Pizzo del Salto

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Fiumenero (BG)
Quota partenza 795 Mt. Quota di arrivo 2663 Mt.
Dislivello totale 2000 Mt. compresi i saliscendi Data di uscita 08/07/2017
Ore di salita 5 h. 30' Ore di discesa 4 h. 30'
Sentieri utilizzati n. 227 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE; breve tratto di I-II
Condizioni climatiche e dei sentieri

Fantastica giornata estiva: calda, luminosa, limpida. Sentieri ben segnalati fino al bivio per la Valle del Salto. Lungo questa i bolli divengono più radi e meno evidenti, la traccia, man mano si avanza, si fa sempre più labile ed il percorso meno frequentato. Dopo la presa dell'ENEL della Valle del Salto, bolli e segni spariscono completamente, fino all'incrocio con il sentiero 225 che dal bivacco Frattini porta al rifugio Brunone. Si ritrova qualche sporadico e sbiadito bollo nella parte più alta della Valle del Salto, ma sono molto poco evidenti e molto distanti tra loro, tanto che il tracciato deve essere spesso improvvisato. Una volta giunti al Passo del Salto, si deve seguire la cresta che porta in vetta al Pizzo omonimo, la quale non ha segni nè ometti, ma è logica.

Eventuali pericoli
Con scarsa visibilità, prestare estrema attenzione lungo al salita e la discesa dal Passo del Salto: qui sono presenti vari salti rocciosi sui quali non è difficile ritrovarsi per errore, vista la mancanza di segni ed indicazioni.
Presenza di acqua
Di acqua ne troveremo lungo tutto il percorso.
Punti di appoggio
Dopo meno di un ora, in località Campiol, si trova una piccola e fatiscente costruzione presso cui un malghese produce e vende del formaggio di capra. All'inizio della Valle del Salto incontreremo un paio di ripari utilizzati dai pastori della zona. Con una lunga deviazione, mentre risaliamo il lato sinistro orografico della Valle del Salto, è possibile arrivare al bivacco Frattini. Durante il ritorno, quando avremo reincrociato il sentiero n. 227 che scende dal rifugio Brunone, in poco più di un ora è possibile salire presso questa struttura.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Il Pizzo del Salto è una bella montagna che si trova lungo la lunga catena di monti che parte dal Pizzo del Diavolo e prosegue verso la Cima Soliva ed il Pizzo Brunone. Come il resto delle cime di questa zona, necessita di un lungo e faticoso avvicinamento, ampiamente ripagato dal bellissimo ambiente circostante. La vetta è sicuramente pochissimo frequentata, come dimostrano i numerosi tratti privi di traccia e bolli, ma chi è disposto a sorbirsi oltre 2000 metri di dislivello (tra andata e ritorno), lunghe ore in solitudine e silenzio, probabili errori ed improvvisazioni di percorso, ecco che improvvisamente sarà ricompensato con gli ultimi 250 metri costituiti da una emozionate cresta (impegnativa solo negli ultimi 30 metri) parzialmente rocciosa che conduce sulla sua sommità, dalla quale si avrà una vista mozzafiato sui monti circostanti e le ampie vallate verso Nord. Nel complesso si tratta di una escursione per gente ben allenata e capace di muoversi su terreni ripidi e privi di segnaletica; nell'ultima parte, sono richieste anche discrete capacità arrampicatorie (max I+ o poco più a seconda di dove si vuole passare) su rocce poco stabili. Da non sottovalutare il ritorno, lungo l'abbandonato sentiero che taglia i ripidissimi fianchi orientali della Valle del Salto: si tratta di un tracciato ormai in disuso (vegetazione rigogliosa che copre i bolli, traccia a tratti assente, deviazioni poco chiare) con alcuni tratti attrezzati con materiale vecchio ed in palese stato di rovina ed abbandono, ma che offre anche una vista molto bella sulla valle sottostante e attraversa numerosi angoli di sicuro fascino (placche rocciose attraversate da piccole cascatelle, cenge erbose o rocciose a strapiombo, bellissimi panorami sul gruppo del Redorta ed altro).
Descrizione percorso
Percorrere quasi interamente la lunga Valle Seriana. Poco prima di Valbondione, incontrerete il paesino di Fiumenero. Giunti al cimitero, che si trova sulla nostra destra, vedrete un ampio parcheggio che lo precede, oppure un piccolo spiazzo per una decina di auto proprio di fronte all'ingresso del camposanto. In prossimità di questo piccolo parcheggio si trova l'attacco del sentiero n. 227 che conduce al rifugio Brunone. Una bella bacheca con cartina illustra i sentieri della zona. Saliamo tra l'erba per entrare subito in un boschetto misto. Dopo un paio di saliscendi nel bosco, incrociamo un'ampia strada sterrata che scende da sinistra. La seguiamo verso destra (palina con indicazioni all'incrocio) in leggera discesa. Iniziamo ora a vedere e sentire il rumore del torrente che scende l'intera vallata davanti a noi con salti e pozze limpidissime dove sarà difficile non rinfrescarsi i piedi al ritorno. L'ampia strada sterrata sale nuovamente. Superiamo una fontanella. Finalmente la strada finisce e si assottiglia in un bel sentierino che si immerge subito all'ombra di bellissimi faggi. Seguiamo il tracciato che serpeggia nel bosco tra grossi massi. Poco dopo ecco che la valle si apre davanti alla nostra vista: ampia e lunga. Sotto di noi scorre sempre il torrente. Ad un certo punto, dopo circa mezzora di cammino, attraversiamo un torrente (che non è quello principale) che scende dalla Valle Secca, ed in breve arriviamo nei pressi di una piccola struttura che produce e vende formaggio di capra. Siamo in località Campiol, ed una scritta su di un grosso masso ci avvisa di far attenzione ai cavalli al pascolo. Subito dopo attraversiamo una piccola pietraia scura. Eccoci ora davanti ad un ponticello di cemento che attraversiamo per portarci sul lato sinistro orografico della vallata. Riprendiamo a salire su un bel sentiero in mezzacosta che guadagna regolarmente quota. Ignoriamo la deviazione per una variante che riporta a Fiumenero e proseguiamo dritti. Davanti a noi si vedono i monti della testata della valle. Superiamo una piccola croce di ferro infissa in una roccia. Il sentiero taglia alcune placconate rocciose da cui scendono piccole cascatelle e poi un breve tratto protetto a valle da un poco affidabile parapetto in ferro. Subito dopo iniziamo a salire più ripidamente con alcuni tornantini. Oltrepassa una curiosa marmitta dei giganti (1 ora e 20' dal parcheggio). Ad un certo punto il sentiero si immerge improvvisamente in una buia macchia di faggi, per uscirne poco dopo. Lasciamo alla nostra sinistra altre due croci in ferro conficcate in una grossa roccia. Eccoci ora a camminare su una pietraia fatta da sassi piatti e scuri. Il sentiero tende a scendere e nel punto in cui riprende la salita, noi lo abbandoniamo per deviare verso sinistra in corrispondenza di un poco visibile bollo giallo su un grosso masso a sinistra del sentiero. Sono passati poco più di 90 minuti dalla partenza ed entriamo ora nella selvaggia e poco battuta Valle del Salto. Scendiamo su un evidentissimo greto asciutto di quello che pare essere il letto di un fiume. Lo seguiamo fedelmente per poi attraversarlo verso sinistra. Alcuni sbiaditi bolli gialli compaiono qua e là. Davanti a noi il maestoso spettacolo dei Pizzi del Diavolino, del Diavolo e dell'Omo ci attira quasi ipnotizzandoci. Superiamo un grosso masso sotto cui si trova un riparo di pastori e subito dopo una piccola costruzione in legno scuro. Facendo ben attenzione si seguono alcuni bolli rossi ed altri gialli. Entriamo nella valle restandone al suo centro. Ignoriamo la valle che scende da sinistra per prendere il ramo principale di destra. Più si sale più il terreno diventa impervio, ma non difficile. Alcuni mughi ci indicano la via. Improvvisamente la valle non è più percorribile, per cui una freccia gialla ci invita ad attraversare il torrente alla nostra sinistra e risalire lungo la parte opposta (destra orografica). La traccia è poco battuta e ripida, in alcuni tratti esposta e scivolosa. Sopra le nostre teste in alto è possibile vedere il piccolo edificio rosso del bivacco Frattini: sembra quasi che la traccia ci conduca verso di esso. Facendo attenzione ai tratti più irti ed esposti, eccoci una ventina di minuti di salita arrivare in un ampio prato decisamente più piacevole da percorrere. La salita è sempre ripida, ma almeno siamo su terreno aperto e sicuro. Alla nostra destra si vede una specie di canyon che si trova lungo il solco della Valle del Salto che in quel punto si stringe tantissimo: arriveremo più tardi nel suo punto più stretto. Arrivati ad una piccola costruzione in cemento con porta e finestre in ferro, il sentiero si divide in due: verso sinistra prosegue per il Frattini, verso destra ci condurrà nuovamente sul versante opposto della valle. Appena imboccata la destra arriviamo ad una presa idrica dell'Enel, si tratta della presa di Val Tenda. Poco dopo la traccia scende con alcuni punti attrezzati con un corrimano di dubbia sicurezza ed alcuni gradini in legno a strapiombo sulla valle sottostante. Qui occorre molta attenzione, specie in caso di terreno umido. Superate alcune impressionanti ma facili placche rocciose scure sulle quali scorre una poco simpatica cascata, eccoci a superare un ripido canale roccioso dove si vede scorrere una bella cascata che però non ci disturba, poiché risulta incanalata artificialmente. Ancora pochi minuti di ripida e scivolosa discesa ed eccoci davanti ad bellissimo canyon della Valle del Salto. Entrandovi vedremo una alta cascata che cade tra le due alte e vicinissime pareti rocciose (presa Enel di Val del Salto). Attraversiamo facilmente il fondo della fenditura e risaliamo con una certa attenzione il versante opposto della valle aiutandoci con alcuni cordini di ferro opportunamente piazzati, ma non sempre in buono stato. A questo punto sono già trascorse oltre 3 ore di cammino. Usciti dalla parte stretta della valle, incrociamo un ampio sentiero pietroso che seguiremo durante il ritorno e ci condurrà poi fino all'incrocio con il sentiero n. 227. Ora, invece, dobbiamo salire senza traccia ne indicazioni il ripido versante della valle davanti a noi. Dobbiamo salire cercando il percorso migliore e che ci faccia fare meno fatica, tra erba e brevi tratti sassosi. In circa 30 minuti di fatica dovremmo riuscire ad incrociare il sentiero n. 225 proveniente dal bivacco Frattini. Lo seguiamo verso sinistra fino ad arrivare ad una evidente sella erbosa. Qui il sentiero per il Frattini scende in modo deciso. Noi invece lo abbandoniamo per salire verso destra (ho costruito un ometto in pietra nel punto in cui salire verso destra, poiché non vi era alcun segnale). Un bel tratto su prato ci fa rapidamente salire con spettacolare vista su piccoli nevai che scendono al centro della valle. Improvvisamente, quasi inaspettata una scritta rossa su di un masso ci indica verso destra per “P.Sal” (Passo del Salto, immagino...). Non illudiamoci: da qui in poi i bolli saranno comunque pochissimi, poco visibili e lasceranno molti dubbi sulla direzione da seguire. I primi due bolli rossi infatti sembra indichino di andare a destra e percorrere una facile cengia erbosa per poi ripiegare a sinistra, ma è comunque possibile proseguire oltre i due bolli e ritrovarsi nello stesso punto poco più in alto. Descrivere esattamente l'andamento del percorso è cosa piuttosto difficile. Possiamo comunque dare un'indicazione della direzione da seguire che prevede di portarsi sotto delle placche rocciose alla nostra destra e seguirne la base fino ad alcuni salti rocciosi percorsi da rivoli d'acqua e risalirli tenendo vagamente la destra (qui si vedono un paio di bolli). Una volta usciti dai saltini rocciosi, ci troviamo in un piccolo pianoro erboso. Da qui ci spostiamo ancora un poco verso destra, per poi risalire dritti verso la cresta sopra di noi, fino ad arrivare ad una piccola pietraia. Camminiamo lungo questa pietraia con il passo ormai a portata di mano. Lo raggiungiamo circa dopo poco meno di un'ora dalla scritta sul masso. La vetta del Pizzo del Salto è ben evidente alla nostra sinistra, 250 metri sopra di noi, ripida ed appuntita. La cresta da percorrere appare piuttosto irta, ma il percorso risulterà agevole, anche se faticoso. Seguiamo dunque fedelmente il filo di cresta, camminando su terreno a tratti roccioso e a tratti su balze erbose. La roccia è buona, fatta da lamine parallele e taglienti. Alle nostre spalle appare la lunga cresta che dal Passo del Salto sale in direzione est verso il Pizzo Grò ed altre fino alla Cima Soliva. Giunti ad una selletta erbosa, riprendiamo un poco di fiato, ma subito dopo la pendenza torna a farsi sentire, Qualche passaggio su facili roccette ed eccoci in vista dell'ometto di vetta. Nell'ultimo tratto, occorre abbandonare la cresta e spostarsi verso sinistra fino ad arrivare sotto la verticale dell'ometto di vetta. Qui si salgono delle belle rocce gradinate (I grado, oppure II andando a cercarsi i passaggi più divertenti) piuttosto ripide ma solide. Poco prima dell'ometto si trova anche un punto di calata fatto da un paio di cordini posti attorno ad una scaglia di roccia, utile in caso di neve o ghiaccio. Ancora pochi metri ed eccoci alla nostra cima: panorama meraviglioso sia verso al Valtellina che verso le Valli Brembana e Seriana.
Discesa
Ripercorriamo i nostri passi fino alla scritta sul "P.Sal" sul masso. Torniamo sul sentiero che arriva dal bivacco Frattini e va verso il rifugio Brunone. E da qui, andando verso sinistra, ossia verso il Brunone, cerchiamo il tracciato migliore per scendere verso il sentiero abbandonato incrociato all'uscita dal canyon della Valle del Salto. Una volta raggiuntolo (attenzione a non finire sopra a qualche salto troppo ripido) tra prati irti e qualche serpentina pietrosa, lo seguiamo verso sinistra. Subito compaiono vari bolli gialli fatti con vernice spray. Il sentiero è piuttosto disagevole anche se pianeggiante; coperto da fitte erbacce e con fondo irregolare. Il percorso è per lo più pianeggiante e corre in mezzacosta lungo il fianco sinistro orografico della valle fino ad incrociare la valle dell'Aser che scende dal rifugio Brunone. Facendo attenzione a non smarrire la esile e pochissimo battuta traccia, proseguiamo oltrepassando subito una piccola casetta in cemento con le finestre e la porta in ferro, seguono alcune prese dell'acqua. Ad un certo punto attraversiamo una zona pratosa e davanti a noi si apre un bellissimo panorama sul gruppo del Redorta. Camminiamo senza fatica, con alcuni saliscendi di poca entità, fino ad affrontare i primi traversi attrezzati con cavi e catene di ferro: nulla di impegnativo, anzi, piuttosto semplici, ma che si trovano in zone piuttosto ripide e a strapiombo sulla valle sottostante. Ignoriamo una freccia rossa che indica verso il basso, evitando così di finire tra pini mughi su balze quasi verticali sopra il fondo pianeggiante della valle. Dopo aver superato altri facili tratti attrezzati, sempre in mezzacosta, arriviamo sopra all'evidente sentiero n. 227 che scende dal rifugio Brunone. Lo seguiamo in discesa ed in breve, su ripido percorso a tornantini stretti, arriviamo ad attraversare un bel ponticello di legno sopra il torrente che qui forma alcune belle e limpide pozze (località Pian dell'Aser). Proseguiamo la ripida discesa, sempre con vari tornantini fin sul fondo della valle fino a ritrovarci all'incrocio con il percorso per la Valle del Salto seguito all'andata. Da qui si ripercorre il tracciato fatto la mattina.

Note
Assolutamente da evitarsi in caso di non buona visibilità: con nebbie o nubi basse, il tratto che conduce al Passo del Salto, risulterebbe un vero labirinto e sarebbe un attimo ritrovarsi sopra qualche improvviso ed impraticabile salto roccioso.
Commenti vari
Indescrivibile è l'emozione che si prova davanti all'improvvisa apparizione del gruppo dei pizzi Diavolino, Diavolo e Omo, quando ci si inoltra all'inizio della Valle del Salto e questo si presenta in tutta la sua imponenza, illuminato dal primo sole del mattino che rende le pareti rocciose di un intenso color arancione.
   

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I Diavoli baciati dal primo sole

Panorama dal versante occidentale della Valle del Salto

   

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Sguardo sul Pizzo del Diavolo

La cresta del Pizzo del Salto vista dal passo omonimo

   

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Ultimi metri sotto la cima

Omar in vetta al Pizzo del Salto

   

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Panorama verso il Redorta

Il Lago di Scais



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Il Pizzo Redorta durante la discesa L'inizio della Valle del Salto
 

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