Monte Valgussera e Pizzo del Vescovo

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Carona (BG)
Quota partenza 1150 Mt.
Quota di arrivo

2183 Mt. il Valgussera
2175 Mt. il Vescovo

Dislivello totale 1300 Mt. circa con i saliscendi
Sentieri utilizzati n. 207, 206
Ore di salita 2 h. 15' per il Valgussera
altri 45' per il Vescovo
Ore di discesa 3 h.
Data di uscita 07/01/2022 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar
Difficoltà EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Luminosa giornata invernale, temperature piuttosto fredde (-7°C alla partenza da Carona) il mattino, ma al sole si stava benissimo, Neve al suolo a partire dai 1800 metri, ma in scarsa quantità (20-30 cm oltre i 2000 metri) e comunque ben battuta e tracciata, tranne lungo la salita al Pizzo del Vescovo dove non vi era traccia. Sentieri segnalati ed evidenti. Parte del percorso si svolge a bordo delle piste da sci della zona.

Eventuali pericoli
A partire dal rifugio Terre Rosse, il percorso si svolge lungo i bordi delle ripide piste da sci, fino alla vetta del Monte Valgussera: qui occorre prestare la massima attenzione alla presenza di scialpinisti e sciatori in discesa, nonchè mai sottovalutare la presenza di ghiaccio o neve molto dura a causa del continuo passaggio delle lamine degli sci. Attenzione anche alle motoslitte che fanno la spola tra il Passo della Croce e il ristoro Mirtillo.
Presenza di acqua
Ne troverete, anche in pieno inverno, presso il rifugio Terre Rosse, dopo circa 1 ora e mezza dalla partenza e al ristorante in quota Mirtillo, durante il ritorno.
Punti di appoggio
Nella prima parte della salita troveremo alcune baite. Giunti al rifugio Terre Rosse, potremo riposarci e rifocillarci in caso di bisogno. Poco oltre eccoci nelle vicinanze di alcuni edifici dismessi. Sulla cima del Monte Valgussera si trovano alcune strutture che possono offrire un minimo di riparo. Durante il ritorno, passando dal rifugio ristorante Mirtillo, prima di raggiungere quest'ultimo, ci imbattiamo anche in un paio di baite. Ripasseremo poi nuovamente dal rifugio Terre Rosse.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Sicurmente i ramponi; utile anche una picca tradizionale per la ripida salita del Pizzo del Vescovo, nel caso troviate neve dura, o peggio ghiacciata.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Tra Foppolo e Carona, si alzano queste due abbastanza anonime cime, sicuramente non attraenti in maniera particolare, almeno il Valgussera, dalle forme tozze e con le pendici deturpate da piste da sci ed impianti di risalita; decisamente più carino e slanciato il Pizzo del Vescovo, con un vertiginoso fianco che cade verso Foppolo ed una piacevole costa che si innalza dall'ampia sella tra di esso e il Monte Valgussera. Proprio lungo le piste da sci del Valgussera e lungo la ripida costa di cui sopra per il Vescovo, si svolgono gli itinerari finali di salita a queste due montagne. Per rendere il tutto più interessante, è d'obbligo effettuare la salita nel periodo invernale con neve al suolo, anche per poter ammirare il bel panorama di cime innevate da entrambe le cime. L'escursione è abbastanza breve e con dislivello limitato, ma le pendenze sono spesso molto sostenute. Per allungare un poco la camminata, durante la discesa, conviene dirigersi verso il rifugio Mirtillo, compiendo così un ampio e rilassante percorso in saliscendi, per poi ricongiungersi al percorso dell'andata.
Descrizione percorso
Arrivati a Carona, saliamo lungo la strada asfaltata che porta ai parcheggi per il rifugio Calvi. All'inizio dei posti auto a pagamento, sulla sinistra si vede un nuovo pergolato in legno costruito dagli alpini. Lasciamo l'auto nelle suo immediate vicinanze e prendiamo il sentiero proprio sotto al pergolato segnalato da una palina in metallo con indicazioni per il sentiero n° 207, direzione Val carisole e rifugio Terre Rosse. Saliamo ripidamente lungo una mulattiera selciata. Passiamo subito il pergolato per proseguire verso alcune belle baite sopra di noi. Lungo il sentiero troviamo una serie di cartrelli che illustrano la storia di Carona, le sue usanze e altre curiosità del luogo. Dopo un'ultima baita, incrociamo una ampia strada sterrata che seguiamo verso sinistra. Pochi metri dopo, sulla destra vediamo una deviazione per il rifugio Terre Rosse; potremmo anche proseguire lungo la sterrata, arrivare ad una bella fontanella e seguire il tornante verso destra. Con la deviazione, invece, evitiamo il tornante e la fontana, per trovarci in ogni modo sulla stessa sterrata poco più in alto. Ripresa la sterrata andiamo a destra e  non la abbandoneremo più fino ad una stazione  di risalita degli impianti della Val Carisole. Saliamo quindi lungo questa ampia e ripida strada sassosa, con una sereie di tornanti e curve, che si alternano a tratti rettilinei. Ignoriamo le deviazione nel bosco per il rifugio Terre Rosse. Superiamo una baita sulla sinistra; qui proviene anche il sentiero che parte dalla stazione a valle della seggiovia per la Val Carisole. Saliamo ancora. Giunti ad una radura, oltrepassiamo un tavolo da picnic, sulla sinistra ed un paio di ruderi sulla destra. Oltre questi la strada torna a salire ripida. Pochi minuti ed eccoci alla stazione a monte della seggiovia della Val Carisole. Qui proseguiamo perdendo leggermente quota. Sulal sinistra sono già visibili il Monte Valgussera e più a sinistra ancora il Pizzo del Vescovo. Davanti a noi, in lontananza si riconosce il Corno Stella e il Montebello, alle cui spalle spunta l'acuminata vetta del Monte Toro. Costeggiamo un tappetino di risalita per sciatori. Sulla destra, poco sopra il percorso, vediamo il rifugio Terre Rosse. Senza doverci arrivare, scendiamo nel valloncello sottostante puntando ai cannoni sparaneve che vediamo davanti a noi. Li raggiungiamo e ne seguiamo la linea; sulla destra abbiamo un torrentello. Arrivati nei pressi di alcuni vecchi edifici, deviamo a sinistra, attrabersiamo il corso d'acqua per iniziare la ripida salita lungo le piste da sci qui presenti. Nel caso gli impianti siano aperti e ci fossero sciatori, dobbiamo rimanere il più possibile a bordo pista. Saliamo con una certa pendenza verso il Passo della Croce. Qui rinveniamo una palina che ci segnala il Monte Valgussera ed il Pizzo del Vescovo verso sinistra. Proseguiamo ancora sulle piste del Valgussera, restando sempre ai loro margini. Man mano saliamo, la pendenza tende ad aumentare. in un paio di punti, possiamo prendere delle deviazioni che ci consentono di saltare alcuni tratti delle piste, ma verso la parte alta, non avremo alternative. Verso la fine della salita, sulla sinistra della pista vediamo una specie di piramide di pietre. Oltre questa, la pendenza tende a diminuire, per poi divenire quasi pianeggiante negli ultimi metri prima della stazione a monte di una seggiovia. Qui arrivati, non ci resta che rimontare gli ultimi metri passando dietro ad alcuni brutti edifici ed eccoci sulla cima del Monte Valgussera. Bello il panorama. Brutta la zona della cima. Ben visibile è la dirimpettaia cime del Pizzo del Vescovo, che andremo ora a salire. Scendiamo nuovamente alla stazione della seggiovia. A destra vediamo una palina che ci indica il sentiero per il Pizzo del Vescovo (tempi sottovalutati...). Andiamo lungo questo ampio sentiero che scende dolcemente verso la sella tra il Valgussera e il Vescovo. Passiamo accanto ad alcune strutture che impediscono la formazione di cornici di neve. Arrivati senza difficoltà alla sella, preceduta sulla destra dal sentiero che scnede verso Foppolo, iniziamo la risalita della ripida dorsale del Pizzo del Vescovo. Questa, sebbene ripida, non presenta alcuna difficoltà, ma occorre valutarne la percorribilià in base all'assenstamento della neve. Inizialmente la salita avviene lungo la cresta, poi si sposta leggermemte verso sinistra, in pieno pendio. In circa 25 minuti si arriva a cospetto della croce sulla cima, dalla quale si ammira una vista molto ampia sulle cime della zona. Qui l'ambiente è decisamente migliore del Monte Valgussera.

Discesa
Torniamo alla sella tra le due cime salite. Risaliamo lungo il medesimo itinerario al Monte Valgussera. Senza raggiungerne la vetta, arrivati alla pista di sci, la discendiamo con grande attenzione, viste le pendenze, gli sciatori e gli scialpinisti, nonchè la probabile presenza di neve dura e ghiacciata. Giunti al Passo della Croce, proseguiamo la discesa verso la Val Carisole, ma arrivati al primo bivio, sulla sinistra vediamo l'indicazione per il rifugio-ristorante Mirtillo. Compiamo ora una deviazione a semicercio in senso orario orario per raggiungere questo locale e scendere da un tracciato diverso che ci condurrà comunque alla stazione di monte della Valcarisole. Seguiamo il sentiero verso sinistra che scende dolcemente, allontanadosi dalla pista di sci della Val Carisole. Al successivo bivio, andiamo ancora a sinistra e risaliamo dolcemente in un ampio e poco accentuato valloncello. Facendo atenzione alla presenza di moto slitte, arriviamo al culmine della regolare salita. Qui il percorso piega verso destra, compiendo un ampio semicercio in senso orario. Attraversiamo un solco che scende dalla sinistra. Dopo alcuni cambi di pendenza, ma sempre in leggera salita, l'indicazione per il Mirtillo ci dice di scendere verso destra. Superiamo un paio di baite isolate nel valloncello, la prima delle quali ha le finestre di un acceso color verde. Proseguiamo comodamente verso l'ormai vicino ristorante alpino. Lo raggiungiamo dopo altri 10-15 minuti. Da qui prendiamo l'evidente pista di discesa alla sinistra del Mirtillo. La seguiamo in discesa fino ad arrivare ad una improvvisa curva di questa verso sinistra, segnalata da cartelli di pericolo e inviti a rallentare per gli sciatori. Dopo la svolta a sinistra, le pendenze divengono quasi inesistenti ed in breve eccoci alla stazione di monte delle seggiovia della Val Carisole. Ora non ci resta che seguire la strada sterrata già percorso all'andata e arrivare così a Carona.

Note
Nel lontanissimo 2004, dei giovanissimi ed irriconoscibili Luca, Matteo e Omar, sono saliti al Monte Valgussera, in quell'occasione molto più innevato (vedi relazione del 4 gennaio 2004). Per chi avesse particolarmente fretta, è possibile salire le due cime anche partendo da Foppolo, guadagnando sia in distanza che in dislivello, ma perdendo la parte boschiva della Val Carisole. La classificazione EE è legata solo alla condizioni di innevamento della ripida rampa finale del Pizzo del Vescovo, il resto della salita è classificabile tranquillamente come E.
Commenti vari
La conca ai piedi del Valgussera, tra il Corno Stella e il Monte Chierico è piuttosto carina, ma l'ambiente appare decisamente rovinato dalla presenza di impianti di risalita, cannoni per l'innevamento artificiale ed elevata presenza di sciatori. Peccato anche per il continuo andirivieni di motoslitte. Insomma, se cercate la tranquillità dell'ambiente innevato e il silenzio dell'inverno, questo non è il posto giusto.
   

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In salita lungo le piste da sci del Valgussera

Prima cima della giornata con Pegherolo sulla sinistra

   

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Il Pizzo del Vescovo visto dal Valgussera

La salita finale al Pizzo del Vescovo

   

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Omar accanto alla croce del Vescovo

Il tracciato verso il rifugio Mirtillo


 

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Le due cime di oggi

Il Pizzo del Vescovo a sinistra
e il Monte Valgussera a destra dal Mirtillo