Descrizione generale
Lungo il solco della Valle di San Giacomo, che da prima di Chiavenna
sale fino al Passo Spluga, sul versante sinistro orografico, si
dipartono numerose valli laterali, strette nella parte bassa e più
aperte man mano le si risale. Tra queste, oltre alle più note valli di
Bodengo e Febbraro (vedi relazioni del 17 marzo 2002 e del 12 luglio 2014) si trova la Valle del Drogo, percorsa il più delle volte per salire al lago Truzzo ed al rifugio Carlo Emilio (anch'esso
da noi raggiunto nel novembre 2001, ma non avevamo scritto la
relazione). Ma la Valle del Drogo è anche percorsa da un bellissimo
itinerario ad anello che consente di salire fino al confine con la
Svizzera, in corrispondenza del Passo di Lendine, sotto cui si trova il
pittoresco laghetto Caprara, infossato tra scure rocce, sotto la severa
mole de Il Pizzaccio. Durante la dolce salita che caratterizza la parte
bassa del percorso si godrà di magnifici lariceti a quote piuttosto
basse per la specie, di romantici e ben tenuti borghi alpestri, fatti
da baite con il tipico tetto in pietre e di spettacolari colori
autunnali. Nella parte più alta, invece, il tragitto diviene più severo
e faticoso, ma mai difficile e sale la ripida testata della valle tra
rododendri e pietre fino al panoramico Bivacco Val Capra. Un breve
sforzo e si giunge fino al brullo Passo di Lendine. Da qui si scende
poi lungo il medesimo sentiero fino all'Alpe di Lendine per poi deviare
su un diverso itinerario che ci consente di visitare altri boschi, una
zona paludosa, l'Alpe di Laguzzola e, sempre immersi tra bellissimi
larici ed abeti, tornare all'abitato di Olmo da cui siamo partiti.
L'escursione è adattissima per il periodo autunnale, poiché questo è il
momento dell'anno in cui i colori e le caratteristiche della valle
vengono esaltati al massimo: colori, tranquillità e silenzio.
Descrizione percorso
Lungo la strada statale n. 36 che porta al Passo Spluga, si oltrepassa
Chiavenna. Giunti al paese di San Giacomo Filippo, deviamo a sinistra
seguendo le indicazioni per Olmo, piccola frazione abbarbicata sui
ripidi fianchi della Valle del Drogo. Raggiungiamo il paesello dopo
circa 7-8 km di strada stretta ma completamente asfaltata e una miriade
di tornanti. Parcheggiamo poco oltre la chiesa, in un ampio parcheggio
a destra della strada. Torniamo pochi metri sui nostri passi ed una
evidente palina ci segnala il percorso da seguire per il Passo di
Lendine, l'alpe omonima ed il bivacco Val Capra. Saliamo la lunga
gradinata che porta al cimitero a alla chiesa. Pieghiamo a destra tra
alcune viuzze e superiamo le ultime case. Siamo ora tra prati e qualche
sparuta pianta. Ad un primo bivio una freccia ci indica di andare a
destra per la nostra meta, mentre a sinistra si salirebbe verso l'alpe
di Laguzzola (da cui passeremo al ritorno). In circa 15 minuti eccoci
arrivati al borgo di Zecca. Qui si trovano numerose caratteristiche
baitelle in pietra, molte delle quali abbandonate, altre in perfetto
stato di manutenzione. Qualche freccia di legno tra le case ci indica
il percorso per l'Alpe di Lendine. Superato il piccolo nucleo andiamo
verso destra. Lasciamo una fontanella (funzionante) alla nostra
sinistra e ci immergiamo immediatamente in uno splendido bosco di
larici. Il sentiero è quasi pianeggiante e rimarrà tale per molto
tempo, alternando brevi dolci salite e discese. Oltrepassiamo un enorme
masso nei pressi del sentiero ed iniziamo una tranquilla salita con
tornanti. Poco dopo il percorso torna pianeggiante e passa accanto a
numerose fontane prive di acqua e numerose colonnine d'acqua per i
vigili del fuoco. Nei pressi di una di queste si trova anche una croce
dedicata a Sant'Antonio. Dopo poco più di un ora dalla partenza
attraversiamo un ponticello di legno e ferro. Saliamo più ripidamente
tra i larici. Una palina ci segnala che siamo in località Gualdo a 1560
Mt. di altezza. La stessa palina ci indica anche di proseguire verso
sinistra, lasciando a destra il sentiero per un agriturismo e per il
paesello di San Bernardo. Pochi minuti ed eccoci ad un secondo ponte di
legno. Poco oltre, una palina segnala il sentiero per il lago di Truzzo
verso destra e la località in cui ci troviamo: Lendine a 1710 Mt. di
quota. Un breve strappo più ripido ci conduce in mezzo alle rustiche
abitazioni. Una palina ci indica verso sinistra Olmo con un percorso
più lungo di quello da noi fatto, e che seguiremo al ritorno. Noi
invece andiamo dritti per il bivacco ed il passo. Sullo sfondo si
presenta la testata della valle con il Monte Mater a sinistra ed Il
Pizzaccio dritto davanti a noi, poco a destra di quest'ultimo sorge il
bivacco Val Capra, non ancora visibile; solo l'occhio più acuto potrà
scorgere l'asta e la bandiera del bivacco. Superate le baite, ci
dirigiamo leggermente verso destra; camminiamo brevemente tra massi su
quello che pare il greto asciutto di un torrente che scende dal vallone
che dobbiamo risalire. Una palina ci indica di andare verso sinistra,
ignorando il sentiero che sale dritto tra i massi e che conduce più
direttamente ma su terreno instabile al Passo di Lendine, senza passare
dal bivacco. Altro breve tratto per attraversare una zona sassosa e poi
tra rododendri e larici riprendiamo a salire con maggiore pendenza. Man
mano si sale, la vista del vallone che stiamo percorrendo si apre
sempre più. Giunti ad una piccola pietraia, la attraversiamo
velocemente, per poi proseguire su alcuni piccoli tornantini fino ad
una palina bianca e rossa. Qui la pendenza diminuisce e camminiamo su
erba, lasciando dietro di noi gli ultimi rododendri. Poche decine di
metri ed eccoci al cospetto del Bivacco Val Capra, dietro cui si
innalzano i rocciosi pendii de Il Pizzaccio. Breve sosta per visitare
il riparo e ripartiamo verso i vicinissimi Passo di Lendine e laghetto
Caprara. La palina fuori dal rifugio ci segnala il sentiero per il
passo. Ora i bolli non sono più quelli del CAI rossi e bianchi ma
quelli banchi e blu della Svizzera. Il percorso, sebbene privo di
difficoltà, necessita di una certa attenzione per non essere smarrito
ed in alcuni punti rimonta ripide balze erbose, alternate a tratti su
terreno pietroso. Salendo lasciamo alla nostra sinistra un valloncello
sassoso ed un saltino roccioso di pietra scura, dal quale probabilmente
in estate scende l'acqua del laghetto. Ad un certo punto incrociamo
nuovamente i bolli rossi e bianchi del CAI: sono quelli del sentiero
che saliva direttamente al passo e che abbiamo ignorato più in basso.
Li seguiamo verso sinistra per arrivare in breve sopra al laghetto
Caprara, leggermente discosto verso sinistra dal tracciato. Proseguiamo
dritti ed in pochi minuti arriviamo alla palina che indica il Passo di
Lendine. Bella la vista sul versante svizzero, ma soprattutto
affascinante il panorama verso Il Pizzaccio che pare a portata di mano,
ma per raggiungerne la rocciosa vetta occorre fare un giro non proprio
breve.
Discesa
Ripercorriamo i nostri passi fino all'Alpe di Lendine, magari
concedendoci una sosta più tranquilla presso il bivacco. Dall'alpe,
andiamo a destra seguendo le indicazioni per Olmo del sentiero C 27 che
segnala in 2 ore la discesa. Passiamo tra le casette ed un bel prato su
cui sono montate due rudimentali porte da calcio. Superiamo l'ultima
bellissima baita isolata e scendiamo fino ad torrente che scorre in un
valloncello paludoso. Attraversiamo il torrente su di una passerella di
cemento sotto la quale si crea una mini cascatella ed una limpida pozza
d'acqua. Camminiamo su terreno umido e superiamo un grosso masso con
una freccia e la scritta "Laguzzola": la nostra prossima meta. Al
termine del pianoro umido riprendiamo a salire tra bellissimi larici.
Seguiamo l'andamento del sentiero che sale senza mai eccessiva pendenza
per poi iniziare una lenta e lunga discesa. Lasciamo alla nostra destra
l'indicazione per un laghetto definito "Lago Grande" e perdiamo quota
in maniera più decisa. Ci troviamo ora su una traccia meno evidente, ma
comunque ben visibile. Facciamo attenzione ai bolli rossi e banchi,
talvolta un po' sbiaditi dal tempo. Sempre immersi in un lussureggiante
e pulito bosco di conifere scendiamo fino ad arrivare ad un piccolo
baitello semi nascosto alla destra del sentiero. A questo seguono altre
baite poste su un piccolo dosso e circondate da un grande recinto di
pietre. Qui facciamo attenzione ad andare verso sinistra; passiamo un
ponticello di legno ed arriviamo all'Alpe Laguzzola, dove numerose
baite sono oggetto di ristrutturazione. Su una di queste baite è
indicata la quota di 1768 Mt. Scendiamo fino a lasciarci alle spalle le
ultime baite ed una specie di santella isolata. Da qui riprendiamo il
bosco e con particolare attenzione ai bolli, ora più rari, continuiamo
la discesa. Usciti dal bosco eccoci davanti ad una baita con tanto di
bandiera italiana. Ancora un piccolo sforzo e rieccoci a Zecca, tra le
solite baite. Camminiamo tra queste fino ad arrivare alla fontanella da
dove giriamo verso destra e riprendiamo il sentiero fatto in mattinata
fino ad Olmo. |