Descrizione generale Se
la vetta della Grigna Meridionale (Grignetta) è salita da una infinità
di persone durante tutto l'anno, lo Zucco Pertusio, poco distante e
raggiungibile con limitato sforzo, risulta, a torto, scarsamente
frequentato. Eppure le migliaia di escursionisti che transitano dal
rifugio Rosalba lo possono ben vedere lungo quella che è la dorsale che
ad Ovest si dirige verso Mandello Lario, mentre a Est si trasforma
nella battutissima Cresta Segantini. Per rimediare a questa mancanza,
durante l'odierna camminata, saliremo la vetta della Grignetta lungo il
classico itinerario della Direttissima, scenderemo poi nella severa Val
Scarettone, transiteremo dall'affollato rifugio Rosalba per dirigersci
lungo la suddetta dorsale in direzione Ovest fino al panoramicissimo
Zucco Pertusio. Una volta tornati al rifugio Rosalba, possiamo chiudere
un bel anello escursionistico scendendo il Sentiero dei morti (oppure
quello delle Foppe) fino all'ex rifugio Alippi e da lì tornare ai
Resinelli con una mezz'oretta di asfalto. Escursione adatta a tutti i
camminatori allenati e con un minimo di esperienza su sentieri
attrezzati mai difficili. Nulla da aggiungere sugli ambienti da favola
ed i mitici gruppi rocciosi (Lancia, Fungo, Ago Teresita, Torre
Cecilia, e chi più ne conosce più ne riconoscerà...) sotto cui
transiteremo.
Descrizione percorso
Da
Lecco, seguire per la Valsassina. Giunti a Ballabio, prendere la
deviazione per i Piani dei Resinelli. Dopo 7-8 km di salita e ben 14
tornanti numerati, si arriva all'inizio della località dei Piani.
Presso un grande parcheggio nei pressi di alcuni portici di un un
condominio, si lascia l'auto. Poco sopra il parcheggio si trova un bar,
lo si raggiunge e si prosegue lungo la strada asfaltata in salita. Dopo
100 Mt. si devia a sinistra, sempre su asfalto lungo la via Galbussera,
chiusa al traffico (in realtà io ho trovato macchine parcheggiate a
poche decine di metri dal rifugio, dove una sbarra chiude
definitivamente l'accesso). La si segue e dopo circa 15 minuti si
arriva ad una sbarra. Si prosegue dritti e si supera una bella baita in
legno. La strada sterrata ora tende a ascendere un poco per risalire
subito dopo. Altri 2 o 3 minuti e si è al rifugio Porta. Sul retro del
rifugio partono i sentieri n. 7 ed 8. Il primo verso la Cresta Cermenati,
il secondo per la "Direttissima". Saliamo ora nel bel bosco Giuglia.
Passiamo una santella e con un paio di tornantini guadagniamo quota. Ad
un primo bivio si abbandona il sentiero 7 verso destra e si prende l'8
verso sinistra. Si scende qualche metro per trovare alla nostra destra
una paretina rocciosa sulla quale una freccia metallica ci invita a
proseguire verso sinistra. Pochi minuti in falsopiano e arriviamo alla
base del Canalone Caimi che lasciamo alla nostra destra. Saliamo lungo
un sentierino tra prati, su fondo sassoso. Ignoriamo
le piccole deviazioni che troviamo lungo il percorso. Giunti ad un
certo punto, ci imbattiamo nel primo facile tratto protetto da un cavo
metallico. Da qui inizia la parte attrezzata. Dopo questo banale
passaggio, dobbiamo superare l'unico vero punto in cui è necessario
ricorrere all'uso del cavetto metallico e delle staffe infisse nella
roccia per progredire: si tratta di un traverso pianeggiante su una
placca verticale, povera di appigli, ma soprattutto di appoggi per i
piedi. La placca ci porta all'interno di un profondo canalone che, una
volta attraversato, permette di entrare nel Caminetto Pagani grazie ad
una coppia di scalette, la prima delle quali inizia strapiombante per
poi divenire verticale. La seconda scaletta ci porta direttamente nello
strettissimo passaggio del caminetto. Usciti dal camino si prosegue su
terreno più facile, sfruttando una comoda cengia che in breve ci porta
ad un primo intaglio dal quale scendiamo per qualche decina di metri di
dislivello. Compiamo poi un lungo tratto sempre in cengia con leggeri
saliscendi fino ad una selletta sulla cui sinistra si innalzano alcune
torrette e pinnacoli uno dei quali caratterizzato da pareti solcate da
profonde incisioni di tipo quasi granitico. Avanti ancora fino
all'intaglio successivo dove una palina ci indica verso sinistra i
pinnacoli del Fungo, la Torre, la Lancia, il Campaniletto e Torre
Maria. Ovviamente noi continuiamo dritti lungo il nostro sentiero.
Arriviamo in seguito alla base del Canalone Angelina e qui un'altra
palina ci invita a
proseguire dritti verso il Colle Valsecchi (sentiero 8). L'ambiente è
sempre più bello. Splendida la vista verso sinistra della Torre
Costanza. Giunti ai piedi di un ampio canale, lo si risale rimanendone
sulla sinistra, dove sono presenti delle catene, seguendo una specie di
parete appoggiata lateralmente. Al termine di questo tratto, con alcuni
tornantini si arriva al Colle Valsecchi (1898 Mt.; meno di 2 ore dalla
partenza). Qui pieghiamo verso destra, lasciando in alto la traccia
verso la Cresta Segantini. Procediamo su comoda cengia semi
pianeggiante fino ad una palina che ci segnala di essere sul sentiero
Cecilia (n. 10) per la vetta della Grignetta. Ad un certo punto alle
nostre spalle appare in tutta la sua bellezza il gruppo della Lancia e
del Campaniletto. L'ambiente è molto suggestivo. siamo circondati da
pareti e torri, da canali e valloni detritici. Scendiamo poi in un
ripido canalino attrezzato angusto e tetro. Al suo termine risaliamo un
più luminoso vallone con alcuni ripidi tornantini sassosi, fino ad
incrociare il comodo e battuto sentiero n. 7 (Cresta Cermenati) che
seguiamo in salita verso sinistra. Pochi minuti di fatica e in pieno
sole, ed eccoci in vista della croce di vetta della Grigna
Meridionale e del suo bivacco. Alle spalle di quest'ultimo scende il
verticale ma gradonato sentiero che dobbiamo seguire. Con l'aiuto di
alcune catene ci caliamo fino alla base del salto verticale. Da qui
entriamo in un facile canalino che ci permette di risalire fino
all'imbocco del Canalino Federazione (palina). Scendiamo quindi in
questo canale roccioso (attenzione alla possibile caduta massi)
piuttosto ripido e umido. La presenza di alcune catene ci aiuta nei
tratti più verticali. Seguiamo attentamente i bolli presenti, per
evitare di finire su qualche saltino esposto. Usciti dal canale,
proseguiamo la discesa lungo una evidente dorsale detritica. Arriviamo
in breve alla Bocchetta del Giardino (2004 metri di altezza). Verso
destra si scenderebbe in un vallone per proseguire la Traversata Alta
delle Grigne, verso quella Settentrionale. Noi invece scendiamo nella
ombrosa Val Scarettone verso sinistra. Facciamo molta attenzione al
sentierino molto ripido e scivoloso, con fondo instabile e pietroso
(una catena ci rassicura). Una palina ci indica il rifugio Rosalba
(nostra prossima meta) a circa 1 ora di cammino. L'ambiente è severo e
solitario, con alcuni camosci che solitamente si muovono su questi
rioidi ghiaioni. Scendiamo senza sosta fin sul fondo del vallone, per
poi riprendere un breve salita ed immetterci su una bella traccia
attrezzata che entra ed esce da vallette e canalini (attenzone alla
caduta sassi), passando sotto alte pareti scure. Saliamo quindi una
stretta fenditura di roccia alla cui estremita superiore dobbiamo
ridiscendere altrettanto ripidamente dal lato opposto. Ancora un paio
di saliscendi tra pinnacoli e paretine attrezzate ed eccoci per la
seconda volta al Colle Valsecchi. Da qui questa volta proseguiamo verso
destra verso il rifugio Rosalba (30 minuti). Dopo una breve discesa ci
attende una bella traversata su comoda cengia pietrosa che transita ai
piedi della Cresta Segantini e ci conduce poi sul versante opposto
della montagna. Qui, oltre al sole, troveremo una palina che riporta il
rifugio Rosalba a 10 minuti. Affrontiamo una breve salita su bel
sentierino ed eccoci ad una sella erbosa (Colle Garibaldi). Da qui non
ci resta che scendere agevolmente al rifugio ormai ben visibile sotto
di noi. Qui giunti ci meritiamo una pausa, prima di proseguire dritti
verso lo Zucco Pertusio. Seguiamo il sentiero poco oltre il rifugio,
ignorando i tracciati di discesa verso i Resinelli verso sinistra e che
seguiremo una volta tornati qui dallo zucco. Per la nostra ultima metà
di oggi, non ci resta che seguire l'evidente traccia che percorre la
crestina erbosa dinanzi a noi con lo Zucco Pertusio ben visibile in
lontananza. La traccia rimane sul filo della dorsale fino ad alcuni
torrioncini che vengono aggirati sulla destra. Poi si torna subito
sullo spartiacque tra ripidi prati. Un grosso pinnacolo roccioso blocca
l'avanzare davanti a noi: lo aggiriamo comodamente sulla destra,
evitando di salire l'invitante dosso alle sue spalle, restando invece
bassi tra faggi sulla destra. In breve torneremo sulla cresta, oltre il
dosso. Da qui camminiamo comodamente e rilassati tra faggi alla nostra
destra e scoscesi prati a sinistra. Proseguiamo ancora con tratti in
resta ed altri a mezzacosta fino oltrepassare nettamente la cima dello
Zucco del Pertusio in alto sopra di noi alla nostra destra. Un lungo
traverso tra ripidi prati ci conduce ad una comoda ed ampia sella
erbosa ben oltre la verticale dello zucco. Dalla sella pieghiamo
decisamente a destra e ritorniamo in direzione della nostra vetta fino
ad arrivare alla sua base. Da qui saliamo l'evidente pendio erboso
estremamente ripido. Lungo la sua faticosa ma breve salita, notiamo
alcuni bolli gialli che ci conducono in prossimita delle cresta, tra
balze erbose e gradini di facili roccette affioranti. Pochi minuti ed
eccoci davanti all'ometto di vetta dello Zucco Pertusio.
Discesa
Per
il medesimo itinerario torniamo al rifugio Rosalba. Da qui abbiamo due
possibilità di discesa verso destra: il sentiero n. 9 (delle Foppe)
leggermente più lungo ma più comodo, oppure il Sentiero dei Morti, più
impegnativo e diretto, ma decisamente scomodo. Io ho deciso per
quest'ultimo (scelta poco azzeccata...). Con ripida discesa su pietre e
sassi si perde velocemente quota grazie a scivolosi e scomodi
tornantini. Bella vista sull'imponente Torre Cecilia e il vicino
Torrione del Cinquantenario. Giunti sul fondo di un valloncello
pietroso si risale una ripida rampa (catena), per poi discendere in un
vallone più ampio verso destra (palina) con arbusti e piante, sempre su
fondo ripido e scomodo (attenzione in caso di caduta). Più in basso la
vegetazione aumenta ed in breve ci troviamo a percorrere un ripido
bosco misto piuttosto stancante. Al termine della ripida discesa,
incrociamo il sentiero n. 9 e lo seguiamo verso sinistra. Subito il
tracciato diviene più comodo e rilassante. Dopo un breve tratto con
fune metallica, il panorama si apre sul Torrione Pertusio (non Zucco
Pertusio) e su buona parte della valle appena discesa. Superiamo la
deviazione per la Torre Costanza e la Mongolfiera e attraversiamo il
fondo di un canalone sassoso. Saliamo ripidamente nel bosco e
procediamo in un bellissimo bosco di faggi. Poco dopo una palina ci
indica l'ex rifugio Alippi. In breve arriviamo ad alcune baite e case
sparse nel bosco, sempre più antropizzato fino al termine del sentiero
che sbuca sull'asfalto. Seguiamo la strada verso sinistra. Ci toccano
ora un paio di chilometri di asfalto (e 150 metri di dislivello in
salita...) per tornare al grande parcheggio dove abbiamo lasciato
l'auto.
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