Descrizione generale
Il Resegone, che molti pensano essere solo un monte, è un piccolo ma bellissimo gruppo montuoso dalle caratteristiche tipiche di una zona dolomitica. Le sue numerose vette si susseguono senza soluzione di continuità, alternandosi a profonde bocchette e piccole gole dalle quali scendono ripidi e tetri vari canaloni, alcuni dei quali rappresentano un bella via di salita durante la stagione invernale. Per chi guarda l'intero gruppo da lontano, da un'angolazione che consenta la vista dell'intero sviluppo delle sue creste da Nord a Sud, lo vede come una grande sega dai numerosi denti rivolti verso il cielo (il nome deriva proprio da qui). Le due creste principali sono quelle Sud e Nord. Proprio quest'ultima viene percorsa durante questa piacevole escursione che attraversa un ambiente affascinante, severo, dagli splendidi panorami e mai difficile da affrontare. Sebbene si tratti di un percorso denominato Creste Nord, i tratti veramente in cresta sono limitati alla prima parte. Dalla Cima Pozzi in poi, il percorso si snoda sul versante valdimagnino della montagna e solo in alcuni tratti ne tocca realmente la cresta. Se nella prima parte, fino a Cima Pozzi, è possibile seguire fedelmente la cresta lungo bolli gialli con passaggi di I grado non esposto, poi diviene impossibile mantenersi sul filo di cresta e si è costretti a seguire il più agevole sentiero 10 e poi 9. Non sarebbe comunque possibile fare altrimenti, specie in alcuni punti in cui il profilo della cresta scende verticali in profonde pareti e canaloni.
Descrizione percorso
Giunti a Brumano, in alta Valle Imagna, si supera la chiesa e nei pressi del cimitero e poco dopo si incontra un segnale di divieto di transito. Immediatamente prima, sulla sinistra trovate un piccolo lavatoio e un parcheggio per poche auto (piazzetta Carlo Vitari). Lasciata qui l'automobile ci si incammina sul sentiero 587. Questo passa accanto ad alcune casette e cascine. I bollini che trovate indicano sentiero 13. Seguiteli e, tra prati, qualche macchia boscosa e tratti asfaltati, arriverete ad un tornante dove un cartello indica il bivio per il rif. Monzesi. Ignorando il cartello continuate su asfalto. Pochi minuti dopo, su una piccola stalla, i bollini ci invitano ad abbandonare la strada e salire verso destra, dritti in un pascolo. Il sentiero è delimitato da due fili di ferro. Alla sommità del pascolo si incontra un abbeveratoio e da qui, svoltando a destra, si entra in un brutto bosco di latifoglie. Il sentiero diviene a tratti un poco ripido e con il fondo sconnesso. Circa 40 minuti dopo la partenza vi troverete sotto ad un traliccio dell'alta tensione e pochi metri più in alto vi imbatterete nel nuovo rifugio Resegone (1265 Mt.). Attraversate il pascolo sotto il rifugio (palina con indicazioni per il rifugio Azzoni) e rientrate nuovamente nel bosco di faggi che adesso diviene bello, pulito e fresco. Con andamento in leggera discesa, il sentiero ci porta sul lato opposto della valletta che si sta attraversando. Con andamento tranquillo e poco faticoso si cammina nel fresco dell'ombra. Arrivati ad una palina che ci indica la Sorgente delle Forbesette, si sale dritti, lasciando a sinistra il sentiero che conduce alla cima del Resegone. Dopo i primi metri in salita, aiutati da piccoli gradini, la pendenza diminuisce ed in 10' si arriva ad un primo spiazzo erboso e poi ad un secondo (Passo del Palio) dal quale si ammira un bel panorama. Qui varie frecce ci indicano altrettanti itinerari. Noi proseguiamo dritti verso la sorgente che raggiungiamo dopo 20 minuti in falsopiano, preceduta da una calchera (una specie di fornace fatta da sassi e terra in cui venivano cotti i sassi calcarei della zona per estrarne calce) e da un poiat (ammasso di legna coperta da terra dalla quale si otteneva il carbone). Alla Sorgente delle Forbesette (quote contraddittorie: 1409
Mt., oppure 1380 Mt. su un altro cartello) troviamo un piccolo edificio dell'acquedotto ed una fontanella. Ignoriamo le deviazioni e proseguiamo ancora dritti (indicazioni per l'Anello del Resegone ed i Piani d'Erna). Giunti ad un grosso masso su cui sono state scritte le frecce per le numerose deviazioni, si prende verso sinistra il sentiero n. 7, passando accanto ad una zona con tavolini, caratterizzato dai colori giallo, rosso e nero. Inizialmente si procede ai piedi di una bella vallata (Val Calchera) dalla quale si vedono le creste del Resegone, per poi immettersi nel bosco. Dopo un tratto abbastanza ripido, passiamo tra due alte rocce ed in breve, dopo una serie di saliscendi, ed ancora un paio di passaggi simili ad una trincea rocciosa, si arriva al Passo del Giuff (1531
Mt.), poco prima del quale, a sinistra si stacca il sentiero per le creste Nord del Resegone (n. 582). Saliamo dunque a sinistra e subito il sentiero si divide in due: la parte bassa (sentiero n. 8) porta alla Val Calchera e da qui in vetta, la parte alta sale lungo la nostra cresta. Dopo i primi metri all'interno del bosco, il sentierino segue fedelmente la crestina erbosa, tra cespugli, tornantini stretti e ripidi, e un bel panorama sul Monte Due Mani e sulle Grigne. Man mano si sale, la pendenza aumenta, diventando presto piuttosto sostenuta. Si cammina sempre su facile sentiero un poco sdrucciolevole seguendo i numerosi bolli rossi e bianchi. Dopo un primo falsopiano e una successiva selletta, si riprende a salite ripidamente fino ad un curioso valloncello pianeggiante parallelo alla cresta, ricco di fioriture di rododendri. Qui iniziano i bolli gialli che seguono più fedelmente il percorso in cresta, mentre quelli bianchi e rossi aggirano i punti più complicati e rocciosi. Io seguo quelli gialli che regalano alcuni facili passaggi di I grado rendendo più emozionante il percorso. Le varie cime e cimette della cresta si susseguono in un ambiente bellissimo e quasi dolomitico: Pizzo Morterone (1751 Mt.), il primo che si incontra, il Pan di Zucchero( 1754
Mt.), Cima Pozzi (1810 Mt.) la cui discesa verso la selletta Bobbio alla quale sbocca il l'omonimo Canalone, rappresenta il tratto più difficoltoso dell'intera camminata, Il Dente (1809 Mt., sul cui versante opposto si sviluppa la difficile ferrata Gamma 2), Punta Manzoni (1801
Mt.), Punta Stoppani (1849 Mt.) ed ultima Punta Cermenati (1875 Mt.), la più alta del gruppo, dove svetta imponente l'alta croce in ferro. Superata la prima cimetta (Pizzo Morterone), si scende ad una selletta erbosa facendo un minimo di attenzione nello scendere alcune ripide balze. Poco fuori percorso, verso il versante lecchese si vedono due bellissimi torrioncini, uno a sinistra sormontato di un grosso masso e quello a destra dalla cima appiattita, è un peccato non salire quello più a sinistra, facile e panoramicissimo (II grado). Tornati alla selletta si risale verso una seconda elevazione che può essere aggirata lungo il sentiero bianco e rosso, oppure affrontata direttamente (freccia gialla evidente sul torrioncino) salendo prima su erba e poi su roccette umide, con un impegnativo passo iniziale leggermente strapiombante (II grado). Giunti in cima a questa, si scende tra erba ripida e placche appoggiate per arrivare ad una seconda, stretta e sullo sfondo della quale si trova un masso appuntito in precario equilibrio sulla valle sottostante. La successiva cima è sovrastata da un orrendo ripetitore piatto e quadrato e si raggiunge facilmente uscendo di nuovo dalla traccia bianca e rossa, per poi discendere alla selletta successiva più aperta ed erbosa della precedente. La prossima salita può essere fatta lungo i bolli bianchi e rossi tra balze erbose, oppure lungo i bolli gialli salendo direttamente un facile ed umido caminetto (I grado) di 7-8 Mt. d'altezza per poi riprendere il sentiero normale e giungere sulla sommità della Cima Pozzi. Ora si scende su terreno ripidissimo , facendo attenzione ad alcuni saltini di roccia e tornantini strettissimi e scivolosi. L'ambiente è molto bello e severo, siamo sovrastati da alte pareti scure e pinnacoli appuntiti. Alla base della cima si legge un cartello in legno che indica il percorso appena fatto. Il cartello riporta che occorrono due ore per tornare al Pass del Giuf. Ci troviamo ora allo sbocco del Canalone Bobbio che scende ripido lungo il versante lecchese del Resegone (sentiero n. 10). Bello il panorama verso il lago e il Monte Barro. Procediamo oltre la selletta verso la successiva e vicinissima cima (il Dente) per poi scendere all'ennesima sella e risalite la Punta Manzoni. Giu anche da questa e poi su verso la Punta Stoppani. Scesi anche da quest'ultima cima ci troviamo all'imbocco del
Canalone Comera (famoso per le salite invernali). Da qui, si può salire seguendo i bolli gialli, rossi e bianchi del sentiero 9, oppure salire liberamente lungo il lato che guarda al Canalone Comera e, per rocce rotte, sfasciumi e balze erbose, arrivare sotto la grande croce della Punta Cermenati.
Discesa
Dalla croce si scendono gli scomodi gradoni di cemento che portano al vicinissimo rifugio Azzoni, posto sul versante valdimagnino della montagna. Si prosegue poco sotto la cresta, sempre verso la Valle Imagna, con un primo tratto pianeggiante. Giunti ad un bivio, si scende a sinistra (proseguendo dritti si continuerebbe il percorso verso le Creste Sud del Resegone e La Passata) e per ripidi tornantini tra erba e pietrisco si perde rapidamente quota. Tornati nel bosco, dopo pochi minuti, si passa in mezzo a due piccole paretine rocciose che formano una specie di trincea rocciosa e in seguito si arriva ad un bivio: a destra per Brumano, dritti per le Fonte Forbesette. Procediamo verso quest'ultima meta. Scendiamo alcuni tratti ripidi e scivolosi nel bosco, protetti da una dubbia staccionata in legno. Giunti in località Passo del Palio, dove troviamo un tavolino con le panche, pieghiamo a destra e riprendiamo il percorso fatto in salita la mattina. In breve arriviamo al nuovo rifugio Resegone e da lì a paese. |