Monte San Martino, Corno Regismondo e Monte Coltignone

 
Zona montuosa Gruppo delle Grigne Località di partenza Loc. Rancio - Lecco (LC)
Quota partenza 370 Mt. Quota di arrivo 1042 Mt. Monte San Martino
1253 Mt. Corno Regismondo
1473 Mt. Monte Coltignone
Dislivello totale 1500 Mt. circa con i saliscendi Sentieri utilizzati n. 52, 59
Ore di salita 4 h. Ore di discesa 4 h. 30'
Data di uscita 06/11/2021 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Gölem, Omar Difficoltà EE - tratti EEA
Condizioni climatiche e dei sentieri

Bellissima giornata autunnale, con cieli limpidi a fare da contrasto con il giallo e il rosso delle foglie. Panorami ampi grazie alla luminosità dell'atmosfera. Salvo qualche tratto nei pressi della cima del Coltignone, lungo il vallone finale, dove la traccia è piuttosto dissestata e non curata (vari spuntoni di ferro che reggevano i gradini fatti con pezzi di legno, fuoriescono dal sentiero a guisa di spuntoni pericolosissimi in caso di caduta) e lungo la ferratina per l'antecima del Regismondo, dove le attrezzature non sono in perfetto stato (una staffa fuoriusciva dalla roccia...), per il resto i sentieri sono in buono stato di manutenzione. Lungo la discesa, mancano delle chiare indicazioni per chi deve tornare verso Rancio ed anche l'attacco del sentiero che dal Belvedere del Coltignone scende in Val Verde non è segnalato se non da alcune sbiadite scritte su tronchi poco visibili. Ben tenuti tutti i tratti attrezzati (salvo la già citata ferratina all'antecima del Regismondo) alcuni dei quali (lungo la discesa della Val Verde) completamente rinnovati di recente.

Eventuali pericoli
Lungo i sentieri Vergella e Silvia praticamente non esistono pericoli, nemmeno a cercarseli... Attenzione solo al primissimo tratto verticale del sentiero della Vergella, spesso umido. Attenzione anche lungo la breve ferratina che sale all'antecima del Regismondo: qui, verso la fine è facile smuovere pietre e sassi su chi ci segue; inoltre la catena è piuttosto lasca e con una distanza eccessiva tra gli ancoraggi; anche una staffa è risultata assolutamente insicura in quanto la si poteva estrarre dalla roccia semplicemente tirandola a sè.
Presenza di acqua
Ovviamente al paese di Rancio. Durante la discesa della Val Verde, quasi al termine della discesa della ripida valle, si incrocia una corso d'acqua che permette di dissetarsi, sempre che in alto si trovi della neve o che abbia piovuto recentemente. Al rifugio Piazza, qualora aperto, ed alla sottostante fontanella dedicata al grande alpinista Mauri, compagno di Cassin in innumerevoli salite, potremo trovare acqua potabile.
Punti di appoggio
Primo riparo presso la Cappella della Madonna del Carmine (1 h. e 30' dalla partenza). Dalla vetta del Coltignone, scendendo vero i Piani dei Resinelli troveremo alcune costruzioni (un roccolo, un paio di case). Arrivati al rifugio Piazza, ecco altre possibilità di riparo. In caso di maltempo presso la cima del Monte San Martino, potremo raggiungere direttamente il rifugio Piazza e la chiesa di San Martino in meno di 1 ora.
Materiale necessario oltre al tradizionale
In caso di presenza di compagni poco esperti di ferrate, consiglio il set da ferrata con caschetto per affrontare in sicurezza il primo tratto del sentiero della Vergella. Il set è invece indispensabile per percorrere la breve e verticale ferrata che sale all'antecima del Regismondo.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Lunga e abbastanza faticosa escursione di bassa montagna in una zona, alle spalle di Lecco, molto panoramica nonostante la bassa quota e caratterizzata da una grande variabilità di paesaggi, natura del terreno, tipologia di sentieri: si va, infatti, dal tranquillo bosco, al ripido vallone selvaggio e poco frequentato, dal sentierino attrezzato, alla ferratina che richiede maggior impegno. Le pendenze dell'intera camminata, sia in discesa che in salita, sono spesso molto accentuate e necessitano quindi di una certa preparazione. Basse le difficoltà tecniche dei vari sentieri attrezzati, mentre è richiesta una maggior attenzione lungo la ferratina dell'antecima del Regismondo, breve ma intensa. Nel complesso si tratta di un'escursione adatta a persone abbastanza esperte e ben allenate.
Descrizione percorso
Giunti a Lecco, proseguite verso la Valsassina lungo la vecchia strada e non per il nuovo percorso in galleria. Superate l'ospedale Manzoni e salite verso la Valsassina. Arrivati a Rancio, nei pressi di una curva verso destra, a sinistra si stacca la via Quarto (cartello poco visibile!). Seguite questa fino ad un ampio spiazzo con fermata dei pullman. Andando oltre si arriva al cimitero del paesello. Lasciata l'auto in zona, davanti allo spiazzo con fermata del bus, una evidente palina ci indica la direzione per il sentiero 52 e per la ferrata del Medale. Saliamo lungo questa ripida viuzza asfaltata (via Coltogno). Ignoriamo, ad un falsopiano, la strada verso sinistra. Proseguiamo verso destra sempre con una certa pendenza. Arrivati ad una sbarra (qualcuno parcheggia anche qui), la superiamo. Alla nostra sinistra si supera una azienda agricola che alleva bovini. In breve si arriva ad un incrocio. Una freccia sul muro davanti a noi ed una palina ci invitano a proseguire verso sinistra costeggiando una rete para massi alla nostra sinistra. Dopo pochi minuti una palina piazzata, credo provvisoriamente, in mezzo al sentiero indica a destra per la ferrata degli Alpini del Medale. Andiamo invece dritti. Poco oltre altre indicazioni per le medesima ferrata (sentiero n. 58) e San Martino (sentiero n. 52). Noi proseguiamo lungo la rete para massi fino ad una immagine della Madonna. Qui pieghiamo decisamente a destra e saliamo lungo il bosco. Il sentiero inizialmente è protetto a destra da un cavo metallico e più avanti si incontrano anche delle inutili catene. Saliamo tranquilli fino ad una evidente freccia metallica su un tronco con la direzione a sinistra per il Sentiero attrezzato della Vergella. Ora seguiamo i bolli gialli lungo il sentiero, passiamo nei pressi di alcune paretine rocciose alla nostra destra (falesia delle Placchette di San Martino) ed in 5 minuti siamo all'attacco del sentiero (qui si trova l'attacco della via d'arrampicata "Attraverso il Passato"). Bella la partenza, forse il tratto più impegnativo e piacevole dell'intera escursione. Si tratta di una specie di diedro-canale quasi verticale che potrebbe causare ai meno esperti qualche problema, ma che in realtà presenta numerosi e ben disposi appigli ed appoggi. Fuori dal tratto verticale, ci spostiamo verso sinistra, superiamo una pianta nel bel mezzo della percorso e arriviamo ad un bel pulpito panoramico. Segue una seconda paretina verticale ed un secondo pulpito. Qui terminano le possibili limitate difficoltà. Il resto è una piacevole camminata ripida, tra grossi blocchi calcarei, gradoni rocciosi taglienti e tornantini. Giunti sotto la Cappella della Madonna del Carmine, possiamo divertirci a risalite con attenzione alcune placche appoggiate. Sono passati circa 45 minuti dall'attacco. Dalla chiesetta si può avere un panorama fantastico sul lago sottostante. Dietro la cappella si trova una palina con l'indicazione per il successivo sentiero attrezzato: il sentiero Silvia. Saliamo su terreno ripido e a tratti ghiaioso. Incontriamo una prima catena che va verso sinistra, assolutamente inutile anche in caso di neve. Seguiamo i bolli rossi, sempre camminando tranquillamente. Ad una freccia di metallo andiamo a destra per il Crocione di San Martino, mentre a sinistra si andrebbe alla Baita del Falco. Poco più in alto un'altra inutile catena è posta per facilitare la salita di un masso alto forse 2 metri. Camminiamo sempre su terreno facile e bei panorami. Ignoriamo la deviazione a destra per il Medale. Eccoci poco dopo ad una bella panchina a destra e due sinistra. Qui la vista merita una sosta di alcuni minuti: si può ammirare il ramo del lago che sale verso Varenna ed oltre. Saliamo ancora piuttosto faticosamente fino ad una selletta tra betulle e arbusti. Deviamo verso destra ed in 5 minuti di cammino eccoci al cospetto della grossa croce metallica sulla cima del Monte San Martino, nella cui struttura è inserito un pezzo di legno del vecchio crocione precedente bruciato. Torniamo ora sui nostri passi sino alla selletta lungo la dorsale, anziché scendere da dove siamo saliti verso sinistra, proseguiamo dritti lungo il facile crinale, tra erba, cespugli e arbusti. Poco più avanti, ignoriamo la freccia a sinistra per il rifugio Piazza, proseguendo invece dritti in salita su traccia più labile, ma ben presente. Qualche metro dopo ecco una freccia verso destra che ci indica il Medale, che seguiremo al ritorno. Ora, invece, proseguiamo verso il Corno Regismondo, come indicato da una palina di legno con scritta verso sinistra. La salita prosegue con numerosi paletti bianchi e rossi ad indicarci la via, sempre su facile crinale cespuglioso. Arrivati ad una tratto roccioso gradinato, lo saliamo senza difficoltà, per poi discenderne il versante opposto, su ripido sentierino. Poi ecco un secondo tratto roccioso a facili gradini al cui culmine troviamo delle scritte sulla roccia per il Regismondo. Eccoci in breve ai piedi di una parete verticale rocciosa molto bella. Qui sale la breve ma erta ferrata che ci conduce ad una cimetta senza nome che possiamo indicare come antecima del Regismondo. Indossato il caschetto ed il set da ferrata, possiamo salire la ferrata, che parte subito verticale con alcune staffe e gradini di metallo. Una catena piuttosto lasca ci accompagna nella salita. Dopo una quindicina di metri la roccia diviene meno verticale. Appoggi e appigli non mancano, ma la verticalità della parete rende tutto un poco impegnativo. Entriamo in un piccolo canale, a tratti sporco di terra ed erba, e da qui sbuchiamo sulle facile roccette terminali, tra sassi smossi e pietrisco poco stabile. Più avanti eccoci tra cespugli ed erba, ad affrontare una facile crestina semi-pianeggiante che ci conduce in pochi minuti ad una evidente sella nel pieno di un boschetto umido. A questa sella arriva anche il sentiero normale che evita la ferrata e costeggia la parete da cui parte la ferrata, perde leggermente quota per poi risalire su un ripido sentierino gradinato e con stretti tornanti. Dalla selletta boscosa proseguiamo lungo il segnalato sentiero che ci condurrà alla base dell'ultimo salto sotto alla vetta del Regismondo. Qui affrontiamo una serie di facili salti e gradini rocciosi, in parte attrezzati da una catena, tra arbusti ed erba. Un bel diedrino finale ci deposita al termine della salita nei pressi di un tavolino con panchine e da qui in breve alla Madonnina di vetta. Torniamo ora, evitando la ferrata dell'antecima, alla freccia che ci indicava il Medale e qui, la seguiamo verso sinistra. Percorriamo una bellissimo sentiero nel bosco in mezzacosta, con tratti all'aperto che ci consentono sguardi e viste sul Monte San Martino salito in precedenza. Seguiamo fedelmente il sentiero. Dopo una ripida discesa piuttosto scivolosa, eccoci ad una palina rossa che ci segnala a sinistra il Sentiero GER per il Monte Coltignone (n. 59). Imbocchiamo tale sentiero verso sinistra. Il tracciato è riposante ed in mezzacosta. Poco più avanti incontriamo un breve tratto attrezzato in discesa. Attraversiamo un valloncello e riprendiamo a salire, ora piuttosto ripidamente su tornantini. Segue poi un nuovo tratto semi pianeggiante con un grosso ometto di pietra sulla destra. Dinanzi a noi si intravedono alti pinnacoli rocciosi. Entriamo ora in un ripido e stretto vallone che dobbiamo risalire con molta fatica e su terreno piuttosto sdruciolevole e, a tratti, franoso. Un primo tratto con fune metallica, è caratterizzato da una paretina rocciosa aggettante sopra la nostra testa. Il fondo del sentiero diviene gradinato e sempre un poco franoso. Tanti gradini sono ormai compromessi e i tondini di ferro usati per bloccare i gradini si sino trasformati in pericolosi spuntoni affioranti dal terreno. Eccoci ora al cospetto di una piccola grotta con Madonnina. Qui inizia un bel tratto attrezzato, breve e verticale. Usciti da questo, proseguiamo per altri 10 minuti tra balze erbose e brevi tratti attrezzati su gradoni rocciosi. Terminati i tratti con facili rocce, non ci resta che seguire i ripidi prati assolati che con una certa pendenza e fatica ci conducono in breve alla tondeggiante sommità del Monte Coltignone dove una staccionata di legno protegge escursionisti e turisti dai ripidi pendii appena risaliti. Un bellissimo bosco di faggi si estende sulla cima e prosegue verso il versante opposto a quello di salita. Panorama ampissimo e molto piacevole. Ottima vista sulla Grigna Meridionale, con i suoi numerosi gruppi rocciosi e sui laghi della zona di Lecco, sul ramo che sale verso Nord del Lago di Como e sulle alture del Triangolo Lariano.
Discesa
Dalla sommità del Coltignone, scendiamo all'interno del bellissimo e fitto bosco di faggi davanti a noi con direzione "Belvedere" e Piani dei Resinelli. Un paio di cartelli turistici ci indicano il belvedere da cui godere di una vista mozzafiato sul panorama circostante e sulle ripidissime vallate che scendono verso il Lago di Como. Poco più sotto la cima il sentiero passa tra due staccionate di legno. Una palina ci indica il belvedere a 10 minuti, al quale arriviamo (1377 metri) senza sforzo su comodo sentiero boscoso. Il pulpito del belvedere è una struttura di metallo che esce a sbalzo verso la vallata sottostante e consente di godere del panorama circostante. Spalle al belvedere proseguiamo lungo l'ampia sterrata verso sinistra. Giunti ad una bacheca con indicati i sentieri della zona, proseguiamo ancora pochi metri per deviare verso sinistra e scendere nel fotto bosco di faggi lungo un pochissimo evidente sentierino caratterizzato da rari bolli sui tronchi delle piante (scritta misteriosa “AA”). Scendiamo seguendo fedelmente i bolli sui tronchi facendo attenzione a non smarrire la labile traccia. Scendiamo ripidamente. Man mano perdiamo quota, il sentiero diviene più evidente. Arrivati ad una selletta, andiamo decisamente a sinistra, dopo aver dato un'occhiata al bellissimo panorama verso il lago dal pulpito davanti a noi. Alla selletta troviamo una palina che ci indica il sentiero n. 52 e 54, che per ora coincidono. Scendiamo ora nella ripidissima Val Verde; qui il sentiero è scosceso ma ben segnalato da bolli rossi e blu. Incontriamo vari tratti attrezzati più o meno verticali o appoggiati, tutti comunque appena restaurati. Ad un certo punto ecco che i bolli divengono dei tipici colori del CAI: bianco e rosso a bandierine. Eccoci ora su un bel balcone con vista lago e Monte Barro. Dopo l'ennesimo tratto attrezzato, arriviamo a discendere alcune placche rocciose con evidenti fenomeni di erosione superficiale da parte dell'acqua. Alzando la testa possiamo verdere molto in alto il belvedere presso cui eravamo prima e le alte pareti rocciose tutte attorno e sotto di esso. Scendiamo con attenzione le placche. Arriviamo poi al bivio tra il sentiero 52 e il 54. Noi andiamo a sinistra lungo il n. 52. Alla nostra sinistra si nota il fondo di un ripido corso d'acqua che più in basso attraverseremo, spostandoci così sul versante opposto del profondissimo vallone appena disceso. Risaliamo ora passando accanto ad una paretina rocciosa scura ed umida. In cinque minuti eccoci davanti ad una piccola croce di legno dalla quale scendiamo in un canale grazie ad un tratto attrezzato un poco impegnativo. Attraversiamo il canale e risaliamo lungo il versante opposto grazie ad un sentierino ripido e umido con inizialmente una catena. Finalmente usciamo ad una selletta boscosa che segna la fine delle fatiche in salita. Proseguiamo ora su comodo sentiero in falsopiano tra arbusti e cespugli, per poi entrare in un bel bosco luminoso che in breve ci conduce al rifugio Piazza e alla adiacente chiesa di San Martino. Dal rifugio, dopo una dovuta e meritata pausa, prendiamo il sentiero che con alcuni gradini in salita (quelli in discesa portano ad una fontana e poi al sentiero attrezzato dei Pizzetti), fiancheggiando alla nostra sinistra alcune strutture del rifugio stesso in fase di restauro. Il sentiero prosegue con vari saliscendi. Supera una teleferica e prosegue lungamente fino alla Cappella della Madonna del Carmine, da dove all'andata, abbiamo iniziato il Sentiero Silvia. Dalla chiesetta scendiamo lungo l'evidente sentiero a gradoni che ci condurrà verso Rancio. Il percorso scende lungamente con vari tornantini, tratti più o meno ripidi che si alternano a momenti riposanti, il tutto sempre all'ombra del bosco. Arriviamo così al bivio con il sentiero della Vergella che abbiano seguito all'andata. Ora, anziché andare lungo quel sentiero, proseguiamo verso sinistra fino al termine della discesa presso l'effige della Madonna vista all'andata. Da qui costeggiamo le reti paramassi ed in circa 10 minuti eccoci alle prime case di Rancio dalle quali in breve ritorniamo all'auto.

Note
Spendete qualche minuto per ammirare la bella chiesetta di San Martino, nei pressi del rifugio Piazza, specialmente per i suoi pregevoli interni decorati con sobrietà e gusto. Dalla cima del Monte Coltignone, è possibile dirigersi verso i Piani dei Resinelli (numerose indicazioni in loco) e da lì scendere verso Laorca da cui in breve si può tornare a Rancio, evitando in tal modo la lunga e abbastanza impegnativa discesa della Val Verde, perdendo però parte della bellezza e dell'originalità dell'escursione.
Commenti vari
In una precedente escursione, datata 18 settembre 2021 è stato fatto un percorso nelle stesse zone, per altre fotografie ed informazioni relative potete dare un'occhiata anche a quella relazione.

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Guly impegnato nel primo tratto del Sentiero della Vergella

L'attacco verticale della ferrata per l'antecima del Regismondo

   

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La cima del Monte San Martino

Panorama dal Coltignone verso il Lago di Como

   

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Panorama verso lo Zuccone Campelli e il Tre Signori

La boscosa cima del Monte Coltignone

   

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Vista su Lecco e Monte Barro

Nel bosco del Parco Valentino

   

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La vetta del Coltignone scendendo in Val Verde

Il profondo e ripido solco della Val Verde appena discesa

   

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