Descrizione generale Il
Monte Pegherolo è una delle montagne bergamasche più belle da osservare
da qualunque angolazione, con la sua forma a piramide poggiata su
quello che pare un basamento più largo e massiccio. Si eleva severa e
rocciosa da una lunga cresta che la collega al più bonario ed erboso
Monte Cavallo e pare logico concatenare le due vette. A queste è
possibile unire anche la salita alla vicina Cima dei Siltri,
sicuramente la meno affascinante della zona, (almeno nel periodo
estivo; in inverno assume maggiore interesse per la sua sottile cresta
innevata che parte dalla Forcella Rossa). Nel complesso la salita
presenta due aspetti differenti: il primo più interessante ed
impegnativo, ma mai difficile, riguarda la salita del Pegherolo lungo
la sua bellissima cresta Nord-Ovest, ricca di tratti rocciosi ben appigliati,
punti attrezzati sui quali divertirsi ad arrampicare, panorami ampi ed
emozionanti ambienti quasi lunari. Il secondo aspetto è quello della
più facile salita alle altre due vette, erbose e quasi bucoliche, ma
molto panoramiche ed appaganti.
Descrizione percorso
Parcheggiata l'auto al piazzale degli alberghi di San Simone, nelle vicinanze di Foppolo, in alta Val Brembana, ci
si incammina verso il ristoro Baita dei Camosci lungo una ampia strada
sterrata (esiste la possibilità di salire fino al ristoro in auto, ma
il fondo della strada è molto accidentato e a tratti un poco ripido).
Dopo meno di un km e 20' di cammino si arriva al piccolo ristoro.
Pochissimo prima del Camoscio, sulla sinistra si trova un vecchio
edificio abbandonato (ex rifugio Baita Camoscio). Una palina indica di
salire a sinistra lungo il sentiero n. 115 che sale ampio e con
moderata pendenza più alto della pista da sci di San Simone. Puntiamo
al vicino Passo di San Simone che raggiungiamo in circa 30' di salita
tra prati, sempre su ampia sterrata, anche se a tratti un poco
ripida. Arrivati al passo, sulla sinistra si vedono delle curiose
ed inconsuete formazioni rocciose a lame dette Canne d'Organo. Qui
pieghiamo verso sinistra con un lungo traverso che passa alla base
delle canne d'organo e poi prosegue con alcuni saliscendi fino alla
base di un ripido vallone detritico. Saliamo nel vallone sul suo lato
destro per chi sale, per poi tagliare verso sinistra ed entrare in un
ripidissimo canale aperto che termina ad una bocchetta dove rinveniamo
una Madonnina ed una lapide. Verso destra si andrebbe al Monte Cavallo,
ma per ora andiamo a sinistra, verso la lunga cresta che ci condurrà al
Monte Pegherolo. Al ritorno da questo, ripasseremo dalla bacchetta e
proseguiremo verso il Cavallo. A sinistra quindi. Il sentiero originale
scende dalla bocchetta lungo il versante opposto a quello del ghiaione
per un breve tratto e poi con un traverso a mezzacosta su erba, risale
nuovamente in cresta poche centinaia di metri più avanti. E' possibile
anche restare sul filo di cresta direttamente dalla bocchetta. In
questo caso affrontiamo alcuni passaggi molto esposti su lame di roccia
molto sottili e friabili, con difficoltà attorno al II grado. Arrivati
alla cresta erbosa, si procede per un breve tratto per poi scendere ad
un primo intaglio tramite un bel passaggio roccioso attrezzato e
risalire subito dopo, con traverso friabile ma facile, a cui segue un
secondo tratto attrezzato con catena. Da qui in poi è un continuo
susseguirsi di punti in sottile cresta, mai difficile e troppo esposta,
e traversi poco sotto di essa. Arrivati in vetta al Pizzo Cavallino
(sommità erbosa su cui si trova un cumulo di pietre), si inizia una
ripida discesa erbosa fino ad una sella rocciosa. Qui percorriamo la
parte di cresta più affascinante: si tratta di punto molto sottile,
leggermente friabile e dall'aspetto quasi desertico e lunare. Oltre
questo punto inizia l'ultima parte di salita al Pegherolo. Ci portiamo
sotto ad una balza rocciosa che risaliamo e dove passa un terzo tratto
attrezzato molto ben appigliato e verticale. Poco oltre ecco il quarto
punto con catene e dopo poche decine di metri di sassi un poco friabili
ci troviamo ai piedi di un bel diedro aperto da affrontare con divertente
arrampicata (catena presente) di II grado. Usciti dal camino-diedro seguiamo
la cresta ed i grossi massi per arrivare in breve alla grande croce di
vetta affiancata dai resti della vecchia croce in legno e da un grande
ometto di pietre. Ripercorriamo a ritroso il percorso fin qui fatto
fino alla bocchetta con la Madonnina. Da qui proseguiamo dritti verso
il Monte Cavallo. Risaliamo
ora la ripida costa verso la cima di quest’ultimo. Finalmente
camminiamo lungo un percorso tracciato e ben battuto. Le pendenze sono
notevoli ed il sentierino sale tra facili rocce e balze erbose,
cercando sempre il percorso più facile. L’ultimo tratto diviene meno
ripido e la dorsale più ampia, fino alla grande croce in ferro del
Monte Cavallo. Il panorama è ampissimo. Scendiamo ora lungo la
facilissima ed ampia costa Ovest, piuttosto ripida. Ci muoviamo lungo
un sentierino poco evidente ma comunque la direzione è logica. Giunti
ad una zona erbosa quasi pianeggiante. Risaliamo pochi metri per poi
scendere nuovamente per un poco. Incontriamo un piccolo cumulo di
pietre. Proseguendo dritti andremmo verso il Pizzo Cavallo. Noi invece andiamo a destra, facendo bene
attenzione alla poco evidente deviazione. Scendiamo così nell'ampia
valle alla nostra destra. Percorriamo un piccolo ma fitto boschetto di
bassi ontani. Subito dopo la deviazione si vedono alcuni bolli
sbiaditi. La discesa in mezzacosta si svolge su terreno scivoloso, tra
radici e e rami. Facciamo attenzione a dove mettiamo i piedi. In breve
perdiamo quota. Oltrepassiamo tre o quattro valloncelli con altrettanti
rivoli d'acqua. Arrivati sul fondo della discesa, saliamo a destra
verso il Passo di San Simone che raggiungiamo su comodo sentiero dopo
10 minuti. Siamo così tornati nei pressi delle Canne d'Organo. Qui
andiamo a sinistra lungo l'ampia ed evidente sterrata che porta alla
stazione d'arrivo di un impianto di sci. Superata la stazioncina in
legno, proseguiamo fino ad un successivo rudere in cemento. Qui termina
la strada sterrata, ma noi proseguiamo in mezzacosta in direzione della
Forcella Rossa, alla quale arriviamo tagliando i ripidi fianchi della
Cima dei Siltri alla nostra sinistra. Dalla forcella pieghiamo a
sinistra e percorriamo con attenzione la ripida e a tratti sottile
cresta erbosa con tratti coperti da rododendri e mirtilli. Arrivati
all'antecima scendiamo pochi metri, sempre su facile cresta, per poi
risalire alla vicina cima vera e propria, preceduta, sulla sinistra, da
una curiosa serie di pali e paletti di legno legati tra loro a mò di
paravalanghe.
Discesa Dalla
Cima dei Siltri si torna indietro fino alla Forcella Rossa, facendo
attenzione all'ultimo tratti di cresta in discesa. Nel caso possiamo
abbandonare la cresta negli ultimi metri per proseguire poco sotto di
essa. Dalla forcella scendiamo verso destra con direzione San Simone.
Camminiamo tra prati fino ad alcune pozze d'acqua che lasciamo alla
nostra destra. Quindi incrociamo l'ampio sentiero che sale dagli
impianti di San Simone e lo seguiamo verso destra. In pochi minuti
questo ci conduce direttamente alla Baita Ristoro Camoscio e da qui
lungo la sterrata eccoci al piazzale degli alberghi. |