Descrizione
generale
Poco più di 20 anni fa Andrea "Gigante" Savonitto descriveva con queste parole, quasi poetiche, il Pinnacolo di Maslana.
Dal libro "Arrampicate scelte nel Bergamasco", Andrea Savonitto, edizioni Melograno.
"Un castello alto e slanciato. Una forma perfetta di linee precise. Un territorio sfuggente di profonde e costanti fessure che con lo sguardo si perdono nell'azzurro. Delle placche ripide e lisce appena rigate da quarzi e poggianti su ripidi prati macchiati di betulle. Un albeggio riposante immerso nei fiori. Erba fresca tra mucchi di sassi e la sensazione di far parte del Tutto...
... Mani che raspano o s'insinuano ritmiche. Gambe che spingono e piedi che si torcono. Strutture che passano e si accavallano avvicendandosi ad altre più incredibili. Un diedro di sessanta metri, immutabile, ed un tetto squadrato di otto. Un camino profondissimo e fresco. Una cima raccolta e sospesa su di un mondo aperto e solare...
A cinquanta chilometri da Bergamo, in alta Valbondione, si ergono sopra a verdi alpeggi tre torri monolitiche di roccia arancione. In un inferno di scisto frantumato ed arido tre pilastri d'un pezzo, segati col rasoio da un unico blocco originario. Il loro nome è Pinnacolo di Maslana e, senza dubbio, costituiscono uno dei centri di arrampicata moderna più importanti del Bergamasco ed uno dei più belli ed interessanti in senso assoluto tra quelli Lombardi, soprattutto se si tiene conto della precipua caratteristica delle arrampicate che su di esso si possono svolgere: l'incastro. Tale tecnica infatti in questo territorio sfuggente riesce a trovare tutte le possibili performances in fessure che talvolta si estendono rettilinee per più di cento metri con un diametro variabile tra il centimetro ed il mezzo metro, attraversando, incontaminate, tutti gli impedimenti posti sul loro tracciato, tetti, placche, strapiombi, e muri verticaleggianti. [...]"
Dopo aver letto una descrizione del genere come si fa a resistere alla voglia di andare a vedere da vicino, almeno una volta, questo "Pinnacolo"? Lo Spigolo Sud-Est è stato salito per la prima volta da Luciano Suardi e Giuseppe Buizza. La data precisa non è nota ma si tratta
degli anni '70: decennio in cui Suardi, scopritore di questa parete,
firma altri due itinerari caduti però nel dimenticatoio (via "Il
decennale" e "Via degli amici").
Non è sicuramente tra gli itinerari più ripetuti e rinomati del Pinnacolo, e percorrendolo, i parecchi chiodi precari lo confermano.
Resta comunque un bell'itinerario, vario, su roccia solida e con una linea facilmente individuabile: tuttavia presenta un buon ingaggio alpinistico a causa della precarietà dei chiodi. E' quindi consigliabile solo a chi non ha problemi con la chiodatura tradizionale ed ormai decisamente vetusta. Vista la precarietà e la necessità di integrare alcune soste, una ritirata risulta sconsigliabile (a patto di non abbandonare del materiale).
Attacco, descrizione della via
Da Valbondione si prosegue sino a raggiungere la località "Pianlibere" dove si trova la stazione di partenza della funivia che sale alla diga del Barbellino nei pressi del rifugio Curò. Circa 100 metri dopo la stazione si trova, sulla destra, un parcheggio.
Attraversare il torrente e seguire il sentiero n. 332 (indicazioni per Cascate del Serio e
rifugio Curò) che in circa 15 minuti conduce al piccolo borgo di Maslana. Continuare sino ad incontrare un canale che divide il borgo in due piccole frazioni (generalmente è presente neve sino a giugno); superarlo e salire lungo prati sino ad entrare nel bosco. Qui il sentiero diviene più marcato e segnato con dei bolli rossi. Raggiunto un traliccio dell'elettricità immerso tra i faggi il sentiero piega a sinistra e raggiunge il pilone della funivia. Proseguire ancora nel bosco, superare qualche tornante sino ad uscire su di una radura. Qui il Pinnacolo regala una vista mozzafiato di se stesso. Seguire ora la traccia (più marcata) superando due brevi tratti di corde fisse sino a giungere ad una grotta dove si trova l'attacco della via Vent'anni di sfiga. Spostarsi a destra sotto la verticale dello spigolo e leggermente a sinistra del diedro (ben visibile) che caratterizza la terza e quarta lunghezza. In questo punto, accanto ad una pianta di betulla, si trova l'attacco della via Spigolo Sud-Est.
Guardando bene si vede 1 chiodo che spunta dalla fessura a circa 20 metri da terra (prima ce ne sono altri ma difficili da vedere perché nascosti dall'erba).
1° tiro:
salire la placca appoggiata obliquando a destra verso lo spigoletto. Seguire la fessurina alla sua sinistra fino a raggiungere la sosta su un piccolo terrazzino (1 chiodo visibile+2 chiodi con cordino sulla destra nascosti dall'erba). 35 Mt., IV, V, VI, 5 chiodi.
2° tiro:
risalire pochi metri la placca appoggiata per poi rimontare un breve muretto aggettante inciso da fessurina. Continuare a seguire la stretta fessura a tratti erbosa, proteggibile con micro-friends e dadi piccoli. Al suo termine spostarsi leggermente a sinistra, alla base del diedro, e sostare (1 chiodo da rinforzare). 30 Mt., VI oppure A1, VII oppure VI e A0, V, 5 chiodi.
3° tiro:
superare la breve fessura aggettante raggiungendo il grande diedro. Risalirlo puntando a due grossi massi che sembrano appoggiati. Subito dopo averli superati c’è possibilità di fare sosta (grosso chiodo con anello, oppure su friends nelle belle fessure a destra del chiodo). 35 Mt., V+, VI, VII- oppure VI e A1, V+, 3 chiodi, 1 dado incastrato, 1 masso incastrato con cordone.
4° tiro:
proseguire nel diedro fino a raggiungere una comoda cengia sulla quale si sosta (2 golfari). Ci si trova a destra di una grossa lama staccata. 20 Mt., V, V+, VI, 2 chiodi.
5° tiro:
salire a sinistra, seguendo la grossa scaglia straccata, fino a raggiungere lo spigolo vero e proprio. Qui si trova l’ultima sosta della via "L'ultimo shampoo del generale Custer" (spuntone con cordoni). A questo punto salire la placca molto verticale, a sinistra del filo dello spigolo, seguendo i numerosi chiodi. Dopo un tratto che richiede decisione si obliqua leggermente a sinistra fino a raggiungere 3 chiodi molto vicini. Non sostare ma proseguire superando prima un breve muretto, e poi una placca, con movimenti delicati. Infine proseguire per rocce via via più facili, fino a raggiungere la sosta (2 chiodi). 45 Mt., V, VII+ oppure VI e A1, 15 chiodi circa (di cui 3 vicini).
Attenzione: molti chiodi di dubbia tenuta e difficili da integrare con protezioni veloci.
6° tiro:
salire leggermente a sinistra, seguendo un diedrino, e poi obliquare a destra in placca puntando al pino mugo che si vede sullo spigolo. Si sosta (2 fix) alla sua sinistra.
Forse l'itinerario corretto sale più in prossimità dello spigolo
rispetto a come abbiamo fatto noi.
40 Mt., V, V+, 2 chiodi. Si incrociano anche un paio di fix della via Vento beffardo.
7° tiro:
seguire la facile cresta fino alla sommità del Pinnacolo (madonnina). Sul versante opposto a quello si salita si trova l'ultima sosta della via New age (2 fix+catena+anello). 45 Mt., III, IV-, 1-2 fix.
Discesa
Sul Pinnacolo passano molte vie sportive attrezzate con buone soste da cui è possibile calarsi. A noi l’opzione più comoda è sembrata quella di calarci sfruttando le ottime soste (2 fix+catena+anello di calata) della via sportiva New age. |