Val Parina

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Loc. Piani di Scalvino - Lenna (BG)
Quota partenza 443 Mt. Quota di arrivo 1000 Mt. circa
Dislivello totale 600 Mt. circa
Sentieri utilizzati n. 259
Ore di salita 5h. 30' Ore di discesa 4 h. 30'
Data di uscita 11/03/2023 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà E
Condizioni climatiche e dei sentieri

Giornata uggiosa, adatta ad una camminata di bassa quota. Sentieri pochissimo battuti, ma ben segnalati e quasi sempre evidenti. Alcuni tratti del percorso si sono volutamente svolti fuori dal tracciato originale, per rendere più interessante l'escursione e per immergersi meglio nell'ambiente selvaggio e solitario. Lungo questi tratti occorre porre maggior attenzione, specie nei punti resi umidi e scivolosi dall'acqua del torrente Parina.

Eventuali pericoli
Attenzione ad alcuni passaggi nel bosco in traverso a picco su canaloni quasi verticali, spesso resi scivolosi da foglie ed umidità. Molta attenzione anche alla caduta di pietre dagli altissimi e ripidissimi versanti della valle nei passaggi più stretti ed angusti sul fondovalle, quando camminiamo nel greto del torrente Parina: qui è possibile infatti che i camosci che si muovono in alto, possano far cadere pietre, oppure queste cadano di loro spontanea “volontà”.
Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Sebbene la valle sia molto selvaggia e poco frequantata e la presenza di baite o ruderi sia quasi nulla, è possibile trovare riparo presso la grande cavità a meta percorso, poco prima della deviazione per il Monte Ortighera. Nella seconda parte della camminata troveremo anche una grande cascina in una radura prativa tra i boschi. Ormai in vista di Zorzone passeremo anche da una chiesetta isolata posta a picco sulla vallata e da una piccola grotta nei suoi pressi.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Lunghissima camminata (circa 28 km...) di bassa quota che ci consente di percorrere per intero la selvaggia e poco battuta Val Parina, una delle rarissime “aree wildness” istituite in Lombardia (l'altra è la Val di Vesta). La partenza è situata poco prima del paese di Lenna in Val Brembana e termina alla frazione di  Zorzone (Oltre il Colle), sotto le pendici della Cima di Menna. Lungo il tracciato si attraversano gli ambienti più disparati: dal greto del torrente Parina, ai fitti boschi di latifoglie, dalle radure prative che si aprono improvvise nel bosco, alle falesie rocciose. Tutto attorno a noi si innalzano alti e ripidissimi i fianchi della valle, nella parte bassa della camminata; mentre nella parte alta, ci troveremo a muoverci su sentieri in falsopiano, spesso a strapiombo sul fondo della vallata sotto di noi. Possiamo dividere l'escursione in tre parti: la prima è quella a ridosso del torrente, la seconda è quela che si inerpica ripida fino alla grande grotta che segna la metà percorso e la terza parte è quella da qui a Zorzone, meno faticosa e con ampi panorami. Questa escursione, sebbene priva di difficoltà, è adatta solo a gente ben allenata ed amante delle zone selvagge. Scordatevi di trovare panorami memorabili, luoghi spettacolari e ambienti idilliaci: qui regna il silenzio, la semplicità, la solitudine. Qui viene chi vuole scoprire una valle come era anni fa, chi vuole vedere la corsa di un capriolo o di un camoscio, o il volo radente di una poiana, chi si stupisce per una pozza limpida e profonda o una grotta; chi cerca le timide fioriture tra i massi in primavera. Lasciatevi affascinare e resterete soddisfatti.
Descrizione percorso
Risaliamo la Valle Brembana fino ai Piani di Scalvino, poco prima dell'abitato di Lenna. Qui, sulla destra si trova il noto Agriturismo Ferdy. Parcheggiamo nell'ampio spiazzo sterrato sulla destra. Un totem in ferro ci segnla che stiamo per entrare nell'area wildness della Val Parina, lungo il sentiero n. 259 e che ci serviranno oltre 5 ore di cammino per giungere a Zorzone, entrata opposta della valle. Attraversiamo il lungo ponte in ferro che ci permette di portarci sulla sponda opposta del fiume Brembo e dirigiamoci verso destra, seguendo un'altra indicazione per la Val Parina. Oltrepassiamo la zona di proprietà dell'agriturismo ed arriviamo ad una grande casa (Cascina Fienili) a tre piani abbandonata all'ingresso del bosco. Superiamo anche questa casa, evitando di farci tentare dalla curiosità di entrare nelle sue numerose e fatiscenti stanze...Camminiamo su evidente sentiero nel bosco, tra saliscendi, per poi abbassarci a livello del terreno pianeggiante che corre parallelo al fiume. Improvvisamente ci troviamo in una grande radura nella quale è stata costruita una specie di pista per moto cross. Andiamo oltre anche questa zona e, dopo essere rientrati nel bosco, svoltiamo decisamente a sinistra, seguendo una freccia sul terreno. Guadagnamo quota, ora, abbandonando il fondo della valle. Saliamo su traccia stretta ma evidente fino ad arrivare al cospetto di un torrione roccioso dal quale possiamo godere una bella vista sul fiume sotto di noi. Possiamo considerare questo punto come il vero e prorpio ingresso della Val Parina. Proseguiamo in discesa sul sentiero che volge verso sinistra rispetto al torrione. In breve arriviamo ad un bivio, qui dovremmo tenere la sinistra, poichè a destra si arriverebbe ad un lungo ponte in cemento interdetto agli escursionisti, essendo questo completamente privo di protezioni laterali ed essendo ad un'altezza di circa 50 metri sopra il torrente Parina che in questo punto si getta nel fiume Brembo. Questo ponte era in uso, anni fa, per il trasporto di materiale che veniva estratto dalla valle e che viaggiava su binari a scartamento ridotto. Proseguiamo lungo il sentiero, evitando di farci tentare dalla voglia di salire sul ponte...Entriamo in una breve galleria scavata nella roccia, poi cerchiamo il modo di scendere fin sul grato del torrente Parina, se questo è asciutto, o comunque povero di acqua. Il sentiero vero e proprio, prosegue poco sopra il torrente, alla nostra sinistra (sponda destra orografica), ma se riusciamo a restare nel greto, possiamo godere di un ambiente particolarmente affascinante ed insolito. Saltellando tra sassi, ciotoli e grosse pietre levigate dal passaggio dell'acqua, risaliamo il quasi pianegiante corso del torrente, ammirando le alte pareti ai nostri fianchi e superando zone umide e muschiose. Facciamo attenzione ai punti in cui i fianchi della valle sono estremamente ripidi, poichè dall'alto possono cadere pietre. Ci troviamo a camminare in un ambiente quesi irreale, tra pinnacoli rocciosi, pareti verticali solcate da profondi ed irti canali, anse, piccole spiaggette sabbose, aglomerati di marmo arabescato orobico, grotte, cavità e nicchie muschiose nascoste. Ad un certo punto arriviamo al cospetto di un ponticello di pietra che collega le due sponde della valletta che ora si restinge tantissimo. Qui dobbiamo affrontare alcuni grossi massi levigati e resi molto scivolosi da muschio ed alche. Passati sotto il ponte, conviene abbandonare il greto del torrente e salire sul sentiero poco sopra le nostre teste, trovandoci così sulla sponda destra (sinistra orografica). Qui proseguiamo comodamente sul sentiero pianeggiante che si sviluppa su una cengia. Ai più temerari e curiosi consiglio di restare invece ancora nel greto che ora presenta grosse e profonde pozze d'acqua anche in periodi asciutti, facendo estrema attenzione a non scivolare sui grossi massi viscidi. Si tratta di uno dei punti più affascinanti della camminata, ma occorre valutare bene la possibilità di restare nel greto o salire sul più agevole sentiero. Comunque vada, dopo un centinaio di metri, dovrete comunque abbandonare il torrente e risalire sul sentiero. Questo ci conduce ad un ponticello di metallo, passando prima per una cengia artificiale con cavo metallico, che ci riporta sulla sponda opposta. Ora sul sentiero sono ben visibili i resti dei binari su cui viaggiavano i piccoli vagoni a scartamemto ridotto che trasportavano materiale cavato dalle rocce della valle e legna tagliata fino agli anni 60. Appena possibile ridiscendiamo nel greto del fiume, abbandonando nuovamente il sentiero e ci immergiamo nella parte più misteriosa ed entusiasmante della Val Parina: uno strettissimo canyon roccioso dalle altissime pareti incombenti e lisce (attenzione all'oggettivo pericolo di caduta sassi). Il canyon prosegue sinuoso e tetro per qualche decina di metri, poi il percorso diviene impraticabile per via delle pozze e delle marmitte piene d'acqua. Torniamo indietro fino al ponticello di ferro e riprendiamo il sentiero che ora si inerpica lungo i ripidi fianchi della valle, sul versante sinsitro orografico. Saliamo seguendo il sentiero che alterna tratti ripidi a momenti rilassanti. Man mano saliamo possiamo godere di alcuni scorci sul tratto di valle appena percorsa, nonchè su parte di quella ancora da percorrere. Ad un certo punto, sotto di noi, sul versante opposto appare un grandissimo arco roccioso appoggiato al verticale fianco della valle, quasi come l'immensa entrata di una grotta e sopra di essa, si eleva un appuntito torrione roccioso. Più avanti affrontiamo un tratto di discesa. Sulle roccce alla nostra sinistra troviamo alcune scritte arancioni. Arriviamo poi ad una misteriosa croce di metallo a ricoro di un macabro assassinio qui commesso nel lontano 1917. Siamo sul fondo di una valletta che sul lato opposto ci regala una piccola pietraia che attraversiamo. La zona è ricca di piante di tasso e fioriture primaverili. Sopra una roccia troviamo le scritte Z (che sta' per Zorzone, il paese all'uscita opposta della valle e verso cui ci stiamo dirigendo) e Came (che sta' per Camerata Cornello, in direzione opposta). Passiamo ora sotto ad alcune alte pareti rcciose alla nostra sinistra. Qui vediamo un labile bivio: andando a destra si scende nuovamente verso il greto del torrente Parina e verso il sentiero n. 599 che risalirebbe sul versante opposto della valle fino a Dossena. Noi andiamo a sinistra seguendo alcuni poco evidenti bolli bianco e rossi. Poco dopo ecco un ometto di pietra. Oltre ci imbattiamo in una pietraia posta in una radura del bosco. Entriamo poi in un luminoso bosco di faggi che risaliamo con una certa fatica, osservando alcuni pinnacoli rocciosi sopra di noi. Dopo alcuni minuti di ripida salita arriviamo ad un'altro affascinante angolo della val Parina: si tratta di una grande cavità posta ai piedi di una alta parete rocciosa di conglomerato. Qui si rinvengono anche un paio di libretti su cui sono annotati i nomi della gente transitata e una improvvisata panca su cui poter sedersi a godere del silenzio del luogo. Ripartiamo ora verso l'alto, salendo lungo il sentiero che ormai è ben visibile. In breve arriviamo ad una palina che si segnala la nostra meta, ossia l'abitato di Zorzone a circa 3 ore di cammino. Siamo quindi a metà strada dell'andata, ma ora il dislivello da affrontare sarà limitatissimo. Qui vediamo anche la deviazione per il Monte Ortighera, indicata su una roccia con la lettera "O". Noi lasciamo perdere e proseguiamo dritti. Più avanti incontreremo una piccola cavità all'interno di una fascia rocciosa a lato del sentiero. Arriviamo poi ad una brevissima scaletta di metallo che ci permette di scendere un saltello roccioso un poco esposto. Attraversiamo ora una piccola pietraia. Ignoriamo un bivio segnalato da alcuni bolli bianchi e rossi. Passiamo accanto ad una zona rocciosa da cui sgorga una misera sorgente d'acqua. Più avanti ci imbattiamo in un muretto a secco. Poco più avanti ecco un passaggio poco sicuro su alcuni tronchi utilizzati a mo' di passerella per superare un canale molto ripido ed umido. Oltre i tronchi procediamo su stretta cengia. A seguire ecco un secondo passaggio molto affascinante ma piuttosto esposto e spesso bagnato: si tratta di una cengietta rinforzata da sassi sopra ad un profondo valloncello; qui una catena rende più sicuro il passaggio. Più avanti il sentiero rimane stretto ma più sicuro e costeggia una placca di roccia. Superiamo poi una pozza d'acqua dalla forma allungata, preceduta da una freccia bianca e rossa sopra un albero. Eccoci poi in una improvvisa ed ampia radura in mezzo al bosco al cui centro vediamo una grande cascina. Scendiamo a dare un'occhiata alla cascina e poi torniamo sul sentiero. Incontriamo ora un piccolo crocefisso in un altare di sassi. Arriviamo poi in una zona  di grandi massi sparsi ai lati del sentiero. Ora il panorma si apre sulla valle e ne possiamo ammirare tutto il suo fascino. Superiamo poi una piccola croce a ricordo di un ragazzo, posta sopra un masso. Eccoci ora ad un luogo inaspettato: improvvisamente, dal nulla, troviamo una chiesetta isolatissima (Cappelletta di Petta) su un balcone a strapiombo sulla valle. Accanto alla chiesa vediamo anche una grande nicchia nella roccia. Siamo ormai in vista delle case di Zorzone. Proseguiamo lungo un bel sentiero pianeggiante che corre sotto alte e ripide pareti rocciose. Attraversiamo una pietraia. Poi lasciamo alla nostra sinistra una santella. Costeggiamo ora un lungo muretto a secco. Arrivati ad una ampia sterrata non ci resta che seguirla fino al termine del sentiero. Non arriviamo nel centro di Zorzone, ma sulla strada asfaltata che lo precede dove una palina indica la fine della Val Parina ed il percorso a ritroso. Visto il lungo percorso di ritorno, conviene fermarsi qui e tornare verso Lenna.
Discesa
Ripercorriamo a ritroso il lungo tracciato dell'andata.

Note
Ovviamente è possibile percorrere la valle in entrambi i sensi di marcia, ma il mio parere è di seguire quello di questa relazione, per evitare di dover affrontare il dislivello in salita al ritorno, dopo avere già percorso 5-6 ore di strada. Ricordate che in questa valle i cellulari non hanno campo. La mia classificazione E di questa escursione, è legata alle difficoltà reali incontrate, ma tale opinione non considera l'elevato impegno fisico richiesto, sicuramente non alla portata dell'escursionista occasionale.
Commenti vari
Personalmente ho percorso questa valle in tutte le stagioni dell'anno e posso assicurarvi che in ognuna troverete qualcosa di unico. Cercate però di evitare di andarci in inverni freddi ed asciutti, privi di neve, poichè il ghiaccio nascosto che troverete nei punti più delicati potrebbe creare grossi problemi. Pare poi che in estate, nella parte bassa, vi sia anche una certa presenza di vipere, come in tutti luoghi poco frequentati e con presenza di acqua, ma io non ne ho viste. Da evitare, infine, accuratamente dopo forti piogge.
   

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Vista sulla parte bassa della Val Parina

Camminando lungo il greto del torrente
   

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Il curioso torrione detto La Goggia (L'Ago)

Uno dei tanti pinnacoli
dell'anticima della Corna Orientale
   

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Vista verso il Monte Venturosa

Il ponticello di pietra nella prima parte della valle
   

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Pozze e marmitte dei giganti

Nel punto più stretto della valle
   

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L'imponente arco sotto ad un torrione

Omar nella grande cavita` a meta` della valle
   

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Un passaggino su cengia

La radura nel bosco nei pressi della cascina
   

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Vista sui ripidi versanti della parte alta della valle

La chiesetta sul pulpito roccioso