Descrizione generale Il
Monte Moregallo, frequantata cima nella zona di Lecco, presenta
numerosi sentieri che ci permettono di arrivare alla sua ampia e
tondeggiante sommità. Tra i vari, vi è il sentiero che sale lungo uno
stretto, ripido e caratteristico vallone: il Canalone Belasa, in parte
attrezzato con catene e staffe metalliche. Si tratta di una salita
facile, adatta a chiunque abbia un minimo di esperienza di tali tracciati, priva di difficoltà tecniche, ma ricca di
angoli affascinanti e panorami interessanti. Una volta arrivati sulla
sommità del Moregallo, possiamo scendere verso il famoso Sasso di
Preguda: un enorme masso erratico trasportato e poi abbandonato ai
piedi della montagna dai ghiacciai una volta qui presenti; a ridosso
del masso è stata costruita una piccola cappelletta. Da qui, poi, si
prosegue verso la chiesetta di San Tomaso, sopra Valmadrera, lungo il
bellissimo Sentiero Elvezio, che taglia in mezzacosta i tormentati
fianchi meridionali del Moregallo, attraversando valli e vallette. Da
San Tomaso non ci resta che tornare a Valmadrera, concludendo così un
piacevolissimo e non faticoso anello.
Descrizione percorso
Da
Valmadrera, saliamo alla panoramica località Belvedere, parcheggiamo
l'auto in uno dei pochissimi posti a disposizione e saliamo lungo una
strada asfaltata che ben presto diviene acciotolata. Giunti ad una
santella dalla forma triangolare nei pressi di un evidente incrocio di
sentieri ed una fontanella, saliamo lungo il sentiero n. 7, lasciando
alla nostra sinistra il n. 3 che si dirige verso San Tomaso e dal quale
faremo ritorno. Diamo anche una controllatina ai percorsi della zona su
una cartina qui presente presso una bacheca. Seguiamo il sentierino che
sale dolce tra muretti a secco ed un paio di cascine. Entriamo poi nel
bosco misto di latifoglie, sempre accompagnati da muretti a secco, più
o meno evidenti. Al bivio successivo, seguiamo le indicazioni per
Sambrosera verso sinistra. Poi ancora a sinistra, alla successiva
palina. Qui è ben visibile il Monte Moregallo, con la sua
caratteristica cresta rocciosa G.G. OSA, percorsa da una facile via di
roccia (vedi relazione del 2004). La zona è cosparsa di massi più o meno
piccoli, sempre nel fitto del bosco. Un'altra palina ci rassicura sul
corretto percorso lungo il sentiero n. 7. Superiamo ora un grosso masso
erratico (Sass di Culon), in località Bua. Poco dopo ecco una piccola
costruzione di cemento alla nostra sinistra. Scendiamo in un
valloncello e risaliamo sul lato opposto della valletta, attraversando
un grato asciutto. Poco dopo ecco alcuni ruderi di alpeggi e piccole
strutture per il riparo dei pastori o la conservazione del latte, tutte
ben restaurate e segnalate. Questa zona, infatti, un tempo era dedicata
alla pastorizia e alla fienagione. Arriviamo al vicino Fontanino di
Sambrosera dove ci riforniamo di acqua. Prendiamo poi il sentiero
segnalato da una palina di metallo per il Canalone Belasa. Saliamo ora
ripidamente nel fitto bosco, passando accanto ad alcuni grandi massi e
ad una curiosa struttura rocciosa che incombe minacciosa sul nostro
percorso. Il tracciato è piuttosto ripido, Alcuni bolli rossi ci
guidano lungo la valletta. Superiamo una bella grottarella con una
madonnina sulla destra. Siamo così arrivati all'attacco del nostro
canale. La salita, mai difficile o impegnativa, alterna tratti
camminabili a salti rocciosi appoggiati, sempre facilitati da catene.
È possibile salire i vari balzi rocciosi evitando l'uso di catene e
gradini metallici, rendendo più interessante il percorso. Man mano
saliamo il panorama verso valle, si amplia e ben presto riusciamo a
scorgere i laghi della zona. Belli anche alcuni tratti tra pinnacoli ed
alte pareti rocciose che fiancheggiano il canale. Nella seconda parte
della salita, il bosco lasci il posto a cespugli ed erba, mentre noi
procediamo su balze e placche rocciose appoggiate. Qualche passaggio
richiede un poco più di impegno, ma senza mai essere difficile. Usciti
dal canale, ci troviamo ora su ripidissimi ed aperti prati che
proseguono verso il crinale del Monte Moregallo. Il panorama ora è
ampio e molto bello. Saliamo dritti verso l'alto, con una certa fatica,
ma in breve eccoci incrociare un bel sentierino che seguiamo verso
destra. Questo ci porta verso un primo tratto attrezzato con gradini di
metallo e catene, poi ad uno successivo ed in fine ad un bel salto
roccioso articolato che ci deposita sulla sommità erbosa del Moregallo.
Non ci resta che percorrere gli ultimi metri erbosi fino alla madonnina
di vetta e alla vicina croce di metallo. Attorno abbiamo prati ed un
bel boschetto di faggi, nonchè l'ampio e piacevole panorama sulle cime
e i laghi della zona.
Discesa
Scendiamo
ora verso il Sasso di Preguda. Per farlo dobbiamo seguire l'evidente
direzione data dalla cresta oltre la croce di vetta. Il sentiero
prosegue tra i prati alla nostra sinistra e il baratro roccioso alla
nostra destra. Il sentiero, non sempre evidente, è segnalato da bolli
giallo-rosso-bianchi. Attraversiamo una piccola macchia di faggi.
Troviamo poi una palina con indicazioni che a noi non servono,
Proseguiamo invece dritti lungo il sentiero n. 6. Puntiamo ad una
evidente sommità che dovrebbe essere un'antecima del Moregallo con un
bel salto roccioso verso destra. Scediamo ora su terreno friabile fino
ad una sella (Bocchetta Sambrosera, 1192 Mt.) con bella
vistra sul Lago di Como, il Monte Coltignone, il Monte San Martino e il
Corno Regismondo. Una palina ci indica il Sasso di Preguda. La seguiamo
lungo il sentiero n. 6. Dalla bocchetta risaliamo verso l'antecima
seguendo una labile traccia fino all'ometto di vetta. Bella la vista
sul Moregallo ed il percorso fatto dalla sua cima alla antecima. Poco
prima della sommità dell'antecima, a destra scende un sentierino poco
evidente. Qui è scritto su un masso "Selletta degli Orfani, 1170
metri". Scendiamo quindi dal sentierino che inizia da questa selletta
passando tra du eali di pietra. Il percorso è su ripidi tornantini
boscosi. Alcuni bolli riportano il n. 6 del sentiero. Più in basso il
bosco lascia il posto ad erbusti e cespugli ed il panorama si apre, con
il Monte Barro davanti a noi. Ad un bivio, ignoriamo il Sentiero
Paolo-Eliana e proseguiamo lungo il n. 6 per Preguda. Arriviamo ad una
placca sulla sinistra sui cui è riportato il nome della Bocchetta del
Brenna a 970 Mt. Da qui il paesaggio cambia, e, sempre
con un bel panorama sul lago sottostante, entraimo in una zona
caratterizzata da betulle e prati. Scendiamo sull'ampio crinale
costeggiato da betulle. Arrivati in località Zucon a 876 metri, una
palina ci segnala il Forcellino di Sambrosera a destra, ma noi
scendiamo dritti verso Preguda. Finalmente eccoci in vista della croce
nei pressi del grande masso erratico di Preguda che raggiungiamo in
breve (676 Mt.). Dopo una bella e breve visita della zona
attorno al masso, seguiamo il sentierino che lascia la chiesa e il sasso
alla nostra destra e prosegua pianeggiante. Superiamo un ricovero in
lamiera. Più avanti affrontiamo una salita gradinata per poi iniziare
un bellissimo percorso a mezzacosta (Sentiero Elvezio), caratterizzato
da saliscendi, brevi tratti con catene. Superiamo una croce di ferro
poco sopra il sentiero che raggiungiamo facilmente tra roccette e
catene. La croce è posta a ricordo di Elvezio dell'Oro morto alla Torre
Trieste nel 1956. Al termine del tratto più bello del sentiero Elvezio
(n. 5), ecco una palina che ci segnala la Forcellina Sambrosera e San
Tomaso. Lasciamo alla nostra destra una Madonnina di bronzo in una
nicchia rocciosa. Arrivati ad una zona pic-nic (Forcellina di
Sambrosera, 720 Mt.), tra prati e alberi, troviamo
l'ennesima palina. Proseguiamo sul sentiero n. 5. Superiamo un riparo
di pastori (la tipica casota della zona). Riprendiamo nuovamente il
mezzacosta tra vellette e canali, sempre sotto le rocciose creste del
Moregallo sopra le nostre teste. Il luogo è molto bello e particolare.
Dopo essere entrati nel bosco, in breve arriviamo al Fontanino di
Sambrosera, da dove avevamo iniziato la salita del Canalone Belasa.
Invece di rientrare lungo il percorso che scende direttamente a
Valmadrera, proseguiamo dritti per San Tomaso seguendo il sentiero n.
5. Questo si snoda tra i boschi su comodo sentiero. Ad un certo punto
ignoriamo la deviazione verso destra per la Ferrata del Corno Rat.
Superimo una piccola recinzione verde. Attraversiamo il greto asciutto
di una velletta con grossi massi sparsi e poco oltre, eccoci in una
bellissima radura erbosa poco prima di San Tomaso. Alle spalle abbiamo
una bella vista sul Corno Rat e più lontano sul Moregallo. Dopo un
breve riposo nei pressi del prato della chiesetta di San Tomaso, con
bella vista, scendiamo lungo il sentiero n. 3 per Valmadrera. Arrivati
alla santella triangolare, non ci resta che seguire la strada per
Belvedere, dove abbiano l'auto.
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