Descrizione generale Lunghissima
camminata (circa 28 km...) di bassa quota che ci consente di percorrere
per intero la selvaggia e poco battuta Val Parina, una delle rarissime
“aree wildness” istituite in Lombardia (l'altra è la Val di Vesta). La partenza è situata poco prima del
paese di Lenna in Val Brembana e termina alla frazione di Zorzone
(Oltre il Colle), sotto le pendici della Cima di Menna. Lungo il
tracciato si attraversano gli ambienti più disparati: dal greto del
torrente Parina, ai fitti boschi di latifoglie, dalle radure prative
che si aprono improvvise nel bosco, alle falesie rocciose. Tutto
attorno a noi si innalzano alti e ripidissimi i fianchi della valle,
nella parte bassa della camminata; mentre nella parte alta, ci
troveremo a muoverci su sentieri in falsopiano, spesso a strapiombo sul
fondo della vallata sotto di noi. Possiamo dividere l'escursione in tre
parti: la prima è quella a ridosso del torrente, la seconda è quela che
si inerpica ripida fino alla grande grotta che segna la metà percorso e
la terza parte è quella da qui a Zorzone, meno faticosa e con ampi
panorami. Questa escursione, sebbene priva di difficoltà, è adatta solo
a gente ben allenata ed amante delle zone selvagge. Scordatevi di
trovare panorami memorabili, luoghi spettacolari e ambienti idilliaci:
qui regna il silenzio, la semplicità, la solitudine. Qui viene chi
vuole scoprire una valle come era anni fa, chi vuole vedere la corsa di
un capriolo o di un camoscio, o il volo radente di una poiana, chi si
stupisce per una pozza limpida e profonda o una grotta; chi cerca le
timide fioriture tra i massi in primavera. Lasciatevi affascinare e
resterete soddisfatti.
Descrizione percorso
Risaliamo
la Valle Brembana fino ai Piani di Scalvino, poco prima dell'abitato di
Lenna. Qui, sulla destra si trova il noto Agriturismo Ferdy.
Parcheggiamo nell'ampio spiazzo sterrato sulla destra. Un totem in
ferro ci segnla che stiamo per entrare nell'area wildness della Val
Parina, lungo il sentiero n. 259 e che ci serviranno oltre 5 ore di
cammino per giungere a Zorzone, entrata opposta della valle.
Attraversiamo il lungo ponte in ferro che ci permette di portarci sulla
sponda opposta del fiume Brembo e dirigiamoci verso destra, seguendo
un'altra indicazione per la Val Parina. Oltrepassiamo la zona di
proprietà dell'agriturismo ed arriviamo ad una grande casa (Cascina
Fienili) a tre piani
abbandonata all'ingresso del bosco. Superiamo anche questa casa,
evitando di farci tentare dalla curiosità di entrare nelle sue numerose
e fatiscenti stanze...Camminiamo su evidente sentiero nel bosco, tra
saliscendi, per poi abbassarci a livello del terreno pianeggiante che
corre parallelo al fiume. Improvvisamente ci troviamo in una grande
radura nella quale è stata costruita una specie di pista per moto
cross. Andiamo oltre anche questa zona e, dopo essere rientrati nel
bosco, svoltiamo decisamente a sinistra, seguendo una freccia sul
terreno. Guadagnamo quota, ora, abbandonando il fondo della valle.
Saliamo su traccia stretta ma evidente fino ad arrivare al cospetto di
un torrione roccioso dal quale possiamo godere una bella vista sul
fiume sotto di noi. Possiamo considerare questo punto come il vero e
prorpio ingresso della Val Parina. Proseguiamo in discesa sul sentiero
che volge verso sinistra rispetto al torrione. In breve arriviamo ad un
bivio, qui dovremmo tenere la sinistra, poichè a destra si arriverebbe
ad un lungo ponte in cemento interdetto agli escursionisti, essendo
questo completamente privo di protezioni laterali ed essendo ad
un'altezza di circa 50 metri sopra il torrente Parina che in questo
punto si getta nel fiume Brembo. Questo ponte era in uso, anni fa, per
il trasporto di materiale che veniva estratto dalla valle e che
viaggiava su binari a scartamento ridotto. Proseguiamo lungo il
sentiero, evitando di farci tentare dalla voglia di salire sul
ponte...Entriamo in una breve galleria scavata nella roccia, poi
cerchiamo il modo di scendere fin sul grato del torrente Parina, se
questo è asciutto, o comunque povero di acqua. Il sentiero vero e
proprio, prosegue poco sopra il torrente, alla nostra sinistra (sponda
destra orografica), ma se riusciamo a restare nel greto, possiamo
godere di un ambiente particolarmente affascinante ed insolito.
Saltellando tra sassi, ciotoli e grosse pietre levigate dal passaggio
dell'acqua, risaliamo il quasi pianegiante corso del torrente,
ammirando le alte pareti
ai nostri fianchi e superando zone umide e muschiose. Facciamo
attenzione ai punti in cui i fianchi della valle sono estremamente
ripidi, poichè dall'alto possono cadere pietre. Ci troviamo a camminare
in un ambiente quesi irreale, tra pinnacoli rocciosi, pareti verticali
solcate da profondi ed irti canali, anse, piccole spiaggette sabbose,
aglomerati di marmo arabescato orobico, grotte, cavità e nicchie
muschiose nascoste. Ad un certo punto arriviamo al cospetto di un
ponticello di pietra che collega le due sponde della valletta che ora
si restinge tantissimo. Qui dobbiamo affrontare alcuni grossi massi
levigati e resi molto scivolosi da muschio ed alche. Passati sotto il
ponte, conviene abbandonare il greto del torrente e salire sul sentiero
poco sopra le nostre teste, trovandoci così sulla sponda destra
(sinistra orografica). Qui proseguiamo comodamente sul sentiero
pianeggiante che si sviluppa su una cengia. Ai più temerari e curiosi
consiglio di restare invece ancora nel greto che ora presenta grosse e
profonde pozze d'acqua anche in periodi asciutti, facendo estrema
attenzione a non scivolare sui grossi massi viscidi. Si tratta di uno
dei punti più affascinanti della camminata, ma occorre valutare bene la
possibilità di restare nel greto o salire sul più agevole sentiero.
Comunque vada, dopo un centinaio di metri, dovrete comunque abbandonare
il torrente e risalire sul sentiero. Questo ci conduce ad un ponticello
di metallo, passando prima per una cengia artificiale con cavo
metallico, che ci riporta sulla sponda opposta. Ora sul sentiero sono
ben visibili i resti dei binari su cui viaggiavano i piccoli vagoni a
scartamemto ridotto che trasportavano materiale cavato dalle rocce
della valle e legna tagliata fino agli anni 60. Appena possibile
ridiscendiamo nel greto del fiume,
abbandonando nuovamente il sentiero e ci immergiamo nella parte più
misteriosa ed entusiasmante della Val Parina: uno strettissimo canyon
roccioso dalle altissime pareti incombenti e lisce (attenzione
all'oggettivo pericolo di caduta sassi). Il canyon prosegue sinuoso e
tetro per qualche decina di metri, poi il percorso diviene
impraticabile per via delle pozze e delle marmitte piene d'acqua.
Torniamo indietro fino al ponticello di ferro e riprendiamo il sentiero
che ora si inerpica lungo i ripidi fianchi della valle, sul versante
sinsitro orografico. Saliamo seguendo il sentiero che alterna tratti
ripidi a momenti rilassanti. Man mano saliamo possiamo godere di alcuni
scorci sul tratto di valle appena percorsa, nonchè su parte di quella
ancora da percorrere. Ad un certo punto, sotto di noi, sul versante
opposto appare un grandissimo arco roccioso appoggiato al verticale
fianco della valle, quasi come l'immensa entrata di una grotta e sopra
di essa, si eleva un appuntito torrione roccioso. Più avanti
affrontiamo un tratto di discesa. Sulle roccce alla nostra sinistra
troviamo alcune scritte arancioni. Arriviamo poi ad una misteriosa
croce di metallo a ricoro di un macabro assassinio qui commesso nel
lontano 1917. Siamo sul fondo di una valletta che sul lato opposto ci
regala una piccola pietraia che attraversiamo. La zona è ricca di
piante di tasso e fioriture primaverili. Sopra una roccia troviamo le
scritte Z (che sta' per Zorzone, il paese all'uscita opposta della
valle e verso cui ci stiamo dirigendo) e Came (che sta' per Camerata
Cornello, in direzione opposta). Passiamo ora sotto ad alcune alte
pareti rcciose alla nostra sinistra. Qui vediamo un labile bivio:
andando a destra si scende nuovamente verso il greto del torrente
Parina e verso il sentiero n. 599 che risalirebbe sul versante opposto
della valle fino a Dossena. Noi andiamo a sinistra seguendo alcuni poco
evidenti bolli bianco e rossi. Poco dopo ecco un ometto di pietra.
Oltre ci imbattiamo in una pietraia posta in una radura del bosco.
Entriamo poi in un luminoso bosco di faggi che risaliamo con una certa
fatica, osservando alcuni pinnacoli rocciosi sopra di noi. Dopo alcuni
minuti di ripida salita arriviamo ad un'altro affascinante angolo della
val Parina: si tratta di una grande cavità posta ai piedi di
una alta parete rocciosa di conglomerato. Qui si rinvengono anche un
paio di libretti su cui sono annotati i nomi della gente transitata e
una improvvisata panca su cui poter sedersi a godere del silenzio del
luogo. Ripartiamo ora verso l'alto, salendo lungo il sentiero che ormai
è ben visibile. In breve arriviamo ad una palina che si segnala la
nostra meta, ossia l'abitato di Zorzone a circa 3 ore di cammino. Siamo
quindi a metà strada dell'andata, ma ora il dislivello da affrontare
sarà limitatissimo. Qui vediamo anche la deviazione per il Monte
Ortighera, indicata su una roccia con la lettera "O". Noi lasciamo
perdere e proseguiamo dritti. Più avanti incontreremo una piccola
cavità all'interno di una fascia rocciosa a lato del sentiero.
Arriviamo poi ad una brevissima scaletta di metallo che ci permette di
scendere un saltello roccioso un poco esposto. Attraversiamo ora una
piccola pietraia. Ignoriamo un bivio segnalato da alcuni bolli bianchi
e rossi. Passiamo accanto ad una zona rocciosa da cui sgorga una misera
sorgente d'acqua. Più avanti ci imbattiamo in un muretto a secco. Poco
più avanti ecco un passaggio poco sicuro su alcuni tronchi utilizzati a
mo' di passerella per superare un canale molto ripido ed umido. Oltre i
tronchi procediamo su stretta cengia. A seguire ecco un secondo
passaggio molto affascinante ma piuttosto esposto e spesso bagnato: si
tratta di una cengietta rinforzata da sassi sopra ad un profondo
valloncello; qui una catena rende più sicuro il passaggio. Più avanti
il sentiero rimane stretto ma più sicuro e costeggia una placca di
roccia. Superiamo poi una pozza d'acqua dalla forma allungata,
preceduta da una freccia bianca e rossa sopra un albero. Eccoci poi in
una improvvisa ed ampia radura in mezzo al bosco al cui centro vediamo
una grande cascina. Scendiamo a dare un'occhiata alla cascina e poi
torniamo sul sentiero. Incontriamo ora un piccolo crocefisso in un
altare di sassi. Arriviamo poi in una zona di grandi massi sparsi
ai lati del sentiero. Ora il panorma si apre sulla valle e ne possiamo
ammirare tutto il suo fascino. Superiamo poi una piccola croce a
ricordo di un ragazzo, posta sopra un masso. Eccoci ora ad un luogo
inaspettato: improvvisamente, dal nulla, troviamo una chiesetta
isolatissima (Cappelletta di Petta) su un balcone a strapiombo sulla
valle. Accanto alla chiesa vediamo anche una grande nicchia nella
roccia. Siamo ormai in vista delle case di Zorzone. Proseguiamo lungo
un bel sentiero pianeggiante che corre sotto alte e ripide pareti
rocciose. Attraversiamo una pietraia. Poi lasciamo alla nostra sinistra
una santella. Costeggiamo ora un lungo muretto a secco. Arrivati ad una
ampia sterrata non ci resta che seguirla fino al termine del sentiero.
Non arriviamo nel centro di Zorzone, ma sulla strada asfaltata che lo
precede dove una palina indica la fine della Val Parina ed il percorso
a ritroso. Visto il lungo percorso di ritorno, conviene fermarsi qui e
tornare verso Lenna.
Discesa Ripercorriamo a ritroso il lungo tracciato dell'andata.
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