Monte Verme

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Loc. Grumetti - Valbondione (BG)
Quota partenza 930 Mt. Quota di arrivo 2205 Mt.
Dislivello totale 1300 Mt. Sentieri utilizzati n. 332, 321, 305
Ore di salita 3 h. 30' Ore di discesa 2 h. 30'
Data di uscita 29/07/2022 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Dopo mesi di siccità e caldo intenso, ecco che durante questa camminata si sono verificati tre temporali bene organizzati. Fortunatamente io ero già sceso dalla cima del Monte Verme e gli acquazzoni non mi hanno creato alcun problema, se non quello di una discesa piuttosto bagnata. Per il resto, la salita si è svolta con tempo buono e su sentieri ben segnalati fino al pianoro della Val Cerviera. Da qui in poi, non esitono bolli o traccia e la salita si svolge su terreni ripidi, pietrosi e privi di segni di passaggio. Solo nella parte alta, ormai in vista della vetta, troviamo qualche ometto ad indicarci la via.

Eventuali pericoli
Una particolare cura ed attenzione è richiesta nel percorrere l'ultimo tratto di salita al Monte Verme: si tratta di poche decine di metri, ma risultano particolarmente esposti, su roccia comunque abbastanza solida.
Presenza di acqua
Acqua fresca e buona è disponibile presso il borgo di Maslana in almeno tre fontanelle tra le case di pietra. Anche al rifugio Curò troverete una fontanella di acqua. Infine, risalendo la prima parte della Val Cerviera, potrete rifornirvi di acqua dallo scrosciante torrente che da essa scende tra saltelli e cascatelle (siccità permettendo...)
Punti di appoggio
ll rifugio Curò, il vecchio edificio dell'ex rifugio Consonni e l'ostello accanto al Curò stesso. Tutti questi edifici si trovano a poche decine di metri l'uno dall'altro. Prima di questi, potremmo ripararci presso il borgo di Maslana e più avanti, sebbene non offra un gran riparo, anche presso l'Osservatorio Faunistico di Valbondione.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Chi arriva al frequentato rifugio Curò (uno dei più famosi rifugi della provincia di Bergamo), alzando lo sguardo verso destra (a Sud del Lago Barbellino), non può non notare l'acuminata cima che si innalza direttamente dalle pendici sopra il riugio stesso: si tratta del Monte Verme, poco conosciuto ed ancor meno salito, eppure molto panoramico e di modesta quota rispetto alle alte vette tutt'attorno, per cui poco faticoso da raggiungere. La sua salita, non essendo segnata, è piuttosto difficile da individuare. Sebbene non presenti ostacoli tecnici o difficoltà oggettive elevate, il percorso deve essere intrappreso solo da escursionisti esperti, oppure bene a conoscenza del tracciato. Ci si deve muovere infatti su ripidi pendii sia sassosi che erbosi, per poi affrontare la breve ma esposta (molto esposta...) crestina pietrosa Sud Est che potrebbe creare qualche problema a chi non è avvezzo a tali ambienti. Dalla cima si gode una vista a picco sul rifugio Curò e la conca del Barbellino.
Descrizione percorso
Ci dirigiamo presso il paese di Valbondione, in alta Valle Seriana. Qui procediamo per la località Grumetti. Poco prima di arrivarci,  scendiamo lungo una stradina asfaltata che dopo poche centinaia di metri termina presso uno spiazzo ombroso sulla destra Qui lasciamo l'auto nei pochi posto disponibili e saliamo nel bosco lungo un ripido sentierino numerato 332, lasciando quello per il rifugio Coca alla nostra sinistra. Saliamo verso il bellissimo borgo di Maslana, posto sotto 'omonimo pinnacolo roccioso. Ci arrivianmo in meno di 30 minuti di cammino, sempre camminando nel bosco. Attraversiamo il borgo verso destra, facendo attenzione ai bolli sui muri delle case. Lasciate le ultime casette di pietra alle nostre spalle, scendiamo brevemente verso un bel ponticello di pietra che attraversiamo, passando sopra alle schiumose acque del fiume Serio. Oltre il ponte, una palina ci indica verso sinistra per il "Sentiero delle cascate". Procediamo quindi tra piante, cespugli e rocce levigate da antichi ghiacciai. Attraversiamo poi una macchia di larici ed eccoci in una ampia radura dalla quale è ben visibile il Pinnacolo di Maslana. Saliamo ora verso il vicino Osservatorio faunistico di Maslana lungo un'ampia sterrata sassosa. Qui troviamo enormi massi. Passando tra questi, seguiamo i bolli del sentiero n. 332. Attraversiamo una piccola radura erbosa per rientrare subito in un bellissimo bosco di abeti e faggi. Ora il sentiero diviene tortuoso e a tratti scivoloso. Usciti dal bel bosco, eccoci ai piedi di una pietraia dominata dalla alta parete rocciosa dalla quale si riversa il fiume serio in una bellissima cascata, visibile quando il lago artificiale del Barbellino viene aperta. Saliamo con una certa fatica la pietraia, disseminata di solitari abeti. Man mano si sale, la pendenza del sentierino aumenta, fino a divenire piuttosto elevata. La fatica si fa sentire ed il tracciato non ci lascia respirare. Arriviamo così in circa 25 minuti dalla base della pietraia fino al suo termine, proprio al cospetto di una fascia rocciosa nera e umida. Qui andiamo a destra lungo una traccia che finalmente diviene meno faticosa. Il sentiero è provvisto di una serie di cavi e catene per evitare spiacevoli scivolate, dalle nefaste conseguenze, ma non sono indispensabili, salvo in caso di neve o ghiaccio. Dopo alcuni minuti, sempre con alla nostra sinistra l'incombente e minacciosa parete rocciosa, eccoci arrivati all'ex rifugio Consoli, posto a poche decine di metri dal rifugio Curò. Ci dirigiamo verso quest'ultimo e dopo aver ripreso un poco di fiato, proseguiamo lungo l'ampio sentiero che costeggia il Lago artificiale del Barbellino, restandone ben alto sopra le sue rive. Continuiamo in piano fino alle coreografiche cascatelle che scendono dalla Val Cerviera. Senza attraversare il ponticello di legno, deviamo a destra, risalendo il tracciato indicato da alcuni bolli (n. 321). Saliamo avendo alla nostra sinistra lo scrosciante torrente. Dopo alcuni minuti di ripida salita, tra rododendri e pietre, eccoci all'imbocco dell'ampio pianoro della Valcerviera. Qui vediamo un ponticello di legno, senza attraversarlo, abbandoniamo il sentiero e ci dirigiamo dritti costeggiando le ripide fasce rocciose alla nostra destra. Superata una fascia molto scura di dette rocce, abbandoniamo il verdeggiante pianoro per rimontare il ripido e privo di tracce ghiaioncello alla nostra destra. Lo saliamo con percorso libero, per poi ripiegare verso destra, proprio sopra le suddette rocce scure. Andiamo a cercarci i passaggi migliori, tra balze erbose, terrazzini e cespugli, puntando vagamente ad un larice solitario. Le pendenze sono elevate e occorre salire con molta attenzione. Superiamo il larice solitario ed entriamo in un ripido valloncello verso sinistra che risaliamo sempre senza alcuna indicazione. Più in alto, ecco che usciamo dal valloncello e ci troviamo in una specie di pianoro superiore. Qui andiamo verso destra, rinvenendo qualche sparuto ometto. Superiamo una pozza ed ecco ben evidente la aguzza vetta del Monte Verme. Ci portiamo sotto di essa camminando tra mirtilli, prati e massi sparpagliati. Raggiungiamo la cresta Sud-Est del Verme. Questa inizia ad un'ampia sella che divide il Verme a destra, da un bel torrione roccioso a sinistra. Con molta attenzione e cura, seguiamo il filo di cresta, molto esposta sul versante sinistro che cade direttamente a picco sul sentiero panoramico che scende dal rifugio Curò verso Valbondione (quello che per un lungo tratto corre scavato nella roccia). Lungo la cresta, giunti alla base di un salto verticale di roccia scura, lo aggiriamo verso sinistra, facendo estrema attenzione. Torniamo poi sul filo di cresta che non molliamo più fino all'antecima, tra saltelli e tratti orizzontali, sempre piuttosto esposti. Forse è possibile restare più bassi sotto la cresta di pochi metri, verso destra, ed evitare così la forte esposizione ed i tratti più impegnativi, ma perdendo così parte delle emozioni. Dall'antecima, dobbiamo percorrere ancora una ventina di metri molto esposti, ma non difficili, salvo per lo scavalco di alcuni massi che viene fatto stando a cavalcioni tra i due versanti. Eccoci ora davanti al mucchio di sassi sulla cima del Monte Verme, dalla quale ci godiamo il bel panorama sul Lago del Barbellino e sulle cime che lo circondano.
Discesa
A ritroso lungo il percorso dell'andata fino al rifugio. Conviene, una volta tornati al rifugio Curò, evitare di scendere dal sentiero invernale, usato per la salita, piuttosto ripido e scomodo. Possiamo così prendere il più comodo sentiero estivo, n. 305 (che transiterà sotto le verticali pendici del Verme...) che in circa due ore di cammino su ampio tracciato con modeste pendenze, riporta a Valbondione.

Note
Per la salita al rifugio Curò possiamo optare per il più comodo sentiero estivo (n. 305, che in questa relazione percorriamo in discesa e del quale potrete trovare le inidcazioni nella relazione del 19-06-2021), ma occorre prima informarsi circa la sua accessibilità: infatti una frana caduta qualche mese fa a monte del sentiero, ha costretto il sindaco di Valbondione ad interdire tale percorso. Possiamo comunque, una volta arrivati all'osservatorio faunistico, salire il ripido pratone alle spalle dell'osservatorio stesso, andandoci poi a ricongiungere con il suddetto sentiero, ben oltre il tratto interessanto dal divieto.
Commenti vari
In questa torrida ed arida estate 2022, i bacini ed i laghi di ogni dimensione delle Orobie hanno visto quasi scomparire del tutto la loro acqua, preziosa ed insostituibile per animali, piante e uomo, anche a cusa di un inverno praticamente privo di neve. Il risultato di tutto questo è stato uno spettacolo disarmante e spettrale: quello del Lago Barbellino completamente asciutto; solo una piccola pozza fangosa è rimasta sul suo fondo e vederlo di persona mi ha dato una enorme tristezza.
   

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Il lago artificiale del Barbellino completamente asciutto

Dal pianoro della Valcerviera
si sale dopo la fascia rocciosa nera

   

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Percorso indicativo dopo il ghiaione

Ormai in vista della vetta del Monte Verme

   

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L'esposta cresta Sud Est

Lungo la crestina finale

   

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Dall'antecima vista sulla vetta con gli ultimi metri di cresta

Dalla cima del Monte Verme sguardo sul rifugio Curò
e ciò che resta dell'invaso del Barbellino

   

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Il Monte Verme visto dal rifugio Curò       Lo stesso monte visto dall'osservatorio faunistico