine settimana. Il rifugio Azzoni dispone di uno spartano e spoglio bivacco invernale, dove troverete un tavolo, alcuni letti a castello e qualche coperta.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Ramponi e piccozza.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Il gruppo montuoso del Resegone, probabilmente uno dei monti più famosi della Lombardia, è costituito da una lunga serie di cime allineate in senso Nord-Sud; a fare da spartiacque con i due versanti, troviamo la vetta principale. Il sentiero che compie l'intera traversata da settentrione a meridione, o viceversa, è un bellissimo percorso per escursionisti esperti, ma che nulla ha di difficile, se ne seguiamo fedelmente la traccia. È possibile anche compiere alcune deviazioni che portano a raggiungere le varie cime che si incontrano, ed alcune di queste hanno difficoltà nell'ordine massimo del II grado, salvo volersi intestardire con il rimanere a tutti i costi sul filo di cresta, nel qual caso gli ostacoli divengono a volte molto complicati e tecnicamente difficili. Tutto cambia nella stagione invernale, quando la neve rende alcuni passaggi più delicati e i pendii pericolosi. Durante questa escursione andiamo a percorrere le creste Nord del Resegone, che iniziano dal Passo del Giuf e terminano alla Punta Cermenati, passando dal Pizzo Morterone, la prima sommità facilmente raggiungibile; il Pizzo dei Galli, dalla forma di torre mozzata; il Pan di Zucchero con l'orrendo ripetitore; la Cima Pozzi la cui discesa rappresenta il tratto più impegnativo della camminata; Il Dente, sulla cui cima termina la famosa ferrata Gamma 2; la Punta Manzoni e la Punta Stoppani, ultimi baluardi prima della vetta di Punta Cermenati sui cui svetta la grande croce in ferro. Parliamo di un itinerario che in inverno necessita della dovuta attrezzatura e di una certa esperienza su terreni innvati con tratti esposti e ripidi.
Descrizione percorso
Giunti a Brumano, in alta Valle Imagna, si supera la chiesa e nei pressi del cimitero e poco dopo si incontra un segnale di divieto di transito. Immediatamente prima, sulla sinistra trovate un piccolo lavatoio e un parcheggio per poche auto (piazzetta Carlo Vitari). Lasciata qui l'automobile ci si incammina sul sentiero 587. Questo passa accanto ad alcune casette e cascine. I bollini che trovate indicano sentiero 13. Seguiteli e, tra prati, qualche macchia boscosa e tratti asfaltati, arriverete ad un tornante dove un cartello indica il bivio per il rif. Monzesi. Ignorando il cartello continuate su asfalto. Pochi minuti dopo, su una piccola stalla, i bollini ci invitano ad abbandonare la strada e salire verso destra, dritti in un pascolo. Il sentiero è delimitato da due fili di ferro. Alla sommità del pascolo si incontra un abbeveratoio e da qui, svoltando a destra, si entra in un brutto bosco di latifoglie. Il sentiero diviene a tratti un poco ripido e con il fondo sconnesso. Circa 40 minuti dopo la partenza vi troverete sotto ad un traliccio dell'alta tensione e pochi metri più in alto vi imbatterete nel nuovo rifugio Resegone (1265 Mt.). Attraversate il pascolo sotto il rifugio (palina con indicazioni per il rifugio Azzoni) e rientrate nuovamente nel bosco di faggi che adesso diviene bello, pulito e fresco. Con andamento in leggera discesa, il sentiero ci porta sul lato opposto della valletta che si sta attraversando. Con andamento tranquillo e poco faticoso si cammina nel fresco dell'ombra. Arrivati ad una palina che ci indica la Sorgente delle Forbesette, si sale dritti, lasciando a sinistra il sentiero che conduce alla cima del Resegone. Dopo i primi metri in salita, aiutati da piccoli gradini, la pendenza diminuisce ed in 10' si arriva ad un primo spiazzo erboso e poi ad un secondo dal quale si ammira un bel panorama. Qui varie frecce ci indicano altrettanti itinerari. Noi proseguiamo dritti verso la sorgente che raggiungiamo dopo 20 minuti in falsopiano, preceduta da una calchera (una specie di fornace fatta da sassi e terra in cui venivano cotti i sassi calcarei della zona per estrarne calce) e da un poiat (ammasso di legna coperta da terra dalla quale si otteneva il carbone). Alla Sorgente delle Forbesette (quote contraddittorie: 1409 Mt., oppure 1380 Mt. su un altro cartello) troviamo un piccolo edificio dell'acquedotto ed una fontanella. Ignoriamo le deviazioni e proseguiamo ancora dritti (indicazioni per l'Anello del Resegone ed i Piani d'Erna). Giunti ad un grosso masso su cui sono state scritte le frecce per le numerose deviazioni, si prende verso sinistra il sentiero n. 7, passando accanto ad una zona con tavolini, caratterizzato dai colori giallo, rosso e nero. Inizialmente si procede ai piedi di una bella vallata (Val Calchera) dalla quale si vedono le creste del Resegone, per poi immettersi nel bosco. Dopo un tratto abbastanza ripido, passiamo tra due alte rocce ed in breve, dopo una serie di saliscendi, ed ancora un paio di passaggi simili ad una trincea rocciosa, si arriva al Passo del Giuff (1531 Mt.), poco prima del quale, a sinistra si stacca il sentiero per le creste Nord del Resegone (n. 582). Saliamo dunque a sinistra e subito il sentiero si divide in due: la parte bassa (sentiero n. 8) porta alla Val Calchera e da qui in vetta, la parte alta sale lungo la nostra cresta. Dopo i primi metri all'interno del bosco, il sentierino segue fedelmente la crestina erbosa, tra cespugli, tornantini stretti e ripidi, e un bel panorama sul Monte Due Mani e sulle Grigne. Man mano si sale, la pendenza aumenta, diventando presto piuttosto sostenuta. Si cammina sempre su facile sentiero un poco sdrucciolevole seguendo i numerosi bolli rossi e bianchi. Dopo un primo falsopiano e una successiva selletta, si riprende a salite ripidamente fino ad un curioso valloncello pianeggiante parallelo alla cresta, ricco di fioriture di rododendri. Qui iniziano i bolli gialli che seguono più fedelmente il percorso in cresta, mentre quelli bianchi e rossi aggirano i punti più complicati e rocciosi. Io seguo quelli gialli che regalano alcuni facili passaggi di I grado rendendo più emozionante il percorso. Le varie cime e cimette della cresta si susseguono in un ambiente bellissimo e quasi dolomitico: Pizzo Morterone (1751 Mt.), il primo che si incontra, il Pan di Zucchero( 1754 Mt. con un evidente e anti estetico ripetitore), Cima Pozzi (1810 Mt. con ometto di sassi) la cui discesa verso la selletta Bobbio alla quale sbocca il l'omonimo Canalone, rappresenta il tratto più difficoltoso dell'intera camminata, Il Dente (1809 Mt., sul cui versante opposto si sviluppa  e termina la difficile ferrata Gamma 2), Punta Manzoni (1801 Mt.), Punta Stoppani (1849 Mt.) ed ultima Punta Cermenati (1875 Mt.), la più alta del gruppo, dove svetta imponente l'alta croce in ferro. Superata la prima cimetta (Pizzo Morterone), si scende ad una selletta erbosa facendo un minimo di attenzione nello scendere alcune ripide balze. Poco fuori percorso, verso il versante lecchese si vedono due bellissimi torrioncini, uno a sinistra sormontato di un grosso masso e quello a destra dalla cima appiattita (Pizzo dei Galli), è un peccato non salire quello più a sinistra, facile e panoramicissimo (II grado). Tornati alla selletta si risale verso una seconda elevazione che può essere aggirata lungo il sentiero bianco e rosso, oppure affrontata direttamente (freccia gialla evidente sul torrioncino) salendo prima su erba e poi su roccette umide, con un impegnativo passo iniziale leggermente strapiombante (II grado). Giunti in cima a questa, si scende tra erba ripida e placche appoggiate per arrivare ad una seconda, stretta e sullo sfondo della quale si trova un masso appuntito in precario equilibrio sulla valle sottostante. La successiva cima (Pan di Zucchero) è sovrastata da un orrendo ripetitore piatto e quadrato e si raggiunge facilmente uscendo di nuovo dalla traccia bianca e rossa, per poi discendere alla selletta successiva più aperta ed erbosa della precedente. La prossima salita può essere fatta lungo i bolli bianchi e rossi tra balze erbose, oppure lungo i bolli gialli salendo direttamente un facile ed umido caminetto (I grado) di 7-8 Mt. d'altezza per poi riprendere il sentiero normale e giungere sulla sommità della Cima Pozzi. Ora si scende su terreno ripidissimo , facendo attenzione ad alcuni saltini di roccia e tornantini strettissimi e scivolosi. Ad un certo punto, occorre fare attenzione alla traccia che piega decisa verso sinistra e dentra in un ripido e breve canalino erbso, da farsi con molta attenzione. Dal fondo del canalino si torna verso destra a riprendere la cresta che scende dalla Cima Pozzi. L'ambiente è molto bello e severo, siamo sovrastati da alte pareti scure e pinnacoli appuntiti. Alla base della cima si legge un cartello in legno che indica il percorso appena fatto. Il cartello riporta che occorrono due ore per tornare al Pass del Giuf. Ci troviamo ora allo sbocco del Canalone Bobbio che scende ripido lungo il versante lecchese del Resegone (sentiero n. 10). Bello il panorama verso il lago e il Monte Barro. Procediamo oltre la selletta verso la successiva e vicinissima cima (il Dente) per poi scendere all'ennesima sella, effettuare un traverso e risalire la Punta Manzoni. Giu anche da questa e poi su verso la Punta Stoppani. Scesi anche da quest'ultima cima, effettuiamo un delicato travreso per poi scendere all'ennesima sella, dove troviamo all'imbocco del Canalone Comera (famoso per le salite invernali). Da qui, si può salire seguendo i bolli gialli, rossi e bianchi del sentiero 9, oppure salire liberamente lungo il lato che guarda al Canalone Comera (alternativa sconsigliata con neve...) e, per rocce rotte, sfasciumi e balze erbose, arrivare sotto la grande croce della Punta Cermenati. Meglio optare per il più tranquillo sentiero che aggira la dorsale che scende dalla croce per poi risalirla comodamente.
Discesa
Dalla croce si scendono gli scomodi gradoni di cemento che portano al vicinissimo rifugio Azzoni, posto sul versante valdimagnino della montagna. Si prosegue poco sotto la cresta, sempre verso la Valle Imagna, seguendo il sentiero n. 17 con un primo tratto pianeggiante. Giunti ad un bivio, dove è presente una nuova palina, si scende a sinistra (proseguendo dritti si continuerebbe il percorso verso le Creste Sud del Resegone e La Passata) lungo il sentiero n. 571 e per ripidi tornantini tra erba e pietrisco si perde rapidamente quota. Tornati nel bosco, dopo pochi minuti, si passa in mezzo a due piccole paretine rocciose che formano una specie di trincea rocciosa e in seguito si arriva ad un bivio: a destra per Brumano, dritti per le Fonte Forbesette. Procediamo verso quest'ultima meta. Scendiamo alcuni tratti ripidi e scivolosi nel bosco. Giunti in località Passo del Palio, dove troviamo un tavolino con le panche, pieghiamo a destra e riprendiamo il percorso fatto in salita la mattina. In breve arriviamo al nuovo rifugio Resegone e da lì al paese.

Note
Le creste del Resegone, sia quelle a Nord che quelle a Sud, sono state percorse anche nella stagione estiva: troverete le relative relazioni alle date 27-07-2014 e 11-05-2019. Lungo la discesa verso Brumano, recentemente sono stati messi nuovi cartelli e paline, eliminando alcuni punti incerti del percorso.
Commenti vari
A seconda delle condizioni della neve, è possibile o meno salire tutte le cime della cresta, ma calcolate che in tal modo il tempo necessario alla camminata diviene piuttosto lungo e che alcuni passaggi sono leggermente impegnativi se coperti da neve o, peggio, ghiaccio. Era mia intenzione percorrere anche le creste Sud, arrivare in località Passata e tornare a Brumano: le condizioni di scarsa visibilità, il nevischio e l'orario (nonchè la mia incapacità...) mi hanno fatto desistere e scendere direttamente verso il paese.
   

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Presso il rifugio Resegone. Il cielo è limpido

Lungo la cresta arrivano nuvole minacciose

   

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Vista sul percorso dal Pizzo Morterone

Verso Cima Pozzi

   

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Omar lungo la salita alla Cima Pozzi

Ometto di vetta di Cima Pozzi

   

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Vista sul Dente

Omar in un breve canalino

   

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Uno dei numerosi traversi

Traverso sotto Cima Manzoni

   

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Omar nei pressi della croce del Resegone

In discesa sotto al nevischio