Monte Ferrante - Cresta Nord
Monte Ferrantino, Cima Verde e Cima di Polzone

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Loc. Carbonera - Colere (BG)
Quota partenza 1020 Mt. Quota di arrivo 2427 Mt. il Ferrante
2325 Mt. il Ferrantino
2120 Mt. la Cima Verde
2129 Mt. la Cima Plozone
Dislivello totale 1650 Mt. compresi i saliscendi
Sentieri utilizzati n. 403, 404, 401
Ore di salita 4 h. 15' per il Ferrante
altri 20' per il Ferrantino
altri 45' per la Cima Verde
altri 20' per la Cima di Polzone
Ore di discesa 2 h. 15'
Data di uscita 13/08/2022 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE, F, I la cresta Nord del Ferrante
Condizioni climatiche e dei sentieri

Bella giornata di sole. Percorso ben segnalato ed evidente fino alla Forcella del Ferrante, da qui la salita lungo la crestina Nord non è indicata da nessun segno od ometto e non esiste traccia di passaggio, la roccia è buona e le difficoltà limitate a poco più di un I° grado anche se esposto. Dalla cima del Ferrante si ritrovano bolli e sentiero segnalati fino al Passo dello Scagnello. Per la successiva salita alla Cima Verde e alla successiva Cima di Polzone, si prosegue su traccia non segnalata, ma evidente, a tratti esposta e sottile; tale traccia sparisce poco dopo la vetta della Cima Verde. Da qui la crestina diviene meno agevole. Giunti sotto la vetta della Cima di Polzone, la traccia sparisce del tutto ed occorre procedre su ripidissimo pendio fino alla sommità, per poi scendere dal versante opposto per ripidi prati fino ad intercettare il sottostante sentiero che risale al Passo dello Scagnello. Da qui al rifugio Albami e poi a Colere, camminiamo su tracciato segnalato.

Eventuali pericoli
Una certa attenzione lungo l'esposta crestina Nord del Ferrante; si sale su buona roccia con difficoltà di I grado o poco più. Attenzione alla salita e alla discesa della Cima di Polzone che si svolgono su tratti erbosi molto ripidi privi di traccia.
Presenza di acqua
Poco dopo la  discesa dal Ferrantino, arriviamo al rifugio-ristoro Chalet dell'Aquila, aperto nella stagione invernale. Poi troverete acqua al rifugio Albani, se aperto.
Punti di appoggio
Salendo troveremo la Malga Polzone, dopo circa 1 ora e 15 minuti. Arriveremo poi al rifugio Cima Bianca e al vicino rifugio Chalet dell'Aquila, alla fine delle seggiovie di Colere e alla base del Ferrantino; Normalmente questi due locali, sono aperti durante la stagione invernale a servizio di sciatori e sci alpinisti. Durante la discesa arriveremo al rifugio Albani a meno di 30 minuti dal Passo dello Scagnello. Più a valle, nei pressi di un ponte di legno, troviamo una baita nel bosco.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
A Nord Ovest della Presolana si eleva un roccioso monte dalle forme tondeggianti e ben riconoscibili da diverse posizioni: si tratta del Monte Ferrante, normalmente salito dalla su facile costa Sud in parte erbosa ed in parte sassosa. Per chi apprezza invece le salite un poco più impegnative ed emozionanti, esiste anche la sua cresta Nord (forse più simile ad uno spigoletto, almeno nella parte bassa...), breve ma dalle caratteristiche adatte a chi cerca qualche cosa in più di una camminata; si tratta di una breve salita non difficile, ma comunque esposta e su buona roccia con passaggi che sfiorano il II grado. Una volta giunti sulla cima del Ferrante, possiamo scendere dalla nominata dorsale Sud per poi facilmente risalire al contiguo Ferrantino, poco attraente satellite del fratello maggiore. Da qui, panorama a parte, non troveremo nulla di interessante. La camminata prosegue poi con la salita di altre due vette nelle vicinanze: la Cima Verde e la Cima di Polzone, entrambe erbose, ma con una non banale cresta che le collega e che viene percorsa con la dovuta cautela. Dalla vetta della seconda di queste, sembra quasi di toccare con mano il maestoso spigolo Nord della Presolana, altra pratagonista di questa escursione che ci accompagna e ci osserva da lontano lungo l'intera nostra giornata. Concludiamo l'escursione con una visita al vicino rifugio Albani in posizione panoramica.
Descrizione percorso
Giunti a Colere, nella bellissima Val di Scalve, raggiungiamo la stazione di partenza degli impianti sciistici e qui parcheggiamo l'auto. Saliamo a piedi lungo la vicina via Carbonera. Passiamo accanto alla minuscola piazzetta San Rocco dove si trova l'omonima chiesetta, datata 1629. Passiamo sotto ad un porticato ed eccoci ad un incrocio dove, salendo lungo un'altra strada, potremmo lasciare l'auto. Qui si trova anche una piccola bacheca in legno. Saliamo ora a destra lungo un'ampia strada sterrata piuttosto ripida, entrando in un rado boschetto. Superiamo un cartello indicante che stiamo per entrare in un Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Sulla sinistra si apre una stretta valletta tra alte rupi. Noi proseguiamo dritti lungo l'ampia strada, seguendo le indicazioni di una palina che segnala il sentiero n. 403 per il rifugio Albani. Il percorso, sebbene ripido, è agevole. Senza mai abbandonare il percorso principale ed ignorandole deviazioni verso sinistra per il sentiero invernale che evita le piste da sci, imbocchiamo proprio il sedime di queste ultime, molto ripide. Arrivati in località Frassinetto (1243 Mt.), una palina ci indica di proseguire per il sentiero n° 404 per la Malga Polzone, sempre lungo le piste. Un'altra palina più avanti ci conferma la direzione. Ora ci muoviamo su strada cementata. Superiamo un acquedotto. Bella la vista a sinistra sul versante Nord della Presolana. Poco prima di arrivare ad alcuni edifici e caseggiati degli impinti di risalita e delle piste da sci, ben visibili sopra di noi, deviamo per prati verso sinistra puntando comunque a sinistra di detti edifici. Arriviamo così presso Malga Polzone, a 1570 metri di altitudine (ci arriviamo anche seguendo le piste, ma quando sono passato io, vi erano lavori in corso...). Presso una bella baita vediamo una freccia in legno che indica la Val Conchetta verso destra. Andiamo quindi in questa direzione, entrando ben presto in una zona di bei larici su ampio sentiero sassoso. Guardando a destra è ben visibile il solco della Valle di Belviso con la diga del Gleno. Saliamo senza sosta lungo il tracciato delle piste da sci, alternando tratti sassosi ad altri cementati di recente, con i nuovi cannoini sparaneve. Ad un certo punto incrociamo il percorso della seggiavia che sale al rifugio Albergo Cima Bianca. proseguiamo in salita con le Corna Gemelle alla nostra sinistra (possibilità di salirle senza particolari problemi), puntando all'evidente mole del Ferrante davanti a noi. Bella la vista sul gruppo del Pizzo di Petto e della Vigna Vaga. Arrivati al Cima Bianca ed alla successiva stazione d'arrivo della seggiavia, ignoriamo il vicino rifugio Dell'Aquila, per salire lungo i prati alla base del Ferrantino. Man mano saliamo, il panorama si apre sulla Presolana e sulle cime Verde e di Polzone che andremo a raggiungere successivamente. Giunti sulla dorsale ci godiamo lo spettacolo della vallata opposta, verso le Baite di Moschel e la Valzurio, con le cime della zona: Timogno, Avert, Omini sulla destra e Cresta di Valzurio sulla sinistra. Proseguiamo brevemente per il sentiero che sale verso il Monte Ferrante (via normale dalla costa Sud), ma giunti all'inizio della ripida salita finale, la abbandoniamo per andare dritti lungo il sentiero n. 401 che si dirige verso il Passo di Fontanamora e poi lungamante verso il rifugio Curò (tratto del Sentiero delle Orobie). La bella traccia marcata taglia i pietrosi pendii del Ferrante e con andamento a mezzacosta semi pianeggiante ci conduce alla sella tra il Ferrante ed la Cima di Fontanamora. Il tracciato è affascinante e alla nostra sinistra si innalzano le verticali pareti orientali del Ferrante. Arrivati al termine del  mezzacosta, ci troviamo su un'ampia sella erbosa. Qui deviamo a sinistra e saliamo senza sentiero obbligato verso l'evidentissimo spigoletto che da origine alla cresta Nord del Ferrante. Arrivati alla base di questo, non ci resta che seguirne fedelmente il filo, inizialmente quasi verticale, su roccette miste ad erba. Man mano si sale le pendenze si riducono, ma la roccia diviene predominante. Conviene non allontanarsi mai dal filo di cresta, evitando gli invitanti tratti erbosi alla nostra destra. Le difficoltà sono contenute nell'ordine del I-II grado, su roccia solida, con passaggi piuttosto esposti. Più in alto la cresta si abbatte un poco ma occorre comunque molta attenzione in quanto l'esposizione non accenna a diminuire e spesso ci troviamo a cavalcioni sui blocchi calcarei. Superiamo una bella placca appoggiata povera di appigli e poco dopo eccoci giunti ad una antecima, vediamo ormai a portata di mano la croce di vetta, ma occorre pazientare ancora un poco. Un paio di passaggi ancora un poco esposti ed eccoci agli ultimi camminabili metri per arrivare ad un grosso ometto di sassi e alla vicina croce del Monte Ferrante. Bellissimo il panorama. Scendiamo ora lungo la via classica che inizia con un ripido tratto serpeggiante e un poco sdruciolevole, per poi prendere l'ampia costa pietrosa che senza problemi e velocemente ci riporta alla sella tra il Ferrante ed il Ferrantino. Da qui non ci resta che seguire l'agevole dorsale erbosa che in pochi minuti ci depositerà sulla sommità del Ferrantino, con pietra segna confini ed ometto di sassi. Proseguiamo ora lungo la dorsale sul lato oppsto a quello di salita e senza alcun problema arriviamo al ben visibile rifugio Chalet dell'Aquila. Camminiamo ora comodamente sul sentiero n° 401 in direzione del Passo dello Scagnello. Passiamo tra vallette e dossetti erbosi, misti a qualche pietra affiorante fino al valico con la Valzurio. Davanti a noi si erge imponente ed affascinante lo Spigolo Nord della Presolana. Al Passo dello Scagnello troviamo un piccolo altarino di pietra e ferro battuto (2080 metri di quota). Qui, una evidente e breve costa erbosa, molto ripida, ci consente di arrivare sulla sommità della Cima Verde, dove nessun ometto o segno di vetta ci attende. La cresta erbosa davanti a noi pare invitarci a seguirla, verso la prossima vetta: la Cima di Polzone. Lo facciamo senza cali di attenzione poichè i fianchi della montagna sono molto ripidi e la cresta piuttosto sottile, ma certo non difficile (attenzione solo in caso di erba bagnata). Con una divertente serie di saliscendi, tra balze erbose e tratti con qualche pietra affiorante ci avviciniamo alla nostra ultima meta di giornata. Ad un certo punto è possibile vedere l'ingresso di una grotta, poco sulla sinistra del filo di cresta ma di non facile raggiungimento. Arriviamo poi ad una sella evidente, ai piedi dell'ultimo tratto di salita per la Cima di Polzone. Qui un salto di roccia marcia ci impedisce di proseguire in cresta; tagliamo quindi a mezzacosta con molta attenzione, arrivando ai piedi di un ripido valloncello oltre la verticale della vetta. Risaliamo il valloncello molto ripido fino a sbucare in cresta per poi piegare verso sinistra e senza problemi arrivare alla Cima di Polzone.
Discesa
Scendiamo ora gli ultimi metri appena fatti, superiamo lo sbocco del canale erboso e proseguiamo in direzione dello Spigolo Nord della Presolana. Osservando i fianchi della montagna alla nostra destra, individuiamo il punto migliore di discesa, tra erba e cespugli. Scendiamo con attenzione sul ripidissimo fianco della Cima di Polzone, fino ad intercettare il sentiero che sale dalla Valzurio. Dovrebbe esserci anche la possibilità di proseguire lungo la dorsale fino al sottostante Passo di Polzone, tra la cima omonima e l'incombente Spigolo della Presolana e da qui scendere al sentiero per lo Scagnello. Risaliamo quindi al Passo dello Scagnello. Qui prendiamo il sentiero n. 401 per il rifugio Albani che raggiungiamo su comodo sentiero tra conche e dossi in meno di 30 minuti. Dopo qualche minuto di pausa presso l'Albani, imbocchiamo il tracciato n. 403 verso Colere. Il sentiero scende rapido su fondo pietroso. Supera una bella baita in una conca. Qui ignoriamo il sentiero n. 402 per la Ferrata della Porta (palina). Entriamo in un vallone sassoso e superiamo una fascia di rocce scura alla nostra sinistra. Attraversiamo un tratto che pare il fondo asciutto di un vecchio torrente. Poco dopo ecco una palina. Ignoriamo il sentiero n. 406 per Malga Polzone. Scendiamo tra radi larici ed abeti. Man mano scendiamo la vegetazione riprende vigore. Entriamo poi nel fitto bosco sottostante. Ad una palina seguiamo il n. 403 per Colere, ignorando una scorciatoia (403A). Sempre restando nel bosco, arriviamo poi sulle piste da sci di Colere che non seguiamo, ma rientriamo subito a destra tra le piante del bosco lungo il tracciato degli sci alpinisti (segni gialli sulle piante con la sagoma di uno sci alpinista). Arrivati ad un caratteristico ponte coperto di legno, attraversiamo un valloncello, superiamo una bella baita e riprendiamo la comoda discesa ombrosa. Eccoci ora fuori dal bosco in località Frassinetto e da qui per ampia sterrata gia fatta all'andata, torniamo all'auto.

Note
Per altre immagini e indicazioni sulla zona, potete dare un'occhiata alle relazioni del 9 febbraio 2019 e del 9 novembre 2003 (salite invernali).
   

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Omar ai piedi della cresta Nord del Ferrante

Salendo lungo l'esposta cresta

   

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Verso la parte finale della cresta

Dall'antecima gli ultimi facili metri

   

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Croce del Ferrante

Dalla vetta del Ferrante vista sul proseguo del percorso

   

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Vetta del Ferrantino con il Ferrante sullo sfondo

Vista sulla Valzurio

   

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Percorso per tra Cima Verde e Cima di Polzone   Omar e il suo nasone sulla Cima di Polzone