Descrizione generale
La ferrata Mario Minonzio si svolge lungo creste e cenge nel bellissimo anfiteatro dolomitico del gruppo dei Campelli. Sebbene mai difficile, presenta passaggi molto divertenti e vari in grado di donare ottime sensazioni e bellissimi scorci panoramici in un ambiente severo, a tratti cupo e a tratti luminoso. Fatta senza l'uso di catene e pioli, la ferrata presenta tratti di arrampicata che arrivano al III grado, su roccia buona e ben lavorata. Solamente in un paio di occasioni, scaletta a parte, necessita dell'uso di appoggi artificiali per i piedi e appigli per le mani. Al termine della ferrata, per rendere più completa l'escursione, sono sceso nel versante opposto a quello di salita, verso il rifugio Cazzaniga, poco prima del quale si segue verso sinistra un comodo sentiero che percorre la parte meno conosciuta del gruppo, risale alla Bocchetta dei Mughi e alla Corna Grande, per poi scendere nel Vallone dei Megoffi e da qui tornare al rifugio Lecco. Si compie in tal modo un anello veramente spettacolare e completo da un punto di vista escursionistico e paesaggistico.
Descrizione percorso
Arrivati a Valtorta in alta Velle Brembana, si sale alla località Ceresola dove un ampio parcheggio consente di lasciare comodamente l'auto. Da qui continuare a piedi lungo la strada asfaltata (chiusa al traffico) che porta in circa 40' ai Piani di Bobbio. Dai Piani si prosegue su strada sterrata, ampia e serpeggiante, fino al vicino rifugio Lecco (1779
Mt., 20 minuti). Spalle al rifugio si prosegue lungo l'ampio sentiero sassoso che costeggia la pista da sci, puntando ai piloni verso sinistra della seggiovia. Giunti ad una casetta in legno al termine della seggiovia, si prosegue sempre su sentiero con bolli verso la testata del Vallone dei Camosci. Arrivati all'inizio dei ghiaioni, il sentiero compie un deciso tornante a sinistra, noi invece abbandoniamo il sentiero principale ed in corrispondenza di un grosso masso su cui vi è la scritta "sentiero attrezzato", procediamo dritti nel vallone su sentiero ben visibile. saliamo in maniera decisa verso le ripide pareti dello Zuccone dei Campelli. Dopo poco il sentiero tende ad andare verso sinistra, per poi tornare deciso verso destra (bolli e frecce gialle) in semifalsopiano. Giunti sotto le pareti (indossiamo già il casco) camminiamo su una facile cengia in parte erbosa, passiamo sotto ad un foro creato da un pilastro roccioso appoggiato alla parete e in brevissimo tempo arriviamo alla base di una ripido canale sassoso dove iniziano le catene verso sinistra. Risaliamo facilmente il canale restando sul lato sinistro per chi sale. Qui le catene sono inutili. Giunti al termine del canale ci troviamo su una stretta selletta da cui godiamo la splendida vista di tutto il vallone sotto di noi, fino al rifugio Lecco.
Dall'intaglio, che segna l'inizio della via ferrata, ci spostiamo verso sinistra e saliamo una esposta paretina verticale verso sinistra. La parete presenta pochi appigli e ma facili e ben distribuiti. Qui si trovano anche un paio di pioli in ferro nel caso non si riesca a salire usando gli appoggi naturali per i piedi. Dopo il primo salto roccioso, si prosegue per altri saliti più semplici e facili roccette fino ad una cresta erbosa camminabile. Al termine di questa crestina ci si abbassa ad un primo piccolo intaglio da superare con discesa non banale. Risaliamo adesso per una fessura che si allarga nella parte alta e arriviamo sulla cima di un torrione dal quale ci godiamo un ampio panorama. Proseguiamo pochi metri e scendiamo nuovamente verso una stretta e profonda selletta più bassa di una ventina di metri. La discesa è abbastanza impegnativa (se non si usano le catene) e permette di portarsi nel cuore dolomitico di questo bellissimo gruppo montuoso, circondati da torrioncini e profondi canali (50' dall'attacco). dell'intaglio,di fronte alla paretina da risalire per giungere alla parte finale della salita. Si salgono un paio di metri verticali e poi si prosegue in traversata su una bella lama staccata dalla parete (presenza di un appoggio in ferro per i piedi) piuttosto difficile ed esposta. Arrivati ad un camino verticale, lo si sale grazie ad una scaletta alta circa 3
Mt. Al termine della scaletta proseguiamo lungo un'esposta cengia un poco friabile ma facile che, aggirando un paio di vallette, porta alla base dell'ultimo canale che viene salito con un certo impegno e poi nell'ultima parte con minor fatica. Giunti alla selletta si segue il sentiero verso sinistra, oppure si improvvisa risalendo un saltino roccioso sotto la croce
dei Campelli a 2173 Mt. Sulla cima, oltre ad una croce in ferro è presente una piastra con riportate le direzioni delle montagne circostanti che permette di riconoscere tutte le cime che il panorama dello Zuccone Campelli ci regala.
Discesa
Viso alla croce, si procede verso destra, tornando alla selletta presso cui termina la ferrata. Si continua in cresta verso una cimetta secondaria su cui è presente un brutto ripetitore, per raggiungere la quale si incontra un semplice passaggio con catena. Da qui, continuando in cresta, poco oltre si incontra l'imbocco del canalone dei Camosci, verso destra, ripidissimo e severo canale che con qualche difficoltà, tra blocchi instabili e pietre rotolanti porta all'inizio di un ghiaione meno ripido e poi sul fondo del Vallone dei Camosci. Invece di imboccare il Canalone dei Camosci ci dirigiamo, dal ripetitore, verso il più dolce versante che guarda a sinistra, verso il rifugio Cazzaniga (si veda la camminata del 17-18 luglio 2004 da Capo Foppa e del 22 maggio 2004 da Ceresola di Valtorta), scendendo tra prati e pascoli. Incrociato il sentiero 101, lo si segue verso sinistra. Si passa una vasca d'abbeverata e si prosegue verso le pendici del gruppo dei Campelli opposta a quella di salita. Con un bellissimo sentierino poco battuto, in continui saliscendi, tra prati e rocce affioranti si risale verso la Bocchetta dei Mughi (palina indicante 2040 mt, 1h 20' di discesa dalla croce) dalla quale si potrebbe scendere nel Vallone dei Megoffi. Seguiamo invece la facile crestina a destra della bocchetta che in 10-15 minuti porta alla panoramicissima croce in ferro sulla cima della Corna Grande. Da qui, un baratro impressionante scende verso Ceresola ed è possibile vedere la propria macchina parcheggiata 800
Mt. più in basso. Seguendo la cresta che continua dopo la cima, si scende senza bolli, seguendo una labile traccia da capre sempre sul filo del costone erboso, facendo attenzione a insidiosi buchi carsici tra l'erba. Quando vedete la possibilità di scendere agevolmente verso sinistra nel vallone sottostante, deviate e per ripidi prati e spessi pini mughi ed arrivate quasi sul fondo del vallone. Verso sinistra il vallone è chiuso da un imponente parete rocciosa, mentre davanti a noi si apre placido verso i Piani di Bobbio. Incrociato il sentiero 101, seguitelo verso destra e poi verso sinistra fino alle vicinanze del rifugio Lecco, oppure, quando vedete la pista da sci che scende dai Piani di Bobbio verso Ceresola, dirigetevi a destra, verso di essa, e da lì scendete lungo i prati della pista fino ad incrociare la strada asfaltata fatta in mattinata. Poi, lentamente, arrivate all'automobile.
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