Descrizione generale
Trittico di cime di bassa montagna, poste alle spalle della città di
Lecco, con bei panorami sulla zona circostante la cittadina e sul
vicino monte Coltignone. Tra queste tre cime, la più banale è
sicuramente il Monte San Martino, prevalentemente boscoso; non ha
bisogno di presentazioni la Corna del Medale, famosa per la sua
imponente parete calcarea, sulla quale si svluppano numerose vie di
arrampicata; un discorso a parte merita il Corno Regismondo, chiamato
localmente Beck, protagonista primo di questa escursione. Il Regismondo
è un bellissimo torrione roccioso che si erge con eleganza alle spalle
del più famoso Medale, ed è caratterizzato da due slanciate pareti
calcaree su cui si trovano anche un paio di vie di roccia degli anni
'70, ormai abbandonate e forse mai ripetute. Purtroppo il Regismondo è
poco frequentato, a fronte di un piacevole itinerario di salita, privo
di difficoltà, ma dal sapore selvaggio. L'itinerario qui descritto
prevede di salire al Monte San Martino tramite un paio di facili
sentieri attrezzati e da qui proseguire più o meno fedelmente per
tracce lungo una impervia e panoramica cresta Sud, fino al Corno
Regismondo, per poi tornare sui nostri passi e dirigerci su comodo
sentiero fino alla croce del Medale. Da qui scendiamo poi al rifugio
Piazza e tramite un affascinante sentiero attrezzato (dei Pizzetti),
facciamo ritorno a Rancio. Escursione piuttosto lunga, da non sottovalutare
come impegno fisico, ma priva di reali difficoltà. Necessità comunque
di un buon allenamento ed un minimo di capacità di muoversi su sentieri
attrezzati.
Descrizione percorso
Giunti
a Lecco, proseguite verso la Valsassina lungo la vecchia strada e non
per il nuovo percorso in galleria. Arrivati a Rancio, nei pressi di una
curva verso destra, a sinistra si stacca la via Quarto (cartello poco
visibile!). Seguite questa fino ad un ampio spiazzo con fermata dei
pullman. Andando oltre si arriva al cimitero del paesello. Lasciata
l'auto in zona, davanti allo spiazzo una evidente palina ci indica la
direzione per il sentiero 52 e per la ferrata del Medale. Saliamo lungo
questa ripida viuzza asfaltata. Ignoriamo, ad un falsopiano, la strada
che
scende. Proseguiamo verso destra sempre con una certa pendenza.
Arrivati ad una sbarra (qualcuno parcheggia anche qui), la superiamo.
Alla nostra sinistra si supera una azienda agricola che alleva bovini.
In breve si arriva ad un incrocio. Una freccia sul muro davanti a noi
ed una palina ci invitano a proseguire verso sinistra costeggiando una
rete para massi alla nostra sinistra. Dopo pochi minuti una palina
piazzata (credo provvisoriamente) in mezzo al sentiero indica a destra
per la ferrata degli Alpini del Medale. Andiamo invece dritti. Poco
oltre altre indicazioni per le medesima ferrata (sentiero n. 58) e San
Martino (sentiero n. 52). Noi proseguiamo lungo la rete para massi fino
ad un'immagine della Madonna. Qui pieghiamo decisamente a destra e
saliamo lungo il bosco. Il sentiero inizialmente è protetto a destra da
un cavo metallico e più avanti si incontrano anche delle inutili
catene. Saliamo tranquilli fino ad una evidente freccia metallica su un
tronco con la direzione a sinistra per il Sentiero attrezzato della
Vergella. Ora seguiamo i bolli gialli lungo il sentiero, passiamo nei
pressi di alcune paretine rocciose alla nostra destra (falesia delle
Placchette di San Martino) ed in 5 minuti siamo all'attacco del
sentiero (qui si trova l'attacco della via d'arrampicata "Attraverso il
Passato"). Bella la partenza, forse il tratto più impegnativo e
piacevole dell'intera escursione. Si tratta di una specie di
diedro-canale quasi verticale che potrebbe causare ai meno esperti
qualche problema, ma che in realtà presenta numerosi e ben disposi
appigli ed appoggi. Fuori dal tratto verticale, ci spostiamo verso
sinistra, superiamo una pianta nel bel mezzo della percorso e arriviamo
ad un bel pulpito panoramico. Segue una seconda paretina verticale ed
un secondo pulpito. Qui terminano le possibili limitate difficoltà. Il
resto è una piacevole camminata ripida, tra grossi blocchi calcarei,
gradoni rocciosi taglienti e tornantini. Giunti sotto la Cappella della
Madonna del Carmine, possiamo divertirci a risalite con attenzione
alcune placche appoggiate. Sono passati circa 45 minuti dall'attacco.
Dalla chiesetta si può avere un panorama fantastico sul lago
sottostante. Dietro la cappella si trova una palina con l'indicazione
per il successivo sentiero attrezzato: il sentiero Silvia. Saliamo su
terreno ripido e a tratti ghiaioso. Incontriamo una prima catena che va
verso sinistra, assolutamente inutile anche in caso di neve. Seguiamo i
bolli rossi, sempre camminando tranquillamente. Ad una freccia di
metallo andiamo a destra per il Crocione di San Martino, mentre a
sinistra si andrebbe alla Baita del Falco. Poco più in alto un'altra
inutile catena è posta per facilitare la salita di un masso alto forse
2 metri. Camminiamo sempre su terreno facile e bei panorami. Ignoriamo
la deviazione a destra per il Medale. Eccoci poco dopo ad una bella
panchina a destra e due sinistra. Qui la vista merita una sosta di
alcuni minuti: si può ammirare il ramo del lago che sale verso Varenna
ed oltre. Saliamo ancora piuttosto faticosamente fino ad una selletta
tra betulle e arbusti. Deviamo verso destra ed in 5 minuti di cammino
eccoci al cospetto della grossa
croce metallica sulla cima del Monte San Martino, nella cui struttura è
inserito un pezzo di legno del vecchio crocione precedente. Torniamo
ora sui nostri passi sino alla selletta lungo la dorsale, anzichè
scendere da dove siamo saliti verso sinistra, proseguiamo dritti lungo
il facile crinale, tra erba, cespugli e arbusti. Poco più aventi,
ignoriamo la freccia a sinistra per il rifugio Piazza, proseguendo
invece dritti in salita su traccia più labile, ma ben presente. Qualche
metro dopo ecco una freccia verso destra che ci indica il Medale, che
seguiremo al ritorno. Ora, invece, proseguiamo verso il Corno
Regismondo, come indicato da una palina di legno con scritta
verso sinistra. La salita prosegue con numerosi paletti bianchi e rossi
ad indicarci la via, sempre su facile crinale cespuglioso. Arrivati ad
una tratto roccioso gradinato, lo saliamo senza difficoltà, per poi
discenderne il versante opposto, su ripido sentierino. Poi ecco un
secondo tratto roccioso a facili gradini al cui culmine troviamo delle
scritte sulla roccia per il Regismondo. Eccoci in breve ai piedi di una
parete verticale rocciosa molto bella. Qui sale la breve ma erta ferrata
che ci conduce ad una cimetta senza nome che possiamo indicare come
antecima del Regismondo. Possiamo salire la ferrata, che parte subito
verticale con alcune
staffe e gradini di metallo. Una catena piuttosto lasca ci accompagna
nella salita.
Dopo una quindicina di metri la roccia diviene meno verticale. Entriamo
in un piccolo canale, a tratti sporco di terra ed erba, e da qui
sbuchiamo sulle facile roccette
terminali, tra sassi smossi e pietrisco poco stabile. Più avanti eccoci
tra cespugli ed erba, ad affrontare una facile crestina semi-pianeggiate
che ci conduce in pochi minuti ad una evidente sella nel pieno di un
boschetto umido. A questa sella arriva anche il sentiero normale che
evita la ferrata e costeggia la parete da cui parte la ferrata, perde
leggermente quota per poi risalire su un ripido sentierino gradinato e
con stretti tornanti. In un modo o nell'altro eccoci alla sella
boscosa. Da qui proseguiamo lungo il segnalato sentiero che ci condurrà
alla base dell'ultimo salto sotto alla vetta del Regismondo. Qui
affrontiamo una serie di facili salti e gradini rocciosi, in parte
attrezzati da una catena. Un bel diedrino finale ci deposita al termine
della salita nei pressi di un tavolino con panchine e da qui in breve
alla Madonnina di vetta. Torniamo ora, evitando la ferrata
dell'antecima, alla freccia che ci indicava il Medale e qui, la
seguiamo verso sinistra. Percorriamo una bellissimo sentiero nel bosco
in mezzacosta, con tratti all'aperto che ci consentono sguardi e viste
sul Monte San Martino salito in precedenza. Seguiamo fedelmente il
sentiero. Dopo una ripida discesa piuttosto scivolosa, eccoci ad una
palina gialla che ci segnala a sinistra il
Sentiero GER per il Monte Coltignone (n. 59), ma noi lo ignoriamo e
procediamo
verso il Medale. Saliamo un colletto con tracci un poco intricata. Il
sentiero in seguito scende nuovamente, con qualche saltino, ad una
sella,
dove una seconda palina ci segnala ancora il GER ed il Monte San
Martino, dalla cui direzione proveniamo. Saliamo ora su un mezzacosta
sul lato destro della montagna ed in breve eccoci al cospetto della
grossa croce in ferro in vetta al Medale (molto simile a quella del San
Martino). Poco sopra questa si trova la piazzola d'atterraggio degli
elicotteri. Molto bello, con tempo favorevole, il panorama sia verso il
lago che verso il Corno Regismondo appena salito.
Discesa
Dal Medale, torniamo lungo il percorso appena fatto fino al bivio per
il rifugio Piazza, poco prima della sella da cui si risalirebbe al
Monte San Martino. Da qui, seguendo il sentiero n° 57 rientriamo nel
bosco e su facile sentiero arriviamo al rifugio con la vicina chiesa di
San Martino, recentemente ristrutturata e contenente interessanti
immagini della Via Crucis. Spalle al rifugio scendiamo alcuni gradini,
arriviamo ad una fonte d'acqua (Fontanino Carlo Mauri) e proseguiamo
dritti verso una palina che ci segnala il sentiero n. 53 Piero Pensa ai
Pizzetti. Continuiamo la discesa nel bel bosco pulito fino alla prima
catena, posta su un facile traverso in leggera salita. Segue un tratto
di discesa su blocchi calcarei. Passiamo sotto ad una parete rocciosa
verticale e proseguiamo con un altro traverso in falsopiano munito di
catene. Usciamo ora dal bosco per trovarci su un pulpito roccioso dove
alcune bandierine colorate sventolano all'aria che sale dal lago. Qui
si deve prestare un poco di attenzione: è questo il punto più
impegnativo (sebbene mai difficoltoso) ed esposto. Alcuni salti
verticali richiedono l'uso di catene e pioli metallici, con una certa
esposizione. Seguono tratti più agevoli, sempre provvisti di catene e
pioli, meno ripidi. Un breve tratto di salita tra massi calcarei è
preceduto da un tronco di legno posto in terra. Entriamo poi in una
spaccatura tra due rocce. Ancora una facile discesa con la catena a mò
di corrimano ed eccoci davanti ad una piccola grotta. Ci troviamo ora
ai piedi di un ripido canalone pietroso sopra le nostre teste.
Scendiamo tranquilli fino ad un caratteristico passaggio in trincea tra
una alta parete di roccia a sinistra ed una paretina a destra: qui
occorre attenzione per via del terreno spesso bagnato. Usciti dallo
stretto passaggio in discesa eccoci alla base dei due torrioni rocciosi
nominati i Pizzetti. Una palina indica a sinistra il sentiero
attrezzato appena percorso e a destra il Pizzetto (450 Mt. di quota).
Proprio alle spalle della palina scende un ripido e buio canalino
attrezzato poco frequentato. Noi, invece saliamo in vetta al Pizzetto
di destra, lungo una rampa appoggiata che sale in diagonale; alcune
catene aiutano in caso di pioggia. Dal Pizzetto la vista è piacevole ed
una piccola croce domina l'abitato sottostante. Tornati alla palina
precedente, proseguiamo dritti in discesa (direzione non segnalata) su
comodo e facile sentiero. Percorriamo una tranquilla cengia erbosa
pianeggiante per poi tornare a discendere ripidamente. Pochi minuti di
cammino ed un'ultima catena segna il termine del sentiero, nelle
vicinanze di una sella boscosa ed una bacheca con la fotografia della
zona. Scendiamo nel bosco su sentiero serpeggiante. In un tratto
pianeggiante si nota un masso con la sbiadita scritta rossa e blu che
segnala a sinistra per la variante del canalino evitato. Per curiosità
personale, prendo la deviazione e dopo 15 minuti di orrendo e ripido
sentiero sassoso arrivo alla base del canale. Lo risalgo tra roccia,
terra e cespugli. In 5 minuti di salita rieccomi alla palina alla base
dei Pizzetti. Scendo nuovamente lungo il sentiero normale e ritorno al
punto della deviazione: tutto evitabilissimo! Lungo il sentiero
ignoriamo la deviazione verso destra per Lecco. Giunti a ridosso della
rete para massi, senza oltrepassarla, la seguiamo tenendola alla nostra
destra. La costeggiamo, sempre nel bosco, fino a sbucare su una strada
cementata. La seguiamo in salita, piuttosto ripida. Prendiamo una delle
tante deviazioni che conducono al cimitero verso destra e da qui
torniamo all'auto.
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