Descrizione generale L'affascinante
Val di Scalve ci regala una bella escursione, lunga e fisicamente
impegnativa, ricca di ambienti diversi e panorami molto ampi sulle sue
principali vette e su quelle di valli vicine e lontane. Il Monte
Demignone, si trova tra i Passi del Vò e di Venano a Ovest e i Passi
del Demignone e del Venerocolo a Est e nonostante la sua mole non
presenta difficoltà di salita, se si esclude la mancanza di traccia e
indicazioni, nonché l'elevata pendenza delle sue pendici. Nonostante la
vetta del Monte Demignone, salito dalla sua cresta Ovest, si
trovi a poche decine di minuti dal bel sentiero che collega il rifugio
Tagliaferri con il Passo del Venerocolo, viene raramente salito dai
numerosi escursionisti di passaggio. Ancor meno conosciuto e spesso non
nominato sulle carte è il Monte Venerocolino, leggermente più
impegnativo, ma non di difficile salita lungo la sua cresta
Sud-Ovest. Bellissime le due valli che si percorrono durante
l'escursione: la Valle del Vò in salita e quella del Venerocolino in
discesa, tanto da poter essere considerata tra le più affascinanti delle
Orobie bergamasche.
Descrizione percorso
Provenendo dal Passo della Presolana, poco prima del paese di
Schilpario, in località Ronco, nel mezzo di una secca curva verso
destra, si stacca una stradina pianeggiante alla nostra sinistra, La
imbocchiamo fino al Ristorante Vò, superando varie possibilità di
parcheggio. Poco oltre il ristorante c'è ancora spazio per parcheggiare
anche se in zone poco ampie e scomode. Lasciamo l'auto e procediamo a
piedi lungo l'evidente sentiero davanti a noi. Ad un primo bivio,
teniamo la sinistra per la Valle del Vò e le sue belle cascate. Sulla
destra si innalza il percorso per la Valle del Venerocolino che
percorreremo al ritorno. Seguiamo quindi il sentiero n. 413 per il
rifugio Tagliaferri. Dopo un breve tratto semi pianeggiante tra radure
ed abeti, eccoci entrare in una bellissima abetaia umida e muschiosa,
pulita e fresca. Procediamo su ampio e comodo sentiero sassoso. Ad un
bivio segnato da una palina, andiamo a sinistra lungo il sentiero n.
413/A, abbandonando quello per le cascate del Vò, che possono essere
raggiunte in una decina di minuti per poi tornare al suddetto bivio.
Attraversato un bel ponticello di legno, prendiamo a salire piuttosto
ripidamente su un sentierino a tornantini stretti. Passiamo accanto ad
una curiosa costruzione in pietra coperta di muschio. Saliamo nel fitto
bosco ignorando deviazioni più o meno marcate. Usciamo dal bosco più
avanti ed eccoci la bellissima vista sulla valle da percorrere con
lontano ed altissimo il rifugio Tagliaferri del quale è possibile
scorgere la bandiera. Camminiamo sul lato destro orografico della valle
su un bel sentiero che costeggia il rumoroso torrente più in basso fino
a giungere alle sue rive dopo aver guadagnato quota. Attraversiamo un
ampio pascolo di fitte erbe ed eccoci alla baita Venano di Mezzo a 1650
metri di altezza, dopo circa 1 ora e 15’ di cammino. Proseguiamo con un
ampio giro in senso antiorario guadagnando rapidamente quota fino ad
una ampia cengia che transita sotto ad una fascia rocciosa con
Madonnina dalla quale appare ben visibile sotto di noi il pianoro della
baita appena superata. Dopo aver attraversato il torrente eccoci in un
secondo pianoro che ospita la Baita Venano di Sopra a 1864 Mt. di
altezza. Passiamo accanto alla baita ed addentriamoci in una bellissima
conca prativa, prima sul suo lato destro per che sale, per poi
aggirarla verso sinistra. La testata della valle ci appare in tutta la
sua altezza e bellezza davanti a noi, ricordandoci che manca ancora
parecchia strada per arrivare al rifugio. Ai piedi della testata, sul
suo lato sinistra per chi sale, iniziamo a riguadagnare quota
spostandoci ulteriormente verso sinistra. Saliamo su sentiero pietroso
che alterna tratti su ampie placche a massi di grosse dimensioni,
sempre senza alcuna difficoltà. Speriamo un piccolo laghetto alla
nostra sinistra, con bellissimo panorama a fare da sfondo.
Attraversiamo una specie di cascatella-torrentello con l’aiuto di
alcune catene, utili in caso di ghiaccio. Segue un tratto agevole e
poco faticoso con alcuni saliscendi fino al Passo di Venano (numerose
indicazioni su palina) e da qui in breve si scende al rifugio
Tagliaferri a 2322 metri di quota e 3 ore e mezzo scarse di cammino.
Bella la vista dell’appuntito Pizzo Tornello sulla sinistra. Dal
rifugio, dopo una meritata sosta, proseguiamo verso Est su comoda
mezzacosta prima in leggera salita e poi semi pianeggiante fino a
giungere al Passo del Vò, passando sotto ad alcune anonime elevazioni
sulla nostra sinistra. Dal Passo del Vò (2368 Mt., 20
minuti dal rifugio) ci godiamo lo splendido panorama verso la
Valtellina ed il Lago di Belviso. Saliamo ora la ripida e pietrosa
costa Ovest del Monte Demignone seguendo l’itinerario che più ci appare
comodo o più sicuro, tra erba e sassi. Il cammino non è segnalato da
tracce, indicazioni o segni di passaggio. Senza alcuna difficoltà, ma
con una elevata fatica, lungo il ripido terreno in circa 30 minuti ci
portiamo sulla vetta del Monte Demignone dove una piccola Madonnina si
trova in una nicchia di metallo (libro di vetta). Negli ultimi metri di
salita la cresta si assottiglia ma senza mai alcuna difficoltà. Accanto
alla Madonnina, sulla sua sinistra si nota una pietra piatta sulla
quale è incisa una curiosa e apparentemente antica croce con ii bracci
capovolti. Scendiamo ora verso Sud-Est seguendo la cresta in questa
direzione. Passiamo subito un cartello di divieto di caccia che ci
indica la via corretta. Facciamo attenzione a non scendere sotto la
linea di cresta per evitare gli invitanti pendii erbosi sottostanti che
più in basso diventano però pericolosi gradoni verticali. La discesa è
ripida, presenta qualche saltello non difficile e con una certa
attenzione ci conduce ad una evidente ed ampia sella ben visibile già
dall’alto. Da qui, il sentiero che corre a mezzacosta sul versante Sud,
sotto le cime e cimette della cresta, è a pochi metri di distanza. Lo
raggiungiamo e lo seguiamo verso sinistra (verso destra si tornerebbe
al Tagliaferri) con direzione Passo del Venerocolo. Affrontiamo poco
dopo una breve salita tra pascoli per poi piegare decisamente verso
destra ed iniziare un lungo traverso con vari facili tratti attrezzati
da catene ed un paio di passerelle. Questo tratto del sentiero è molto
suggestivo e piacevole e ci porta al Passo del Demignone Occidentale
dove è presente una palina con varie indicazioni, tra cui il Passo del
Venerocolo dato a 40’ (possibile errore di scrittura…). Proseguiamo
lungo il comodo sentiero, che presenta ancora qualche semplice tratto
con catena, fino ad arrivare al Passo di Demignone Orientale, ormai in
vista dei bellissimi Laghi del Venerocolo, e del Monte Venerocolo
stesso, dalla bella forma a piramide (vedi relazione del 15.07.2017).
Dallo stretto intaglio roccioso si innalza la cresta Sud-Ovest del
Monte Venerocolino, ultima meta di giornata. Il primo tratto di cresta,
aggirabile sulla destra per ripide balze rocciose, è piuttosto
impegnativo e prosegue con una sottilissima cresta rocciosa su placche.
Al termine di queste terminano le difficoltà e si prosegue tra il filo
di cresta o poco sotto di essa sul versante Sud, con facili saltelli
rocciosi e tratti erba e roccette. Aggirando il primo tratto suddetto
si giunge direttamente al termine delle placchette di cresta sottile e
si continua come detto. In circa 15 minuti si arriva presso l’ometto di
vetta, con splendida vista sulla valle del Venerocolo, i laghetti e le
cime della zona.
Discesa
Scendiamo
ora verso Est verso il Passo del Venerocolo, lungo la crestina
orientale, piuttosto lunga ma mai difficile. Questa alterna tratti
erbosi a facili balze pietrose. Giunti al passo (2314 Mt.,
palina con varie indicazioni tra cui il nostro sentiero n. 414),
scendiamo verso il primo lago, quello più ampio, e ne costeggiamo le
rive di sinistra restando poco sopra di esso. Seguiamo il sentiero n.
414, comodo e pietroso. Ad un certo punto dobbiamo piegare verso
sinistra, facendo ben attenzione a non proseguire lungo l’ampio
sentiero davanti a noi e che ci condurrebbe verso il Monte Bognaviso.
Noi teniamo la sinistra (bolli poco visibili in questo punto) seguendo
il sentiero n. 414 che dopo aver piegato a sinistra, scende verso una
evidente zona acquitrinosa con un laghetto ben visibile in basso. Come
riferimento, dobbiamo considerare che ad un certo punto il sentiero
taglierà i fianchi del Bognaviso. Scendiamo perdendo lentamente quota
lungo al bella Valle di Venerocolino. Il percorso è privo di bolli ed
indicazioni, ma la direzione è inequivocabile e non potete sbagliarvi.
Dopo pascoli e prati, eccoci entrare in una bela abetaia dalla quale
usciamo nei pressi di un bel ponte di legno massiccio. Lo attraversiamo
e riprendiamo la discesa su ampio sentiero semi pianeggiante fuori dal
bosco. Più avanti rientriamo nel bosco e perdiamo velocemente quota. Ad
un bivio teniamo la sinistra e più in basso incontriamo finalmente una
palina che ci indica di proseguire in discesa verso sinistra. Sempre su
comodo sentiero passiamo una costruzione dell’acquedotto e su tracciato
pietroso nel fitto di abeti sbuchiamo sul pianoro poco prima del
ristorante Vò. |