Descrizione generale
Itinerario aperto da Enrico Volpe e Fabio Lenti il 27 ottobre del 2005 e in seguito riattrezzato con dei resinati. La via è dedicata alla moglie di Enrico morta sotto una slavina.
L'itinerario sale lungo la Torre Patrizia con un percorso molto tortuoso alternando tratti di arrampicata a fastidiose cenge erbose. E' possibile scendere in corda doppia ma la soluzione è laboriosa; dal termine della via conviene proseguire per prati e canali sino a raggiungere la vetta dello Zuccone Campelli. Qui scendere lungo il versante opposto mediante il Canalone dei Camosci (nord-ovest) o percorrendo in discesa il sentiero attrezzato Mario Minonzio.
Attacco, descrizione della via
Dal parcheggio alla base degli impianti di risalita di Ceresola di Valtorta ci s'incammina, inizialmente su asfalto, in direzione del rifugio Lecco. Arrivati al rifugio, s'imbocca il sentiero degli Stradini e oltrepassata la Bocchetta del Pesciola (1779 Mt.) ci si trova sul versante sud dello Zucco Pesciola.
Proseguire, tra diversi sali-scendi, lungo il sentiero superando l'attacco della ferrata Domenico Rebuzzini (indicazioni). Continuare in quota sino a raggiungere un marcato canale sulla sinistra (poco dopo, sul sentiero, sono presenti delle scalette metalliche). Risalire per circa 10 metri il canale sino allo spigolo della torre (sinistra - viso a monte), dove un bollo rosso un po' sbiadito e un anello cementato segnano l'attacco della via.
1° tiro:
salire lungo lo spigolo destro superando alcuni passaggi delicati (possibilità di trovare roccia bagnata). Spostarsi poi a sinistra per qualche metro e superare un muretto. Sostare poco dopo (anello cementato+fix). 25 Mt., 5c, 4 fittoni.
2° tiro:
salire la rampa erbosa verso sinistra e superare una placchetta non banale. Sostare (anello cementato) subito dopo in corrispondenza di un terrazzino erboso.
15 Mt., 5c, 3 fittoni.
3° tiro:
salire a destra della sosta e proseguire lungo il filo dello spigolo spostandosi dapprima a destra e ritornando poi a sinistra. Proseguire per rocce più lavorate sino a raggiungere la sosta (anello cementato+fix) posta in corrispondenza di una terrazza. 25 Mt., 5c, 4 fittoni.
4° tiro:
salire a destra della sosta lungo il canale erboso sino alla sosta (anello cementato+fix lontano) alla base di una paretina verticale.
30 Mt., I.
5° tiro:
superare il muretto verticale e uscire con difficoltà su un terrazzino erboso dove si trova la sosta (anello cementato+fix).
20 Mt., 6a oppure 5c e A0, 4 fittoni.
6° tiro:
portarsi alla base della parete e salire in obliquo verso destra sino a raggiungere una fessura che dopo diviene camino. Sostare al suo termine (anello cementato+fix). 25 Mt., 4a, 4 fittoni.
7° tiro:
traversare a sinistra lungo la cengia fino al suo termine. Anziché abbassarsi per salire il camino (presente un fittone alla base e uno al termine delle difficoltà) conviene sfruttare le rocce più lavorate (e salde) che lo precedono e che consentono di salire obliquando a sinistra. Sostare (anello cementato+fix) comodamente subito dopo. 25 Mt., 4c.
8° tiro:
salire la paretina verticale facendo attenzione ad un primo tratto friabile. Sostare (anello cementato) su di un
terrazzino.
20 Mt., 4c, 1 chiodo, 2 fittoni.
9° tiro:
appena a destra della sosta e successivamente in verticale sino ad una grande terrazza erbosa dove si trova la sosta (anello cementato). 25 Mt., 4b, 3c, 3 fittoni.
Discesa
E' possibile scendere con delle calate in corda doppia ma, dato l'andamento tortuoso della via, questa soluzione è fortemente sconsigliabile.
Dal termine della via salire lungo prati verticali sino a raggiungere sulla destra (viso a monte) una sella. Attraversarla e proseguire lungo un vago canale ghiaioso che conduce nuovamente a dei prati. La vetta (croce) è ora visibile e la si raggiunge mediante un comodo sentiero di cresta.
Scendere poi lungo il versante opposto a quello di salita seguendo l'evidente sentiero verso sud che conduce ad un intaglio attrezzato con catene. Superarlo e seguire la successiva cresta erbosa. Ignorare un primo canalone stretto e ripido (Canale S.E.M.) che si trova sulla destra per imboccare il successivo, sempre abbastanza ripido ma un po' più largo (Canalone dei Camosci). Si scende in direzione del rifugio Lecco. Allo sbocco del canale, prima per ghiaione e poi per sentiero, si raggiunge il rifugio. Seguire ora, a ritroso, gli stessi sentieri percorsi durante l'avvicinamento.
Dalla vetta e' anche possibile, ma non molto consigliato,
scendere seguendo la ferrata Mario Minonzio. |