Descrizione generale Il
versante Nord dell'Arera, massiccia montagna calcarea delle Prealpi
Orobie tra la Valle Seriana e la Valle Brembana, è caratterizzato da
una severa scogliera rocciosa, sviluppata più in lunghezza che in
altezza, dal sicuro fascino e aspra bellezza. Nella stagione invernale
questa zona è fredda e ombrosa e per giungere alla vetta da qui, esiste
una possibilità di salita lungo il Canale Nord. Tale canale, breve e
discretamente ripido (55 gradi o poco più in alcuni tratti), viene
frequentato da escursionisti alla ricerca di un assaggio di alpinismo
di medio-facile livello, ma assolutamente da non sottovalutare, sia per
la pendenza del canale stesso che per la lunghezza complessiva dell'itinerario. Il
percorso dell'escursione si svolge ad anello, con salita da Valcanale
al Passo di Corna Piana, salita alla cima dell'Arera dal Canale Nord e discesa dal più
frequentato e agevole versante Sud, proseguimento verso il Passo di
Branchino lungo il Sentiero dei Fiori e discesa finale verso il rifugio
Alpe Corte. Il tutto richiede circa 9 ore di camminata, con tratti
impegnativi, oltre al canale: come la parte finale verso il Passo di
Corna Piana e la discesa nel ripido intaglio sotto la vetta lungo il
versante Sud (in caso di molta neve). L'escursione, sebbene non
tecnicamente difficile, risulta per tanto adatta ad escursonisti
esperti, molto ben allenati e con una discreta esperienza nella salita
di canali di media difficoltà (grado di difficoltà attorno a PD).
Descrizione percorso Percorriamo
la strada della valle Seriana e saliamo all'abitato di Valcanale, dopo
una lunga serie di tornanti. Poco dopo le ultime case del paese,
troviamo un ampio spiazzo sulla sinistra. Qui lasciamo l'auto, pagando
un ticket giornaliero. Proseguiamo in salita su strada asfaltata.
Superiamo un bel laghetto sulla sinistra. Dopo circa 15 minuti di
cammino, sempre su asfalto, arriviamo ad un bivio. Qui troviamo una
bella bacheca con una mappa della zona. Dritti si salirebbe verso il
rifugio Alpe Corte. Noi andiamo a sinistra, oltrepassando una sbarra
metallica. Proseguiamo la salita che ora diviene in parte asfaltata ed
in parte sterrata. In circa 10-15' eccoci davanti all'abbandonato hotel
Sempreneve. Qui seguiamo l'evidente tracciato delle ex piste da sci,
ormai ridotte ad una pista sassosa. Saliamo con regolarità fino al
limitare di una bella zona boscosa con davanti a noi la rocciosa molle
delle cime circostanti. Pochi minuti ed arriviamo alla Baita di
Vaghetto Bassa. Lasciamo la baita alla nostra sinistra. Qui una palina
ci indica il Passo di Corna Piana verso destra (sentiero n. 266). In
falsopiano andiamo a destra. In breve ci troviamo a camminare su una
ampia sterrata pianeggiante che percorriamo tranquillamente fino ad un
grande edificio sulla sinistra. Da qui puntiamo dritti verso dei vecchi
impianti di risalita. Giunti ad incrociare un evidente strada sterrata
la seguiamo in salita verso sinistra. Saliamo seguendo i tralicci degli
impianti. Ci troviamo in un ampio valloncello erboso dominato da un
piccolo edificio, che dal basso pare una chiesetta, al quale arriviamo
in poco tempo. L'edificio non è una chiesetta ma una piccola
costruzione in cemento. Da qui andiamo verso sinistra, ignorando le
indicazioni
per il rifugio Alpe Corte. Scendiamo ad una ampia sella erbosa, oltre
la quale appare un boschetto di abeti. Stando sul versante sinistro
della piccola altura che abbiamo davanti, riprendiamo a salire su ampio
sentiero. Senza abbandonare il tracciato arriviamo ad una baita in
posizione panoramica, si tratta della Baita Esmeraldas. Proseguiamo
oltre, sempre su comodo sentiero dal quale, in basso è possibile vedere
un ampio vallone che sale verso il Passo di Corna Piana. Dopo un
tornante deciso verso destra, abbandoniamo l'ampio sentiero per deviare
verso sinistra ed imboccare una traccetta segnata che sale con riidi
tornantini. Poco dopo usciamo dal bosco e camminiamo in mezzacosta su
un franoso sentierino. Alla nostra destra si alzano alcune fasce
rocciose, con alcune placche pianeggianti che incrociano il sentiero.
Più avanti andiamo ad incrociare il vallone che vedevamo sotto di noi.
Ora dobbiamo salire il vallone, stando al suo centro. Più in alto ci
spostiamo alla sua destra (per chi sale), nei pressi della cresta che
presenta un profondo baratro verso destra. Stando nei pressi della
cresta proseguiamo a salire fino ad un curioso torrione roccioso.
Doppiamo ora traversare il ripido pendio sulla destra, stando
attenti alle condizioni del manto nevoso. Cerchiamo di restare il più
alti possibile, nei pressi della fascia rocciosa alla nostra destra.
Finalmente, dopo alcuni passaggi non prorpio banali in caso di molta
neve, eccoci al Passo di Corna Piana. Alla nostra destra abbiamo le
pendici dell'omonima cima rocciosa. Alla nostra sinistra vediamo
l'ampia conca posta sotto le rocce del verante settentrionale
dell'Arera (Conca del Mandrone) Risaliamo verso sinistra, senza un vero
itinerario, ma cercando di spostarci verso sinsitra. Ci muoviamo tra
dossi e pendii. Dopo un tratto iniziale ripido, ne segue uno più
tranquillo. Da qui il canale Nord non è visibile, essendo nascosto da
uno sperone roccioso. Saliamo nel ripido vallone, ampio e freddo.
L'uscita del canale invece è identificabile alla destra di un piccolo
pinnacolo
roccioso e alla sinistra della cima principale (croce visibile dal
basso), dopo un evidente ed ampio intaglio. Saliamo con questi
riferimenti ed arriviamo con una certa fatica all'ingresso del canale.
Il canale si incunea verso sinistra tra verticali pareti, per poi
piegare leggermente verso destra e tornare poi verso sinistra. La parte
iniziale è più dolce, mente al centro le pendenze aumentano superando i
50 gradi. Qui è possibile trovare alcune rocce affioranti che conviene
superare sulla sinsitra. Oltre queste, le pendenze aumentano sui 55
gradi, ma l'uscita è ormai in vsta sopra le nostre teste. Un ultimo
sforzo tra le due zone rocciose molto vicine ed eccoci fuori nel sole
del versante opposto. La lunghezza del canale non supera i 70-80 metri,
ma l'ambiente è decisamente affascinante. Usciti in cresta, la seguiamo
verso destra, con una certa attenzione. Poco dopo, attraversiamo un
ripido pendio verso sinsitra, sotto ad una parete di roccia, con
l'antenna della vetta orientale ben visibile davanti a noi. Si tratta
di un tratto
delicato. Al suo termine pieghiamo a destra e superiamo gli ultimi
gradoni parzialmente rocciosi, ripidi ma facili, ormai in vista della
croce di vetta, alla quale arriviamo dopo quasi 5 ore di salita da
Valcanale.
Discesa Spalle
alla croce, iniziamo la discesa lungo la normale che porta al rifugio
Capanna 2000, andando verso destra. Subito abbandoniamo la cresta per
percorrere il pendio alla nostra sinistra. Facendo ben attenzione alla
presenza di alcuni ometti, ci muoviamo su terreno pietroso, seguendo
una lunga serie di tornantini. Più in basso tagliamo verso destra fino
a portarci sopra al ripido e breve canalino che in assenza di neve è
dotato di una lunga catena che ne facilita la percorrenza. In caso di
neve o ghiaccio, la catena potrebbe essere sepolta, occorre quindi
prestare una certa attenzione. Alla base del
canalino, traversiamo un ben più ampio canale che scende profondo verso
sinistra. Dopo averlo attraversato, saliamo brevemente sul lato opposto
e andiamo a prendere un breve traverso che ci conduce sulla facile
dorsale che seguita verso sinistra ci conduce senza difficoltà alcuna
al rifugio Capanna 2000, ben visibile più in basso. Procediamo a vista
tra tratti pietrosi e tratti erbosi fino al rifugio. Senza
raggiungerlo, lo lasciamo alla nostra sinistra e raggiungiamo un grosso
edificio in cemento sulla destra. Da qui ci dirigiamo verso una
evidente
bacheca di legno nei cui pressi vi è una palina. Andiamo a destra
seguendo le indicazioni per il Passo Branchino (sentiero n. 222). Poco
più in alto, prima di arrivare al rifugio Capanna 2000, sulla destra,
si stacca anche il Sentiero dei Fiori Alto, ma in caso di neve, è
meglio scegliere quello basso. Dalla palina suddetta, prendiamo quindi
il comodo sentiero n. 222 che procede in mezza costa. Lo seguiamo
fedelmente tra brevi saliscendi e riposanti tratti pianeggianti.
Incontriamo subito una palina che ci indica il nome del sentiero e la
quota di 1820 metri; curiosamente questo cartello, con la medesima
quota lo troveremo più volte lungo il percorso. Nel procedere avremo
prima la grande mole dell'Arera davanti, poi, cambiato versante, una
bella vista davanti a noi della Cima di Vindiolo e del Monte Vetro. Il
sentiero procede agevole e mai faticoso, ma piuttosto lungo, poichè
segue le varie rientranze del fianco della montagna e pare non giungere
mai al Passo di Branchino. Più avanti ci avviciniamo alle pendici della
Cima di Val Vedra e da qui in breve eccoci al Passo di Val Vedra. Da
qui compiano un ampio giro in senso orario andando a toccare alcune
baite per poi scendere in una ampia conca, posta sotto al Passo di
Branchino, che raggiungiamo con un'ultima breve salita in diagonale
verso sinistra. Dal passo, scendiamo velocemente al sottostante
laghetto di Branchino e da qui in breve al vicino rifugio Lago
Branchino (chiuso in inverno). Percorrendo il sentiero n. 218, dal
rifugio continuiamo a scendere tra pascoli e qualche macchia
cespugliosa fino alle sottostanti baite di Neel. Superata la seconda
baita, entriamo in un bel bosco fin sul fondo di una ombrsa valletta;
qui attraversiamo un torrentello e in poche decine di metri eccoci al
rifugio Alpe Corte. Ora non ci resta che seguire l'ampio sentiero
n. 220 che in meno di 40 minuti ci porta alal zona della sbarra
superata ad inizio camminata e poi seguendo la strada asfaltata in
circa 15 minuti eccoci al parcheggio di Valcanale.
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