Monte Pertecata, Monte del Matto, Costa di Valbona,
Monte Sellerino e Cima di Val Asinina

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Località Passo del Vivione - Schilpario (BG)
Quota partenza 1827 Mt. Quota di arrivo 2270 Mt. il Pertecata
2403 Mt. il Matto
2380 Mt. la Costa di Valbona
2503 Mt. il Sellerino
2472 Mt la Cima di Val Asinina
Dislivello totale 1100 Mt. con i numerosi saliscendi
Sentieri utilizzati n. 416
Ore di salita 1 h. 30' per il Pertecata
altri 45' per il Matto
altri 30' per la Costa di Valbona
altri 45' per il Sellerino
altri 50' per la Cima di Val Asinina
Ore di discesa 2 h.
Data di uscita 05/08/2023 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar, Gölem Difficoltà EE, breve tratto F per il Sellerino
Condizioni climatiche e dei sentieri

Vento forte per l'intera camminata. In alcuni tratti le violente raffiche ci hanno costretto a fermarci per evitare di essere scaraventati a terra, specialmente lungo creste e dorsali. Vento e sole ci hanno regalato ampi panorami. Gran parte della camminata avviene lungo un tragitto non numerato o segnalato, ma logico e facilmente intuibile. La parte di percorso che si svolge su sentieri numerati è ben tenuta e chiaramente indicata.

Eventuali pericoli
Il breve tratto di salita in cresta dal Passo del Gatto alla vetta del Monte Sellerino, sebbene non difficile, richiede una certa attenzione ed esperienza in percorsi esposti ed aerei. Considerando che gran parte della camminata si svolge su percorsi non segnati e privi di tracce, sconsigliamo tale escursione in caso di scarsa visibilità.
Presenza di acqua
Lungo la discesa dalla Cima di Val Asinina percorreremo l'incassata Valbona, qui ci imbatteremo in numerosi corsi d'acqua. Non troveremo nulla nel resto dell'escursione, salvo un ripido e magro corso d'acqua poco sotto la cima del Monte Pertecata. Eventualmente fate scorta presso il rifugio Passo del Vivione... pagandola (per chiarimenti, vedi i commenti della relazione del 17-06-2023).
Punti di appoggio
Uniche possibilità di riparo, rifugio Passo del Vivione a parte, per l'intera camminata saranno una baita con stalla, poco sotto il lago di Valbona e la Casera Gaffione, ulteriormente più in basso, ormai in vista del Passo del Vivione.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Cinquina di vette di sicura soddisfazione, in una delle più remote zone delle Orobie bergamasche. Proprio da qui, con il Monte Pertecata, inizia la lunga cresta di confine delle montagne bergamasche, che spostandosi poi verso Ovest, terminerà nella zona del Camisolo, poco oltre il Pizzo dei Tre Signori. In questa piacevole camminata, partiamo dal bucolico Passo del Vivione, al confine con la provincia di Brescia e saliamo in una lunga e mai monotona sequenza, dapprima il ripido ma erboso Monte Pertecata, a cui segue il panoramico Monte del Matto, collegato al primo per facile dorsale in saliscendi; proseguiamo poi, sempre per comoda costa erbosa verso le due poco pronunciate vette della Costa di Valbona; da qui scendiamo per una divertente crestina tra facili saltelli rocciosi e balze erbose fino alla sella con il Monte Sellerino. Per comodo traverso ci spostiamo al bellissimo ambiente roccioso del Passo del Gatto e da qui saliamo al Monte Sellerino, affrontando l'unico punto impegnativo della escursione. Scesi senza problemi verso Nord-Ovest fino ad una selletta, con un breve giro in senso antiorario, ritorniamo al Passo del Gatto per affrontare l'ultima fatica della giornata: la poco frequentata Cima di Val Asinina. Tornati nuovamente al Passo del Gatto, non ci resta che percorrere in discesa, in assoluta tranquillità, la bella Valbona e tornare al punto di partenza, compiendo in tal modo un ampio ed appagante anello con limitato sviluppo e dislivello, adatto ad ogni escursionista medio, salvo il tratto del monte Sellerino, al quale è comunque possibile rinunciare, senza nulla togliere al resto della camminata.
Descrizione percorso
Saliti lungo la stretta e tortuosa strada asfaltata che da Schilprio, in Val di Scalve, porta all Passo del Vivione, lasciamo l'auto nei pressi del rifugio omonimo. Attraversiamo la strada e portiamoci al cospetto di una bacheca in legno dove una esauriente cartina ci fornisce indicazioni circa percorso odierno. Prendiamo quindi il sentiero n. 416, inizialmente in comune con il 415. Lasciamo alla nostra sinistra un pittoresco laghetto ricco di piante acquatiche e proseguiamo lungo l'ampia stradina sterrata. Ad una curva decisa verso destra, abbandoniamo il sentiero e saliamo verso destra lungo un costoncino erboso. Lo seguiamo senza traccia o percorso obbligato, avendo come meta, l'evidente sella erbosa alla sinistra della cima del Monte Pertecata, chiaramente visibile da qui, in direzione Nord-Est. Poco dopo entriamo in un ampio vallone erboso che termina proprio alla suddetta sella. Lo risaliamo tenendoci sul lato sinistro (per chi sale). Ad un certo punto dobbiamo traversare verso destra. Superiamo un ripido corso d'acqua, risalendone anche un breve tratto. Poi andiamo nuovamente verso destra, cambiando così il versante del vallone. Qui facciamo attenzione alle ripide pendenze e all'erba scivolosa. In breve, dopo circa 1 ora di cammino, sbuchiamo alla sella erbosa e da qui risaliamo facilmente la dorsale pietrosa verso destra, caratterizzata da una specie di spaccatura profonda nel crinale stesso a mò di ampia trincea. Giunti sulla sommità del primo monte di oggi, ci godiamo il bel panorama sul percorso fatto finora e sulle dirimpettaie cime della Val di Scalve (dal Cimon della Bagozza fino al Pizzo Camino). Tornati alla sella erbosa, proseguiamo verso Ovest la nostra facile cavalcata restando fedeli alla dorsale davanti a noi. Le pendenze diventano importanti e verso destra si tuffano ripide pareti rocciose, mentre a sinistra, il pendio erboso appare più bonario. Dopo aver salito una prima sommità, le pendenze diminuiscono fino quasi a divenire nulle. Con rilassanti saliscendi, passando da alcune anonime alture con ometti di pietra, arriviamo sulla cima della nostra seconda montagna: il Monte del Matto, dove troviamo un ometto più grande, con palo di metallo. Panorami ampissimi che vanno dalla Presolana al Carè Alto, passando per i Monti Tornello, Demignone, Venerocolo, ecc. Scendiamo ora per comodo e facile crinale erboso, senza possibilità di errore. Superiamo una zona di curiose rocce chiare che si alternano a zona di pascolo. Poco dopo riprendiamo la dolce salita lungo la Costa di Valbona. Questa non ha una vera e propria vetta che spicchi dal suo profilo, ma presenta due alture più marcate. La prima di questa passa quasi inosservata al nostro sguardo, mentre la seconda necessita di un maggiore sforzo per essere raggiunta ed è anche adornata da un bell'ometto di sassi. Anche la terza cima di giornata è stata raggiunta, senza eccessivi sforzi ed impegno. Scendiamo ora la piacevole e non banale crestina successiva. Evitando di abbandonare il filo di cresta, affrontiamo facili ed elementari saltelli rocciosi che si alternano a tratti erbosi. Giunti al termine della discesa, ci troviamo davanti un ben più ostico tratto ripido e parzialmente roccioso che condurrebbe sulla cima del Monte Sellerino lungo il crinale Est. Qui, invece, abbandoniamo la dorsale e scendiamo verso sinistra fino ad intercettare il sottostante sentiero n. 416 che sale al Passo del Gatto. Scesi poche decine di metri lo incrociamo e ne seguiamo il percorso verso destra. Passiamo quindi sotto i ripidi fianchi meridionali del Sellerino ed in breve arriviamo al pittoresco e roccioso ambiente del Passo del Gatto, dove una Madonnina è stata adagiata all'attacco della cresta Ovest del monte stesso. Per evitare di affrontare direttamente il difficile attacco di detta cresta, chiaramente molto impegnativo, dobbiamo tornare sui nostri passi lungo il sentiero 416 e percorrere un centinaio di metri fino ad un evidente masso sul lato sinistro del sentiero. Da qui saliamo verso sinistra per ripido pendio erboso, facendo attenzione all'erba infida e ad alcuni buchi celati sotto di essa. Appena possibile, pieghiamo verso sinistra, tagliando il fianco della montagna ed andiamo a prendere la cresta subito oltre il difficile tratto roccioso iniziale. Ora dobbiamo seguire il sottile ed esposto filo della cresta Sud che ci condurrà sulla cima del Monte Sellerino. Inizialmente questa è quasi pianeggiate, ma molto esposta e rocciosa. Non esistono grosse difficoltà, ma occorre passo sicuro e convinzione. Poco oltre il tracciato guadagna pendenza, sempre per rocce e placchette, fino ad arrivare ai piedi di un tratto molto ripido che potrebbe indurre timore per l'esposizione. Qui la natura del terreno diviene più erbosa, con qualche roccia instabile affiorante. Con molta calma e cura, rimontiamo anche questo tratto quasi verticale e ci ritroviamo subito dopo su un pendio comodo ed erboso che seguiamo velocemente verso sinistra fino all'ometto di vetta. Il ritorno verso il Passo del Gatto lungo il medesimo itinerario della salita appare troppo delicato, per cui meglio scendere verso Nord-Ovest, seguendo una facile dorsale rocciosa che per balze pietrose ci conduce fino ad una selletta con una specie di croce di metallo (in realtà si tratta del paletto di un cartello di divieto di caccia). Da qui, alla nostra sinistra in basso, possiamo vedere il sentiero n. 416 che proviene dal Passo del Gatto e che prosegue verso il Passo del Venerocolo. Scendiamo per un ripido ma innocuo valloncello pietroso, facendo attenzione alla pendenza e all'instabilità dei sassi. Persi meno di 100 metri di quota, eccoci sul sentiero. Lo seguiamo verso sinistra ed in 10 minuti risaliamo al Passo del Gatto. Una meritata pausa e poi possiamo partire verso l'ultima meta di oggi: la Cima di Val Asinina. Per raggiungerla, dobbiamo scendere oltre il Passo del Gatto per una trentina di metri e poi, appena lo riteniamo adatto, piegare verso destra e passare sotto la rocciosa cresta Sud della Cima di Val Asinina che la collega direttamente al passo. Dopo un centinaio di metri di traverso sotto le rocce, iniziamo a risalire verso destra per un ripido pendio sassoso ed erboso, avendo come punto di riferimento la suddetta cresta alla nostra destra. Potremmo proseguire lungo il pendio fino ad incrociare la cresta che dalla Cima di Val Asinina, scende al Passo di Val Asinina e poi piegare verso destra e portarci sulla nostra vetta, ma per chi volesse divertirsi, è possibile avvicinarsi alla cresta alla nostra destra, salirci ed iniziare a cavalcarla fino in vetta. Si tratta di una cresta molto sottile, aerea, con un versante destro verticale e roccioso, molto bello, ed uno sinistro che cade roccioso per pochi metri, e poi si smorza in ripidi prati. Seguiamo quindi tale crestina che non presenta difficoltà, ma regala grandi emozioni, dovendo a volte metterci a cavalcioni con un piede in un versante ed uno nell'altro. Dalla cima con ometto ci rilassiamo e riposiamo osservando il bellissimo panorama.
Discesa
Evitiamo la cresta in discesa e torniamo al Passo del Gatto per il più tranquillo pendio sotto la cresta stessa. Dal passo ora seguiamo il comodo e rilassante sentiero n. 416 verso destra che ci porterà a percorrere un lungo giro in senso orario sopra la il Lago di Valbona e da lì al Passo del Vivione. Scendiamo dunque ripassando dal grosso masso dal quale siamo saliti verso il Sellerino. Più in basso superiamo anche il punto in cui abbiamo abbandonato la cresta che scendeva dalla Costa di Valbona. Sempre in leggera discesa, in breve, arriviamo sopra il Lago di Valbona, ben visibile sotto di noi. Ma per raggiungerlo, visto il grande salto verticale che ci separa da esso, dobbiamo compiere un largo giro in senso orario, come dicevamo poco sopra. Proseguiamo in mezzacosta sul sentierino passando sotto le pendici meridionali della Costa di Valbona, di cui abbiamo percorso la cresta all'andata. Ad un certo punto, dopo aver lasciato alla nostra destra una piccola cascatella rinfrescante, superiamo un paio di tratti attrezzati con catene di metallo poste a protezione degli escursionisti in caso di ghiaccio, essendoci altri torrenti e cascatelle lungo i ripidi pendii che stiamo tagliando. Il sentiero poi scende con dolci tornanti e tratti rettilinei fin quasi sulle rive del lago. Lasciamo alla nostra destra la deviazione che sale ripida verso il Passo di Val Asinina, ed eventualmente al Monte Poiat (vedi relazione del 17-06-2023). Qui si trova una palina che ci suggerisce di proseguire dritti per il Passo del Vivione. Lo seguiamo verso destra e con andamento sinuoso e poco pendenza proseguiamo la nostra discesa. Superiamo un recinto di pietre che vediamo a poca distanza sotto di noi alla nostra sinistra. Arriviamo poi ad una malga con piccola stalla annessa. Sempre comodamente camminiamo in leggera discesa fino ad arrivare in vista della Malga Gaffione, che non raggiungiamo. Incrociato il sentiero che porterebbe alla malga, distante poche decine di metri, lo seguiamo verso sinistra (la malga è verso destra) e poco dopo attraversiamo un corso d'acqua con un passaggio su cemento lastricato di sassi. Ora non facciamo altro che restare sull'ampia sterrata che ci riporta in pochi minuti al rifugio e al Passo del Vivione.

Note
La zona nei dintorni del Passo del Vivione ben si presta ad alcuni brevi e piacevoli passeggiate, nonchè ad un rilassante picnic in famiglia. Per altre foto e cime della zona, consultate la relazione del 17-06-2023. Per chi non se la sentisse di salire il Monte Sellerino dalla cresta Sud, suggeriamo di utilizzare come via di salita, anche se più lunga, il percorso da noi usato come discesa dalla cima stessa: in pratica dal Passo del Gatto si scende verso Nord Ovest, lungo il sentiero n. 416; si prosegue in discesa per qualche tornantino e poi si taglia a mezzacosta il roccioso fianco Sud Ovest del Sellerino; giunti ad un evidente vallone sulla destra, lo si risale faticosamente, ma senza difficoltà alcuna fino ad una ampia sella pietrosa dove troviamo un paletto di ferro assomigliante ad una croce; da qui pieghiamo verso destra e saliamo la ripida costa Nord Ovest della nostra meta, tra pietre e facili gradoni sassosi, fino alla erbosa sommità con ometto.
Commenti vari
In quasi tutte le pubblicazioni ed in rete, il profilo della caratteristica roccia che dona il nome al Passo del Gatto, è indicata come quella, squadrata e molto poco felina, sulla sinistra del valico per chi proviene dal Passo del Vivione. In realtà il vero "gatto", secondo noi, risulta ben visibile nella sua forma, poco prima di arrivare al valico, più a sinistra ancora con tanto di orecchie, testa e schiena, nella tipica posizione del gatto seduto. La solita birretta gelata che ci siamo gustati al nostro ritorno, presso il rifugio Passo del Vivione, è stata allietata dalla piacevolissima presenza della rifugista, tanto che il Guly, è stato tentato di fare un bis alcolico... solo la prospettiva di una tortuosa e tormentata discesa in auto lungo la stretta strada verso Schilpario ha fatto desistere in nostri due baldi ex giovanotti dall'intrattenersi ancora un poco presso il rifugio, dove la dolce signorina era impegnata.
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Prima parte di salita al Monte Pertecata dal Passo del Vivione

Guglielmo sul Monte Pertecata
   
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I due Sass sul Monte del Matto

In rosa la dorsale per la Costa di Valbona;
in giallo la salita al Sellerino; in rosso la salita
alla Cima di Val Asinina; in azzurro la discesa dal sentiero 416
   

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Vista dalla Costa di Valbona

È questo il gatto del Passo...
   
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...oppure questo?

La crestina finale per il Sellerino
   
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La salita alla Cima di Val Asinina vista salendo al vicino Sellerino

Vetta del Monte Sellerino
   
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Tracciato per il Sellerino visto salendo alla successiva
Cima di Val Asinina

Omar lungo la cresta della Cima di Val Asinina
   
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Guly sulla Cima di Val Asinina

La dorsale tra Pertecata e Costa di Valbona
   
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