Pizzo di Giovanni

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Frazione Rava - Ornica (BG)
Quota partenza 850 Mt. Quota di arrivo 2048 Mt.
Dislivello totale 1200 Mt. Sentieri utilizzati non numerati
Ore di salita 3 h.
Ore di discesa 2 h.
Data di uscita 19/03/2022 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Bella giornata di fine inverno. Sentieri poco segnalati fino ai Prati della Pigolotta, comunque facilmente intuibili e logici. Da qui in poi, cessano bolli ed indicazioni, salvo qualche bollo nelle vicinanze dell'ultima baita che incontreremo prima della cima (Baita Piazza). Occorre conoscere la zona, oppure avere una descrizione del percorso. Le tracce sono spesso confuse, labili, o inesistenti. Da evitare in caso di maltempo, specie con nebbia.

Eventuali pericoli
Un minimo di attenzione nell'ultimissimo tratto di salita alla cima Occidentale del Pizzo di Giovanni, in caso di terreno umido o presenza di neve: qui infatti la pendenza, l'esposizione e la natura del terreno possono creare qualche probema.
Presenza di acqua
Possiamo rifornirci d'acqua presso un abbeveratoio poco prima della chiesetta della Pigolotta. Oltre possiamo trovare acqua in un paio di torrentelli che scendono dalle pendici del gruppo del Pizzo dei Tre Signori.
Punti di appoggio
Troveremo baite, baitelle, cascine più o meno ben tenute lungo tutto il percorso, fino ai prati della Pigolotta. Da qui in poi, per almeno 1 ora, non troveremo altro che boschi e prati, fino ad arrivare ad una bella baita con portico e stalla annessa a 1750 metri di quota. Più in alto, dopo altri minuti di faticoso cammino, eccoci all'ultima baita (Baita Piazza, 1984 metri di quota) presso cui è possibile trovare riparo.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla. Ramponi indispensabili nel caso troviate neve nella parte finale della salita alle due cime del Pizzo di Giovanni.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Il versante meridionale del Pizzo dei Tre Signori scende ripido e con ampie balze rocciose verso la sottostante vallata; il Pizzo di Giovanni si eleva ardito e roccioso partendo da queste pendici, con un verticale strapiombo roccioso sul suo lato a valle, mentre il suo versante a monte presenta una facile salita tra aperti prati ripidi e brevi crestine senza difficiltà, se non quelle di individuare il percorso corretto, essendo quest'ultimo non segnalato, nè frequentato da molti escursionisti, anzi! L'escursione viene classificata EE, non tanto per le difficoltà che offre, ma per le suddette incertezze nel percorso, che richiedono una buona capacità di orientamento e di lettura del territorio. Bellissimo il panorama dalle due vette, una occidentale più bassa ed una orientale.
Descrizione percorso
Raggiungiamo il paesello di Valtorta, in Valle Brembana. Poco prima di arrivare nel centro abitato, una strada si stacca dalla provinciale verso destra. Con andamento pianeggiante proseguiamo verso un ponticello che attraversiamo. Eccoci alla frazione Rava. Dopo il ponte andiamo a destra e poco dopo prendiamo una ripida stradina verso sinistra che in breve ci porta al cospetto della piccola chiesetta di San Giovanni il Battista. Qui lasciamo l'auto in un piccolo ma comodo parcheggio. Iniziamo a camminare dando le spalle alla chiesetta e salendo lungo una ripida viuzza gradinata che in breve si immerge tra casette, orti e atri. Usciti dal pittoresco borgo, eccoci in un ampio prato. Proseguiamo nel prato seguendo una vaga traccia nell'erba. Superiamo un recinto con orti e asini ed entriamo in un boschetto misto. Facendo attenzione a non perdere il sentierino poco frequentato, saliamo velocemente. Man mano si sale il sentiero diviene più ampio fino a divenire una comoda mulattiera. Usciti dal boschetto eccoci tra prati in vista della frazione Grasso di Valtorta alla quale arriviamo in pochi minuti. Passando accanto ad alcune case, incrociamo una strada asfaltata che sale dalla nostra sinistra e che avremmo potuto seguire in auto fino a parcheggiare poco oltre, tra le case della frazione. Seguiamo la strada (via grasso) verso destra. Alla prima strada alla nostra sinistra, saliamo lungo un alto muro di pietra. Dopo circa 50 metri, ad un tornante destrorso, abbandoniamo la strada e saliamo verso destra in una viuzza cementata che si inoltra in un bosco dopo poche decine di metri. La stradina prosegue acciottolata, fiancheggiata da un bel muretto a secco coperto da muschio alla nostra destra. Dopo una decina di minuti, una apertura tra le piante ci consente di vedere un bel colpo d'occhio sulla zona dello Zuccone dei Campelli e della Corna Grande alla nostra destra. Arrivati in un prato con un grosso ciliegio, un capanno ed una cascina, il sentiero piega verso sinistra per entrare in una fitta faggeta. Qui troviamo finalmente dei bolli bianchi e rossi ma senza numero. Usciamo in una piccola radura erbosa al cui termine andiamo verso sinistra (freccia rossa su un faggio). Eccoci ad una seconda radura con un rudere che superiamo per proseguire tra numerose ginestre. Rientrati nel bosco seguiamo un sentierino ripido e con vari tornantini. Al termine della salita, il percorso procede verso sinistra in falsopiano. Ignoriamo un bivio e seguiamo il nostro sentiero verso sinistra. Alla nostra sinistra si vedono un paio di baite poco sotto il sentiero. Alla nostra destra si notano alcuni grossi massi disposti a formare una specie di muro muschioso. Pochi minuti ed ecco che il sentierino sbuca su una strada cementata agro-silvo-pastorale (percorribile con permesso e proveniente da Valtorta) che seguiamo verso destra. La strada sale ripida fino ad un ampio tornante sinistrorso (possibilità di parcheggio per auto con permesso) per poi divenire molto meno ripida. Superiamo una prima baita e subito dopo una seconda dotate di ampissimo panorama. Proseguiamo con pendenza limitata e regolare in un fitto bosco, sempre su comoda ed ampia strada ora sterrata. Ignoriamo una strada che sale verso sinistra. Arrivati ad una bella cascina poco più alta della strada alla nostra sinistra, eccoci ad un ampio spiazzo sterrato. Subito dopo il terreno della baita, verso sinistra si innalza una stradina cementata chiusa da una sbarra. Saliamo lungo la strada cementata piuttosto ripida. Siamo in un bel bosco di abeti. La strada in pochi minuti ci conduce all'inizio dei prati della località Pigolotta. Superato un abbeveratoio, abbandoniamo la sterrata e scendiamo alla nostra sinistra per entrare negli ampi pascoli della Pigolotta. Subito l'ambiente alla nostra sinistra appare idilliaco, con varie baitelle ben curate, prati dolci e ben tenuti, ampio panorama su Corna Grande, Campelli verso Sud; Menna e Arera verso Sud Est; Pradella, Monte Spondone, Pietra Quadra e Farno verso Est; Monte Secco e Pegherolo verso Nord-Est; Tre Signori, Cima Fontane e Pascaniello verso Nord. Al centro dei prati ecco spuntare una piccola cappelletta di legno che raggiungiamo per godere della tranquillità della zona. Dopo una pausa per goderci questo angolo di paradiso terrestre, torniamo sull'ampio sentiero sterrato e riprendiamo a salire con moderata pendenza. Al termine della salita, troviamo un bivio. Noi andiamo a destra, leggermente in salita. Il sentiero, ora stretto, piega verso destra e si immette in un fitto bosco di abeti. L'andamento diviene subito pianeggiante e taglia i ripidi fianchi della montagna. Camminiamo senza sforzo in un bell'ambiente fresco e ombroso. Mancano bolli e segnali, ma il percorso è ben evidente, anche se a volte appare confuso. Usciti dal bosco, attraversiamo un valloncello e riprendiamo a salire per rientrare poco dopo tra gli abeti. Superiamo un piccolo edificio dell'acquedotto con una misterioso scitta "Radice 10 minuti" ed una freccia verso l'alto. Passiamo davanti all'edificio e saliamo verso l'alto, sempre nel bosco. Ne usciamo poco dopo, trovandoci in una bellissima radura erbosa panoramica. Proseguiamo tra radure e boschi. Attraversiamo un secondo valloncello che scende dall'alto e al cui centro vediamo l'alveo asciutto di un torrentello. In alto, nel valloncello è ben visibile una grossa roccia. Tornati nel bosco per qualche minuto, ne usciamo definitivamente nei pressi di una stalla affiancata ad una baita a 1750 metri di quota. Riprendiamo fiato. Torniamo poi a salire seguendo un poco accentuato costoncino erboso dietro la stalla. Lo seguiamo verso l'alto senza traccia presente, ma con evidente direzione logica. La zona è molto aperta ed ariosa. Verso destra vediamo la sommità tondeggiante di Cima Fontane; verso sinistra appaiono invece le verticali pendici meridionali rocciose del Pizzo di Giovanni; mentre al centro si innalzano i contrafforti del Pizzo dei Tre Signori. Continuiamo a salire senza traccia fino ad incrociare un sentierino che proviene da destra e lo seguiamo verso sinistra. Il percorso alterna tratti ben evidenti ad altri in cui la traccia tende a perdersi tra l'erba ed il terriccio. Dopo un traverso verso sinistra, eccoci all'improvviso al cospetto di una baita (Baita Piazza, 1984 meri di altezza). Qui vediamo anche qualche bollo bianco e rosso. Alle spalle della baita si innalzano le pendici che culminano nella fascia rocciosa che regge il gruppo del Pizzo dei Tre Signori. Dalla baita proseguiamo verso sinistra, dirigendoci verso una vicina cavità sotto ad un paio di massi addossati. Superiamo la cavità e camminiamo seguendo la labile traccia nell'erba. Questa, dopo essere salita, tende a perdere pendenza e procedere a mezzacosta verso sinistra. Attraversiamo un evidente canale che scende dall'alto con tanto di corso d'acqua (proveninete dalla soprastante sorgente Sesia). Ora non ci resta che salire il pendio erboso oltre il valloncello fino ad una evidente spalla erbosa pianeggiante ed ampia. Seguiamo la dorsale erbosa pianeggiante e poi in leggera discesa fino alla base delle due cime del Pizzo di Giovanni: quella occidentale, sinistra  e quella orientale, a destra. Saliamo prima quella di sinistra seguendone la facile, ripida e breve crestina erbosa che senza difficoltà ci porta alla sua poco spaziosa vetta. Torniamo ai piedi della cresta. Andiamo ora a sinistra, attraversando la selletta tra le due cime tramite una brevissima crestina e prendiamo a salire la cima orientale, di poco più alta della precedente e leggermente più impegnativa, per via della maggior pendenza ed esposizione, nonché caratterizzata da fastidiosi rododendri e bassi ginepri, per nulla difficile, ma che richiede una certa attenzione in discesa. Saliti questi 20 metri finali stando sul filo del baratro roccioso alla nostra sinistra, eccoci sulla sommità più alta del Pizzo di Giovanni (2048 Mt.).
Discesa
Ripercorriamo a ritroso i nostri passi.

Note
In qualche relazione e libro, il Pizzo di Giovanni è indicato come Pizzo di San Giovanni. Comprando il permesso di transito (non un semplice ticket...) presso il comune di Ornica, è possibile salire in auto fino al piazzale sterrato nei pressi dei Prati della Pigolotta, oppure più facilmente con mezzi non 4x4, all'ampio tornante al termine dell'asfalto lungo la strada agro-silvo-pastorale Valtorta-Costa-Pigolotta-Colle Dudello. Per altre foto della salita fino ai Prati della Pigolotta, vedi la relazione del 26-09-2020.
   

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I Prati della Pigolotta

Per aperti prati verso Baita Piazza

   

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Le due cime di Pizzo Giovanni e la sella erbosa da raggiungere

Baita Piazza sotto i contrafforti del Tre Signori

   

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I dirupati versanti rocciosi meridionali del Pizzo Giovanni

Omar tra le due cime del Pizzo Giovanni

   

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Sulla Cima Orientale più bassa

Verso la Cima Occidentale più alta

   
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Ultimi metri per la Cima Occidentale Dalla Cima Occidentale vista su quella Orientale