Monte Busma, Monte Gaffione, Cima di Val Asinina e Monte Poiat

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Loc. Fondi - Schilpario (BG)
Quota partenza 1260 Mt. Quota di arrivo 2135 Mt. Monte Busma
2035 Mt. Monte Gaffione
2472 Mt. Cima di Val Asinina
2322 Mt. Monte Poiat
Dislivello totale 1500 Mt. circa con i saliscendi
Sentieri utilizzati n. 416, 415
Ore di salita 2 h. 15' per il Busma
20' dal Busma al Gaffione
2 h. dal Gaffione alla Cima di Val Asinina
1 h. dalla Cima di Val Asinina al Poiat
Ore di discesa 2 h. 30'
Data di uscita 17/06/2023 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE
brevi tratti F per la Cima di Val Asinia
Condizioni climatiche e dei sentieri

Ottime condizioni climatiche. Il sentiero che dalla località Fondi sale ad incrociare la strada per il Passo del Vivione non sempre risulta ben segnalato. Il successivo tratto di strada asfaltata di circa 3 km abbondanti per giungere al passo è comodo. Il sentiero che sale ai Laghetti delle Valli dal Passo del Vivione è ben segnalato. Dai laghetti in poi non si trovano più sentieri, ma vaghe tracce pochissimo battute ed a volte nemmeno quelle. Dalla selletta tra la Cima di Val Asinina (Passo di Val Asinina) e il Monte Poiat, scendendo lungo la Valbona, riprendiamo il sentiero segnalato n° 416, fino al Passo del Vivione.

Eventuali pericoli
Attenzione alle auto e alle motociclette lungo il tratto di strada verso il Passo del Vivione. La cresta di salita alla Cima di Val Asinina (cresta Sud) sebbene non presenti difficoltà (qualche breve tratto F), va affrontata con la dovuta cautela per via dell'esposizione e la roccia non sempre ben salda. Anche il Monte Poiat presenta terreno pietroso non perfettamente saldo ed in alcuni punti esposto: fare attenzione specialmente in discesa.
Presenza di acqua
Troveremo acqua lungo gran parte dell'itinerario, specialmente in Val Asinina e Valbona. Anche al rifugio Passo del Vivione potremmo comprare (e sottolineo comprare...*) dell'acqua.
Punti di appoggio
Al Passo del Vivione si trova l'omonimo rifugio. Poco distante da questo, salendo ai Laghetti di Valle, passeremo dalla Malga Gaffione, dalla quale ripasseremo anche al ritorno. Durante la discesa in Valbona, passeremo da una malga con stalla, presso cui in caso di necessità è possibile trovare riparo.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
La zona montuosa del Passo del Vivione è sicuramente una delle meno frequentate dagli escursionisti della nostra provincia, vuoi per la distanza, ma anche per la strada che sale al passo stesso e che per lunghi periodi dell'anno resta interdetta al traffico. Ma nella stagione giusta, qui si possono fare escursioni molto remunerative. Alcune di queste raggiungono cime conosciute (come il Monte Pertecata), oppure incantevoli laghetti (come i Laghetti delle Valli, il Lago di Val Asinina e quello di Valbona), rifugi lontani (come il Tagliaferri), o passi più vicini (come il Passo del Gatto e il Passo del Venerocolo). In questa camminata raggiungeremo quattro cime dalle caratteristiche diverse (facili e bonarie quelle del Busma e del Gaffione; più impegnative e faticose quelle della Val Asinina e del Monte Poiat), con ampi panorami sulla Val di Scalve e le sue montagne dal carattere dolomitico; toccheremo laghetti incastonati in conche erbose o detritiche, attraverseremo fitti boschi di abeti e placidi pascoli attraversati da torrenti, percorreremo dolci dorsali bonarie e sottili creste un poco esposte. La camminata, se fatta partendo da Schilpario, necessita di un buon allenamento, visto il dislivello e le pendenze spesso elevate, e una discreta esperienza nel muoversi lungo creste non segnalate e a tratti esposte, ma nel complesso non presenta vere difficoltà tecniche.
Descrizione percorso
Lasciata l'auto presso la località Fondi di Schilpario (circa 3-4 km oltre l'abitato) in Val di Scalve, nei pressi della chiesetta dedicata a Santa Barbara, iniziamo a camminare lungo la strada asfaltata che sale al Passo del Vivione. Poco dopo il Km 27 e 700 metri, sulla sinistra si nota una bella baita recentemente ristrutturata, poco dopo ecco un vallo di cemento che protegge un corso d'acqua. Qui, abbandoniamo l'asfalto per deviare verso sinistra e salire in un bel bosco di abeti. Notiamo alcuni bolli bianchi e rossi. Superiamo una piccola falesia abbandonata per arrampicate, semisepolta dalla fitta vegetazione. Dopo un ripido strappo che sale dritto in una piccola radura, rientriamo nel bosco e tralasciamo a sinistra una traccia, per seguire a destra i bolli. Più in alto superiamo delle basi in cemento per vecchi tralicci. Senza possibilità di errori proseguiamo tra ripidi strappi e tratti più riposanti fino a sbucare nuovamente sulla strada del Passo del Vivione, al km 22 e 200 metri. Ora dobbiamo seguire l'asfalto fino al passo, dove troviamo l'omonimo rifugio. Si tratta di circa 3 km di cammino con scarsa pendenza e bel panorama, specialmente sulla zona del Cimon della Bagozza e sul gruppo del Pizzo Camino. Giunti al passo, ci portiamo al cospetto di una bacheca in legno con cartina della zona. Qui ci sono anche delle paline con indicazioni. Guardando la bacheca, andiamo verso sinistra, seguendo le frecce del sentiero n. 415 per i Laghetti delle Valli. Passeggiamo tranquillamente su terreno pianeggiante, superiamo una bella pozza con area pic nic e poi pieghiamo verso destra, sempre seguando la placida strada sterrata. Arrivati ad una palina, abbandoniamo la sterrata e scendiamo nella sottostante conca percorsa da uno spumeggiante torrentello, proprio ai piedi del tondeggiante monte Busma. Una palina ci indica il sentiero per i laghetti. Scesi poche decine di metri, ci inoltriamo nella umida conca, facendo attenzione a non sprofondare nell'erba umida. Attraversiamo il torrente su un ponticello di legno e riprendiamo a salire verso la vicina Malga Gaffione, compiendo un semicerchio in senso orario. Senza arrivare alla malga puntiamo all'ampia sella erbosa sopra di noi. Superiamo un secondo ponticello con palina del sentiero n. 415. Dal ponticello il tracciato è ben evidente. Raggiunta la sella, i più ansiosi potrebbero farsi prendere dalla voglia di salire il Monte Busma direttamente da qui, lungo i suoi ripidi fianchi cespugliosi verso sinistra, ma risulta più conveniente proseguire lungo il vallone semipianeggiante successivo alla selletta fino ad arrivare ai primi due laghetti delle Valli. Da qui, nei pressi di una palina con indicazioni, pieghiamo a sinistra e rimontiamo una evidente traccia che sale dritta verso la lunga e semipianeggiante dorsale del Busma sopra di noi. Raggiunta la dorsale, non ci resta che seguirla senza problemi verso sinistra e in altri 10 minuti di cammino, con ampio panorama, eccoci al cospetto del grosso ometto di vetta. Attorno a noi si aprono le cime del gruppo del Bagozza, del Camino, della Presolana, della Val Asinina. Torniamo a ripercorrere la dorsale in discesa, e senza tornare alla palina presso i laghetti, proseguiamo la discesa fino alla sella (con laghetto) che divide il Busma dal Gaffione, ben visibile davanti a noi, con la sua doppia cima cespugliosa. Con percorso facilmente intuibile saliamo questo bonario e anonimo monte. Raggiungiamo una prima sommità tondeggiante e poco oltre una seconda, tra rododendri e prati. Questa seconda dovrebbe essere la sua vera sommità. Torniamo sui nostri passi fino al laghetto ai piedi del Gaffione. Da qui volgendo verso sinistra prendiamo a salire la ripida ed erbosa costa della Cima di Val Asinina. Questa, inizialmente è molto ripida e faticosa, ma poco più in alto perde leggermente pendenza e diviene più tranquilla. Giunti ad una prima sommità, troviamo un ometto di pietra. Da qui vediamo il proseguo della dorsale che ora diviene più stretta e pietrosa, ma ancora priva di difficoltà, solo un poco più esposta. Alcuni mughi ci intralciano il cammino ed occorre stare attenti a non inciampare nei loro rami. Sotto di noi, verso destra, abbiamo la bella Val Asinina con i suoi due laghetti, davanti, ancora piuttosto lontana ecco la Cima di Val Asinina e alla nostra destra il Monte Poiat. Proseguiamo con maggior attenzione lungo la cresta che con vari saliscendi non ci permette di annoiarci, ma nemmeno di distrarci troppo. Ora affrontiamo un tratto in discesa, da farsi con attenzione. Risaliamo poi su percorso ripido e più articolato e con facili passaggi su roccette marce e ripide balze erbose. Nulla di difficile, ma l'assenza di tracce e l'esposizione richiedono cura. Oltre questo tratto di salita, la cresta si abbatte e diviene più camminabile. Ora saliamo un facile gradino roccioso in cresta, evitando di aggirarlo per non troverci su terreno fortemente inclinato e instabile. A questo segue un secondo saltello roccioso, questa volta più esposto e che possiamo aggirare o affrontare con la dovuta calma. Più avanti abbiamo il punto più delicato: un salto roccioso da disarrampicare in discesa di circa 3-4 metri piuttosto esposto, ma non difficile e ben appigliato. Solo l'esposizione può creare qualche problema. Qui, alla nostra destra, è possibile scendere tra ripide balze erbose, un canaletto che ci porta nella conca dei laghetti e che qualcuno percorre in salita, dalla conca, per trovarsi in cresta verso la Cima di Val Asinina, evitando la parte di cresta da noi percorsa fino ad ora. Noi invece continuiamo lungo il crinale, ora meno impegnativo. Saliamo lungo un tratto tra roccia e erba, restando leggermente sulla destra dello spigolo roccioso davanti a noi. Più avanti qualche mugo cerca di ostacolare il nostro cammino, ma il più è ormai fatto. Ora la cresta si abbatte, ma per poco; infatti più avanti diviene erbosa, ma la pendenza torna sostenuta. Gli ultmi sforzi sono notevoli, ma la vetta è ormai vicina. Un breve traverso verso sinistra ci porta sotto la vetta che raggiungiamo seguendo verso destra il crinale che abbiamo raggiunto, fino all'ometto della cima. Panorama da ricordare. Dopo la meritata pausa contemplativa, ripercorriamo i nostri passi fino al salto roccioso impegnativo che avevamo disarrampicato all'andata. Qui scendiamo a sinistra per il canale erboso facilmente praticabile che ci conduce alla conca del lago di Val Asinina. Tra balze erbose e ripidi tornantini perdiamo velocemente quota. Il Monte Poiat è ben evidente, leggermente sulla destra. Al suo margine sinistro si nota una selletta che lo divide dalla Cima di Val Asinina. Senza arrivare sul fondo della conca che ospita il lago, dobbiamo puntare a questa sella, preceduta verso sinistra da un paio di torrioncini rocciosi. Quindi traversiamo con un giro in senso orario senza un vero itinerario fino ad arrivare alla suddetta sella (Passo di Val Asinina, a 2270 Mt.). Da qui, verso la Valbona, sul versante opposto a quello della Val Asinina possiamo vedere il bel Lago di Valbona al quale scenderemo dopo la salita del Poiat. Dalla sella dobbiamo risalire l'evidente ripido crinale del Monte Poiat, stando attenti alla natura instabile della sua roccia. Saliamo fino ad un tratto roccioso all'apparenza ostico, ma che possiamo aggirare verso destra per ripido fianco erboso. Appena possibile torniamo in cresta e la seguiamo fedelmente fino alla erbosa sommità del Poiat con piccolo ometto di sassi.
Discesa
Scendiamo dal Monte Poiat fino alla sella del Passo di Val Asinina. Ora pieghiamo a destra e entriamo nella Valbona puntando al grande lago sottostante. Il percorso è segnato ed agevole, solo un poco ripido. Arrivati sul fondo del vallone, poco sopra lo specchio d'acqua a 2055 metri di quota, incrociamo il sentiero n. 416 per il Passo del Vivione (palina). Lo seguiamo verso destra e con andamento sinuoso e poco pendenza proseguiamo la nostra discesa. Superiamo un recinto di pietre che vediamo a poco distanza sotto di noi alla nostra sinistra. Arriviamo poi ad una malga con piccola stalla annessa. Sempre comodamente camminiamo in leggera discesa fino ad arrivare in vista della Malga Gaffione, che non raggiungiamo. Incrociato il sentiero che porterebbe alla malga, distante poche decine di metri, lo seguiamo verso sinistra (la Malga è verso destra) e poco dopo attraversiamo un corso d'acqua con un passaggio su cemento lastricato di sassi. Ora non facciamo altro che restare sull'ampia sterrata che ci riporta in pochi minuti al rifugio e al Passo del Vivione. Da qui scendiamo lungo il tragitto già fatto all'andata.

Note
La zona del Passo del Vivione si presta anche per ottimi picnic con la famiglia, grazie ad alcuni tavolini ed una bella pozza d'acqua con panchine; oppure a brevi passeggiate adatte anche ai più piccoli, fino ai pittoreschi Laghetti delle Valli. Suggerisco di costruire dei piccoli ometti di sassi lungo la salita del Poiat, per agevolare poi il ritorno in discesa, lungo la quale è facile spostarsi troppo sul fianco erboso alla nostra sinistra e trovarsi in posizione esposta. Una volta discesi dal Monte Poiat, anzichè tornare al Paso del Vivione lungo la Valbona, è possibile scendere verso il lago di Val Asinina e da qui passare per il Laghetti delle Valli e quindi al Vivione.
Commenti vari
* Grazie al rifugista del Passo del Vivione, oggettivamente e sinceramente molto indaffarato a gestire la numerosa clientela, il quale alla richiesta di riempirmi la borraccia di acqua, mi ha suggerito di rifornirmi presso qualche ruscello durante la discesa... tanto ha fatto il temporale e di acqua ce n'è! Quella del rifugio pare non potabile. Era mia intenzione compiere un giro differente, ma a seguito di un errore (come spesso mi accade...) mi sono trovato sulla strada asfaltata che sale al Passo del Vivione, da qui l'idea di salire al passo e compiere questo anello; ovviamente conviene, senza ombra di dubbio, salire in auto fino al Passo del Vivione e abbreviare notevolmente il percorso, senza nulla perdere del fascino di questa bella zona.
   

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Dal Busma, vista sul Gaffione

Sempre dal Busma, vista sulla Cima di Val Asinina e Poiat
   

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Tratto erboso iniziale della costa per la Cima di Val Asinina

Primi tratti impegnativi per l'Asinina
   

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Omar sotto ad un saltello roccioso in cresta

Parte della cresta della Cima di Val Asinina percorsa
   
   

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Il punto più impegnativo da arrampicare in discesa

Dalla vetta di Cima di Val Asinina sguardo sul Passo del Gatto
   

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Il traverso verso il Passo di Val Asinina e il Poiat

Dal Passo di Val Asinina salendo al Monte Poiat
   

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Dalla Cima del Monte Poiat

Il Lago di Valbona