Zona montuosa |
Orobie Occidentali |
Località di partenza |
Loc. Ceresola - Valtorta
(BG) |
Quota partenza |
935 Mt. |
Quota di arrivo |
1890 Mt. |
Dislivello totale |
+800 Mt. considerando
l'asfalto |
Data di uscita |
22/05/2004 |
Ore di salita |
3 h. 30' |
Ore di discesa |
3 h. 30' |
Sentieri utilizzati |
n. 101, 103 |
Giudizio sull'escursione |
Bella |
Sass Balòss
presenti |
Omar, Bertoldo |
Difficoltà |
E |
Condizioni climatiche
e dei sentieri |
Giornata
piovosa, nebbia, vento e quant’altro. Poi anche un poco di
sole... Sentieri non sempre ben evidenti, specie dal Cazzaniga in
poi. Neve accumulata da valanghe cadute in precedenza in alcuni
tratti della discesa dopo il Cazzaniga. Neve anche al rifugio. |
Eventuali
pericoli |
Nessuno. |
Presenza
di acqua |
Ai rifugi.
Acqua anche a Valtorta al ritorno e presso vari torrenti lungo la
discesa. |
Punti
di appoggio |
Rifugio
Lecco dopo circa 30 minuti. Rifugio Cazzaniga e rifugio Nicola dopo
circa 2 ore. |
Materiale
necessario oltre al tradizionale |
Nessuno. |
Caratteristiche
dell'escursione |
Descrizione generale
Inizialmente pensata come arrampicata
lungo la via Gasparotto allo Zucco di Pesciola, a seguito della
troppa neve, della pioggia e delle 2 ore perse a cercare l’attacco,
si è trasformata in una escursione molto piacevole lungo
la parte in salita, ma distruttiva lungo il ritorno: siamo sbucati
circa a 7 km di distanza dal punto di partenza con conseguente
sfacchinata su asfalto in salita per tornare all’auto. Molto
bella la conca del Vallone dei camosci al rif. Lecco, di tipo
dolomitico, così come la parte a sud dello Zucco di Pesciola
(Valle del faggio). L’escursione è poco faticosa
se si decide di arrivare al Cazzaniga e tornare lungo lo stesso
sentiero. Bellissima anche la conca poco prima del rifugio Cazzaniga.
Descrizione percorso
Dal ristorante al termine della strada di Ceresola di Valtorta
ci si incammina su asfalto per circa mezz’ora fino a sbucare
nei pressi del rifugio Lecco dopo aver percorso poche centinaia
di metri su strada sterrata pianeggiante. Dal rifugio si seguono
le indicazioni per il rif. Nicola. Si percorre un tratto in mezzacosta
quasi pianeggiante con qualche su e giù molto tranquillo
in un bell’ambiente quasi dolomitico. Dopo aver superato
vari tratti con cavetto metallico, si risale fino ad una conca
dove troviamo la Casera Campelli. Da qui, dopo essere scesi di
qualche metro, si risale su prati fino al pianoro dove si trova
il Cazzaniga in bella posizione.
Discesa
Spalle al rifugio ci si dirige verso una evidente palina di
fronte a noi con indicazioni per il sentiero 103. Si scende su
sentiero ampio per prati fino ad
una cascinetta distrutta. Si continua a scendere in un evidente
valle con rari bollini sui massi affioranti. D’improvviso
l’ambiente cambia, la discesa diviene più marcata
e la valle si stringe molto. Ci troviamo accerchiati da paretine
calcaree su un sentiero serpeggiante. L’ambiente è
solitario e si possono vedere anche alcuni camosci. Arrivati in
un bel bosco, la pendenza diminuisce, si cambia il versante della
valle e il sentiero diviene comodo. Usciti dal bosco in prossimità
di una casa, si prende la sterrata verso sinistra fino ad un centro
polisportivo vicino a Valtorta. Si scende fino alla strada provinciale
e si risale fino al paese su asfalto per 2 km abbondanti. Da qui
si prende la strada con indicazioni Piani di Bobbio e dopo circa
4 km decisamente faticosi si torna all’auto.
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Note |
Da farsi
in primavera per lo spettacolo delle fioriture di eriche, crocus
e altri fiori dai colori bellissimi. In alcuni punti sembra di essere
nelle dolomiti. Bella anche la prima parte della discesa lungo il
103 in un ambiente molto solitario e poco frequentato. Evitate assolutamente
di scendere dal sentiero 103 se non volete fare 7 km di strada in
salita. A noi nemmeno il vigile ci ha raccolto... |
Commenti
vari |
Lungo il
tratto in mezzacosta si trova un lungo pezzo di sentiero attrezzato
con un cavo metallico che riteniamo assolutamente inutile e a volte
fastidioso alla vista. Qualche stupido ha comunque pensato bene
di danneggiare il cavo in moltissimi suoi ancoraggi rendendo il
tutto terribilmente pericoloso…complimenti. Speravamo che
tra i monti certe persone non ci fossero…ci sbagliavamo. |
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Zuccone
di Pesciola sopra il rifugio Lecco |
I
due Sass nella valle del Faggio |
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Eriche,
Crocus e altri fiori... |
Il rifugio Cazzaniga |
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Omar
durante l'interminabile discesa |
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