Descrizione generale
La Cima d'Ambiéz è senza dubbio la più frequentata dell'omonima valle. Sull'imponente scudo della sua parete est sono stati tracciati, nel corso degli anni, decine di itinerari. La caratteristica principale che li accomuna tutti è la stupenda qualità della roccia che si presenta molto ruvida e solida. Tutt'attorno ci sono delle cime, meno rinomate e famose, che offrono comunque delle belle ed interessanti scalate sempre su roccia ottima. La Torre d'Ambiéz è una di queste cime: le sue salite non sono lunghissime ma l'arrampicata risulta decisamente esposta ed elegante. Sul versante sud-est la torre presenta, nella parte alta, due diedri quasi paralleli. Il Diedro Armani, aperto da Matteo Armani e Ettore Gasperini Medaia l'11 luglio 1938, segue quello di destra mentre, quello di sinistra, era considerato una variante aperta sempre dallo stesso Armani.
Attacco, descrizione della via
Dal San Lorenzo in Banale (TN) si seguono le indicazioni per il ristoro Dolomiti dove è presente un ampio parcheggio. Da qui si imbocca la strada carrozzabile e si sale fino al rifugio Cacciatore. Questo tratto (circa 2-2,5 h.) è evitabile usufruendo del servizio taxi jeep. Dal Cacciatore si imbocca il sentiero n. 325 che sale al rifugio Silvio Agostini. E' anche possibile seguire la strada carrozzabile (n. 325 bis) che compie un giro più ampio. Il rifugio è contornato da molte cime. La Cima d'Ambiéz è forse la più imponente, già ben visibile anche dal rifugio Cacciatore, e si presenta con una grossa e compatta muraglia. Dal rifugio Agostini si imbocca il sentiero 358 che sale in direzione della vedretta d'Ambiéz. La Torre d'Ambiéz si trova sul lato sinistro del vallone (viso a monte) più o meno di fronte all'enorme masso,
residuo della Torre Jandl franata nel 1957. L'attacco si trova in corrispondenza dello spigoletto sinistro, in comune con la via Anna.
1° tiro:
alzarsi sullo spigoletto e traversare subito a destra fino a raggiungere il diedro-fessura che si segue fino alla sosta (2 chiodi).
35 Mt., IV+, IV, 3 chiodi.
2° tiro:
seguire il diedro, che sale obliquo verso destra, passando accanto ad una grossa lama gialla. Ora per camino fino una nicchia gialla dove si sosta (3 chiodi). 50 Mt., V, IV, III, IV, 2 chiodi.
3° tiro:
spostarsi a sinistra e seguire il diedro fino un buon punto di sosta (2 chiodi).
20 Mt., V-, IV+, 1 chiodo.
4° tiro:
si prosegue nel diedro-camino soprastante, superando un'ostica strozzatura, fino una larga cengia detritica. Spostarsi verso destra alla base del lungo diedro finale e sostare (1 clessidra con cordone). 30 Mt., IV+, III, 1 masso incastrato con cordone.
5° tiro:
salire il bellissimo diedro con arrampicata elegante fino alla sosta (2 chiodi). 50 Mt., IV, IV+, 3 chiodi.
6° tiro:
sempre nel diedro sostando su un comodo pulpito sotto un tetto (2 chiodi). 50 Mt., IV, IV+, 3 chiodi, 1 clessidra con cordone.
7° tiro:
seguire gli ultimi metri del diedro e poi spostarsi sul lato sinistro della cresta finale. Traversare sulla cengia fino alla sosta (1 chiodo+1 clessidra+cordone+anello calata).
25 Mt., IV+, III, 1 chiodo, 1 clessidra con cordone.
8° tiro:
obliquando leggermente verso sinistra si raggiunge la sommità della torre dove si sosta (3 chiodi+1 fix+cordoni+maglia rapida).
10 Mt., III, 1 clessidra con cordone.
Discesa
Sebbene sia possibile scendere in doppia sulla via, o sull'adiacente via Anna, consigliamo di effettuare le calate sul versante Sud seguendo grossomodo l'itinerario della via Armani/Gasperini Medaia:
1a. calata: 40 Mt., scendere tendendo leggermente a
sinistra (viso a monte) sino alla sosta (1 fix+1 clessidra+cordone+maglia rapida);
2a. calata: 45 Mt., scendere in verticale sino ad un avancorpo addossato alla parete
e poi alla sua sinistra (viso a monte) sino ad un comodo terrazzo. La sosta (clessidra+cordone+maglia rapida) si trova più a sinistra, sul bordo della terrazza, in corrispondenza di un grande masso;
3a.
calata: 30 Mt., in verticale sino a raggiungere l'attacco della via Armani/Gasperini Medaia.
Abbassarsi seguendo gli ometti sino alla grande terrazza alla base della torre. Da qui imboccare la traccia verso sinistra (viso a monte) e iniziare a perdere quota, talvolta superando alcuni facili passi d'arrampicata, sino a ricongiungersi al sentiero n. 321 che conduce all'attacco della ferrata Castiglioni. Seguirlo verso sinistra e rientrare al rifugio. |