Cima di Campo, Punta Vallevrina, Monte Cornet e Croce di Buldet

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Loc. Lantana - Castione d. Presolana (BG)
Quota partenza 1150 Mt. Quota di arrivo 1364 Mt. Cima di Campo
1403 Mt. Punta Vallevrina
1431 Mt. Monte Cornet
Dislivello totale 1000 Mt. con i numerosi saliscendi
Sentieri utilizzati non numerati
Ore di salita 2 h. 45' per la Cima di Campo
1 h. 15' per le Cime di Vallevrina
45' per il Monte Cornet
10' per la Croce di Buldet
Ore di discesa 2 h. 30'
Data di uscita 03/06/2023 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Caldo e soleggiato per l'intera camminata. Sentieri segnalati solo nella primissima parte del percorso, poi ci si muove su tracce non indicate né bollate, a volte poco o per nulla visibili.

Eventuali pericoli
Nessuno. Una certa attenzione lungo alcuni passaggi in traverso su pendii erbosi molto ripidi. Anche un paio di punti tra il Monte Cornet e la Croce di Buldet risultano esposti.
Presenza di acqua
Troverete acqua presso il santuario di Lantana alla partenza.
Punti di appoggio
Durante la discesa iniziale verso Cascina di Tede Alta, ci imbatteremo in un paio di baite. Appena iniziata la salita verso il Monte Campo, dopo aver superato il greto del torrente sul fondovalle, passeremo accanto ad un altro paio di baite. Per il resto, cioè l'80 per cento della camminata, non ho trovato alcuna possibilità di riparo.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Gruppetto di cimette della Val Seriana, di bassa quota, poste tra il Monte Pora, la Presolana e la Val Borlezza. Assieme al Monte Varro formano una zona di piacevoli sommità boscose pochissimo frequentate e probabilmente ancor meno conosciute. Non si tratta certo di vette di cui vantarsi d'aver salito, ma sono l'ideale per periodi invernali o di inizio primavera, nonchè per gli amanti delle zone selvagge e pochissimo frequentate. Da sottolineare anche la forte presenza di fauna. Tutte le cime di questa camminata si raggiungono senza difficoltà, ma, essendo il percorso non segnato, necessitano di una certa capacità di orientamento e di abitudine a muoversi su terreni ripidi e in alcuni punti esposti.
Descrizione percorso
Salendo la Valle Seriana, arriviamo a Castione della Presolana. Deviamo a destra seguendo le indicazioni per il Monte Pora ed entriamo nell'abitato di Lantana. Arriviamo al santuario e lasciamo qui l'auto presso l'ampio parcheggio. Camminiamo lungo via Predussolo che dopo 400 metri diviene vietata alle auto. Proseguiamo in discesa su strada che in breve diviene sterrata. Presso un'ampia curva destrorsa, vediamo una bacheca con cartina della zona, alcuni tavolini, un crocefisso e un cartello che ci informa di essere nel parco locale di interesse sovracomunale (plis) del Monte Varro. Sulla destra della curva si nota una freccia di legno che indica la Val di Tede: scendiamo quindi verso destra lungo un fresco e gorgogliante torrentello che ci tiene compagnia nel fitto ed umido bosco. Sempre seguendo il sentierino, a volte scivoloso, arriviamo nei pressi di una baita, qui ci spostiamo a sinistra ed andiamo ad incrociare un ampio sentiero che scende da sinistra. Lo seguiamo verso destra in discesa ed in breve arriviamo alla Cascina di Tede Alta (in parte diroccata). Davanti a noi abbiamo un cartello che indica Lantana verso sinistra. Proseguiamo lungo l'ampio sentiero verso destra in leggera discesa, con alcuni tratti cementati. Alla nostra sinistra possiamo vedere un greto asciutto di un torrente. Usciti dal bosco camminiamo su una sterrata. Giunti ad una palina sulla destra che ci segnala la nostra provenienza da Lantana, deviamo verso sinistra ed andiamo ad attraversare il greto del torrente, quasi sempre asciutto. Dalla sponda opposta seguiamo una evidente strada sassosa che sale con costanza. Sulla destra superiamo una prima stradina che conduce ad un cancello e poco dopo una seconda. Noi stiamo sulla strada sassosa. Oltrepassiamo un primo cartello che indica una proprietò privata, poi un secondo ed un terzo con tanto di divieto (infranto...) per le motociclette. Giunti ad una evidente sbarra rossa di metallo, notiamo pochi metri prima, sulla sinistra un sentierino che sale inoltrandosi tra fitti pini mughi. Prendiamo questo sentierino che si sviluppa in una trincea naturale. Sopra le nostre teste i pini mughi creano quasi una volta verde. Saliamo senza possibilità di errore lungo questa trincea che ai lati si innlaza per due o tre metri. La pendenza è decisa, ma non sostenuta, ma questa aumenta man mano si sale. Dopo un breve tratto in falsopiano, ci troviamo ad incrociare un ampio canale sassoso che dobbiamo risalire verso destra con una certa fatica e su terreno molto instabile. Si tratta di un valloncello molto ripido ed invaso da massi, piante cadute, arbusti e sassi sdrucciolevoli. Più in alto entriamo in un fitto bosco misto, ed il tracciato diviene più agevole per un breve tratto, poi le pendenze aumentano molto e ci troviamo ad arrancare in un profondo solco scavato dal passoggio delle moto da cross. Il terreno è fatto da piccoli sassi a scaglie e la fatica è notevole, ma in breve eccoci alla sommità del valloncello. Ci troviamo ad una sella boscosa tra la Cima di Campo a sinistra e la Punta Vallevrina a destra. Scendiamo lungo il versante opposto su sentierino tra gli arbusti. Il tracciato tende verso destra. Poco più in basso, ignoriamo una evidente deviazione che sale verso le cime di Vallevrina e che seguiremo più tardi, di ritorno dalla Cima di Campo. Prseguiamo la discesa, ora più ripida e su terreno sassoso. Quasi sul fondo della valle in cui ci siamo calati (Valle di Frucc) vediamo un rudere alla nostra sinistra. Pochi metri ed eccoci su fondo della valle, presso un ampio tornante destrorso. Qui parte un sentiero che scenderebbe verso Onore. Proprio sul tornante abbiamo una bella vista sulla Cima di Campo, con il suo versante franoso, quasi simile ad un calanco. Le sue pendici sono pietrose e ripide, solcate da profonde scanalature da erosione causate dalla pioggia. Saliamo dritti lungo una traccia quesi invisibile che si inoltre presto in un bel bosco fitto, abbandonando il tornante. Un cartello di divieto di caccia ci aiuta ad individuare la traccia. Possiamo restare a sinistra e costeggiare alcune placche appoggiate affioranti, oppure entrare nel bosco e seguire una traccia serpeggiante. In ogni caso le die alternative si ricongiungono più in alto. Arrivati ad una bellissima conca erbosa, circondata da abeti, usciamo dal bosco e stiamo sul lato sinistro della radura. Ora non esistono tracce da seguire, ma possiamo intuire che la Cima di Campo sia alla nostra sinistra. Quindi con percorso libero rientriamo nel bosco alla sinistra della conca e cerchiamo il percorso più agevole, iniizalmente nel fitto del bosco e poi, man mano si sale, tra arbusti, cespugli, pini mughi e poi su ripidissimo pendio prativo, punteggiato da betulle. Con molta fatica ed un poco di intuito arriviamo sulla sommità della Cima di Campo, dalla quale abbiao una bella vista sulle cime della Punta Vallevrina che andremo a percorrere poi e sul Monte Varro; dalla parte opposta possiamo vedere anche il cupolone del Monte Pora. In vetta non ci sono segni, se non un minuscolo ometto alto non più di 20 cm. Torniamo nella sottostante conca, sempre con percorso libero. Da qui ripercorriamo la strada già fatta fino al rudere e poi saliamo fino a poche decine di metri dalla selletta tra la Cima di Campo e la Punta Vallevrina. Sulla sinistra, vediamo la evidente deviazione a sinistra, ignorata in precedenza. Questa volta la seguiamo salendo dritti lungo un ripido prato. Poco dopo la traccia sparisce quasi completamente. Ora dobbiamo proseguire ad intuito. Possiamo restare il più fedele possibile alla linea di cresta, oppure traversare lungo ripidi pendii arbustivi e prativi. Durante l'andata stiamo sotto la cresta e tagliamo i pendii. In questo modo allungheremo il percorso, poichè dobbiamo attraversare numerosi valloncelli che scendono dall'alto. ad un certo punto, sotto di noi verso sinistra, vediamo una baita, quando siamo arrivati sulla verticale della baita, incrociamo un valloncello meno ripido degli altri; conviene ora salire nel valloncello e portarsi ad una selletta in cresta. Ora seguiamo la cresta tra un paio di saliscendi ed un paio di sommità più o meno accentuate. Quando siamo su una di queste che alla nostra destra presenta un versante dirupato e sassoso, significa che siamo sulla prima delle cime di Punta Vallevrina. Proseguiamo tranquillamente fino ad una seconda sommità, anch'essa con il versante dirupato. Da questa scendiamo qualche metro, per poi risalire un'altra cimetta erbosa con qualche pianta sulla vetta. Da qui si scende ripidamente fino ad una stretta sella, dove vediamo un cartello di divieto di caccia, per poi risalire tra betulle. Continuiamo così tra ripidi saliscendi ed anomime cimette boscose. Ad un certo punto dobbiamo abbandonare il filo di cresta per traversare su ripidissimi canali erbosi. Superiamo un pino solitario e poi arriviamo su un costone con uno stretto canalino che scende verso sinistra. Eccoci poi ad un salto roccioso, facile ma parzialmente esposto. In breve eccoci sulla vetta di Cima di Campo. Anche qui non abbiamo simboli di  vetta. Proseguendo con lo sguardo lungo la cresta, possiamo vedere a poca distanza una grande croce in ferro. Camminiamo lungo la cresta abbassandoci un poco per poi proseguire con brevi saliscendi, con qualche passaggio esposto tra erba e rocce affioranti e dove usare un poco le mani. In breve eccoci alla dolce dorsale erbosa dove sorge la grande croce di Buldet, con libretto di vetta e campanella.
Discesa
Ritorniamo lungo la lunga crestina che dalla Croce di Buldet, passa per il Monte Cornet e le cime di Vallevrina. Questa volta però, non abbandoniamo mai il filo di cresta: in alcuni casi, specie verso la fine dovremo cercare il percorso migliore tra piante ed erbusti. Arrivati alla sella tra queste ultime e la Cima di Campo, scendiamo verso sinistra e ripercorriamo a ritroso il percorso dell'anda.

Note
Il percorso odierno è abbastanza lungo, ma per chi ha molta gamba, potrebbe essere aggiunta anche la salita al vicino Monte Varro, dal quale è possibile osservare le altre cime raggiunte (vedi relazione del 07-05-2022). La Croce di Buldet è stata recentemente eretta a breve distanza lungo la prosecuzione della cresta che dal Monte Cornet scende verso la Valle Righenzolo ed è facilmente raggiungibile tramite un sentiero che sale da Onore, ben evidente dalla croce stessa. La punta Vallevrina, in alcune relazioni è indicata anche come cima; in altri casi viene chiamata Vallerina o anche Vallervina.
Commenti vari
Peccato che la zona sia frequentata più da motociclisti che da escursionisti, come testimoniato dai profondi solchi delle ruote in alcuni tratti; durante le occasioni in cui ho camminato in queste zona, non ho mai incontrato alcuna persona, se non nella prima parte della Val di Tede, mentre mi sono sempre imbattuto in numerosi enduristi che scorrazzavano rumorosamente ed allegramente in gruppo, in barba a tutti i divieti presenti...
   

Ingrandisci

Ingrandisci

Il torrente che scende verso la Val di Tede

Il versante franoso della Cima di Campo.
Nel cerchio si notano i motociclisti
   

Ingrandisci

Ingrandisci

Dalla Cima di Campo vista sulle cime di Vallevrina

Le Cime di Vallevrina
   

Ingrandisci

Ingrandisci

Verso il Monte Cornet

Omar verso il Monte Cornet
   

Ingrandisci

Ingrandisci

La Croce di Buldet

La dorsale boscosa percorsa vista dalla Val di Tede