Descrizione generale
Concatenamento di due ferrate molto note nel rinomato e frequentato gruppo del Resegone. La prima ferrata, piuttosto facile, si svolge su catene, numerose scale ed un ponte tibetano, la seconda, di difficoltà notevolmente più elevate della prima, si svolge invece su catene e pioli. La seconda ferrata, famosa in tutto il Nord Italia, è stata ideata come proseguimento della prima, ma poche persone decidono di attaccare nella stessa giornata entrambe le ferrate per via della notevole difficoltà della seconda e per lo sforzo fisico richiesto. La salita di entrambe le ferrate insieme porta nelle vicinanze della vetta del Resegone e viene naturale proseguire per un'altra mezz'oretta ed arrivare alla croce della famosa montagna di manzoniana memoria. Sia chiaro che le due vie ferrate possono essere salite separatamente e costituioscono comunque una piacevole esperienza, sebbene il mancato concatenamento lascerebbe forse un leggero senso di lavoro incompiuto.
Descrizione percorso
Raggiungere Lecco e seguire le indicazioni per la Valsassina. Poi proseguire seguendo le indicazioni per la funivia "Piani d'Erna" situata in località Versasio. Parcheggiare nei pressi della stazione di partenza della funivia e imboccare il sentiero n. 1 che inizia sulla destra del grande parcheggio, che conduce al rifugio Stoppani. Dopo aver percorso un breve pezzo in discesa, una freccia gialla ci indica "Tutte le direzioni". Più avanti ci si ritroverà su di una strada asfaltata. Percorrerla verso destra. L'asfalto terminerà in corrispondenza del cancello di un agriturismo; proseguire a sinistra per sentiero per circa 10'. In corrispondenza di un cartello che indica la ferrata Gamma 1 prendere il sentiero di sinistra che sale all'attacco. Dal parcheggio all'attacco 20'. Iniziamo su paretine verticali povere di appigli, intervallate da terrazze terrose ed erbose che ci consentono di riposare. Si arriva poi alla prima di una lunghissima serie di scale verticali. Tra una scala e l'altra affrontiamo facili rampe diagonali, muretti e paretine ben appigliate. Caratteristica principale del percorso rimangono comunque le scale, lunghe o brevi che siano, alla fine se ne contano quasi una ventina, tanto che dopo un poco la salita inizia ad essere monotona. Giunti ad una madonnina posta su un bel balcone panoramico, affrontiamo un veloce tratto camminabile. Qui è anche possibile abbandonare la ferrata uscendo verso destra e scendendo al rifugio Stoppani. Ci portiamo ora per boschi alla base di un evidente torrione (Punta Centa) davanti a noi, per giungere al quale passiamo anche lungo un facile canale roccioso. Saliamo ora la seconda parte della ferrata. Qui abbiamo meno scale e più paretine e placconate arrampicabili. Arrivati sulla sommità di uno spuntone, grazie ad un breve ponte tibetano (5 metri) passiamo sulla parete dinanzi che risaliamo grazie ad una scala verticale. Segue un tratto camminabile fino alla base di un grossolano spigolo che arrampichiamo agevolmente. Qui si passa da settori in cui usare anche le mani a tratti ben più facili. Oltrepassiamo poi una comoda passerella di metallo che ci conduce alla base dell'ultimo tratto di salita. Questa viene affrontata nuovamente con una serie di scale, fino alla grossa croce sulla cima del Pizzo d'Erna. Bellissimo panorama. Da qui ora scendiamo lungo un comodo sentiero indicato come "Sentiero Natura" che ci porta senza problemi alla stazione a monte della funivia dei Piani d'Erna, poco sotto la quale si trova anche un ristoro. Proseguiamo la discesa per ampia sterrata fino ad una conca erbosa con panchine e bacheche (Bocca d'Erna, 1291 metri di quota). Qui andiamo a destra seguendo le indicazioni dei sentieri 5 e 1. Dopo i prati entriamo in un breve boschetto di abeti. Poi iniziamo una lunga serie di saliscendi tra boschi e radure fino ad arrivare in località Beduletta (palina di metallo; 1300 metri di quota). Superiamo un crocefisso e proseguiamo fino al cartello che indica l'inizio della ferrata, alla base di una spalla rocciosa alla sinistra del sentiero che proseguirebbe verso il rifugio Azzoni. L'inizio è divertente e facile, tra caminetti ben appigliati e tratti camminabili su balze erbose. Entriamo poi in un bel camino più impegnativo dei precedenti, e le cose iniziano a farsi più impegnative, con tratti da affrontare di forza. Segue poi un lungo tratto camminabile su agevole cresta che ci consente di ammirare il panorama. Superiamo una targa a ricordo del grandissimo alpinista Carlo Mauri e ci portiamo alla base di una parete. Saliamo dritti per poi piegare a destra per cengia erbosa. Quindi saliamo un erto camino verticale impegnativo e faticoso fino ad uscire su una comoda spalla erbosa. Andiamo alla evidente base di un torrione (caratterizzato da un tetto sul lato destro) e lo risaliamo con impegnativi ed atletici passaggi. Ci spostiamo con forte esposizione verso sinistra per poi rimontare un poco accentuato spigolo centrale fino alla sommità del torrione. Rifiatiamo lungo una breve cretina erbosa a cui segue una cresta rocciosa facile e con scarsa pendenza. Eccoci ora alla base di uno spigolo ben lavorato che saliamo senza grosse difficoltà. Segue un camino piuttosto impegnativo che necessità di salire con alcune spaccate atletiche. Ora godiamoci la passeggiata sotto le imponenti pareti alte sulla nostra testa, passando anche sotto ad alcuni grandi tetti su cenge un poco friabili ma ampie e facili. Ci tocca ora l'ultimo camino, facendo attenzione a non prendere sassi sulla testa da chi ci precede. Si tratta del punto più bello, forse, della ferrata. Lo saliamo con una certa fatica e difficoltà, cercando di sfruttare al meglio piedi e mani. Usciti da questo diedro-camino, non ci resta che seguire la facile e comoda traccia tra balze rocciose ed erbose, fino alla sommità erbosa del Dente del Resegone. Da qui, dopo esserci ben riposati, scendiamo sul versante Bergamasco del Resegone, fino ad incrociare il vicino sentiero che verso destra ci conduce senza problemi alla Punta Cermenati con la grande croce in ferro sulla vetta del Resegone. Percorriamo il bel sentierino tra salite e brevi discese, tra trati pietrosi e facili diagonali pietrose, fino ad arrivare alla spesso affollata croce di vetta.
Discesa
Scendiamo al vicino e sottostante rifugio Azzoni che dista pochi metri dalla croce di vetta. Ci spostiamo sul suo lato opposto, quello che guarda verso il lecchese e da qui imbocchiamo il ripido ed ampio vallone che scende verso il rifugio Capanna Monzesi ed il rifugio Stoppani (palina gialla, sentiero n° 1). Scendiamo senza possibilità di errore, restando sul lato destro del vallone. Superiamo il bivio per la ferrata Silvano de Franco sulla destra. Proseguiamo la discesa fino ad arrivare ai prati del Pian della Serrada. Qui lasciamo sulla sinistra il bivio per la ferrata del Centenario ed andiamo a destra. Bella vista sulla bastionata del Dente del Resegone. Oltre i prati, rientriamo nel bosco e lasciamo alla nostra sinistra il sentiero che scende al Passo del Fò e la vicina Capanna Ghislandi. Andiamo invece verso destra, in un bel bosco di faggi. Usciti dal bosco attraversiamo un valloncello con grossi massi e poi eccoci nuovamente sotto all'attacco della Gamma 2. Scendiamo oltre, superiamo un crocefisso in località Beduleta. Ad una vicina palina seguiamo il sentiero n°1 per il rifugio Stoppani. Al bivio vicino stiamo bassi sulla sinistra e proseguiamo in mezzacosta pianeggiante. Attraversiamo una piccolissima pietraia. Arrivati ad una palina, pieghiamo a sinistra. Poco dopo eccoci ad un incrocio, noi andiamo a sinistra, mentre a destra si salirebbe ai piani d'Erna. Arrivati alla palina successiva, vediamo le indicazioni per il rifugio Stoppani, al quale mancano pochi minuti. Prima però superiamo un valloncello sul cui fondo scorre un torrente semi asciutto. Poi eccoci su un bel sentiero pianeggiante che supera una baita nei cui pressi troviamo una gradita fontana d'acqua fresca. Arriviamo così alla bella radura del rifugio Stoppani. Proseguiamo la discesa dopo una breve pausa, scendendo una breve scalinata. Rientriamo nel bosco lungo un ripido e tortuoso sentierino sassoso. Sbuchiamo poi su un'ampia sterrata che seguiamo verso destra fino ad arrivare al bivio verso sinistra per l'attacco della ferrata Gamma 1, che ovviamente ignoriamo. Proseguiamo dritti fino all'agriturismo dal quale inizia la strada asfaltata che riconduce verso la funivia dei Piani d'Erna, alla quale arriviamo in 10 minuti. |