Zona montuosa |
Alpi Orobie |
Località di partenza |
Loc. Campella - Parre (BG) |
Quota partenza |
680 Mt. |
Quota di arrivo |
1957 Mt. Monte Vaccaro
2267 Mt. Monte Secco |
Dislivello totale |
1700 Mt. compresi i saliscendi
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Sentieri utilizzati |
n. 241 |
Ore di salita |
2 h. 30' per il Monte Vaccaro
1 h 30' in più per il Monte Secco
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Ore di discesa |
2 h. 45' |
Data di uscita |
02/07/2021 |
Giudizio sull'escursione |
Bella |
Sass Balòss presenti |
Omar
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Difficoltà |
EE |
Condizioni climatiche e dei sentieri |
Forte
nebbia fino alla ve Monte Vaccaro. Sprazzi di sereno durante il resto
della camminata, con pioggia durante il ritorno, ormai giunto all'auto.
Sentieri ben segnalati fino alla cima del Vaccaro. Il proseguio del
percorso avviene lungo la piacevole e mai difficile cresta, erbosa
nella prima parte, semirocciosa nella seconda, fino all'antecima del
Monte Secco, cui segue una ripida discesa su terreno friabile ed
un'ultima salita per balze erbose che si alternano a facili tratti
rocciosi fino alla vetta vera e propria.
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Eventuali pericoli |
Dal
Vaccaro in poi si cammina sul filo di cresta, a tratti esposta: in caso
di temporale non è sicuramente il posto più tranquillo dove stare.
Attenzione durante la sduciolevole e molto ripida discesa dall'antecima
con la croce alla sella che precede la salita finale alle due vette
separate del Secco. Un minimo di attenzione anche acuni tratti rocciosi
della cresta nella parte finale, non difficili o tecnici, ma comunque
esposti. |
Presenza di acqua |
Alla
partenza, presso il parcheggio in località Campella, si trova un bel
fontanino. Durante il periodo estivo, in località Monte Alino, presso
la chiesetta di Sant'Antonio, si trova un ristoro. Sempre qui, è stato
recentemente aperto un punto d'accoglienza che all'interno dispone di
ogni ben di Dio: bibite, merendine, gelati, il tutto ad offerta libera;
sono disponibili anche libri, cartine, ed altro ancora; il tutto è
usufruibile liberamente e tutti i giorni dell'anno, nella speranza che
chi ne trarrà assistenza e conforto non ne approfitti, obbligando alla
chiusura della meravigliosa occasione offerta agli escursionisti e ai
turisti di passaggio. Una nuova fontanella è stata recentemente
costruita nei pressi della prima baita del Vaccaro, con anche un bel
tavolino di legno. Altra acqua la troveremo al rifugio Monte Vaccaro
dove una fontana ci disseterà. |
Punti di appoggio |
Nella
parte bassa saranno numerose le baite e i casolari che incontreremo.
Dopo un'oretta eccoci alla bella chiesetta di Sant'Antonio al Monte
Alino (1045 Mt. di quota) dove troveremo eventuale riparo e ristoro. Dopo circa 2
ore di cammino dalla partenza arriveremo al rifugio Monte Vaccaro (vedi
relazione del 02-03-2013), preceduto da un paio di baite isolate,
dotato di locale invernale con stufa, tavolo, sedie e letti (senza
coperte né materassi). Più sopra, pochi minuti dipo, ecco la Terza
Baita del Vaccaro. |
Materiale necessario oltre al tradizionale |
Nulla. |
Caratteristiche dell'escursione |
Descrizione generale La
salita al Monte Secco, preceduta dal bucolico Monte Vaccaro e seguita
dalla severa e rocciosa Cima del Fop, è sicuramente una delle più
affascinanti del settore prealpino delle Orobie, sia per il panorama
ammirabile, che per il percorso in cresta che la caratterizza.
Descrizione percorso
Risaliamo
la Valle Seriana fino al bivio tra Clusone ed il Passo della Presolana
a destra e Valbondione a sinistra. Andiamo a sinistra e dopo poche
centinaia di metri saliamo ripidi verso sinistra per il paesello di
Parre (terra di produzione degli scarpinocc, un tipico e gustoso tipo
di ravioli). Arrivati davanti alla chiesa del paese, andiamo a destra
eseguiamo strada in salita fino a dove possibile. Al termine di questa
ci troviamo in località Campella. Qui, una bella bacheca riporta i
sentieri e i monti della zona. Seguiamo a destra e parcheggiamo nei
pressi di una piccola isola ecologica. A piedi scendiamo lungo una
strada asfaltata con divieto alle automobili. In fondo ad un
valloncello, superate un ponticello e iniziate a salire, sempre su
asfalto, fino ad incontrare una freccia che indica la mulattiera
sassosa per il rifugio del Monte Vaccaro. Si entra in un bosco
camminando su ciottoli e gradini sassosi con moderata pendenza. Dopo
circa 30 minuti sbucherete, nei pressi di una vecchia baita con alcuni
cavalli, su una stradina asfaltata. Seguite l'asfalto in salita per
circa 10 minuti, superando alcune belle baite ristrutturate fino ad
arrivare alla bella chiesetta di Sant'Antonio (40-45' dalla partenza).
Splandido panorama sull'altopiano di Clusone, sul Pizzo Formico, sulla
Presolana vista da un'amgolatura diversa dal solito. Lasciate la chiesa
alla vostra destra e proseguite lungo la strada in
salita per un paio di tornanti. Oltrepassiamo una grandissima panchina,
di quelle che si allestiscono ora in varie zone panoramiche. Quando il
percorso lo consente,
prendete a destra e tagliate lungo i pascoli salendo fino a sbucare
nuovamente sull'asfalto nei pressi di una sbarra che chiude la strada.
Superate la sbarra e proseguite dritti fino ad incontrare i primi rari
abeti. Il percorso perde pendenza e attraversa una bella fascia boscosa
di abeti e faggi. Riprende poi a salire e giunge dinanzi ad un capanno
– mimetizzato dalle piante – adibito ad osservatorio faunistico
dall'Università di Milano. Qui un tornante piega a sinistra e poco dopo
si raggiunge la prima baita del monte Vaccaro (1412 Mt.), nei pressi
della quale si trova una bella pozza con vista sulla Presolana. Il
panorama si fa bello ed ampio. Dopo pochi minuti tra pascoli, si
raggiunge la seconda baita (1496 Mt.) posta sotto le pendici del monte
Vaccaro. Da qui, andando verso sinistra, in pochi minuti quasi
pianeggianti si arriva al rifugio del Monte Vaccaro (1519 Mt.). Nei
pressi del rifugio trovate una bacheca con cartina e poco oltre una
palina con varie indicazioni. Noi saliamo dritti nei prati dietro il
rifugio e con una certa fatica arriviamo alla sovrastante Terza Baita
del Vaccaro (1649 Mt.) dove vediamo anche una pozza d'acqua. Qui
troviamo un cartello che ci indica di essere nel parco delle Orobie
Bergamasche. Ignoriamo le direzioni di una palina per il rifugio
Santamaria in Leten. Andiamo invece verso destra lungo un pascolo
segnato da un profondo solco tra l'erba. L adirezione ci conduce verso
la vecina dorsale Sud del Vaccaro che raggiungiamo su sentierino
segnalato da bolli bianco e rossi. Giunti alla dorsale la seguiamo
fedelmente verso sinistra e con una certa fatica, se prati ripidi e
continue serpentine nei pressi dello spartiacque, arriviamo in vetta al
Vaccaro (1957 Mt.). Qui troviamo una serie di croci di varia
fattezza e materiali ed un inidcatore delle cime visibili. Proseguiamo
sul filo della pianeggiante dorsale, sempre erbosa, in direzione
Nord-Ovest. Il percorso, comodo e rilsassante, è un susseguirsi di
dolci saliscendi, fino ad una rampa più decisa, dalla quale in pii, la
cresta diviene meno agevole e più ripida. Troviamo anche qualche breve
tratto roccioso di nessuna difficoltà fino a pochi minuti dalla croce
dell'antecima del Secco. Negli ultimi minuti di salita occorre
aumentare l'attenzione poichè l'esposizione si fa più marcata e i
tratti rocciosi un poco più impegnativi; tra questi un bel saltello in
discesa che durante la stagione invernale con neve rappresenta
l'ostacolo più impegnativo sul percorso verso la croce. Terminati i
tratti esposti, non ci resta che percorrere gli ultimi comodi metri.
Dalla croce, dove troviamo anche un libro di vetta, si scende verso
Ovest lungo un ripido pendio piuttosto sdruciolevole, senza un vero e
proprio sentiero. Facendo molta attenzione in meno di 10 minuti si
arriva ai piedi del pendio, ad un comodo colletto dal quale riprendiamo
la salita. Alzando lo sguardo possimo vedere la prima delle due vette
del Secco, con l'impressione di dover affrontare un percorso irto e
difficile, ma non sarà così. Qui il terreno, fatto a balze erbose molto
ripide che si alternano a brevi tratti rocciosi privi di difficoltà, ma
un poco impegnativi per via della pendenza sotto di noi, richiede una
certa fatica. Arriviamo così in circa 20-25 minuti ad una piccola e
spartana croce di legno a 2266 metri di quota. Non siamo ancora sulla
vera cima, che dista ancora una decina di minuti di facile dorsale
mista. La cima vera e propria è ormi a portata di mano e la
raggiungiamo senza alcuna difficoltà a 2267 Mt. Qui un
ometto di pietra ci attende, assieme ad una bellissimo panorama.
Discesa Ripercorriamo i nostri passi.
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Note |
Dalla
cima del Monte Secco, se fisicamente e tecnicamente preparati, viene
quasi naturale proseguire lungo la delicata ma affascinante cresta che
porta alla Cima del Fop e da qui continuare fino al Passo del Re, da
dove scendere al sottostante rifugio Santamaria in Leten per poi
tornare al rifugio Vaccaro tramite agevole sentiero in saliscendi. Tale
percorso, a tratti impegnativo è stato compiuto dal Passo del Re alla
Cima del Fop in data 20 settembre 2014 da
Guglielmo ed Omar. La cima del Monte Secco non è quella con la grande
croce in ferro che si incontra dopo il Vaccaro, e nemmeno la seconda
vetta con piccola croce di legno da poco costruita in modo molto
artigianale, bensì la terza vicina sommità che raggiungiamo con
semplice ometto di sassi. |
Commenti vari |
Un
saluto al signor Locatelli, grande esperto di flora e fauna, nonchè
appassionato camminatore solitario, incontrato sulla cima del Monte
Secco, il quale mi ha tenuto piacevolissima compagnia durante il
ritorno. |
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Una lepre sul sentiero
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Omar tra le nebbie sul Monte Vaccaro
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Inizio della cresta erbosa dopo il Vaccaro verso il Secco
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Primi tratti rocciosi in vista della croce
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Le due vere cime del Monte Secco viste scendendo dalla croce
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Facili placche rocciose salendo alla prima vetta del Secco
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Dalla prima vetta sguardo verso la croce
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Prima vetta del Secco a 2266 metri
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Cima
vera a propria a 2267 metri |
Rilassante paesaggio nei pressi di Alino |
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