Descrizione generale
La parete est del Catinaccio non ha bisogno di molte presentazioni. Solare e ben visibile dai vari rifugi sottostanti è meta gettonata da parte di tanti alpinisti e le linee che la solcano sono abbastanza note, conosciute e ben relazionate. Forse un'unica eccezione va fatta per la via Placcomania. Non che non sia conosciuta o relazionata, ma a causa della "doppia apertura" e del concatenamento proposto sul libro del Bernardi si trovano relazioni differenti tra loro. Quella che troverete a seguire è frutto della nostra ripetizione nella quale abbiamo cercato di interpretare le varie informazioni in nostro possesso. Non è ben chiaro se il muro finale sia in comune con la via Pilastro Marina o se i due itinerari siano indipendenti.
Placcomania venne salita da Maurizio Giordani e Mauro Girardi nel luglio 1987 i quali la lasciarono attrezzata solo in minima parte. Il 14 settembre 2002 Fabio Giongo, V. Lacchin e D. Clerici ricalcarono le orme dei loro predecessori pensando di aver aperto un nuovo itinerario e lo dedicarono a Tita Piaz, il "Diavolo delle Dolomiti", intitolando la via "Un diavolo per amico". A Giongo e compagni va comunque il merito di aver lasciato ottimamente attrezzato questo itinerario. L'arrampicata si snoda principalmente su una successione di placche solide e lavorate con roccia quasi sempre ottima.
Attacco, descrizione della via
I sentieri per l'avvicinamento partono dalla piccola contrada Gardeccia situata sopra Pera di Fassa. Purtroppo non è possibile raggiungere la frazione mediante macchina in quanto vige un divieto di circolazione durante tutto l'anno. E' possibile servirsi del
bus navetta (andata e ritorno 10 Euro) per evitare una lunga camminata su strada asfaltata.
La navetta parte a Pera di Fassa in corrispondenza di un parcheggio che si incontra sulla destra salendo verso Canazei. C'è una seggiovia e un grosso cartello "Bus per Gardeccia". Le corse sono abbastanza frequenti.
La
navetta vi lascerà in corrispondenza del rifugio Gardeccia. Da qui camminare lungo la
carrozzabile (sentiero n. 546) che sale ai rifugi Vajolet e Preuss passando
a breve distanza dall'imponente parete est del Catinaccio. Poco prima di arrivare al rifugio Vajolet imboccare il sentiero
verso sinistra (n. 541) che conduce al Passo delle Coronelle ed al
rifugio Fronza. Portarsi quasi all'estremità sinistra della parete dove è ben evidente un camino che la solca interamente. Si attacca, pochi metri a destra di questo camino, per una fessura biancastra verticale.
1° tiro:
si segue la fessura. Al suo termine si aggira a destra uno strapiombino e si segue il breve diedrino. Dal primo pulpito (non arrivare al secondo più alto) si obliqua un po' a destra e poi su dritti per placca, non difficilissima ma quasi improteggibile, fino alla sosta (2 chiodi+cordoni+moschettone). 45 Mt., V-, IV, V, 5 chiodi.
2° tiro:
seguire la spaccatura e poi per risalti fino una cengia dove si sosta (1 chiodo). 25 Mt., III+, II, 1 chiodo.
3° tiro:
spostarsi a destra e salire appena a destra dello spigolino obliquando, dopo i primi metri, decisamente a sinistra. Poi si sale per un vago canalino fino un comodo punto di sosta (1 spit+1 clessidra+cordini+maglia rapida). Qualche metro più a destra è visibile un ancoraggio (2 chiodi+cordone+maglia rapida) che conviene sfruttare durante la discesa in corda doppia.
30 Mt., IV+, II, 1
chiodo, 1 clessidra con cordone.
4° tiro:
obliquare un po' a sinistra e poi su dritti per placca, tendendo leggermente a destra, fino alla sosta (4 chiodi+1 clessidra+cordoni+maglia rapida). 50 Mt., IV-, V, V-, 7
chiodi (2 dei quali vicini).
5° tiro:
salire puntando ad una piccola fascia strapiombante sulla destra del camino. Seguirla verso destra e, quando possibile, salire ritornando un po' a sinistra fino alla sosta (3 chiodi+cordoni+maglia rapida). E' anche possibile superare direttamente la fascia strapiombante e salire dritti alla sosta. 45 Mt., IV-, IV, V-, 2 chiodi, 1 clessidra con cordino.
6° tiro:
traversare a sinistra superando il camino. Appena oltre si sale per fessura uscendone a destra e continuando fino una conchetta. Ci si alza un poco sulla sinistra per raggiungere la sosta (1 grossa clessidra con cordone). 30 Mt., IV, VI, V, IV+, 3 chiodi.
7° tiro:
obliquare un po' a sinistra e poi su dritti per fessura/caminetto fino una terrazza. La sosta (1 chiodo+1 clesidra+cordoni+maglia rapida) si trova verso il bordo destro della terrazza alla base della placconata successiva. 55 Mt., III+, IV-, 2
chiodi (vicini).
8° tiro:
dritti per muretto che poi diviene più semplice. Giunti ad una vaga cengia si sale obliquando leggermente a sinistra fino a raggiungere la sosta (3 chiodi+cordoni+maglia rapida). 45 Mt., IV-, III, 2 chiodi.
9° tiro:
risalire la placconata obliquando a destra e puntando alla forcella formata dall'evidente pilastro. Senza raggiungerla, quando si è ancora un po' più bassi, si sale il muro verticale che, sulla destra, forma uno spigoletto arrotondato. La sosta (3 chiodi+cordoni+maglia rapida) è un po' più alta della forcella. 55 Mt., IV-, IV, IV+, V, VI-, 2 chidi, 4 clessidre con cordini.
10° tiro:
si salgono gli ultimi metri della placca fin sotto una fascia di rocce verticali/strapiombanti dove si trova una sosta (3 chiodi+cordone+moschettone. 15 Mt., IV+, se si ha intenzione di scendere in corda doppia non conviene proseguire oltre). Spostandosi un poco a sinistra si imbocca un caminetto nascosto e, salendo verso destra su rocce via via più semplici, si raggiunge la cresta sud dove si sttrezza una sosta (spuntoni). 30 Mt., IV+, III, 1 chiodo, 2 soste intermedie (1 spit+1 chiodo; 3 chiodi+cordoni+moschettone).
Discesa
L'alternativa più rapida è sicuramente scendere in corda doppia sulla via. Altrimenti, raggiunta la cresta sud, si può optare se scendere o raggiungere la vetta (circa 1 h. 15') attraverso di essa.
Per le calate in corda doppia si inizia dalla sosta a metà L10 (o direttamente dalla
S9):
1a. calata: 15 Mt. dalla S10 alla S9;
2a. calata: 50 Mt., dalla S9 alla S8;
3a. calata: 40 Mt., dalla S8 alla S7;
4a. calata: 45 Mt., dalla S7 giù dritti (più a destra, viso a monte, rispetto alla linea di salita) fino un ancoraggio un po' più alto di S6;
5a. calata: 30 Mt., fino alla S5;
6a. calata: 40 Mt., dalla S5 alla S4;
7a. calata: 45 Mt., dalla S4 all'ancoraggio più a destra e poco più alto della S3;
8a. calata: 60 Mt., fino alla S1. Attenzione, si è al limite delle corde!;
9a. calata: 45 Mt., dalla S1 a terra.
Non conviene transitare nuovamente dal rifugio Vajolet ma scendere direttamente in direzione del rifugio Gardeccia. E' necessario scendere inizialmente per pratoni fino a congiungersi al sentiero n. 550 (oppure, soluzione più lunga, seguire verso destra il sentiero n. 541 fino al bivio col 550). Si giunge nei pressi del rifugio Catinaccio (molto vicino al Gardeccia) e ci si porta alla fermata del pulmino. |