Meteo un po' incerto la mattina che è andato migliorando nel pomeriggio. Il sentiero che conduce all'attacco è evidente. La ferrata che si percorre in discesa
non è difficile, però presenta dei tratti molto unti e, se bagnata,
decisamente scivolosi.
Sui tratti in artificiale la roccia è ottima mentre sulle lunghezze che si percorrono in arrampicata libera un po' delicata. |
Descrizione
generale
Il monte Colodri è il simbolo dell'arrampicata nella Valle del Sarca. E' situato immediatamente a nord dell'abitato di Arco e presenta pareti molto verticali e strapiombanti percorse quasi ovunque da itinerari d'arrampicata. Dalle linee classiche lungo fessure e diedri affrontate già nella seconda metà degli anni '70 a quelle estreme in artificiale o chiodate per l'arrampicata libera su difficilissime placche.
Questo itinerario è stato aperto da Diego Filippi e Roland Galvagni nel 2010 e ricorda l'amico Renzo Zambaldi morto tragicamente mentre scendeva dalla vicina ferrata.
Le lunghezze centrali (L3 e L4) si svolgono lungo il diedro obliquo che sale dritto in direzione del tetto (itinerario di seguito descritto). Noi abbiamo preferito salire le più invitanti lunghezze della via "Primi Sogni", che corre pochi metri a sinistra del diedro stesso lungo una bella placconata. Un breve traverso a destra ci ha poi permesso di raggiungere la S4.
Attacco, descrizione della via
Da Arco di Trento imboccare la strada che conduce ai campeggi e alla piscina comunale ove conviene parcheggiare.
Seguire il sentiero che conduce alla ferrata del Colodri e, raggiunto l'attacco, costeggiare la parete verso destra (viso a monte). Abbassarsi per qualche metro sino ad una placca grigia compatta (visibili numerosi chiodi a pressione).
1° tiro:
salire in verticale lungo la placca grigia e al suo termine proseguire per facili rocce sino al muretto successivo dove si trova la sosta (chiodo+fix+2 chiodi a pressione). 35 Mt., A1, III.
2° tiro:
traversare verso destra lungo la terrazza e rimontare la parete. Proseguire in obliquo verso destra sino a portarsi nei pressi della parete vera e propria. Qui attrezzare una sosta su di un albero posto alla base di una grande placconata gialla appoggiata. Sul tiro sono presenti dei cordoni e qualche chiodo a pressione per indicare il percorso. Nei pressi della sosta si trova l'attacco della via Pomi Coti. 35 Mt., III.
3° tiro:
salire sfruttando il diedro. Sosta da attrezzare su pianta. 35 Mt., IV, IV+.
4° tiro:
continuare lungo la direttrice del diedro identificando i punti più deboli. In corrispondenza di un piccolo strapiombino spostarsi a sinistra e raggiungere la "Grotta delle Capre", dove si attrezza la sosta (pianta). 35 Mt., IV+, V+.
5° tiro:
salire la placca sopra la sosta e raggiunto lo strapiombo traversare a sinistra sino alla sosta (3 chiodi a pressione+fix). 20 Mt., V+, A1.
6° tiro:
da qui la via acquista interesse. Salire il grande strapiombo ed affrontare il successivo tetto. Raggiunta la sovrastante placca verticale sostare (3 chiodi a pressione+fix). 25 Mt., A2.
7° tiro:
lunghezza breve. Continuare in verticale lungo la placca appoggiata sino a raggiungere la sosta (3 chiodi a pressione+fix). 20 Mt., A1.
8° tiro:
proseguire per placca e poi aggirare a sinistra uno spigolo. Sostare sotto un piccolo tetto (3 chiodi a pressione+fix). 20 Mt., A1.
9° tiro:
superare il piccolo tetto e proseguire sulla parete verticale sino ad uscire sulla sommità. La sosta (3 chiodi a pressione) è difficile da individuare. 30 Mt., A2, A1.
Discesa
Dal termine della via raggiungere in breve il sentiero (segnavia bianchi e rossi) e seguirlo verso sud (sinistra) sino a
raggiungere la ferrata del Colodri (n. 431B) che scende in direzione di Arco e velocemente riporta al parcheggio. |