Fantastica
giornata estiva: calda, luminosa, limpida. Sentieri ben segnalati fino
al bivio per la Valle del Salto. Lungo questa i bolli divengono più
radi e meno evidenti, la traccia, man mano si avanza, si fa sempre più
labile ed il percorso meno frequentato. Dopo la presa dell'ENEL della
Valle del Salto, bolli e segni spariscono completamente, fino
all'incrocio con il sentiero 225 che dal bivacco Frattini porta al
rifugio Brunone. Si ritrova qualche sporadico e sbiadito bollo nella
parte più alta della Valle del Salto, ma sono molto poco evidenti e
molto distanti tra loro, tanto che il tracciato deve essere spesso
improvvisato. Una volta giunti al Passo del Salto, si deve seguire la
cresta che porta in vetta al Pizzo omonimo, la quale non ha segni nè
ometti, ma è logica. |
Descrizione generale
Il Pizzo del Salto è una bella montagna che si trova lungo la lunga
catena di monti che parte dal Pizzo del Diavolo e prosegue verso la
Cima Soliva ed il Pizzo Brunone. Come il resto delle cime di questa
zona, necessita di un lungo e faticoso avvicinamento, ampiamente
ripagato dal bellissimo ambiente circostante. La vetta è sicuramente
pochissimo frequentata, come dimostrano i numerosi tratti privi di
traccia e bolli, ma chi è disposto a sorbirsi oltre 2000 metri di
dislivello (tra andata e ritorno), lunghe ore in solitudine e silenzio,
probabili errori ed improvvisazioni di percorso, ecco che
improvvisamente sarà ricompensato con gli ultimi 250 metri costituiti
da una emozionate cresta (impegnativa solo negli ultimi 30 metri)
parzialmente rocciosa che conduce sulla sua sommità, dalla quale si
avrà una vista mozzafiato sui monti circostanti e le ampie vallate
verso Nord. Nel complesso si tratta di una escursione per gente ben
allenata e capace di muoversi su terreni ripidi e privi di segnaletica;
nell'ultima parte, sono richieste anche discrete capacità
arrampicatorie (max I+ o poco più a seconda di dove si vuole passare)
su rocce poco stabili. Da non sottovalutare il ritorno, lungo
l'abbandonato sentiero che taglia i ripidissimi fianchi orientali della
Valle del Salto: si tratta di un tracciato ormai in disuso (vegetazione
rigogliosa che copre i bolli, traccia a tratti assente, deviazioni poco
chiare) con alcuni tratti attrezzati con materiale vecchio ed in palese
stato di rovina ed abbandono, ma che offre anche una vista molto bella
sulla valle sottostante e attraversa numerosi angoli di sicuro fascino
(placche rocciose attraversate da piccole cascatelle, cenge erbose o
rocciose a strapiombo, bellissimi panorami sul gruppo del Redorta ed
altro).
Descrizione percorso
Percorrere quasi interamente la lunga Valle Seriana. Poco prima di
Valbondione, incontrerete il paesino di Fiumenero. Giunti al cimitero,
che si trova sulla nostra destra, vedrete un ampio parcheggio che lo
precede, oppure un piccolo spiazzo per una decina di auto proprio di
fronte all'ingresso del camposanto. In prossimità di questo piccolo
parcheggio si trova l'attacco del sentiero n. 227 che conduce al
rifugio Brunone. Una bella bacheca con cartina illustra i sentieri
della zona. Saliamo tra l'erba per entrare subito in un boschetto
misto. Dopo un paio di saliscendi nel bosco, incrociamo un'ampia strada
sterrata che scende da sinistra. La seguiamo verso destra (palina con
indicazioni all'incrocio) in leggera discesa. Iniziamo ora a vedere e
sentire il rumore del torrente che scende l'intera vallata davanti a
noi con salti e pozze limpidissime dove sarà difficile non rinfrescarsi
i piedi al ritorno. L'ampia strada sterrata sale nuovamente. Superiamo
una fontanella. Finalmente la strada finisce e si assottiglia in un bel
sentierino che si immerge subito all'ombra di bellissimi faggi.
Seguiamo il tracciato che serpeggia nel bosco tra grossi massi. Poco
dopo ecco che la valle si apre davanti alla nostra vista: ampia e
lunga. Sotto di noi scorre sempre il torrente. Ad un certo punto, dopo
circa mezzora di cammino, attraversiamo un torrente (che non è quello
principale) che scende dalla Valle Secca, ed in breve arriviamo nei
pressi di una piccola struttura che produce e vende formaggio di capra.
Siamo in località Campiol, ed una scritta su di un grosso masso ci
avvisa di far attenzione ai cavalli al pascolo. Subito dopo
attraversiamo una piccola pietraia scura. Eccoci ora davanti ad un
ponticello di cemento che attraversiamo per portarci sul lato sinistro
orografico della vallata. Riprendiamo a salire su un bel sentiero in
mezzacosta che guadagna regolarmente quota. Ignoriamo la deviazione per
una variante che riporta a Fiumenero e proseguiamo dritti. Davanti a
noi si vedono i monti della testata della valle. Superiamo una piccola
croce di ferro infissa in una roccia. Il sentiero taglia alcune
placconate rocciose da cui scendono piccole cascatelle e poi un breve
tratto protetto a valle da un poco affidabile parapetto in ferro.
Subito dopo iniziamo a salire più ripidamente con alcuni tornantini.
Oltrepassa una curiosa marmitta dei giganti (1 ora e 20' dal
parcheggio). Ad un certo punto il sentiero si immerge improvvisamente
in una buia macchia di faggi, per uscirne poco dopo. Lasciamo alla
nostra sinistra altre due croci in ferro conficcate in una grossa
roccia. Eccoci ora a camminare su una pietraia fatta da sassi piatti e
scuri. Il sentiero tende a scendere e nel punto in cui riprende la
salita, noi lo abbandoniamo per deviare verso sinistra in
corrispondenza di un poco visibile bollo giallo su un grosso masso a
sinistra del sentiero. Sono passati poco più di 90 minuti dalla
partenza ed entriamo ora nella selvaggia e poco battuta Valle del
Salto. Scendiamo su un evidentissimo greto asciutto di quello che pare
essere il letto di un fiume. Lo seguiamo fedelmente per poi
attraversarlo verso sinistra. Alcuni sbiaditi bolli gialli compaiono
qua e là. Davanti a noi il maestoso spettacolo dei Pizzi del Diavolino,
del Diavolo e dell'Omo ci attira quasi ipnotizzandoci. Superiamo un
grosso masso sotto cui si trova un riparo di pastori e subito dopo una
piccola costruzione in legno scuro. Facendo ben attenzione si seguono
alcuni bolli rossi ed altri gialli. Entriamo nella valle restandone al
suo centro. Ignoriamo la valle che scende da sinistra per prendere il
ramo principale di destra. Più si sale più il terreno diventa impervio,
ma non difficile. Alcuni mughi ci indicano la via. Improvvisamente la
valle non è più percorribile, per cui una freccia gialla ci invita ad
attraversare il torrente alla nostra sinistra e risalire lungo la parte
opposta (destra orografica). La traccia è poco battuta e ripida, in
alcuni tratti esposta e scivolosa. Sopra le nostre teste in alto è
possibile vedere il piccolo edificio rosso del
bivacco Frattini: sembra quasi che la traccia ci conduca verso di esso.
Facendo attenzione ai tratti più irti ed esposti, eccoci una ventina di
minuti di salita arrivare in un ampio prato decisamente più piacevole
da percorrere. La salita è sempre ripida, ma almeno siamo su terreno
aperto e sicuro. Alla nostra destra si vede una specie di canyon che si
trova lungo il solco della Valle del Salto che in quel punto si stringe
tantissimo: arriveremo più tardi nel suo punto più stretto. Arrivati ad
una piccola costruzione in cemento con porta e finestre in ferro, il
sentiero si divide in due: verso sinistra prosegue per il Frattini,
verso destra ci condurrà nuovamente sul versante opposto della valle.
Appena imboccata la destra arriviamo ad una presa idrica dell'Enel, si
tratta della presa di Val Tenda. Poco dopo la traccia scende con alcuni
punti attrezzati con un corrimano di dubbia sicurezza ed alcuni gradini
in legno a strapiombo sulla valle sottostante. Qui occorre molta
attenzione, specie in caso di terreno umido. Superate alcune
impressionanti ma facili placche rocciose scure sulle quali scorre una
poco simpatica cascata, eccoci a superare un ripido canale roccioso
dove si vede scorrere una bella cascata che però non ci disturba,
poiché risulta incanalata artificialmente. Ancora pochi minuti di
ripida e scivolosa discesa ed eccoci davanti ad bellissimo canyon della
Valle del Salto. Entrandovi vedremo una alta cascata che cade tra le
due alte e vicinissime pareti rocciose (presa Enel di Val del Salto).
Attraversiamo facilmente il fondo della fenditura e risaliamo con una
certa attenzione il versante opposto della valle aiutandoci con alcuni
cordini di ferro opportunamente piazzati, ma non sempre in buono stato.
A questo punto sono già trascorse oltre 3 ore di cammino. Usciti dalla
parte stretta della valle, incrociamo un ampio sentiero pietroso che
seguiremo durante il ritorno e ci condurrà poi fino all'incrocio con il
sentiero n. 227. Ora, invece, dobbiamo salire senza traccia ne
indicazioni il ripido versante della valle davanti a noi. Dobbiamo
salire cercando il percorso migliore e che ci faccia fare meno fatica,
tra erba e brevi tratti sassosi. In circa 30 minuti di fatica dovremmo
riuscire ad incrociare il sentiero n. 225 proveniente dal bivacco
Frattini. Lo seguiamo verso sinistra fino ad arrivare ad una evidente
sella erbosa. Qui il sentiero per il Frattini scende in modo deciso.
Noi invece lo abbandoniamo per salire verso destra (ho costruito un
ometto in pietra nel punto in cui salire verso destra, poiché non vi
era alcun segnale). Un bel tratto su prato ci fa rapidamente salire con
spettacolare vista su piccoli nevai che scendono al centro della valle.
Improvvisamente, quasi inaspettata una scritta rossa su di un masso ci
indica verso destra per “P.Sal” (Passo del Salto, immagino...). Non
illudiamoci: da qui in poi i bolli saranno comunque pochissimi, poco
visibili e lasceranno molti dubbi sulla direzione da seguire. I primi
due bolli rossi infatti sembra indichino di andare a destra e
percorrere una facile cengia erbosa per poi ripiegare a sinistra, ma è
comunque possibile proseguire oltre i due bolli e ritrovarsi nello
stesso punto poco più in alto. Descrivere esattamente l'andamento del
percorso è cosa piuttosto difficile. Possiamo comunque dare
un'indicazione della direzione da seguire che prevede di portarsi sotto
delle placche rocciose alla nostra destra e seguirne la base fino ad
alcuni salti rocciosi percorsi da rivoli d'acqua e risalirli tenendo
vagamente la destra (qui si vedono un paio di bolli). Una volta usciti
dai saltini rocciosi, ci troviamo in un piccolo pianoro erboso. Da qui
ci spostiamo ancora un poco verso destra, per poi risalire dritti verso
la cresta sopra di noi, fino ad arrivare ad una piccola pietraia.
Camminiamo lungo questa pietraia con il passo ormai a portata di mano.
Lo raggiungiamo circa dopo poco meno di un'ora dalla scritta sul masso.
La vetta del Pizzo del Salto è ben evidente alla nostra sinistra, 250
metri sopra di noi, ripida ed appuntita. La cresta da percorrere appare
piuttosto irta, ma il percorso risulterà agevole, anche se faticoso.
Seguiamo dunque fedelmente il filo di cresta, camminando su terreno a
tratti roccioso e a tratti su balze erbose. La roccia è buona, fatta da
lamine parallele e taglienti. Alle nostre spalle appare la lunga cresta
che dal Passo del Salto sale in direzione est verso il Pizzo Grò ed
altre fino alla Cima Soliva. Giunti ad una selletta erbosa, riprendiamo
un poco di fiato, ma subito dopo la pendenza torna a farsi sentire,
Qualche passaggio su facili roccette ed eccoci in vista dell'ometto di
vetta. Nell'ultimo tratto, occorre abbandonare la cresta e spostarsi
verso sinistra fino ad arrivare sotto la verticale dell'ometto di
vetta. Qui si salgono delle belle rocce gradinate (I grado, oppure II
andando a cercarsi i passaggi più divertenti) piuttosto ripide ma
solide. Poco prima dell'ometto si trova anche un punto di calata fatto
da un paio di cordini posti attorno ad una scaglia di roccia, utile in
caso di neve o ghiaccio. Ancora pochi metri ed eccoci alla nostra cima:
panorama meraviglioso sia verso al Valtellina che verso le Valli
Brembana e Seriana.
Discesa
Ripercorriamo i nostri passi fino alla scritta sul "P.Sal" sul masso.
Torniamo sul sentiero che arriva dal bivacco Frattini e va verso il
rifugio Brunone. E da qui, andando verso sinistra, ossia verso il
Brunone, cerchiamo il tracciato migliore per scendere verso il sentiero
abbandonato incrociato all'uscita dal canyon della Valle del Salto. Una
volta raggiuntolo (attenzione a non finire sopra a qualche salto troppo
ripido) tra prati irti e qualche serpentina pietrosa, lo seguiamo verso
sinistra. Subito compaiono vari bolli gialli fatti con vernice spray.
Il sentiero è piuttosto disagevole anche se pianeggiante; coperto da
fitte erbacce e con fondo irregolare. Il percorso è per lo più
pianeggiante e corre in mezzacosta lungo il fianco sinistro orografico
della valle fino ad incrociare la valle dell'Aser che scende dal
rifugio Brunone. Facendo attenzione a non smarrire la esile e
pochissimo battuta traccia, proseguiamo oltrepassando subito una
piccola casetta in cemento con le finestre e la porta in ferro, seguono
alcune prese dell'acqua. Ad un certo punto attraversiamo una zona
pratosa e davanti a noi si apre un bellissimo panorama sul gruppo del
Redorta. Camminiamo senza fatica, con alcuni saliscendi di poca entità,
fino ad affrontare i primi traversi attrezzati con cavi e catene di
ferro: nulla di impegnativo, anzi, piuttosto semplici, ma che si
trovano in zone piuttosto ripide e a strapiombo sulla valle
sottostante. Ignoriamo una freccia rossa che indica verso il basso,
evitando così di finire tra pini mughi su balze quasi verticali sopra
il fondo pianeggiante della valle. Dopo aver superato altri facili
tratti attrezzati, sempre in mezzacosta, arriviamo sopra all'evidente
sentiero n. 227 che scende dal rifugio Brunone. Lo seguiamo in discesa
ed in breve, su ripido percorso a tornantini stretti, arriviamo ad
attraversare un bel ponticello di legno sopra il torrente che qui forma
alcune belle e limpide pozze (località Pian dell'Aser). Proseguiamo la
ripida discesa, sempre con vari tornantini fin sul fondo della valle
fino a ritrovarci all'incrocio con il percorso per la Valle del Salto
seguito all'andata. Da qui si ripercorre il tracciato fatto la mattina. |