Descrizione generale Tra
Foppolo e Carona, si alzano queste due abbastanza anonime cime,
sicuramente non attraenti in maniera particolare, almeno il Valgussera,
dalle forme tozze e con le pendici deturpate da piste da sci ed
impianti di risalita; decisamente più carino e slanciato il Pizzo del
Vescovo, con un vertiginoso fianco che cade verso Foppolo ed una
piacevole costa che si innalza dall'ampia sella tra di esso e il Monte
Valgussera. Proprio lungo le piste da sci del Valgussera e lungo la
ripida costa di cui sopra per il Vescovo, si svolgono gli itinerari
finali di salita a queste due montagne. Per rendere il tutto più
interessante, è d'obbligo effettuare la salita nel periodo invernale
con neve al suolo, anche per poter ammirare il bel panorama di cime
innevate da entrambe le cime. L'escursione è abbastanza breve e con
dislivello limitato, ma le pendenze sono spesso molto sostenute. Per
allungare un poco la camminata, durante la discesa, conviene dirigersi
verso il rifugio Mirtillo, compiendo così un ampio e rilassante
percorso in saliscendi, per poi ricongiungersi al percorso dell'andata.
Descrizione percorso Arrivati
a Carona, saliamo lungo la strada asfaltata che porta ai parcheggi per
il rifugio Calvi. All'inizio dei posti auto a pagamento, sulla sinistra
si vede un nuovo pergolato in legno costruito dagli alpini. Lasciamo
l'auto nelle suo immediate vicinanze e prendiamo il sentiero proprio
sotto al pergolato segnalato da una palina in metallo con indicazioni
per il sentiero n° 207, direzione Val carisole e rifugio Terre Rosse.
Saliamo ripidamente lungo una mulattiera selciata. Passiamo subito il
pergolato per proseguire verso alcune belle baite sopra di noi. Lungo
il sentiero troviamo una serie di cartrelli che illustrano la storia di
Carona, le sue usanze e altre curiosità del luogo. Dopo un'ultima
baita, incrociamo una ampia strada sterrata che seguiamo verso
sinistra. Pochi metri dopo, sulla destra vediamo una deviazione per il
rifugio Terre Rosse; potremmo anche proseguire lungo la sterrata,
arrivare ad una bella fontanella e seguire il tornante verso destra.
Con la deviazione, invece, evitiamo il tornante e la fontana, per
trovarci in ogni modo sulla stessa sterrata poco più in alto. Ripresa
la sterrata andiamo a destra e non la abbandoneremo più fino ad
una stazione di risalita degli impianti della Val Carisole.
Saliamo quindi lungo questa ampia e ripida strada sassosa, con una
sereie di tornanti e curve, che si alternano a tratti rettilinei.
Ignoriamo le deviazione nel bosco per il rifugio Terre Rosse. Superiamo
una baita sulla sinistra; qui proviene anche il sentiero che parte
dalla stazione a valle della seggiovia per la Val Carisole. Saliamo
ancora. Giunti ad una radura, oltrepassiamo un tavolo da picnic, sulla
sinistra ed un paio di ruderi sulla destra. Oltre questi la strada
torna a salire ripida. Pochi minuti ed eccoci alla stazione a monte
della seggiovia della Val Carisole. Qui proseguiamo perdendo
leggermente quota. Sulal sinistra sono già visibili il Monte Valgussera
e più a sinistra ancora il Pizzo del Vescovo. Davanti a noi, in
lontananza si riconosce il Corno Stella e il Montebello, alle cui
spalle spunta l'acuminata vetta del Monte Toro. Costeggiamo un
tappetino di risalita per sciatori. Sulla destra, poco sopra il
percorso, vediamo il rifugio Terre Rosse. Senza doverci arrivare,
scendiamo nel valloncello sottostante puntando ai cannoni sparaneve che
vediamo davanti a noi. Li raggiungiamo e ne seguiamo la linea; sulla
destra abbiamo un torrentello. Arrivati nei pressi di alcuni vecchi
edifici, deviamo a sinistra, attrabersiamo il corso d'acqua per
iniziare la ripida salita lungo le piste da sci qui presenti. Nel caso
gli impianti siano aperti e ci fossero sciatori, dobbiamo rimanere il
più possibile a bordo pista. Saliamo con una certa pendenza verso il
Passo della Croce. Qui rinveniamo una palina che ci segnala il Monte
Valgussera ed il Pizzo del Vescovo verso sinistra. Proseguiamo ancora
sulle piste del Valgussera, restando sempre ai loro margini. Man mano
saliamo, la pendenza tende ad aumentare. in un paio di punti, possiamo
prendere delle deviazioni che ci consentono di saltare alcuni tratti
delle piste, ma verso la parte alta, non avremo alternative. Verso la
fine della salita, sulla sinistra della pista vediamo una specie di
piramide di pietre. Oltre questa, la pendenza tende a diminuire, per
poi divenire quasi pianeggiante negli ultimi metri prima della stazione
a monte di una seggiovia. Qui arrivati, non ci resta che rimontare gli
ultimi metri passando dietro ad alcuni brutti edifici ed eccoci sulla
cima del Monte Valgussera. Bello il panorama. Brutta la zona della
cima. Ben visibile è la dirimpettaia cime del Pizzo del Vescovo, che
andremo ora a salire. Scendiamo nuovamente alla stazione della
seggiovia. A destra vediamo una palina che ci indica il sentiero per il
Pizzo del Vescovo (tempi sottovalutati...). Andiamo lungo questo ampio
sentiero che scende dolcemente verso la sella tra il Valgussera e il
Vescovo. Passiamo accanto ad alcune strutture che impediscono la
formazione di cornici di neve. Arrivati senza difficoltà alla sella,
preceduta sulla destra dal sentiero che scnede verso Foppolo, iniziamo
la risalita della ripida dorsale del Pizzo del Vescovo. Questa, sebbene
ripida, non presenta alcuna difficoltà, ma occorre valutarne la
percorribilià in base all'assenstamento della neve. Inizialmente la
salita avviene lungo la cresta, poi si sposta leggermemte verso
sinistra, in pieno pendio. In circa 25 minuti si arriva a cospetto
della croce sulla cima, dalla quale si ammira una vista molto ampia
sulle cime della zona. Qui l'ambiente è decisamente migliore del Monte
Valgussera.
Discesa
Torniamo alla sella tra le
due cime salite. Risaliamo lungo il medesimo itinerario al Monte
Valgussera. Senza raggiungerne la vetta, arrivati alla pista di sci, la
discendiamo con grande attenzione, viste le pendenze, gli sciatori e
gli scialpinisti, nonchè la probabile presenza di neve dura e
ghiacciata. Giunti al Passo della Croce, proseguiamo la discesa verso
la Val Carisole, ma arrivati al primo bivio, sulla sinistra vediamo
l'indicazione per il rifugio-ristorante Mirtillo. Compiamo ora una
deviazione a semicercio in senso orario orario per raggiungere questo
locale e scendere da un tracciato diverso che ci condurrà comunque alla
stazione di monte della Valcarisole. Seguiamo il sentiero verso
sinistra che scende dolcemente, allontanadosi dalla pista di sci della
Val Carisole. Al successivo bivio, andiamo ancora a sinistra e
risaliamo dolcemente in un ampio e poco accentuato valloncello. Facendo
atenzione alla presenza di moto slitte, arriviamo al culmine della
regolare salita. Qui il percorso piega verso destra, compiendo un ampio
semicercio in senso orario. Attraversiamo un solco che scende dalla
sinistra. Dopo alcuni cambi di pendenza, ma sempre in leggera salita,
l'indicazione per il Mirtillo ci dice di scendere verso destra.
Superiamo un paio di baite isolate nel valloncello, la prima delle
quali ha le finestre di un acceso color verde. Proseguiamo comodamente
verso l'ormai vicino ristorante alpino. Lo raggiungiamo dopo altri
10-15 minuti. Da qui prendiamo l'evidente pista di discesa alla
sinistra del Mirtillo. La seguiamo in discesa fino ad arrivare ad una
improvvisa curva di questa verso sinistra, segnalata da cartelli di
pericolo e inviti a rallentare per gli sciatori. Dopo la svolta a
sinistra, le pendenze divengono quasi inesistenti ed in breve eccoci
alla stazione di monte delle seggiovia della Val Carisole. Ora non ci
resta che seguire la strada sterrata già percorso all'andata e arrivare
così a Carona. |