Valle del Drogo - Passo di Lendine

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Località Olmo - S. Giacomo Filippo (SO)
Quota partenza 1056 Mt. Quota di arrivo 2322 Mt.
Dislivello totale 1495 Mt. Data di uscita 04/11/2017
Ore di salita 3 h. 20' Ore di discesa 3 h. 30'
Sentieri utilizzati n. C 26, C 27 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar, Gölem Difficoltà E
Condizioni climatiche e dei sentieri

Nuvole e qualche momento di nebbia hanno caratterizzato questa escursione che in caso di bel tempo avrebbe regalato magnifici colori autunnali nella parte bassa ed ampi panorami nella parte alta. Sentieri ben segnalati ed evidenti, sicuri e ben tenuti.

Eventuali pericoli
Nessuno.
Presenza di acqua
Nella parte bassa della valle del Drogo, lungo il sentiero C 26, si rinvengono numerose fontane, ma tutte erano prive di acqua; probabilmente questa viene erogata solo nel periodo estivo. Solamente una fontanella nel piccolo nucleo di baite di Zecca, pochi minuti dalla partenza, aveva acqua corrente.
Punti di appoggio
Durante tutto il tragitto ci imbatteremo in baite isolate o piccoli nuclei alpestri. I principali borghi che incontriamo sono: Zecca, dopo una ventina di minuti scarsa di cammino; l'Alpe di Lendine, posta a due ore da Olmo; Laguzzola, durante la discesa del sentiero C 27, dopo 1 ora e mezza dal bivacco Val Capra. Tra i punti d'appoggio, ovviamente troviamo il Bivacco Val Capra (3 ore di cammino da Olmo) a quota 2164 Mt. Quest'ultimo è a dir poco spettacolare, munito di ogni confort (luce, piastre di cottura a induzione, scorta di beni di prima necessità, coperte e materassi per 8 posti letto, tavolo e sedie, acqua nel periodo non invernale) e di nuovissima realizzazione (giugno 2016), in materiali tradizionali, ben integrato nell'ambiente, perfettamente costruito ed isolato.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla. Magari una bottiglietta di vino da gustarsi al bivacco...
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Lungo il solco della Valle di San Giacomo, che da prima di Chiavenna sale fino al Passo Spluga, sul versante sinistro orografico, si dipartono numerose valli laterali, strette nella parte bassa e più aperte man mano le si risale. Tra queste, oltre alle più note valli di Bodengo e Febbraro (vedi relazioni del 17 marzo 2002 e del 12 luglio 2014) si trova la Valle del Drogo, percorsa il più delle volte per salire al lago Truzzo
ed al rifugio Carlo Emilio (anch'esso da noi raggiunto nel novembre 2001, ma non avevamo scritto la relazione). Ma la Valle del Drogo è anche percorsa da un bellissimo itinerario ad anello che consente di salire fino al confine con la Svizzera, in corrispondenza del Passo di Lendine, sotto cui si trova il pittoresco laghetto Caprara, infossato tra scure rocce, sotto la severa mole de Il Pizzaccio. Durante la dolce salita che caratterizza la parte bassa del percorso si godrà di magnifici lariceti a quote piuttosto basse per la specie, di romantici e ben tenuti borghi alpestri, fatti da baite con il tipico tetto in pietre e di spettacolari colori autunnali. Nella parte più alta, invece, il tragitto diviene più severo e faticoso, ma mai difficile e sale la ripida testata della valle tra rododendri e pietre fino al panoramico Bivacco Val Capra. Un breve sforzo e si giunge fino al brullo Passo di Lendine. Da qui si scende poi lungo il medesimo sentiero fino all'Alpe di Lendine per poi deviare su un diverso itinerario che ci consente di visitare altri boschi, una zona paludosa, l'Alpe di Laguzzola e, sempre immersi tra bellissimi larici ed abeti, tornare all'abitato di Olmo da cui siamo partiti. L'escursione è adattissima per il periodo autunnale, poiché questo è il momento dell'anno in cui i colori e le caratteristiche della valle vengono esaltati al massimo: colori, tranquillità e silenzio.
Descrizione percorso
Lungo la strada statale n. 36 che porta al Passo Spluga, si oltrepassa Chiavenna. Giunti al paese di San Giacomo Filippo, deviamo a sinistra seguendo le indicazioni per Olmo, piccola frazione abbarbicata sui ripidi fianchi della Valle del Drogo. Raggiungiamo il paesello dopo circa 7-8 km di strada stretta ma completamente asfaltata e una miriade di tornanti. Parcheggiamo poco oltre la chiesa, in un ampio parcheggio a destra della strada. Torniamo pochi metri sui nostri passi ed una evidente palina ci segnala il percorso da seguire per il Passo di Lendine, l'alpe omonima ed il bivacco Val Capra. Saliamo la lunga gradinata che porta al cimitero a alla chiesa. Pieghiamo a destra tra alcune viuzze e superiamo le ultime case. Siamo ora tra prati e qualche sparuta pianta. Ad un primo bivio una freccia ci indica di andare a destra per la nostra meta, mentre a sinistra si salirebbe verso l'alpe di Laguzzola (da cui passeremo al ritorno). In circa 15 minuti eccoci arrivati al borgo di Zecca. Qui si trovano numerose caratteristiche baitelle in pietra, molte delle quali abbandonate, altre in perfetto stato di manutenzione. Qualche freccia di legno tra le case ci indica il percorso per l'Alpe di Lendine. Superato il piccolo nucleo andiamo verso destra. Lasciamo una fontanella (funzionante) alla nostra sinistra e ci immergiamo immediatamente in uno splendido bosco di larici. Il sentiero è quasi pianeggiante e rimarrà tale per molto tempo, alternando brevi dolci salite e discese. Oltrepassiamo un enorme masso nei pressi del sentiero ed iniziamo una tranquilla salita con tornanti. Poco dopo il percorso torna pianeggiante e passa accanto a numerose fontane prive di acqua e numerose colonnine d'acqua per i vigili del fuoco. Nei pressi di una di queste si trova anche una croce dedicata a Sant'Antonio. Dopo poco più di un ora dalla partenza attraversiamo un ponticello di legno e ferro. Saliamo più ripidamente tra i larici. Una palina ci segnala che siamo in località Gualdo a 1560 Mt. di altezza. La stessa palina ci indica anche di proseguire verso sinistra, lasciando a destra il sentiero per un agriturismo e per il paesello di San Bernardo. Pochi minuti ed eccoci ad un secondo ponte di legno. Poco oltre, una palina segnala il sentiero per il lago di Truzzo verso destra e la località in cui ci troviamo: Lendine a 1710 Mt. di quota. Un breve strappo più ripido ci conduce in mezzo alle rustiche abitazioni. Una palina ci indica verso sinistra Olmo con un percorso più lungo di quello da noi fatto, e che seguiremo al ritorno. Noi invece andiamo dritti per il bivacco ed il passo. Sullo sfondo si presenta la testata della valle con il Monte Mater a sinistra ed Il Pizzaccio dritto davanti a noi, poco a destra di quest'ultimo sorge il bivacco Val Capra, non ancora visibile; solo l'occhio più acuto potrà scorgere l'asta e la bandiera del bivacco. Superate le baite, ci dirigiamo leggermente verso destra; camminiamo brevemente tra massi su quello che pare il greto asciutto di un torrente che scende dal vallone che dobbiamo risalire. Una palina ci indica di andare verso sinistra, ignorando il sentiero che sale dritto tra i massi e che conduce più direttamente ma su terreno instabile al Passo di Lendine, senza passare dal bivacco. Altro breve tratto per attraversare una zona sassosa e poi tra rododendri e larici riprendiamo a salire con maggiore pendenza. Man mano si sale, la vista del vallone che stiamo percorrendo si apre sempre più. Giunti ad una piccola pietraia, la attraversiamo velocemente, per poi proseguire su alcuni piccoli tornantini fino ad una palina bianca e rossa. Qui la pendenza diminuisce e camminiamo su erba, lasciando dietro di noi gli ultimi rododendri. Poche decine di metri ed eccoci al cospetto del Bivacco Val Capra, dietro cui si innalzano i rocciosi pendii de Il Pizzaccio. Breve sosta per visitare il riparo e ripartiamo verso i vicinissimi Passo di Lendine e laghetto Caprara. La palina fuori dal rifugio ci segnala il sentiero per il passo. Ora i bolli non sono più quelli del CAI rossi e bianchi ma quelli banchi e blu della Svizzera. Il percorso, sebbene privo di difficoltà, necessita di una certa attenzione per non essere smarrito ed in alcuni punti rimonta ripide balze erbose, alternate a tratti su terreno pietroso. Salendo lasciamo alla nostra sinistra un valloncello sassoso ed un saltino roccioso di pietra scura, dal quale probabilmente in estate scende l'acqua del laghetto. Ad un certo punto incrociamo nuovamente i bolli rossi e bianchi del CAI: sono quelli del sentiero che saliva direttamente al passo e che abbiamo ignorato più in basso. Li seguiamo verso sinistra per arrivare in breve sopra al laghetto Caprara, leggermente discosto verso sinistra dal tracciato. Proseguiamo dritti ed in pochi minuti arriviamo alla palina che indica il Passo di Lendine. Bella la vista sul versante svizzero, ma soprattutto affascinante il panorama verso Il Pizzaccio che pare a portata di mano, ma per raggiungerne la rocciosa vetta occorre fare un giro non proprio breve.
Discesa
Ripercorriamo i nostri passi fino all'Alpe di Lendine, magari concedendoci una sosta più tranquilla presso il bivacco. Dall'alpe, andiamo a destra seguendo le indicazioni per Olmo del sentiero C 27 che segnala in 2 ore la discesa. Passiamo tra le casette ed un bel prato su cui sono montate due rudimentali porte da calcio. Superiamo l'ultima bellissima baita isolata e scendiamo fino ad torrente che scorre in un valloncello paludoso. Attraversiamo il torrente su di una passerella di cemento sotto la quale si crea una mini cascatella ed una limpida pozza d'acqua. Camminiamo su terreno umido e superiamo un grosso masso con una freccia e la scritta "Laguzzola": la nostra prossima meta. Al termine del pianoro umido riprendiamo a salire tra bellissimi larici. Seguiamo l'andamento del sentiero che sale senza mai eccessiva pendenza per poi iniziare una lenta e lunga discesa. Lasciamo alla nostra destra l'indicazione per un laghetto definito "Lago Grande" e perdiamo quota in maniera più decisa. Ci troviamo ora su una traccia meno evidente, ma comunque ben visibile. Facciamo attenzione ai bolli rossi e banchi, talvolta un po' sbiaditi dal tempo. Sempre immersi in un lussureggiante e pulito bosco di conifere scendiamo fino ad arrivare ad un piccolo baitello semi nascosto alla destra del sentiero. A questo seguono altre baite poste su un piccolo dosso e circondate da un grande recinto di pietre. Qui facciamo attenzione ad andare verso sinistra; passiamo un ponticello di legno ed arriviamo all'Alpe Laguzzola, dove numerose baite sono oggetto di ristrutturazione. Su una di queste baite è indicata la quota di 1768 Mt. Scendiamo fino a lasciarci alle spalle le ultime baite ed una specie di santella isolata. Da qui riprendiamo il bosco e con particolare attenzione ai bolli, ora più rari, continuiamo la discesa. Usciti dal bosco eccoci davanti ad una baita con tanto di bandiera italiana. Ancora un piccolo sforzo e rieccoci a Zecca, tra le solite baite. Camminiamo tra queste fino ad arrivare alla fontanella da dove giriamo verso destra e riprendiamo il sentiero fatto in mattinata fino ad Olmo.

Note
Attenzione a fidarsi troppo della tecnologia: il pannello solare del bivacco Val Capra fornisce energia elettrica sufficiente ad accendere le luci anche con copertura nuvolosa del cielo, ma non riesce a dare abbastanza potenza per l'accensione delle piastre ad induzione. Risulta quindi impossibile scaldarsi un poco di acqua per farsi un tè caldo. Ah, la cara vecchia stufa a legna...
Commenti vari
Era nostra intenzione salire anche l'aspra e rocciosa cima de Il Pizzaccio (2588 Mt. di quota), ma non abbiamo fatto bene i conti con le poche ore di luce a disposizione e con la nostra lentezza dovuta all'ormai avanzata età. Per questi motivi abbiamo optato per una più prolungata sosta al bivacco, per poi tornarcene tranquillamente all'auto con ancora un'oretta di luce di riserva.
La lunghezza totale del nostro percorso è stata di 15,5 Km. La velocità media (comprese le soste) è risultata essere pari a 2,2 Km/h.

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Nel bel lariceto all'inizio della Valle del Drogo

Omar in pausa lungo il riposante sentiero

   

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Case all'Alpe di Lendine

Giungendo al Bivacco Val Capra

   

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Foto ricordo al bivacco

Il lago Caprara, poco sotto il Passo di Lendine

   

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Foto di “vetta” al passo

Il vallone sopra l'Alpe di Lendine, con indicato il bivacco

   

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Rilievi GPS