Resegone - Ferrate del Caminetto e Silvano De Franco

 
Zona montuosa Alpi Orobie - Sottogruppo del Resegone Località di partenza Brumano (BG)
Quota partenza 911 Mt. Quota di arrivo 1875 Mt.
Dislivello totale 1100 Mt. circa con i saliscendi Data di uscita 01/11/2014
Ore di salita 3 h. 15' Ore di discesa 1 h. 45'
Sentieri utilizzati n. 13 DOL; 587, 576, 575, 1, 571 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EEA
Condizioni climatiche e dei sentieri

Sole e caldo per l'intera giornata. Visibilità perfetta che ha consentito di ammirare panorami sconfinati. Sentieri ben segnalati e sicuri lungo tutto il percorso. Le due ferrate sono in ottime condizioni, attrezzate con grosse catene e resinati.

Eventuali pericoli
Incontrerete i normali pericoli di una ferrata, per altro neppure troppo elevati visto l'ambiente in cui si svolge. Attenzione alla possibile caduta di sassi lungo il sentiero attrezzato del Caminetto a causa della conformazione stretta e ripida del terreno in cui si svolge il percorso.
Presenza di acqua
Troverete acqua, se aperti, solo al rifugio Capanna Alpinisti Monzesi, alla Capanna Ghislandi e al rifugio Azzoni sulla cima del Resegone. In discesa troverete acqua presso il nuovo rifugio Resegone a circa 30' da Brumano.
Punti di appoggio
Lo stesso discorso dell'acqua vale anche per i punti d'appoggio. Aggiungiamo che sarà possibile trovare riparo presso un bivacco poco prima della Passata, nei pressi di alcune miniere ed alla Passata stessa dove si trova un rifugio privato.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Set da ferrata e caschetto.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Queste due ferrate, concatenate, permettono di raggiungere la cima del Resegone attraverso un itinerario vario e non troppo impegnativo. La prima delle due, il Caminetto, più che una ferrata è un breve, facile ed originale sentiero attrezzato, privo di esposizione, che si sviluppa lungo una profonda spaccatura, quasi un camino, che parte poco sopra il Passo del Fò e termina all'inizio del Pian Serrada. La seconda, la ferrata Silvano De Franco, è una vera e propria ferrata, mai troppo difficile, ma comunque discretamente impegnativa, che corre lungo lo spigolo di una serie di piccoli pilastri rocciosi sul versante nord-est del Resegone e che, dal culmine del Pian Serrada, porta direttamente a poche decine di metri dalla vetta del Resegone stesso. Entrambe le ferrate sono ben appigliate e completamente arrampicabili, solo in un paio di occasioni è indispensabile il ricorso alle catene, oppure ad un gradino metallico per superare i più impegnativi passaggi. Giunti in vetta, la discesa avviene lungo la divertente via delle creste sud (naturale continuazione della via delle creste nord fatta il 27 luglio 2014) che, con una lunga serie di saliscendi, porta fino alla Passata e da lì, nuovamente a Brumano da dove abbiamo iniziato. In realtà io, per problemi di tempo a disposizione, ho dovuto interrompere il percorso delle creste all'altezza della sella sotto I Solitari da dove, lungo il sentiero n. 590 , si scende al rifugio Resegone e poi direttamente a Brumano.
Descrizione percorso
Giunti a Brumano, in alta Valle Imagna, si supera la chiesa ed il cimitero; poco dopo si incontra un segnale di divieto di transito. Immediatamente prima, sulla sinistra trovate un piccolo lavatoio e un parcheggio per poche auto (piazzetta Carlo Vitari). Lasciata qui l'automobile, ci si incammina sul sentiero 587. Questo passa accanto ad alcune casette e cascine. I bollini che trovate indicano sentiero 13. Seguiteli e, tra prati, qualche macchia boscosa e tratti asfaltati, arriverete ad un tornante destrorso dove un cartello indica il bivio per il rifugio Capanna Alpinisti Monzesi al Resegone. Seguiamo quest'ultima direzione lungo un breve prato per poi entrare in un boschetto all'inizio del quale una palina ci invita ad andare verso sinistra lungo il sentiero 576. In breve arriviamo ad un grande prato che attraversiamo puntando ad un grande faggio poco più in alto, ai cui piedi si trovano un tavolo ed una panca. Proseguiamo fino ad incrociare la strada privata asfaltata che proviene dal parcheggio in corrispondenza di una casa sulle cui pareti è dipinto un grande cervo e la seguiamo a sinistra fino ad una santella ed una casa presso cui termina il tratto asfaltato. Qui scendiamo nel bosco lungo un comodo sentiero che procede perdendo quota in modo lieve ma continuo. Il sentiero, in mezzacosta, ci condurrà in circa 1 h. 10' alla Passata. Subito incontriamo una bacheca con una bella cartina della zona e poco oltre una palina ci invita a proseguire verso sinistra. Dopo il tratto in lieve discesa, torniamo a salire leggermente fino al Passo della Porta (1123 Mt., 35' dal bivio per il rifugio Monzesi). Da qui scendiamo nuovamente camminando accanto ad alcune paretine rocciose che a tratti lambiscono il sentiero. Passiamo una santella e pochi minuti dopo siamo ad un bivio che indica a destra la Passata (sentiero 575) e a sinistra Valsecca. Saliamo ora più ripidamente fino alla Passata (1244 Mt., 1 h. dal bivio per il Monzesi) dove troviamo un piccolo rifugio privato, due antichi ceppi di confine e l'inizio del sentiero 571 delle creste sud. Procediamo ora lungo il sentiero 575. Giunti ad un paio di cavità nella roccia alla nostra destra, andiamo avanti fino ad un baitello adibito a bivacco di fortuna, proprio pochi metri prima dell'ingresso di alcune miniere visitabili arrivando in località Rolla, dove una piccola croce in ferro battuto fa bella mostra di sé. Qui si stacca il sentiero della Civetta verso le creste del Resegone. Noi andiamo dritti verso il rifugio Monzesi. Ad un certo punto usciamo per un breve tratto dal bosco e traversiamo un piccolo valloncello pietroso a cui segue il greto asciutto di un torrente sul cui fondo si trovano grossi massi. Si sale qualche decina di metri di dislivello a siamo al cospetto del retro del Rifugio capanna Alpinisti Monzesi (1171 Mt., 1 h. 30' dalla partenza). Ci portiamo sul davanti del rifugio e prendiamo il sentiero che sale al Passo del Fò a alla Capanna Ghislandi che raggiungiamo in circa 15' di ripida salita nel bosco. Al passo una palina indica varie direzioni. Noi saliamo dritti nel ripido prato ai piedi di una bella bastionata rocciosa. Al culmine del prato una palina ci indica di andare verso destra per il sentiero attrezzato del Caminetto (a sinistra si va verso la ferrate del Centenario). Pochi minuti di ripida salita tra erba e pietre e arriviamo all'attacco della nostra via attrezzata (1 h. 45' dall'auto). Il primo passaggio è facile, come tutta la via. Si sale per semplici placche e salti rocciosi molto ben appigliati e ricchi d'appoggi per i piedi. L'ambiente è molto bello, stretto all'interno di due alte pareti rocciose che quasi si chiudono sopra di noi. Dopo i primi metri in salita, si piega verso sinistra per scendere in un canalino dal quale si ricomincia a salire verso destra lungo un piccolo sfasciume. Ora ci troviamo davanti uno stretto passaggio leggermente scomodo da superare ma che non riserva particolari sorprese. Passiamo ora sul lato opposto del caminetto, saliamo verso il punto più stretto della via, il cosiddetto Buco della Carlotta (da cui il nome con cui è anche conosciuto questo sentiero attrezzato) che rappresenta il punto un poco più impegnativo della salita, specie se ancora umido da piogge recenti. In caso di bisogno, un piolo nella roccia rende tutto più semplice. Usciti dal buco andiamo verso una facile placca e dopo alcune facili roccette usciamo del tetro canale. Terminato il tratto attrezzato (30' dall'attacco, per un dislivello di 150 Mt.), iniziamo a camminare su un ripido prato un poco esposto e scivoloso, aiutati, se vogliamo , da un lungo corrimano fatto da un cavo d'acciaio sorretto da paletti in ferro. Dopo una repentina svolta verso sinistra e pochi metri più ripidi, sbuchiamo direttamente al Pian Serrada, in corrispondenza di una palina che ci indica la direzione per raggiungere la ferrata del Centenario ed una placca metallica dove è riportato il suo sviluppo. Risaliamo con una certa fatica il prato del Pian Serrada fino ad incrociare il sentiero n. 1 e lo seguiamo verso destra. Tra facili balze erbose e altre rocciose arriviamo ad aggirare uno spigolo roccioso camminando su una liscia placca (cavetto metallico presente). Girato lo spigolo riprendiamo la salita vedendo già in alto il rifugio Azzoni poco sotto la vetta del Resegone. Dopo un paio di balze ripide, una traccetta si stacca dal sentiero e sale verso sinistra ad una selletta dove si trova una palina. Scendiamo lungo il versante opposto e dopo con un breve tratto in mezzacosta su ripido prato che taglia un valloncello si arriva alla base della ferrata De Franco dove una placca metallica ne indica la partenza (25' dopo il termine della prima ferrata). Affrontiamo subito un primo tratto verticale ma ben appigliato lungo un primo torrione. La salita è facile e remunerativa, i passaggi non sono mai strapiombanti e di forza, occorre però cercare gli appigli e gli appoggi giusti se non vogliamo fare ricorso alla catena. Giunti ad un comodo terrazzino ci troviamo davanti il passaggio più impegnativo della ferrata: si tratta di un muretto verticale privo di appoggi per i piedi nel primo metro, per cui è quasi indispensabile il ricorso al piolo di ferro posto a 50 centrimetri da terra. Anche per le mani scarseggiano gli appigli. Superato però il primo passo più difficile, si torna a salire con relativa facilità ad un secondo comodo terrazzino che si percorre per pochi metri e poi scendere ad un intaglio con un salto verticale e divertente; qui la catena che dovrebbe assicurarci risulta più corta del dovuto, per cui gli ultimi passi in discesa sono da farsi non assicurati (attenzione). Dall'intaglio si procede verso il secondo torrione che offre nei primi metri le maggiori resistenze e verticalità. Terminato il secondo torrione facciamo qualche passo sull'erba, volendo anche senza assicurarci. Saliamo poi un tratto roccioso appoggiato scegliendo se rimanere sullo spigolo e poco spostati da esso. Passato anche quest'ultimo punto, non rimane che seguire le catene che ormai divengono inutili (tranne n caso di terreno bagnato) e risalire tra balze erbose e facili roccioni. Dal termine della ferrata vera e propria si prosegue ancora per facili tratti tra roccia ed erba fino ad un piccolo crocefisso (meno di 1 h. dalla partenza della ferrata, dislivello di circa 180 Mt.). Da qui si continua verso la vicina croce affrontando un ultimo saltino roccioso in discesa per poi salire comodamente lungo sentiero alla vetta del Resegone.
Discesa
Dalla croce si scende al sottostante rifugio Azzoni dal quale si prosegue lungo il bel sentiero delle Creste Sud 571. Il sentiero è un continuo saliscendi che non permettere di perdere quota, tanto è vero che dobbiamo superare varie cime con quote simili (Torre Valnegra 1867 Mt.; Pizzo Daina 1850 Mt.; Pizzo di Brumano 1758 Mt.). Appena partiti ignoriamo il sentiero alla nostra sinistra che scende verso Brumano. Proseguiamo dritti verso le evidenti creste e la lontana Passata. Ci imbattiamo dopo pochi minuti in un edificio su cui ci sono delle indicazioni per il sentiero delle creste che viene classificato "per esperti", ma fino alla sella dei Solitari non esistono problemi di nessun tipo. L'ambiente è molto bello, si cammina in mezzacosta sul versante della Vall'Imagna oppure in cresta, tra torrioncini, balze rocciose e pinnacoli. Man mano si procede, voltandosi, si vedono le varie cime che abbiamo passato, in un lungo susseguirsi seghettato di roccia ed erba fino alla ormai lontana croce della Punta Cermenati. Verso Lecco il panorama è ampissimo e bello, le alte pareti verticali cadono verso il lago, mentre verso la Vall'Imagna le pendenze sono minori e i fianchi della montagna più verdi e dolci. Giunti alla sella dei Solitari (45' dalla partenza), le creste continuano ma noi scendiamo verso la nostra sinistra, seguendo le indicazioni di una palina, lungo il sentiero n. 590 che porta prima al rifugio Resegone e poi al Brumano. Dalla sella l'ambiente muta rapidamente e da ampi e ripidi prati e rocce si trasforma in boscoso e meno ripido. In breve arriviamo ad un bosco di piccoli abeti misti a latifoglie ed il sentiero sembra divertirsi a compiere dolci curve tra le piante. Si scende facilmente e senza possibilità d'errore fino ad un poco visibile bivio, ma una scritta su un masso a terra tra l'erba ci aiuta a proseguire destra verso Brumano. Giunti al nuovo rifugio Resegone (30' dalla selletta) si segue l'evidente sentiero che scende verso i piloni dell'alta tensione e poi rientra nel ripido bosco di faggi posto sotto al rifugio stesso. Con una certa pendenza si perde rapidamente quota fino ad un abbeveratoio dove termina il bosco. Proseguiamo la discesa lungo uno stretto sentierino erboso al margine di un grande pascolo punteggiato da baitelle. Al termine del prato una piccola stalla precede la strada asfaltata che una volta raggiunta seguiamo verso sinistra. Passata una bella e grande casa isolata, al tornate successivo rientriamo nel prato a sinistra, passiamo accanto ad un paio di casette e scendiamo tranquillamente fino all'auto (30' dal rifugio).

Commenti vari

Col senno di poi, direi che sarebbe meglio evitare il sentiero attrezzato del Caminetto, puntando invece alla ferrata del Centenario, più completa, lunga ed articolata anche se decisamente più difficile (l'ho percorsa nel 2007 e la ricordo molto interessante ed abbastanza impegnativa). Entrambe terminano comunque al Pian Serrada e la diversa scelta non preclude di proseguire poi con la ferrata De Franco fino in vetta.

   

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La bastionata rocciosa risalita dal Caminetto

A dx lo stretto passaggio del sentiero del caminetto

   

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Lo sviluppo della Silvano De Franco

Omar al termine delle due ferrate

   

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Lungo le creste sud del Resegone

 

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