Descrizione generale
Dal
Passo degli Omini, tra la Val Sedornia e la Valzurio, in direzione
Nord-Ovest
si sviluppa una sottile dorsale principalmente erbosa che, giunta
alla Cima degli Omini,
cade ripida verso una sella erbosa (bocchetta Bassa di Val Scura, 2103 Mt.) e risale ad una vetta pochissimo
salita ed altrettanto poco conosciuta: la Cima di Valscura. Per salirvi
è però consigliabile seguirne la breve e facile crestina Nord-Ovest, ossia
quella
opposta a quella rivolta verso la Cima degli Omini. Per arrivare a
questa via di salita, partendo da Colere, in Val di Scalve, dobbiamo
percorrere la bellissima Val Conchetta,
panoramica e luminosa, che già da sola merita una visita. Oltre a
questa cima semi sconosciuta, saliamo la vicina Cima di Fontanamora,
dalla caratteristica forma squadrata e, come la precedente, con evidenti stratificazioni orizzontali; durante questa piacevole
escursione,
conviene salire anche il bel Monte Ferrante lungo l'aereo e roccioso
spigolo (o cresta) Nord, certamente non difficile tecnicamente (max II grado), ma
moderatamente impegnativo e sicuramente esposto. Bellissima la vista
sulla parete Nord della Presolana. Scesi dal Ferrante per il classico
sentiero segnalato (verso Sud-Est), passeremo poi dal Passo dello Scagnello e dal
sottostante Rifugio Albani, dal quale ritorneremo comodamente a Colere.
In generale si tratta di una escursione adatta escursionisti preparati
ed esperti, sia per i tratti di percorso non segnalato per la Cima di
Valscura, che per quelli esposti e rocciosi, seppur facili, per il
Monte Ferrante.
Descrizione percorso
Giunti
a Colere, nella bellissima Val di Scalve, raggiungiamo la stazione di
partenza degli impianti sciistici e qui parcheggiamo l'auto. Saliamo a
piedi lungo la vicina via Carbonera. Passiamo accanto alla minuscola
piazzetta San Rocco dove si trova l'omonima chiesetta, datata 1629.
Passiamo sotto ad un porticato ed eccoci ad un incrocio dove, salendo
lungo un'altra strada, potremmo lasciare l'auto. Qui si trova anche una
piccola bacheca in legno con mappa. Saliamo ora a destra lungo un'ampia
strada
sterrata piuttosto ripida, entrando in un rado boschetto. Superiamo un
cartello indicante che stiamo per entrare in un Sito di Importanza
Comunitaria (SIC). Sulla sinistra si apre una stretta valletta tra alte
rupi. Noi proseguiamo dritti lungo l'ampia strada, seguendo le
indicazioni di una palina che segnala il sentiero n. 403 per il rifugio
Albani. Il percorso, sebbene ripido, è agevole. Senza mai abbandonare
il percorso principale ed ignorando le deviazioni verso sinistra per il
sentiero invernale che evita le piste da sci, imbocchiamo proprio il
sedime di queste ultime, molto ripide. Arrivati in località Frassinetto
(1243 Mt.), una palina ci indica di proseguire per il
sentiero n. 404 per la Malga Polzone, sempre lungo le piste. Un'altra
palina più avanti ci conferma la direzione. Ora ci muoviamo su strada
cementata. Superiamo un acquedotto. Bella la vista a sinistra sul
versante Nord della Presolana. Seguiamo sempre il tracciato delle piste
fino alla nuova stazione della seggiovia. Andiamo poi a destra ed
eccoci così presso Malga Polzone, a 1570 Mt. Presso la
bella baita vediamo una freccia in legno che indica la Val
Conchetta verso destra. Andiamo quindi in questa direzione, entrando
ben presto in una zona di bei larici su ampio sentiero sassoso.
Trovata una palina che indica il sentieron. 404 per il Passo di
Fontanamora, la seguiamo. Guardando a destra è ben visibile il solco
della Valle di Belviso con
la diga del Gleno. Seguiamo il percorso segnato e tra dossi e conche ci
inoltriamo nella valle, restandone alti e a mezzacosta. Dopo meno di
20' superiamo una
bella ed isolata baita (Malga Conchetta a 1785 Mt.).
Proseguiamo perdendo leggermente quota.
Entriamo poi in un boschetto. Semre in mezza costa compiamo un ampio
semicerchio in senso orario. Al termine del semicerchio entriamo in
un'ampio vallone che scende da sinistra, chiuso dai ripidi versanti del
Monte Ferrante sulla sinistra e dalla lunga cresta che si sviluppa tra
il PIzzo di Petto e la Croce del Pizzo di Petto sulla destra. Ignoriamo
una freccia che segnala la direzione per la Croce del Pizzo di Petto
(CAI Bellusco). Risaliamo
il vallone, prima per prati, seguando il sentiero n. 404. Manca 1 ora
al Passo di Fontanamora. Più saliamo, più il terreno diviene sassoso.
Bella la vista sulla parete del Ferrante alla nostra sinistra. Ormai in
vista del passo, osserviamo la sottile ed articolata cresta che dal
Pizzo di Petto si dirige verso la Croce del Pizzo. Incrociamo ora il
sentiero n. 401 che seguiao verso sinistra. Al passo (2224 metri di
quota), una palina ci
indica la direzione per il rifugio Albani, sempre lungo il sentiero n.
401. Lo seguiamo fino a costeggiare una evidente e grande pietraia alla
nostra destra, posta sotto ai gradoni rocciosi della Cima di
Fontanamora. La cima di Valmora è ben visibile oltre la pietraia,
appuntita e con la cresta da seguire che appare rocciosa nella parte
bassa ed erbosa in alto. Tagliamo la pietria verso destra, senza alcuna
traccia di passaggio o segni (ho lasciato qualche ometto durante il mio
passaggio). Puntiamo ad un evidente terrazzo erboso dalla curiosa forma
a mezza luna. Lo raggiungiamo e poco dopo aggiriamo il costone Sud-Ovest che
scende dalla Cima di Fontanamora. Ora la Cima di Valscura ci appare in
tutta la sua forma appuntita e con la sua cresta da seguire. Scendiamo
per facili prati puntellati di sassi verso la sella che divide la
nostra cima da quella di Fontanamora (Bocchetta Alta di Val Scura; 2223 Mt.). Attacchiamo la crestina che si
presenta ricca di facili gradini rocciosi alternati a balze erbose.
Facciamo un minimo di attenzione alla pendenza pronunciata e al suolo a
tratti scivoloso. Superate queste zone miste, la pendenza tende a
diminuire e il terreno diviene erboso. Man mano ci avviciniamo alla
vetta, la cresta si abbatte, fino all'ultimo tratto semipianeggiante.
Uno striminzito e solitario ometto ci aspetta. Bellissima la vista
sulla dirimpettaia cima di Fontanamora e sul più distante Monte
Ferrante. Ben evidente è anche la Cima degli Omini con il suo ripido
versante che scende alla sella che la divide dalla Cima di Valscura.
Ripercorriamo con attenzione il tracciato seguito fino a tornare sul
sentiero n. 401. Ora lo seguiamo verso destra e ci dirigiamo verso
l'Albani. Il sentiero ci porta alla base di una facilissima dorsale
erbosa (Nord) che risaliamo fino alla sua sommità: la Cima di
Fontanamora,
dove una piccola asta metallica segnala la vetta. Ridiscendiamo fino al
sentiero 401 che seguiamo verso destra. Scendiamo lungo un bel tratto
di percorso a mezzacosta fino ad arrivare alla Forcella (o Passo) del
Ferrante. dobbiamo affrontare il suo spigolo Nord, che da qui appare
decisamente erto ed esposto. Senza via obbligata, risaliamo lo zoccolo
erboso che ci porta all'attacco dell'evidente spigolo. Possiamo
affrontarlo direttamente, oppure aggiraro leggermente verso destra e
riprenderlo poco più in alto, riducendo così un poco le difficoltà
iniziali. Non ci resta che seguirne fedelmente il filo, inizialmente
quasi verticale, su roccette miste ad erba. Man mano si sale le
pendenze si riducono, ma la roccia diviene predominante. Conviene non
allontanarsi mai dal filo di cresta, evitando gli invitanti tratti
erbosi alla nostra destra. Le difficoltà sono contenute nell'ordine del
I-II grado, su roccia solida, con passaggi piuttosto esposti. Più in
alto la cresta si abbatte un poco ma occorre comunque molta attenzione
in quanto l'esposizione non accenna a diminuire e spesso ci troviamo a
cavalcioni sui blocchi calcarei. Superiamo una bella placca appoggiata
povera di appigli e poco dopo eccoci giunti ad una antecima, vediamo
ormai a portata di mano la croce di vetta, ma occorre pazientare ancora
un poco. Un paio di passaggi ancora un poco esposti ed eccoci agli
ultimi camminabili metri per arrivare ad un grosso ometto di sassi e
alla vicina croce del Monte Ferrante. Bellissimo il panorama.
Discesa Scendiamo
ora lungo il sentiero segnalato lungo il facile versante Sud-Est , che
rappresenta anche la normale e frequentata via di salita al Monte
Ferrante. Il tracciato sassoso è un poco ripido e leggermente
sdruciolevole, ma facile e breve. Arrivati al termine della discesa, ci
troviamo su ampi prati. Proseguiamo fino alla base della breve e banale
salita al Monte Ferrantino, poc pronunciato e che possiamo
tranquillamente evitare. Proseguiamo la discesa, sempre per prati, fino
all'evidente (ed impattante...) stazione d'arrivo degli impianti
sciistici. Lasciamo tale edificio alla nostra sinsitra e proseguiamo
verso il vicino rifugio Chalet dell'Aquila, posto in posizione molto
panoramica. Dopo una meritata pausa riprendiamo la discesa verso il
Passo Scagnello: camminiamo lungo un bel sentierino che serpeggia tra
dossi e vallette erbose, miste a qualche roccia affiorante. Arrivati al
passo, ignoriamo la discesa verso destra che porterebbe in Valzurio.
Noi continuiamo il percorso verso l'ormai vicino rifugio Albani che
raggiungeremo in meno di 30'. La discesa è tranquilla e sempre su
sentiero segnalato ed alterna tratti in falsopiano con brevi discese,
punti aperti ad piccole conche. Bellissima la vista sullo spigolo Nord
della Presolana. Dopo qualche minuto di pausa presso
l'Albani, imbocchiamo il tracciato n. 403 verso Colere. Il sentiero
scende rapido su fondo pietroso. Supera una bella baita in una conca.
Qui ignoriamo il sentiero n. 402 per la Ferrata della Porta (palina).
Entriamo in un vallone sassoso e superiamo una fascia di rocce scura
alla nostra sinistra. Attraversiamo un tratto che pare il fondo
asciutto di un vecchio torrente. Poco dopo ecco una palina. Ignoriamo
il sentiero n. 406 per Malga Polzone. Scendiamo tra radi larici ed
abeti. Man mano scendiamo la vegetazione riprende vigore. Entriamo poi
nel fitto bosco sottostante. Ad una palina seguiamo il n. 403 per
Colere, ignorando una scorciatoia (403A). Sempre restando nel bosco,
arriviamo poi sulle piste da sci di Colere che non seguiamo, ma
rientriamo subito a destra tra le piante del bosco lungo il tracciato
degli sci alpinisti (segni gialli sulle piante con la sagoma di uno sci
alpinista). Arrivati ad un caratteristico ponte coperto di legno,
attraversiamo un valloncello, superiamo una bella baita e riprendiamo
la comoda discesa ombrosa. Eccoci ora fuori dal bosco in località
Frassinetto e da qui per ampia sterrata gia fatta all'andata, torniamo
all'auto.
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