Descrizione generale
Sono questi due monti poco noti alla maggior parte degli escursionisti,
di facile accesso e limitato impegno fisico. Particolarmente
interesante sarebbe la salita nel periodo invernale, con neve ben
assestata. Le due cime, di cui quella del Vindiolo priva di un nome
ufficiale, si trovano tra il gruppo dell'Arera-Cima di Val Vedra e il
gruppo dei del Mencucca-Tre Pizzi. Le due cime sono unite da una breve
e piacevole dorsale erbosa che ne consente la salita ad entrambe in
poco tempo. Un poco più impegnativa è invece la cresta Nord-Est che
sale alla prima delle due, dal Passo di Val Vedra al Monte Vetro, ma
comunque priva di difficoltà. Molto bello il panorama da entrambe le
vette, specialmente sull'Arera, sulla Corna Piana e sulla Cima di Val
Vedra, nonchè, verso Nord, sulla zona del Pietra Quarda, con i vicini
Tre Pizzi e il poco comosciuto Mencucca.
Descrizione percorso
Saliamo
alla piccola frazione di Zorzone, presso il paese di Oltre il Colle,
tra la Val Brembana e la Val Seriana. Giunti a Oltre il Colle seguiamo
le indicazioni per Zorzone. Scendiamo verso il ponte che permette di
superare il torrente Parina e risaliamo con alcuni tornanti verso il
centro della frazione. Superiamo u ampio parcheggio sulla destra,
presso
una fontanella ed alcuni evidenti carrelli delle miniere, posti a
monumento e che qui una volta davano lavoro alla gente. Proseguiamo
lungo la strada che compie un tornante verso destra e poi verso
sinistra. Su di un muro a secco vediamo un cartello giallo che indica
la Cima di Menna. Noi andiamo ancora dritti lungo la ripida stradina
asfaltata. Più avanti questa diviene sterrata ma appena giunti presso
un piccolo edificio dell'acquadotto, parcheggiamo sulla sinistra.
Possedendo un'auto adatta è possibile proseguire lungamante fino ad
arrivare all'inizio del sentiero n. 231, ma noi preferiamo partire da
qui. La strada sterrata da percorrere è ampia e pianeggiante. Poco dopo
il luogo del parcheggio tra le piante possiamo ammirare un bel panorama
alla nostra destra sull'Alben. Più avanti la strada perde leggermente
quota fino ad arrivare ad un evidente spiazzo sulla sinistra dove
termina la discesa. Bellissima vista sul gruppo del Menna alla nostra
destra. Superiamo una baita e proseguiamo fino ad arrivare nei pressi
di un caseggiato che vediamo in lontananza più ato della strada. Qui
una palina ci segnala di scendere verso destra per il sentiero n. 231
in direzione del Passo Branchino. Attraversiamo un torrente e risaliamo
dalla parte opposta dove una seconda palina ci invita a proseguire
verso sinistra (zona Pian di Bracca, 1100 metri di quota). Eccoci ora ad un'area picnic con
alcuni giochi per bambini ed una tettoia in legno. Ci troviamo ai
confini di una bellissima radura erbosa con un paio di cascine.
Camminiamo verso monte all'interno di una bella valletta boscosa tra
due ali di noccioli. Più avanti attraversiamo il greto asciutto di un
torrente. Arrivati ad una staccionata con riportate alcune indicazioni
per alcune località della zona, noi andiamo dritti verso una fascia di
evidenti rocce nerastre davanti a noi (direzione Val Vedra su una
freccia di legno). Arrivati in vicinanza di queste rocce, il sentiero
piega a sinistra e risale verso la sommità della parete rocciosa,
aggirandola con un senso orario. Lasciamo alla nostra destra un bel
muretto a secco per poi compiere un tornante verso destra e salire
lungo un bel sentiero sassoso. Attraversiamo un piccola pietraia scura.
Poi arriviamo sopra la parete che abbiamo visto dal basso. Qui il
sentierino è protetto da una poco rassicurante barriera in ferro e cavo
d'acciaio. Alla nostra destra abbiamo un bel baratro roccioso, alla
nostra sinistra una serie di curiose placche rocciose molto lisce ed
alte sopra le nostre teste. Lasciamo alla nostra sinistra una piccola
grotta (pare l'ingresso di una galleria artificiale) da cui esce
dell'acqua. Poco avanti attraversiamo un rigagnolo d'acqua che scende
da sinistra formando una cascatella che attraversa il sentiero e
prosegue nel salto alla nostra destra. Ecoci ora davanti ad una piccola
croce in ferro a ricordo di un defunto. Qui iniziamo a perdere
leggermente quota fino ad arrivare ad un torrentello pietroso che
attraversiamo e risaliamo il bosco tenedo il torrente nelle vicinanze.
Usciamo poi in una bella radura con alcuni abeti, per rientrare tra i
faggi pochi minuti dopo. Ora rimontiamo la valletta in cui ci troviamo
lungo un pietroso sentiero che si sposta verso sinistra, sfiora alcune
pareti rocciose alla nostra sinistra e piega poi verso un poggio erboso
verso destra. Proseguiamo ancora nella valletta dopo aver risalito
l'evidente gradone roccioso che si vedeva dal basso, fino a sbucare
nella parte alta della Val Vedra, tra aperti pascoli e prati con bella
vista sulla Cima di Val Vedra, l'Arera e la Corna Piana. Avanziamo al
centro della valle, puntando ad un'evidente baita posta sopra un dosso
erboso. Qui arrivati, vediamo altre due o tre casere ed un piccolo
edifico in pietra con tetto d'erba e forma particolare. Siamo presso la
Casera di Vedro a circa 1600 metri di quota. Superiamo poi una pozza
d'abbeverata, restando alla sua destra salendo. Poi ecco una seconda
pozza più ampia. Ora non ci resta che salire puntando alla sella del
Passo di Val Vedra che raggiungiamo sempre per ampi pascoli. Dal passo,
1850 metri di altezza, andiamo decisamente verso sinistra, iniziando a
rimontare quella che è una semplice dorsale erbosa che ci porta ad una
prima altura. Da qui, sempre restando sul filo di quella che ora
diviene una facile cresta , proseguiamo senza possibilità di errore
verso al vetta del Monte Vetro. In alcuni tratti, la traccia di salita
abbandona il filo di cresta (a destra abbiamo un bel salto
verticale...), per restare un poco più bassa, ma noi possiamo divertirci
a seguire sempre la parte più sottile. Arrivati ad una spalla
affrontiamo l'ultimo tratto di salita più ripido e faticoso, ma sempre
facile e su terreno erboso, con alcune balze, fino ad arrivare sulla
sommità del Monte Vetro dove troviamo dei curiosi tubi di ferro ed una
specia di altarino metallico. Proseguiamo ora verso la vicinissima
croce posta sulla vetta della Cima di Vindiolo. Perdiamo inizialmente
quota, fino ad una ampia sella erbosa, per poi risalire sempre su
terreno prativo. L'ultimo tratto in falsopiano ci conduce senza sforzo
alla grande croce del Vindiolo.
Discesa
Ripercorriamo i nostri passi fino al Passo di Val Vedra. Da qui, per
allungare un poco la camminata, risulta interessante andare al vicino
Passo del Branchino, ben visibile verso Nord. Per raggiungerlo ci
dirigiamo verso un piccolo casello di pietra alto e stretto che vediamo
già dal Passo di Val Vedra. Raggiuntolo, scendiamo verso una lunga
casera sotto di questo, sul cui muro è presente la numerazione del
sentiero n. 231. Superiamo la casera e perdiamo ulteriore quota fin sul
fondo di una valletta. Da qui risaliamo il pendio sul versante opposto
fino ad incrociare una traccia proveniente da destra che seguiamo verso
sinistra ed in pochi minuti eccoci al valico tra la Valle Brembana a
sinistra e la Valle Seriana a destra. Potremmo anche velocemente
scendere al sottostante laghetto del Branchino, ma già da qui possiamo
tornare sui nosrti passi, accontendandoci della deviazione e tornare al
Passo di Val Vedra e da qui all'auto per il medesimo itinerario della
salita.
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Una
volta tornati al Passo di Val Vedra, possiamo tranquillamente evitare di
dirigerci al Passo di Branchino e decidere, invece, di scendere
direttamente a valle per il percorso già fatto. E' anche possibile,
dalla cima del Vindiolo, scendere al sottostante Passo di
Vindiolo, ben evidente dalla cima, e da qui, senza percorso segnalato,
continuare la discesa verso sinistra (Sud-Est) ed arrivare per prati e
ripidi pascoli alla Baita Zuccone, dalla quale, aggirando un dosso
erboso, si perviene alla spianata dove è presente la Casera Vedro e da
qui riprendere il percorso dell'andata. Questa variante è da farsi solo
in caso di buona visibilità, in quanto si sviluppa in una zona non
segnalata da sentieri ben evidenti. |