Descrizione generale Il
versante meridionale del Pizzo dei Tre Signori scende ripido e con
ampie balze rocciose verso la sottostante vallata; il Pizzo di Giovanni
si eleva ardito e roccioso partendo da queste pendici, con un verticale
strapiombo roccioso sul suo lato a valle, mentre il suo versante a
monte presenta una facile salita tra aperti prati ripidi e brevi
crestine senza difficiltà, se non quelle di individuare il percorso
corretto, essendo quest'ultimo non segnalato, nè frequentato da molti
escursionisti, anzi! L'escursione viene classificata EE, non tanto per
le difficoltà che offre, ma per le suddette incertezze nel percorso,
che richiedono una buona capacità di orientamento e di lettura del
territorio. Bellissimo il panorama dalle due vette, una occidentale più
bassa ed una orientale.
Descrizione percorso
Raggiungiamo il paesello di Valtorta, in Valle Brembana. Poco prima di arrivare nel
centro abitato, una strada si stacca dalla provinciale verso destra.
Con andamento pianeggiante proseguiamo verso un ponticello che
attraversiamo. Eccoci alla frazione Rava. Dopo il ponte andiamo a
destra e poco dopo prendiamo una ripida stradina verso sinistra che in
breve ci porta al cospetto della piccola chiesetta di San Giovanni il
Battista. Qui lasciamo l'auto in un piccolo ma comodo parcheggio.
Iniziamo a camminare dando le spalle alla chiesetta e salendo lungo una
ripida viuzza gradinata che in breve si immerge tra casette, orti e
atri. Usciti dal pittoresco borgo, eccoci in un ampio prato.
Proseguiamo nel prato seguendo una vaga traccia nell'erba. Superiamo un
recinto con orti e asini ed entriamo in un boschetto misto. Facendo
attenzione a non perdere il sentierino poco frequentato, saliamo
velocemente. Man mano si sale il sentiero diviene più ampio fino a
divenire una comoda mulattiera. Usciti dal boschetto eccoci tra prati
in vista della frazione Grasso di Valtorta alla quale arriviamo in
pochi minuti. Passando accanto ad alcune case, incrociamo una strada
asfaltata che sale dalla nostra sinistra e che avremmo potuto seguire
in auto fino a parcheggiare poco oltre, tra le case della frazione.
Seguiamo la strada (via grasso) verso destra. Alla prima strada alla
nostra sinistra, saliamo lungo un alto muro di pietra. Dopo circa 50
metri, ad un tornante destrorso, abbandoniamo la strada e saliamo verso
destra in una viuzza cementata che si inoltra in un bosco dopo poche
decine di metri. La stradina prosegue acciottolata, fiancheggiata da un
bel muretto a secco coperto da muschio alla nostra destra. Dopo una
decina di minuti, una apertura tra le piante ci consente di vedere un
bel colpo d'occhio sulla zona dello Zuccone dei Campelli e della Corna
Grande alla nostra destra. Arrivati in un prato con un grosso ciliegio,
un capanno ed una cascina, il sentiero piega verso sinistra per entrare
in una fitta faggeta. Qui troviamo finalmente dei bolli bianchi e rossi
ma senza numero. Usciamo in una piccola radura erbosa al cui termine
andiamo verso sinistra (freccia rossa su un faggio). Eccoci ad una
seconda radura con un rudere che superiamo per proseguire tra numerose
ginestre. Rientrati nel bosco seguiamo un sentierino ripido e con vari
tornantini. Al termine della salita, il percorso procede verso sinistra
in falsopiano. Ignoriamo un bivio e seguiamo il nostro sentiero verso
sinistra. Alla nostra sinistra si vedono un paio di baite poco sotto il
sentiero. Alla nostra destra si notano alcuni grossi massi disposti a
formare una specie di muro muschioso. Pochi minuti ed ecco che il
sentierino sbuca su una strada cementata agro-silvo-pastorale
(percorribile con permesso e proveniente da Valtorta) che seguiamo
verso destra. La strada sale ripida fino ad un ampio tornante
sinistrorso (possibilità di parcheggio per auto con permesso) per poi
divenire molto meno ripida. Superiamo una prima baita e subito dopo una
seconda dotate di ampissimo panorama. Proseguiamo con pendenza limitata
e regolare in un fitto bosco, sempre su comoda ed ampia strada ora
sterrata. Ignoriamo una strada che sale verso sinistra. Arrivati ad una
bella cascina poco più alta della strada alla nostra sinistra, eccoci
ad un ampio spiazzo sterrato. Subito dopo il terreno della baita, verso
sinistra si innalza una stradina cementata chiusa da una sbarra.
Saliamo lungo la strada cementata piuttosto ripida. Siamo in un bel
bosco di abeti. La strada in pochi minuti ci conduce all'inizio dei
prati della località Pigolotta. Superato un abbeveratoio, abbandoniamo
la sterrata e scendiamo alla nostra sinistra per entrare negli ampi
pascoli della Pigolotta. Subito l'ambiente alla nostra sinistra
appare idilliaco, con varie baitelle ben curate, prati dolci e ben
tenuti, ampio panorama su Corna Grande, Campelli verso Sud; Menna e
Arera verso Sud Est; Pradella, Monte Spondone, Pietra Quadra e Farno
verso Est; Monte Secco e Pegherolo verso Nord-Est; Tre Signori, Cima
Fontane e Pascaniello verso Nord. Al centro dei prati ecco spuntare una
piccola cappelletta di legno che raggiungiamo per godere della
tranquillità della zona. Dopo una pausa per goderci
questo angolo di paradiso terrestre,
torniamo sull'ampio sentiero sterrato e riprendiamo a salire con
moderata pendenza. Al termine della salita, troviamo un bivio. Noi
andiamo a destra, leggermente in salita. Il sentiero, ora stretto,
piega verso destra e si immette in un fitto bosco di abeti. L'andamento
diviene subito pianeggiante e taglia i ripidi fianchi della montagna.
Camminiamo senza sforzo in un bell'ambiente fresco e ombroso. Mancano
bolli e segnali, ma il percorso è ben evidente, anche se a volte appare
confuso. Usciti dal bosco, attraversiamo un valloncello e riprendiamo a
salire per rientrare poco dopo tra gli abeti. Superiamo un piccolo
edificio dell'acquedotto con una misterioso scitta "Radice 10 minuti"
ed una freccia verso l'alto. Passiamo davanti all'edificio e saliamo
verso l'alto, sempre nel bosco. Ne usciamo poco dopo, trovandoci in una
bellissima radura erbosa panoramica. Proseguiamo tra radure e boschi.
Attraversiamo un secondo valloncello che scende dall'alto e al cui
centro vediamo l'alveo asciutto di un torrentello. In alto, nel
valloncello è ben visibile una grossa roccia. Tornati nel bosco per
qualche minuto, ne usciamo definitivamente nei pressi di una stalla
affiancata ad una baita a 1750 metri di quota. Riprendiamo fiato.
Torniamo poi a salire seguendo un poco accentuato costoncino erboso
dietro la stalla. Lo seguiamo verso l'alto senza traccia presente, ma
con evidente direzione logica. La zona è molto aperta ed ariosa. Verso
destra vediamo la sommità tondeggiante di Cima Fontane; verso sinistra
appaiono invece le verticali pendici meridionali rocciose del Pizzo di
Giovanni; mentre al centro si innalzano i contrafforti del Pizzo dei
Tre Signori. Continuiamo a salire senza traccia fino ad incrociare un
sentierino che proviene da destra e lo seguiamo verso sinistra. Il
percorso alterna tratti ben evidenti ad altri in cui la traccia tende a
perdersi tra l'erba ed il terriccio. Dopo un traverso verso sinistra,
eccoci all'improvviso al cospetto di una baita (Baita Piazza, 1984 meri
di altezza). Qui vediamo anche qualche bollo bianco e rosso. Alle
spalle della baita
si innalzano le pendici che culminano nella fascia rocciosa che regge
il gruppo del Pizzo dei Tre Signori. Dalla baita proseguiamo verso
sinistra, dirigendoci verso una vicina cavità sotto ad un paio di massi
addossati. Superiamo la cavità e camminiamo seguendo la labile traccia
nell'erba. Questa, dopo essere salita, tende a perdere pendenza e
procedere a mezzacosta verso sinistra. Attraversiamo un evidente canale
che scende dall'alto con tanto di corso d'acqua (proveninete dalla
soprastante sorgente Sesia). Ora non ci resta che
salire il pendio erboso oltre il valloncello fino ad una evidente
spalla erbosa pianeggiante ed ampia. Seguiamo la dorsale erbosa
pianeggiante e poi in leggera discesa fino alla base delle due cime del
Pizzo di Giovanni: quella occidentale, sinistra e quella
orientale, a destra. Saliamo prima quella di sinistra seguendone la
facile, ripida e breve crestina erbosa che senza difficoltà ci porta
alla sua poco spaziosa vetta. Torniamo ai piedi della cresta. Andiamo
ora a sinistra, attraversando la selletta tra le due cime tramite una
brevissima crestina e prendiamo a salire la cima orientale, di poco più
alta della precedente e leggermente più impegnativa, per via della
maggior pendenza ed esposizione, nonché caratterizzata da fastidiosi
rododendri e bassi ginepri, per nulla difficile, ma che richiede una
certa attenzione in discesa. Saliti questi 20 metri finali stando sul
filo del baratro roccioso alla nostra sinistra, eccoci sulla sommità
più alta del Pizzo di Giovanni (2048 Mt.).
Discesa Ripercorriamo a ritroso i nostri passi.
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