Catinaccio - Via Leviti/Nemela

 
Zona montuosa Dolomiti - Gruppo del Catinaccio Località di partenza Rifugio Gardeccia - Pozza di Fassa (TN)
Quota partenza 1949 Mt. Quota di arrivo 2981 Mt.
Dislivello totale +490 Mt. per l'attacco
+405 Mt. circa la via (475 lo sviluppo)
+137 Mt. circa facili per la vetta
Sentieri utilizzati n. 546, 541, 542
Ore di salita 40' per l'attacco
8 h. la via
Ore di discesa 1 h. fino al rif. Re Alberto
1 h. dal rif. Re Alberto al rif. Gardeccia
Esposizione Est Giudizio sull'ascensione Molto bella
Data di uscita 24/09/2016 Difficoltà

VII+/VI, A1

Sass Balòss presenti
Luca.
Amici presenti
Andrea.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata inizialmente stupenda nonostante sia sopraggiunta qualche nebbia, a tratti anche abbastanza intensa. Nel complesso comunque una bella giornata nella quale abbiamo avuto freddo solo durante la discesa ormai all'imbrunire. I sentieri che si percorrono sono in ottimo stato e ben segnalati. La roccia in via è generalmente ottima anche se, sui gialli, necessita di qualche accorgimento (come in L8). Nelle zone grigie è eccezionale.

Eventuali pericoli
Soliti da arrampicata in ambiente.
Presenza di acqua
Al rifugio Gardeccia c'è una fontana e nei pressi del rifugio Re Alberto una sorgente.
Punti di appoggio
Rifugio Gardeccia (1949 Mt.), rifugi Vajolet e Preuss (2243 Mt.), rifugio Santner (2741 Mt.), rifugio Re Alberto (2621 Mt.).
Materiale necessario oltre al tradizionale
Normale dotazione alpinistica. La prima parte della salita è abbondantemente chiodata, mentre la seconda è quasi interamente da proteggere: quindi una serie di friends e alcuni cordini per le clessidre risultano indispensabili. Con la chiodatura attuale martello e chiodi non servono ma potrebbero tornare utili nel caso venissero meno quelli presenti. Se le prime lunghezze verranno superate in artificiale consigliamo 2 staffe e fiffi per il primo di cordata, per il secondo potrebbe bastarne anche una.
Potrebbero bastare 12 coppie ma tenete presente che in L5 si trovano ben 25 ancoraggi, a voi la scelta.
Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Incredibile via aperta da Aldo Leviti e Ivo Nemela, all'ora poco più che ventenni, nell'agosto del 1973. Dopo aver attrezzato con tre giorni di lavoro le prime lunghezze, i due partirono per l'assalto finale che richiese due bivacchi in parete (uno alla S8 e l'altro in vetta).
Linea ardita che, con le prime cinque lunghezze, supera direttamente i gialli della est seguendo, con eleganza strepitosa, fessure e placche strapiombanti. Dal sesto tiro in poi si fa meno aggettante, su roccia grigia molto solida, ma con le protezioni che pian piano si fanno sempre più rare. Le prime soste sono state sistemate ed attrezzate con 2 fix.
Nel corso degli anni è divenuta una classica abbastanza rinomata, grazie anche alla possibilità di arrampicare integralmente in libera, su difficoltà non estreme, le lunghezze di corda percorse originariamente in artificiale.
Attacco, descrizione della via
I sentieri per l'avvicinamento partono dalla piccola contrada Gardeccia situata sopra Pera di Fassa. Purtroppo non è possibile raggiungere la frazione mediante macchina in quanto vige un divieto di circolazione durante tutto l'anno. E' possibile servirsi del bus navetta (andata e ritorno 10 Euro) per evitare una lunga camminata su strada asfaltata.
La navetta parte a Pera di Fassa in corrispondenza di un parcheggio che si incontra sulla destra salendo verso Canazei. C'è una seggiovia e un grosso cartello "Bus per Gardeccia". Le corse sono abbastanza frequenti.
La navetta vi lascerà in corrispondenza del rifugio Gardeccia. Da qui camminare lungo la carrozzabile (sentiero n. 546) che sale ai rifugi Vajolet e Preuss passando a breve distanza dall'imponente parete est del Catinaccio. Poco prima di arrivare al rifugio Vajolet imboccare il sentiero verso sinistra (n. 541) che conduce al Passo delle Coronelle ed al rifugio Fronza. La via attraversa la zona gialla posta appena a sinistra dell'evidentissima fascia nera posta sotto al catino destro. Individuare l'evidente avancorpo che si trova sotto questa zona gialla. Abbandonare il sentiero risalendo prima il ghiaione, e poi le roccette, sul lato destro di questo avancorpo fino un profondo intaglio che si forma con la parete (II, passo di IV). Qui si trova l'attacco della via (2 fix). È possibile assicurarsi per superare gli ultimi metri dell'avancorpo (grosso spuntone con cordone e maglia rapida).

1
° tiro:
traversare verso sinistra, in leggera discesa, fino a raggiungere la sosta (2 fix+2 chiodi+cordino). 15
Mt., II.

2
° tiro:
faticoso strapiombino sopra la sosta. Poi ci si sposta leggermente a sinistra per seguire un diedrino al termine del quale si sosta (2 fix).
30
Mt., V, A0, V+, VI, V, 11 chiodi.

3
° tiro:
spostarsi a sinistra alla base della fessura che porta sotto un tettino. Lo si supera verso destra e poi su dritti per breve muretto privo di appigli (chiodo nascosto sulla sinistra) e successivo vago diedrino fino alla sosta (2 fix+1 chiodo). 20
Mt., VI e A0, A1, 11 chiodi.

4
° tiro:
seguire la fessura fino al suo termine. Superare una breve placchetta e la successiva pancia strapiombante oltre la quale si sosta in forte esposizione (2 fix+1 chiodo). 15
Mt., A0, IV+, A1, 7 chiodi, 3 chiodi a pressione, 1 fix.

5
° tiro:
spostarsi subito a sinistra e poi su dritti alcuni metri. Si effettua una lunga diagonale verso sinistra sotto gli strapiombi e, infine, si supera una pancia. Alcuni metri più
facili permettono di raggiungere la sosta (2 fix).
30
Mt., VI e A0, 24 tra chiodi e chiodi a pressione, 1 clessidra con cordino logoro.

6
° tiro:
qui terminano le impegnative lunghezze attraverso la zona gialla.
Obliquare 2 metri a sinistra raggiungendo il diedro che si segue fino al suo termine dove si sosta (2 chiodi). 30 Mt., VI oppure A0, V+, V, 3 chiodi, 2 chiodi a pressione.

7
° tiro:
alzarsi 2 metri e poi traversare lungamente a destra, in leggera ascesa, fino alla sosta (2 fix+1 chiodo+cordone). Prima parte impegnativa poi, dopo uno spigoletto, più f
acile. 20 Mt., V, VI oppure A0, IV, 4 chiodi.

8
° tiro:
spostarsi a destra e salire la placca gialla avvicinandosi al diedro. Seguirlo fino al suo termine e
poi traversare a destra fino alla sosta (2 clessidre+1 chiodo+cordini). Attenzione alla qualità della roccia. 30 Mt., V+, V, II, 3 chiodi.

9
° tiro:
raggiungere e scalare interamente il bel diedro/camino soprastante. Al suo termine si obliqua a sinistra e si sosta (1 chiodo+1 clessidra) coi piedi sopra una lama. 40
Mt., V, V+, VI oppure A0, V+, III, 5 chiodi.

10
° tiro:
a sinistra
è bene evidente un grosso pilastro. Abbassarsi e traversare a sinistra fino a raggiungere il diedro che forma il pilastro e, mediante quest'ultimo, salire fino alla forcella dove si sosta (masso incastrato). 20 Mt., IV.

11
° tiro:
per placca lavorata, obliquando un po' a destra, fino a raggiungere un caminetto. Seguirlo fino a dove si restringe e diventa decisamente pi
ù difficile. Qui uscire a destra e salire fino ad una cengia dove si trova la sosta (2 chiodi). 45 Mt., V-, IV, IV-, 1 clessidra con cordino.

12
° tiro:
spostarsi a destra e superare la fessura ed il successivo muretto che porta alla base di due camini: uno obliquo verso destra (possibile variante d'uscita) e l'altro verso sinistra (non visibile da sotto). Seguire quello di sinistra ed al suo termine sostare (spuntone).
60
Mt., V, IV.

13
° tiro:
traversare a sinistra e poi risalire accanto ad uno speroncino. Superare la soprastante placca (non andare a destra ma salirla direttamente) e, dove il terreno diviene più
facile, traversare a destra in leggera ascesa fino una cornice dove si riesce ad attrezzare una sosta (2 clessidre, 1 chiodo un paio di metri più a destra). 60 Mt., II, V-, IV, II.

14
° tiro:
da qui è
possibile continuare a salire verso la vetta restando sulle soprastanti placchette (grado medio IV, IV+, soluzione più lunga) oppure, come abbiamo fatto noi, uscire in direzione del catino. Puntare ad una forcellina che si vede circa 10 metri sopra la sosta. Dopo averla raggiunta e superata obliquare decisamente verso destra, sfruttando i punti più deboli, fino a raggiungere la cresta dove si sosta (1 chiodo). 60 Mt., V, IV, 1 chiodo, 1 clessidra con cordino.

È ancora possibile dirigersi verso la vetta seguendo la cresta est (II) oppure puntare all'evidente intaglio, posto all'estrema sinistra sulla cresta nord, al di sopra del catino. In ogni caso, anche se si transita dalla vetta, bisogna ridiscendere a questo intaglio.

Discesa
La discesa avviene mediante la via Normale. Dalla vetta seguire la cresta in direzione nord-ovest (presenti diversi ometti - direzione rifugio/passo Santner) sino a raggiungere una paretina verticale (III, anello cementato per eventuale calata di 20 Mt.).
Continuare ancora lungo la cresta sino a raggiungere l'intaglio citato pocanzi. Da qui (anello cementato) effettuare le seguenti doppie nel camino verso il rifugio/passo Santner (ovest):
1a. calata: 40 Mt. circa lungo il camino sino a quando questo diviene stretto (sosta scomoda). E' possibile dividere la calata;
2a. calata: 45 Mt. sino a raggiungere un piccolo terrazzino sulla destra (nicchia gialla). E' possibile dividere la calata;
3a. calata: 20 Mt. sino al ghiaione.
In breve si raggiungono il passo e rifugio Santner dai quali si continua, lungo un comodo sentiero, sino al sottostante rifugio Re Alberto (20' circa). Mediante il sentiero n. 542 (qualche breve tratto attrezzato) scendere sino al rifugio Vajolet e poi rientrare al rifugio Gardeccia seguendo la strada carrozzabile in parte percorsa durante l'avvicinamento.

Commenti vari

Affrontando la salita in giornate calde è consigliabile avere con se una buona scorta d'acqua perché la via è completamente esposta al sole.

   

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Luca sulla cengia della prima lunghezza

Terzo tiro

   

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Due immagini della quarta lunghezza inizialmente in fessura, poi placca ed infine pancia strapiombante

   

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Due immagini del quinto tiro riprese rispettivamente dalla quarta e quinta sosta

   
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Andrea sugli ultimi metri del quinto tiro

Il diedro del sesto tiro

   

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Il traverso della settima lunghezza

Il breve diedro giallo dell'ottavo tiro

   

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L'evidente diedro/camino che caratterizza il nono tiro Quattordicesima lunghezza: Andrea cerca la "strada" corretta
   
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L'immensa parete est del Catinaccio con i tracciati delle vie: Placcomania, Diretta Steger e Leviti/Nemela.
Indicata la forcella dove iniziano le calate in corda doppia

   
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